ulivi

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BORGO A MOZZANO - Piano di Gioviano, SP2 Lodovica.

LETTORI SINGOLI

lunedì 31 marzo 2014

GRAZIE A TUTTI VOI !!!! 6.800 CONTATTI NEL MESE DI MARZO !!!!!

DOPO AVERLO APERTO A FEBBRAIO 2014
E DOPO I PRIMI POST DI PROVA , CON LE 88 VISUALIZZAZIONI DI FEBBRAIO
SONO PASSATO ALLE 6.900 DI FINE MARZO !!!!

Grazie davvero a tutti i miei lettori......
Grazie a tutti i miei sponsor che mi sostengono con amicizia......

A cui vanno aggiunti le 3.450 visualizzazioni

del mio blog-Forum ANDREOTTIROBERTO BLOG http://andreottiroberto.altervista.org/forum trovate i link di collegamento sulla colonna qua a destra ->

oltre al blog-wordpress LA NUOVA TOSCANA con 577 contatti , ma e' ancora un working-progress !!!! (tot: 10.827 contatti!!!) A MARZO.

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COMUNICATO DEL COMITATO AMBIENTE E SALUTE SUL CASO BIOMASSE DEL SERCHIO - ALCE , 01/04/2014

COMUNICATO STAMPA :

Sabato 29 marzo il GSE, Gestore dei Servizi Energetici, come previsto dal Decreto interministeriale del 6 luglio 2012, ha pubblicato i Bandi riferiti ai Registri e alle Procedure d’Asta per l’assegnazione degli incentivi 2015 alla produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici.
I Registri e le Procedure d’Asta si apriranno alle ore 9,00 del 28 aprile 2014 e si chiuderanno improrogabilmente alle ore 21,00 del 26 giugno 2014 e la graduatoria sarà pubblicata entro 60 giorni dalla data di chiusura dei Registri.
Alce/Biomasse del Serchio a breve presenterà domanda di partecipazione alle Procedure d’Asta.
Fino ad agosto non si conoscerà la graduatoria dei vincitori, e tuttavia la società sta anticipando i tempi sia relativamente all’acquisizione dei terreni per l’elettrodotto sia nello smantellamento dei vecchi edifici.
Dopo 4 anni dal rilascio dell’autorizzazione da parte della Provincia di Lucca alla centrale a biomasse dell’Alce, siamo oggi ad un momento cruciale e decisivo per il futuro della Valle del Serchio.
Le ragioni di chi è contrario investono diversi settori, ma è soprattutto l’inquinamento atmosferico che verrebbe prodotto ad essere sotto accusa. I Comitati Ambiente in questi anni sono stati impegnati nel produrre e promuovere ampia documentazione scientifica a riprova della pericolosità di un impianto di questo genere nel bel mezzo di un centro abitato.
I Responsabili degli organi deputati al controllo e degli enti amministrativi coinvolti, Provincia in primis, hanno invece consapevolmente evitato di approfondire la questione sanitaria e ambientale connessa e di avviare le conseguenti misure precauzionali.
Di questo fatto si stanno assumendo la grave e piena responsabilità politica e personale.
In tutti i contesti pubblici il Sindaco Betti ha rassicurato sulla volontà di difendere la salute pubblica, nel rispetto del supremo mandato che la legge gli assegna.
Oggi, anche a seguito delle gravi criticità ed omissioni emerse dopo il rilascio dell’autorizzazione, ci auguriamo che, nel pubblico interesse, il Sindaco possa fare fronte agli errori e alle inadempienze commessi da altri, attuando quanto necessario per sospendere i lavori fintanto che non vengano effettuate le verifiche e le valutazioni di carattere ambientale e sanitario ad oggi mancate e che la cittadinanza reclama.

30/03/14

Comitati Ambiente e Salute di Bagni di Lucca e Borgo a Mozzano

domenica 30 marzo 2014

TERRA UOMINI AMBIENTE , PAGHERANNO I LAVORATORI ??? salvarla e' possibile

VOLENTIERI RIPUBBLICO UNA LETTERA DEL
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI sez. Garfagnana

Terra Uomini e Ambiente: il salvataggio è possibile solamente con l'unità dei lavoratori

