SERAVEZZA - Nel confermare l'apprezzamento della Lega Nord per la sacrosanta decisione del sindaco Tarabella di sporgere querela verso il vandalo o i vandali che hanno imbrattato i muri di Seravezza con scritte infamanti, mi duole registrare un passo falso compiuto dallo stesso sindaco.
Tarabella ha infatti sentenziato che quelle scritte sono un «episodio che testimonia il livello di imbarbarimento di frange della società».
Caro sindaco, ci farebbe piacere che completasse questa dichiarazione aggiungendo anche a cosa o a chi lei si riferisce esattamente; nel frattempo però viene il legittimo sospetto che abbia incautamente abbracciato le ben note teorie del suo assessore ai LL.PP., che già ieri mattina scriveva su Facebook: «Mi pare ipocrita lavorare per creare un clima di conflittualità accesa e poi meravigliarsi delle conseguenza».
Questa accusa è apparsa, in ordine cronologico, poco dopo la pubblicazione sul noto social dei messaggi di sdegno verso l'atto vandalico da parte di Idee in Comune e del sottoscritto.
Sfortunatamente questa non è la prima volta che da parte della maggioranza - in modo più o meno surrettizio - si fanno insinuazioni verso le opposizioni seravezzine (oltre ad Idee in Comune includo anche Patto Civico) accusandole di fomentare chissà quale clima di incandescente conflittualità.
A fronte di questo atteggiamento, è il caso di fare alcune osservazioni.
Partiamo proprio dalle scritte sui muri: non sono di natura politica; apparentemente riguardano una bagarre tra privati della quale sappiamo poco o nulla, ma di certo non c'è nessuna matrice politico/partitica dietro. Approfittarne quindi per rinnovere astratte quanto antropologiche accuse di "imbarbarimento di frange della società" ci appare fuori luogo e strumentale.
Se si hanno dei nomi, si facciano. Altrimenti il lanciare immaginari strali senza avere il coraggio di nominare i destinatarii rischia di dare l'impressione - sul piano squisitamente politico - di un abito mentale non poi così distante da quello di chi imbratta anonimamente i muri.
Se si hanno dei nomi, si facciano. Altrimenti il lanciare immaginari strali senza avere il coraggio di nominare i destinatarii rischia di dare l'impressione - sul piano squisitamente politico - di un abito mentale non poi così distante da quello di chi imbratta anonimamente i muri.
Ma se davvero si è deciso di adottare questa linea politica, sono costretto a rivolgere al primo cittadino questa domanda: dov'era lei, sindaco Tarabella, quando il 31 luglio scorso il sottoscritto, seduto tra il pubblico che assisteva al consiglio comunale, è stato pubblicamente oggetto di parole offensive da parte del suddetto assessore?
Lei ha taciuto: forse non è riuscito a cogliere in quell'infelice frase - pronunciata ai microfoni del Consiglio - nessun indizio di imbarbarimento?
Francesco Speroni
Lega Nord - Seravezza
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