COMUNICATO STAMPA PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

La crisi capitalistica non ha alcun tipo di pietà, e come un uragano spazza via tutto quello che incontra sul proprio tragitto, riuscendo a dar vita a una devastazione sociale apocalittica. E' quello che sta accadendo in una delle più grandi cooperative della Toscana, la Terra Uomini e Ambiente. Una realtà lavorativa che può contare sugli oltre 350 lavoratori sparsi nel territorio regionale grazie alle sedi di Castelnuovo Garfagnana, Pisa, Pistoia, Isola d'Elba. La situazione che stanno vivendo sia i soci che i dipendenti di questa importante cooperativa è drammatica: prestazioni lavorative totalmente devolute al salvataggio dell' azienda, posticipo degli stipendi, riduzione netta del remunero mensile. Queste sono le soluzioni, estreme, adottate dai lavoratori per un tentativo di salvataggio del proprio posto di lavoro. Cosa possono fare più di così? Ci viene da dire: "Assurdo!" Sì, assurdo, perché Terra Uomini e Ambiente deve percepire da enti e istituzioni il pagamento di svariati milioni di Euro (si parla di 19 ). E' vero, a tutto questo bisogna aggiungere una netta mancanza di professionalità, capacità, analisi del momento economico, da parte di un'ampissima dirigenza coadiuvata da un consiglio di amministrazione incapace e asservito, ma questo è un punto che cercheremo di risolvere in un secondo momento, quando finalmente potremo dire: " Terra Uomini e Ambiente è salva!". E in quel momento, ma solo in quel momento, per mezzo di una campagna proletaria interna, rivendicheremo tutte le anomalie sociali, economiche e xenofobe. Chi ha sbagliato dovrà pagare! La cooperativa deve tornare in piena gestione e sottocontrollo dei lavoratori! Un momento drammatico che non può altro che cercare, e trovare, la massima unità interna che rivendichi il pagamento dovuto all' azienda. Un' unità che riesca a organizzarsi in modo netto manifestando il proprio disagio di fronte al palazzo regionale di "Capitan" Rossi, con presidi permanenti evidenziando tutto il dissenso verso chi, come la giunta Rossi, incentiva inutili progetti miliardari, come il rigassificatore a Livorno, o sceglie di investire soldi pubblici nella devastante alta velocità nel Mugello. Al momento siamo certi di un'unica unità solida, ed è quella capitalistica dove attorno ad essa fanno cerchio le istituzioni borghesi, una gran fetta delle parti sociali, il governo del Job Act, un' Unione Europea più attenta al salvataggio delle banche piuttosto che al mondo del lavoro. Inutile girarci attorno, l'unica soluzione rimane quella di opporre, in egual misura e con la stessa ferocia, un'unità dei lavoratori che rivendichi i propri diritti per mezzo della lotta proletaria. Il Partito Comunista dei Lavoratori si schiera indiscutibilmente dalla parte dei lavoratori Terra Uomini e Ambiente, scendendo a loro fianco nella rivendicazione del loro diritto al lavoro!

Partito Comunista dei Lavoratori sez. Garfagnana

ELEZIONI COMUNALI A BARGA, DOV'E' IL MOVIMENTO 5 STELLE ????

TRA MENO DI DUE MESI , CI SARANNO LE VOTAZIONI PER LE ELEZIONI COMUNALI A BARGA
IL BONINI SINDACO USCENTE DEL PD , CHE NON HA CERTO BRILLATO COME SINDACO , SARA' RICANDIDATO
BEN APPOGGIATO DAL SUO PARTITO E DAL SENATORE MARCUCCI.

L'OPPOSIZIONE FIN ORA PRESENTE IN CONSIGLIO COMUNALE , STA CERCANDO DI CREARE UNO SCHIERAMENTO
UNITARIO ED INNOVATIVO DA PROPORRE AI CITTADINI DEL COMUNE DI BARGA
ORMAI SFIDUCIATI DA UN SINDACO ED UNA GIUNTA , CHE CON LE LORO SCELTE SBAGLIATE
PORTERANNO QUASI CERTAMENTE AD UNA CHIUSURA DELL'OSPEDALE DI BARGA
IL LINEA CON LE DIRETTIVE DEL PARTITO A LIVELLO REGIONALE
NELLE PERSONE DI:
ROSSI , PRESIDENTE DELLA REGIONE
MARRONI , ASSESSORE ALLA SANITA'
REMASCHI , PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE SANITA'

MA IL MOVIMENTO 5 STELLE CHE FA ????
DOPO AVER PRESO L'ANNO SCORZO ALLE POLITICHE IL 27,5 % !!!!

COME SAPETE , IO DA ISCRITTO CERTIFICATO DEL MOVIMENTO , MI SONO TROVATO IN DISACCORDO SULLA LINEA E SULLE SCELTE DEL M5S A BARGA , E NON CONDIVIDO IL FATTO CHE NON SI SIA FATTA UNA LISTA CERTIFICATA DOPO AVER TANTO LOTTATO.
MOLTI DI VOI RICORDERANNO IL MIO IMPEGNO IN CAMPAGNA ELETTORALE , QUANDO LA MATTINA AL FREDDO ED AL GELO MONTAVO , ALLE VOLTE SOLO , IL GAZEBO AI VARI MERCATI.....
BEH ! LA GENTE CI AVEVA DATO FIDUCIA , E NON A ME , MA A TUTTI NOI , A TUTTO IL MOVIMENTO !!!!!
ED ADESSO COME SI SENTIRANNO QUEGLI ELETTORI CHE CI AVEVANO DATO FIDUCIA VOTANDO 5 STELLE A BARGA ????
VE LO DICO IO TRADITI !!!!!!!
SPERAVANO IN UN QUALCOSA DI DIVERSO , NON A GRUPPI CHIUSI O SEGRETI , NON A RIUNIONI PER POCHI SENZA NE CAPO NE CODA !!!!
SU CHI DEVONO PUNTARE ADESSO PER CAMBIARE IL LORO COMUNE ????
SU UNA GIUNTA OMBRA , CHE ASPETTERA' ALTRI CINQUE ANNI PER PRESENTARSI ????

PERO' FORSE AVRANNO IL CORAGGIO DI CHIEDERVI IL VOTO PER LE INUTILI ELEZIONI EUROPEE , EUROPA ED EURO CHE NESSUNO PIU' VUOLE !!!!

IO CREDO IN UN MOVIMENTO DEGLI ATTIVISTI E NON DEGLI ARRIVISTI
IO CREDO NELLE GENUINE IDEE DEL MOVIMENTO 5 STELLE
NON IN QUELLE DI CHI AVEVA LA TESSERA PD IN TASCA ED HA DECISO DI SALTARE SUL CARRO VINCENTE !!!!!

CHIEDO A TUTTI QUELLI CHE UN ANNO FA HANNO VOTATO PER IL M5S DI CONTINUARE A CREDERE NEL CAMBIAMENTO
DI SPERARE DI CREARE UN PAESE ED UN FUTURO MIGLIORI
MA DI PESARE BENE LE PERSONE CHE SI TROVANO DAVANTI......
SCEGLIETE CHI DAVVERO CREDE E STATE ATTENTI A CHI SI PROPINA SANTO , QUANDO HA GLI SCHELETRI NELL'ARMADIO.

A BARGA COMUNQUE SERVE UN VERO CAMBIAMENTO , BISOGNA FARE DI TUTTO PER CACCIARE QUESTA LOBBY DI POTERE ORMAI FALLIMENTARE , SERVE ARIA NUOVA , SERVIVA CORAGGIO CHE QUALCUNO NON HA AVUTO..........

IO NON HO ALTRI INTERESSI A DIRVI QUESTO SE NON PER GLI IDEALI DI ETICA ED ONESTA' CHE MI GUIDANO
IO CONTINUERO' A VIVERE NELLA MIA DIGNITOSA POVERTA' MA CON LA COSCIENZA PULITA.
CON LA COSCIENZA DI UNO CHE PREFERISCE LAVARE IN PUBBLICO I PANNI SPORCHI
CON LA COSCIENZA DI CHI HA CONTRIBUITO IN PRIMA PERSONA A FAR NASCERE IL MOVIMENTO IN VALLE DEL SERCHIO
CON LA COSCIENZA DI CHI NON VUOLE AVERE NULLA A CHE FARE CON GLI ARRIVISTI.

IO NON RINNEGO NULLA , IO CREDO IN QUEGLI IDEALI , IO VOGLIO SOLO CHE LA GENTE SAPPIA , E NON SIA ALL'OSCURO DEI FATTI !!!!

LABIRINTO A POZZO , CHAND BAORI - INDIA

IN CAMMINO FINO ALL'ULTIMO LABIRINTO.......

Qua in questo caso direi fino in fondo !!!!!
Questa meraviglia architettonica aveva pero' uno scopo ben preciso ed utile:
Raccogliere l'acqua piovana dei monsoni per usarla in caso di siccita'
Ma anche se non e' stato creato per scopi mistici , e' comunque ricco di significati allegorici....
Le tante scale che si incrociano, come le opportunita' e le scelte della vita
Vita rappresentata dall'acqua che ne e' la principale fonte
Qualsiasi scala prendi, qualsiasi incrocio scegli, arrivi sempre all'acqua......

Direi SPETTACOLARE !!!!

sabato 29 marzo 2014

LAMPIONI ROTTI , SPENTI ED ALCUNI MORTI.... A PIANO DI COREGLIA !!!!

NEL COMUNE DI COREGLIA
A PIANO DI COREGLIA

CI SONO LAMPIONI.....
ROTTI , SPENTI ED ALCUNI MORTI DA TEMPO !!!!!

La via del lavoro a piano di coreglia la conosciamo tutti
Con i lampioni fotovoltaici morti e sepolti , anche se uno lo hanno attivato.....
Come mai uno solo ???? Perche' davanti a quella casa si e quell'altre no ????
FAVORITISMI ????

Altri sono stati danneggiati , aspettiamo forse che cadano in testa a qualcuno ????
Davanti al magazzino parducci marmi e' gia da un po' che aspetta di cadere in testa a qualche passante.....

COSA ASPETTA IL COMUNE ????
Chi sara' il responsabile se qualcuno si fa male ????

Da oggi anche in localita' colle a piano di coreglia c'e' un lampione in bilico su persone e mezzi....
In questi casi bisogna essere rapidi e muoversi con celerita'.
Non vorrei che restasse così per settimane come sta succedendo con quell'altro......

INAUGURAZIONE OSTELLO ALPI APUANE A FORNOVOLASCO , nel nuovo comune di fabbriche di vergemoli

Tantissima gente all'inaugurazione del nuovo
OSTELLO ALPI APUANE
A Fornovolasco , nel nuovo comune di fabbriche di vergemoli
Oggi 28/03/2014 di fronte alle autorita' intervenute
E' stato inaugurato il simbolo di un futuro possibile ed ecosostenibile per le alpi apuane
Un grazie particolare al lavoro ed all'impegno profuso
Dal ex sindaco di Vergemoli MICHELE GIANNINI
Che tanto si e' impegnato per il bene del suo comune.
Ma piu' di tutti bisogna ringraziare
L'ASSOCIAZIONE IL FILO D'ARIANNA
che tanto a creduto in questo progetto
Facendo in modo che divenisse realta'

venerdì 28 marzo 2014

IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA SCOPELLITI CONDANNATO A 6 ANNI, SI DIMETTE !!!

Firmò bilanci falsi da sindaco Scopelliti condannato a 6 anni

Reggio Calabria, pena pesante per l’attuale governatore: “Abuso e falso”. Sarà anche interdetto dai pubblici uffici

Sei anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Dopo otto ore di camera di consiglio è questa la sentenza emessa dal Tribunale di Reggio Calabria nei confronti del presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, imputato di abuso e falso nella sua qualità di ex sindaco di Reggio per le vicende legate alle autoliquidazioni dell’ex dirigente dell’Ufficio finanza del Comune di Reggio Orsola Fallara, suicidatasi nel 2010.

Una sentenza che va oltre le richieste del pm Sara Ombra, per la quale Scopelliti andava condannato a 5 anni e all’interdizione per lo stesso periodo. L’ex sindaco di Reggio dovrà pagare anche una provvisionale di 120 mila euro. Pene ridotte rispetto alle richieste, invece, per gli ex revisori dei conti Carmelo Stracuzi, Domenico D’Amico e Ruggero De Medici, condannati a 3 anni e mezzo ciascuno rispetto ad una richiesta di 4 anni.

La sentenza è stata commentata, con un comunicato, dalla Giunta regionale, secondo cui «la condanna era ampiamente prevista. Non già perché meritata, ma per il fatto che il comportamento reiteratamente ostile e illegittimo del tribunale ne aveva costituito una evidente anticipazione. La sentenza, tra l’altro, ha preteso di strafare applicando una pena eccessiva ed esorbitante, volutamente esemplare. Quasi nel tentativo di sottolineare la base politica della condanna».

La condanna di Scopelliti comporterà anche delle conseguenze politiche. Con la condanna per abuso, infatti, si avvia la procedura prevista dalla Legge Severino che porterà alla sospensione da Presidente della Regione di Scopelliti per 18 mesi. Il Tribunale, secondo quanto stabilisce la legge, dovrà comunicare la sentenza al prefetto di Catanzaro, comune capoluogo di Regione, il quale a sua volta ne darà comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri che poi informerà del provvedimento il Consiglio regionale.

Al momento della lettura del dispositivo da parte del presidente Olga Tarsia, Scopelliti non era in aula. C’erano alcuni componenti la maggioranza di centrodestra alla Regione: la vice presidente Antonella Stasi, gli assessori Luigi Fedele e Nazzareno Salerno ed i consiglieri Fausto Orsomarso e Tilde Minasi. Il dispositivo è stato letto nel silenzio dell’aula, che poi si è ben presto svuotata. Al banco della pubblica accusa, oggi, per la prima volta dall’inizio del dibattimento, accanto al pm sara Ombra, ha preso posto anche il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Ottavio Sferlazza.

La sentenza è giunta al termine di quasi un anno e mezzo di processo avviato dalle autoliquidazioni di Orsola Fallara, suicidatasi nel 2010 ingerendo acido muriatico. Parcelle per un importo di 750 mila euro emesse per il suo incarico di rappresentante del Comune nella Commissione tributaria. Partendo da questo, la Procura ha avviato un’inchiesta che poi si è allargata con una serie di accertamenti tecnici sui conti del Comune dai quali sarebbero emerse una serie di irregolarità nei bilanci dal 2008 al 2010. Della vicenda si sono occupati anche gli ispettori generali delle Finanze rilevando un disavanzo che sarebbe stato di circa 170 milioni di euro.

Oggi, prima che i giudici entrassero in camera di consiglio, uno dei legali di Scopelliti, l’avv. Aldo Labate, aveva chiesto l’acquisizione di nuovi atti che avrebbero dimostrato che parte dei debiti fuori bilancio erano imputabili all’amministrazione precedente a quella di Scopelliti, ma il Tribunale ha rigettato la richiesta. Una decisione che ha provocato il dissenso dell’altro legale del governatore, il sen. Nico D’Ascola. «Rifiutare un prova come preconcetto è limitazione dei diritti della difesa» ha detto dopo avere svolto la sua arringa. Un intervento, quello davanti ai giudici, nel corso del quale D’Ascola ha parlato di «un vuoto probatorio che il pm non è riuscito a colmare», contestando l’ipotesi «del dolo intenzionale» nella condotta dell’ex sindaco di Reggio. Argomentazioni che però non hanno convinto i giudici. E dopo la condanna l’unico commento è venuto dall’avvocato Labate. «Siamo ovviamente delusi - ha detto - dall’esito del processo. Aspettiamo le motivazioni della sentenza”.

Il governatore della Calabria Scopelliti annuncia le dimissioni

(AGI) - Catanzaro, 28 mar. - Il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, ha annunciato le dimissioni dalla carica dopo la condanna inflittagli ieri dal Tribunale di Reggio Calabria che gli ha comminato sei anni di reclusione per falso e abuso d’ufficio in relazione alla gestione del Comune di Reggio Calabria, di cui è stato sindaco. (AGI).

VIRUS EBOLA SI ESPANDE IL CONTAGIO IN AFRICA

Emergenza Ebola in Guinea, inviati esperti italiani per gestire l’epidemia

Lo Spallanzani di Roma ha deciso di mandare suo personale medico nella regione africana dove ci sono stati 88 contagi e 63 morti. Cessato allarme in Canada: l’uomo che sembrava aver contratto il virus ha in realtà la Malaria

L’emergenza “Ebola” in Guinea ha convinto l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma a inviare esperti italiani tra il personale medico che sta affrontando l’epidemia in quel paese.

La missione dello European Mobile Laboratory gestirà due laboratori di alta sicurezza per la diagnosi della malattia. Del team, che è arrivato quest oggi in Guinea, faranno parte oltre ai ricercatori italiani anche personale del Bernhard-Nocht Institute di Amburgo e dell’Institut Pasteur di Lione. La missione, a cui si aggiungeranno esperti britannici, dovrebbe durare qualche mese, fino alla fine dell’epidemia, in collaborazione con le autorità locali e con l’organizzazione Medici Senza Frontiere che ha circa 30 esperti nella zona. L’esatto numero di persone impiegate e la loro collocazione esatta sono invece tenuti segreti per motivi di sicurezza, visto che la zona è anche considerata teatro di guerra.

Fino a questo momento in Guinea si sono avuti 88 casi con 63 morti, concentrati nella zona di confine nel sud del paese. Alcuni contagi sono stati rilevati anche in Liberia e Sierra Leone. I paesi confinanti hanno aumentato la sorveglianza alle frontiere, mentre il governo ha emanato una serie di raccomandazioni per evitare i contagi, tra cui non toccare i corpi delle persone morte per la malattia, una usanza comune ai funerali, evitare di mangiare la carne di pipistrello, animale che è un potenziale vettore.

Rientrato intanto l’allarme virus Ebola in Canada. Il caso sospetto tenuto d’occhio nei giorni scorsi è risultato negativo ai test di verifica alla febbre emorragica virale. A darne conferma sono l’Oms e le autorità sanitarie canadese. Secondo gli esperti l’uomo residente nel Saskatchewan, una provincia del Canada occidentale, «non è affetto da virus Ebola, febbre di Lassa o dal virus del Congo-Crimea, ma potrebbe essere stato colpito da malaria». Le autorità sanitarie canadesi confermano che «allo stato attuale non c’è un rischio per la cittadinanza della zona del Saskatchewan, anche se c’è stata preoccupazione per il possibile contagio. «A questo punto - riporta il sito della Cnn - tutto quello che sappiamo è che abbiamo una persona gravemente malata e che ha viaggiato in zone dove si sono verificati dei casi legati a queste malattie virali».

Quattro casi di Ebola anche nella capitale della Guinea Conakry

Almeno 63 le persone morte finora nel sud del paese !!!!

CONAKRY Conakry, 27 mar. (TMNews) - L'epidemia di Ebola che ha ucciso decine di persone nel sud della Guinea è arrivata anche nella capitale Conakry, dove sono stati confermati quattro casi di contagio. Stando a quanto riferito da fonti mediche, i pazienti sono stati immediatamente posti in quarantena per evitare la diffusione del virus, estremamente contagioso e mortale. Sono almeno 63 le persone morte finora in Guinea su 89 casi registrati dallo scorso gennaio di Ebola, che ha colpito anche i vicini Liberia e Sierra Leone, causando altri sei decessi.

Congo, epidemia Ebola: 46 contagiati

Sono 19 finora i casi fatali Nella zona colpita non sono previste restrizioni ai viaggi

Non si arresta l'epidemia di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo: secondo l'ultimo report dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) i casi sarebbero infatti in totale 46 (14 confermati in laboratorio e 32 probabili), 19 dei quali fatali.

Ci potrebbero essere poi altre 26 nuove persone colpite, ma per saperne di più bisognerà attendere l'esito delle verifiche ancora in corso da parte dei sanitari.

La zona colpita è il distretto di Haut-Ue'le' e i nuovi casi sono stati tutti identificati nelle due aree sanitarie di Isidro e Viadana. Il ministero della Salute della Repubblica Democratica del Congo per rispondere all'emergenza ha attivato una task force , di cui fanno parte oltre all'Oms anche l'Unicef, la Croce Rossa Internazionale , la onlus Medici Senza Frontiere, l'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale e il Centro americano per il controllo delle malattie e la prevenzione. Nella zona non sono previste, come spiega l'Oms, restrizioni ai viaggi o agli scambi commerciali.

L'Ebola è una febbre emorragica che oltre a febbri altissime, vomito, diarrea provoca emorragie interne ed esterne. Ad oggi non esiste ancora un vaccino contro l'Ebola, che provoca la morte fra il 25% e il 90% dei malati, a seconda della potenza del virus.

CRISI IN UCRAINA , LE BANCHE ALLUNGANO LE MANI , ANCHE LORO NEL GIOGO DEI DEBITI

IO CREDO CHE PUTIN ABBIA TANTE RAGIONI
L'UCRAINA CADUTA IN MANO AD UN'ULTRADESTRA MANOVRATA DA BILDERBERG E TRILATERALE , HA ACCETTATO UN PREMIER IMPOSTO DALLE BANCHE ......
PERMETTENDO AL SISTEMA BANCARIO DI IMPORRE LE SUE REGOLE DA USURAI !!!

ARRIVERANNO DEBITI MASCHERATI DA AIUTI, AFFINCHE' ANCHE QUEL POPOLO NON POSSA PIU' RIALZARE LA TESTA.
BASTA LEGGERE TRA LE RIGHE DI ARTICOLI ARTEFATTI COME QUESTO :

Accordo tra l'Ucraina e il Fmi. Centomila soldati russi ammasati vicino alla frontiera LIVEBLOG / Raggiunta l'intesa al termine di una missione dell'organizzazione di Washington che ha visitato la capitale ucraina per discutere un programma di riforme economiche. Mosca, intanto, fa i conti con le sanzioni e avverte: a rischio 100 miliardi

MILANO - Continua la partita a scacchi tra la Russia e l'Occidente. Da un lato la missione del Fondo monetario internazionale ha raggiunto un accordo con le autorità ucraine per prestiti tra i 14 e i 18 miliardi di dollari; dall'altro Mosca inizia a fare i conti con il deflusso di capitali e annuncia di essere pronta a lanciare un proprio sistema di pagamenti elettronici. Sul fronte militare, Kiev lancia l'allarme: 100 mila soldati russi sono ammassati alla frontiera.

QUESTI QUA CI HANNO ILLUSO , ED HANNO GIA COMINCIATO A VENDERE IL PROPRIO POPOLO.....
COME HANNO FATTO MONTI , LETTA ED ORA RENZI IN ITALIA , OPPURE PAPADEMOS IN GRECIA E NON MI PARE CHE STIANO RIALZANDO LA TESTA , ANZI E' SEMPRE PEGGIO !!!!
Per quanto riguarda l'Ucraina, dove il 25 maggio si svolgeranno le presidenziali, alle quali l'ex 'pasionaria' della rivoluzione arancione, Yulia Tymoshenko, ha annunciato di volersi candidare, il premier Arseniy Yatsenyuk mette in guardia dalla mancata attuazione delle riforme chieste dal Fmi: senza il Pil ucraino potrebbe crollare del 10% a fine 2014, conducendo il Paese al default. Anche per questo il Fondo ha annunciato che "la comunità internazionale nel corso dei prossimi due anni potrà mobilitare fino a 27 miliardi dollari. Di tale importo l'aiuto del fondo si riferisce a una forchetta tra i 14 e 18 miliardi di dollari".

In cambio il Fondo Monetario Internazionale chiede riforme in alcuni settori chiave fra cui il comparto finanziario, le politiche monetarie e di cambio, conti pubblici, e l'energia oltre che una maggiore trasparenza. Con l'obiettivo di "ripristinare la stabilità macroeconomica e riportare il paese sul sentiero di una solida crescita".

TUTTE LE RIFORME CHE CHIEDONO , FAVORIRANNO SOLO LE BANCHE CHE VOGLIONO GARANTIRE SOLO IL LORO INVESTIMENTO !!!!

Intanto la Russia inizia a fare il conto con le sanzioni: il deflusso di capitali, nel 2014, potrebbe raggiungere i 100 miliardi di dollari con un calo degli investimenti dell'1,3%. Una pausa secondo il governo di Mosca perché "la gente non è pronta a prendere decisioni sugli investimenti, in quanto considera i rischi inaccettabili e la situazione incomprensibile". Anche per questo Mosca ha annunciato che creerà un proprio sistema di pagamento elettronico, sul modello di Giappone e Cina. Nei giorni scorsi Visa e Masterbank avevano interrotto le operazioni per i clienti di alcune banche russe colpite dalle sanzioni americane. Il primo ministro Dmitri Medvedev ha, inoltre, ordinato alla compagnia del gas russa Gazprom d'inserire nel suo programma d'investimenti di quest'anno anche la Crimea.

QUESTO PER I POTENTI E' IL VERO PROBLEMA , CIOE' CHE LA RUSSIA NON FACCIA PARTE DI QUELLI STATI CONTROLLATI DALLE BANCHE ROTHSCHILD
LA CRIMEA NON C'ENTRA NULLA , SONO SOLO GIOCHI DI POTERE BANCARI , APRITE GLI OCCHI !!!!!

Nei giorni scorsi l'Europa si era fatta avanti verso l'Ucraina offrendo un piano d'aiuti del valore di 11 miliardi di euro, cercando così di tamponare il venire meno dei 15 miliardi di finanziamenti che la Russia aveva garantito e che sono stati congelati con l'escalation militare in Crimea e il cambio di governo. Il pacchetto di aiuti dovrebbe costituirsi con 3 miliardi che proverranno dal budget europeo, mentre 8 miliardi riguardano la Banca europea degli investimenti (3 miliardi) e quella per la ricostruzione e lo sviluppo (5 miliardi).

Esercitazioni Usa nell'Artico, russe al confine. L'eco della guerra fredda arriva a150 metri sotto la calotta di ghiaccio dell'Artico. Lì, gli Stati Uniti simulano un attacco contro un sottomarino russo, in un'esercitazione che assume una nuova valenza alla luce della crisi in Crimea. Dal canto suo la Russia ha lanciato esercitazioni dell'aeronautica militare nella regione meridionale di Krasnodar, al confine con la Crimea, per i "prossimi due giorni". Coinvolgeranno equipaggi di caccia Sukhoi-25Sm3, che compiranno "circa 20 voli e 50 simulazioni di attacchi aerei" con lanci di bombe e missili aria-superficie.

Centomila soldati russi alla frontiera. La Russia, secondo il presidente del Consiglio di sicurezza nazionale ucraino Andriy Parubiy, ha schierato circa 100 mila soldati vicino alla frontiera con l'Ucraina. In un intervento via Internet da Kiev all'Atlantic Council, ha detto: "Circa 100mila soldati stazionano alla frontiera ucraina. Sono pronti - ha aggiunto - a colpire da diverse settimane".

SPERIAMO DI NO , MA SE SARA' GUERRA LO AVRANNO DECISO I VERTICI MONDIALI DI QUESTO MALEDETTO SISTEMA ECONOMICO , ED ANCHE NOI SAREMO COSTRETTI , COME SCHIAVI , A COMBATTERE CONTRO UN POPOLO LIBERO CHE IN CRIMEA HA DEMOCRATICAMENTE SCELTO , AL DI FUORI DI OGNI DUBBIO , IL LORO FUTURO !!!!!!

giovedì 27 marzo 2014

LA FALSA ABOLIZIONE DELLE PROVINCE , GLI ENTI RESTERANNO , TUTTE BALLE !!!!

CI PISCIANO IN TESTA E CI DICONO CHE PIOVE !!!!!

IL DECRETO DEL RIO E' UNA FARSA , FANNO DI TUTTO PER FREGARCI , APRIAMO GLI OCCHI.....

"Il ddl Delrio non abolisce le province, elimina i 3000 eletti, ma gli enti restano", afferma l'onorevole Alfredo D'Attorre (PD): "In realtà potranno essere ricollocati nelle Regioni con un aggravio dei costi".

"E' una norma spot, ma non serve puntare sulla comunicazione politica, abbiamo bisogno di altro per cambiare verso", aggiunge il parlamentare della minoranza del Pd. "I titoli dei giornali non erano corretti, non si abolisce nulla, serve una modifica costituzionale", gli fa eco Stefano Fassina. L'ex ministro però è molto più morbido sul provvedimento portato avanti da Matteo Renzi, ma varato dal passato governo Letta: "E' un piccolo passo utile, era doveroso votarlo. Adesso puntiamo tutto sulla riforma del Titolo V per riformare il Paese".

mercoledì 26 marzo 2014

BUSSI IN ABRUZZO ACQUA CONTAMINATA PER 700.000 PERSONE DALLA DISCARICA ABUSIVA

ACQUA E VELENI
Discarica Bussi: «sversamenti delle sostanze tossiche per 44 anni. Danni per 8 miliardi» «Acqua contaminata distribuita a 700 mila cittadini, ospedali e scuole»

BUSSI.
Le falde acquifere permeate dai veleni della discarica di Bussi sul Tirino, una bomba ecologica, la piu' grande d'Europa, avrebbero contaminato 700 mila consumatori.

Il dato affatto nuovo è contenuto in una recente relazione da brivido quella dell'Istituto superiore della sanita' (Iss) che per la prima volta, dal sequestro del sito avvenuto nel 2007, ha messo nero su bianco, in 70 pagine, le cause dell’avvelenamento di Bussi, circa 25 ettari di terreno analizzati scientificamente. Il documento è firmato dai consulenti tecnici dell'Avvocatura dello Stato Pietro Comba,Ivano Iavarone, Mirko Baghino e Enrico Veschetti.

Le acque contaminate della discarica vengono messe in relazione con «la pericolosità per la salute umana». Acqua di cui hanno usufruito cittadini e utenze sensibili come ospedali scuole. Nel sito sono state interrate circa 250 mila tonnellate di rifiuti tossici e scarti industriali della produzione di cloro, soda, varechina, formaldeide, percolati,cloruro di vinile, tricloroetilene e cloruro di ammonio dell'ex Polo chimico Montecatini Edison. Il danno ambientale stimato e' di circa 8 miliardi e mezzo mentre per la bonifica occorreranno 600 milioni.

Si tratta della contaminazione delle acque superficiali come quelle del fiume e quelle delle falde sotterranee che poi finiscono nelle fonti utilizzate dall’acquedotto gestito dall’Aca. L’acqua inquinata, avvelenata, contaminata (ognuno si scelga il termine che preferisce) è stata distribuita per un lungo lasso di tempo e fino al 2007 quando i pozzi inquinati sono stati chiusi.

INTERRAMENTI DAL 1963

Interramenti di sostanze tossiche nella discarica abusiva di Bussi e sversamenti nel fiume Tirino avvenivano almeno gia' dal 1963.

E' quanto si legge in un passo della relazione dell'Istituto superiore della sanita'. La notizia e' venuta fuori ascoltando a sommarie informazioni ex dipendenti Montedison, tra cui l'ex capo reparto dell'impianto Clorametani. Alla forestale l'uomo aveva riferito che, fino al 1974, i sottoprodotti derivanti dal processo di reazione tra cloro e metano, venivano «inizialmente scaricati nel fiume Tirino» e successivamente interrati nella megadiscarica abusiva.

«Dai documenti agli atti - scrivono i consulenti - si evince che lo smaltimento prevedesse oltre all'interramento anche una successiva fase di copertura con materiale di riporto e conseguente preoccupazione dei diretti interessati per un 'probabile inquinamento del sottosuolo, per infiltrazione della componente liquida'. La preoccupazione sull'interramento dei Clorometani pesanti, da quanto emerge da alcuni incontri avvenuti nel 1972 tra il responsabile delle Relazioni con amministrazioni pubbliche periferiche, il direttore dello stabilimento di Bussi e personalita' dell'amministrazione pubblica pescarese, riguardavano il possibile inquinamento della falda freatica anche in considerazione della presenza dell'acquedotto di Pescara. Tale possibilita', risulta dagli atti, del tutto scongiurata visto l'insolubilita' delle sostanze e l'inquadramento dell'acquedotto Giardino (Pescara) posto ad alta quota e soprattutto distante dalla megadiscarica. Tuttavia - osservano gli esperti - e' doveroso sottolineare che i Clorometani pesanti pur pur non presentando un'elevata solubilita' sono comunque solubili a tal punto da determinare una situazione di pesante contaminazione delle acque sotterranee, di cui sono i contaminanti piu' comuni ma anche i piu' difficili da rimuovere come sottolineato anche dalla documentazione visionata. Il 1972 - sostengono i consulenti dell'Istituto superiore di Sanita' - e' l'ultimo anno di cui ci sono riferimenti diretti o indiretti riguardo sia all'interramento dei Clorometani pesanti che alla megadiscarica abusiva. Bisognera' attendere il 2007 per riportare alla luce la megadiscarica attraverso gli accertamenti del Corpo forestale dello Stato».

«ACQUA CONTAMINATA PER 700MILA»

«L'acqua contaminata è stata distribuita in un vasto territorio e a circa 700 mila persone senza controllo e persino a ospedali e scuole», si legge nella relazione.

«La qualità dell'acqua è stata indiscutibilmente significativamente e persistentemente compromessa», prosegue la Relazione dell'ISS depositata agli atti del processo di Chieti dove sono sotto processo i vertici di Montedison e Solvay con oltre 20 indagati dopo l'inchiesta del Corpo Forestale. Il guasto «per effetto dello svolgersi di attività industriali di straordinario impatto ambientale in aree ad alto rischio per la falda acquifera e per le azioni incontrollate di sversamento», spiega il documento.

«PERICOLO PER LA GENTE»

«La mancanza di qualsiasi informazione», si legge nella relazione di 70 pagine della mega discarica di veleni industriali di Bussi e sulla contaminazione delle falde acquifere della Val Pescara, «relativa alla contaminazione delle acque con una molteplicità di sostanze pericolose e tossiche, solo una parte delle quali potrà essere tardivamente e discontinuamente oggetto di rilevazione nelle acque, ha pregiudicato la possibilità di effettuare nel tempo trattamenti adeguati alla rimozione delle stesse sostanze dalle acque».

Così «del significativo rischio in essere non è stata data comunicazione ai consumatori che pertanto non sono stati in condizioni di conoscere la situazione ed effettuare scelte consapevoli», si legge tra le conclusioni. Ci sono quindi «incontrovertibili elementi oggettivi coerenti e convergenti nel configurare un pericolo significativo e continuato per la salute della popolazione esposta agli inquinanti attraverso il consumo e l'utilizzo delle acque"» chiude l'Istituto Superiore della Sanità.

WWF: «PRIORIATA’ ALLA BONIFICA»

«Ora le priorità sono la bonifica, i processi e l'indagine epidemiologica. Irrisolta la questione della trasparenza e della partecipazione dei cittadini», commenta il Wwf che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa. I Pozzi S.Angelo inquinati, che rifornivano l'intera Valpescara a valle di Bussi, sono stati definitivamente chiusi nel 2007 a seguito di analisi private (poi si scoprì che almeno dal 2004 gli enti pubblici avevano contezza della contaminazione con le analisi dell'ARTA), denunce, innumerevoli esposti e di un vero e proprio lavoro di inchiesta del Wwf e del Forum Acqua tra maggio e agosto 2007, su cui si basò l'interrogazione parlamentare del deputato Maurizio Acerbo.

Tanto che già allora l'Istituto Superiore di Sanità scrisse alle associazioni che l'acqua dei Pozzi S. Angelo non era idonea al consumo umano. A seguito di tali azioni furono scavati pozzi a monte dell'area inquinata, i pozzi S. Rocco, che oggi riforniscono la Valpescara

IL PROCESSO

Per il mega inquinamento sono sotto inchiesta 19 persone, quasi tutti ex amministratori della Montedison, accusati di avvelenamento delle acque. Il processo si sta svolgendo in Corte d'Assise a Chieti e la prossima udienza si terra' il 28 marzo. La relazione, datata gennaio 2014, e' stata depositata proprio nel corso del processo dall'avvocatura dello Stato che difende il ministero dell'Ambiente, parte civile nel processo.

CODACONS: «STUDIAMO AZIONI RISARCITORIE»

«La popolazione locale ha diritto ora ad essere risarcita», dice l’associazione, «non solo per la mancata informazione loro resa, ma anche e soprattutto per i gravissimi pericolosi corsi, considerata la tossicità delle sostanze contenute nell’acqua. Per tale motivo il Codacons sta studiano le azioni da intraprendere in favore dei 700mila cittadini coinvolti dallo scandalo, allo scopo di far ottenere loro un risarcimento fino a 10mila euro a famiglia».

INCONTRO TRA I COMITATI AMBIENTE ED I SINDACI DI BAGNI E BORGO

BAGNI DI LUCCA
MARTEDI 25 MARZO 2014 ore 21:00

Si e' svolto a Bagni di lucca , presso una gremita sala consiliare
Un interessante incontro tra i comitati ambientali e la giunta comunale di bagni di lucca rappresentata in prima persona dal sindaco Massimo Betti
Con l'importante partecipazione del sindaco di borgo a mozzano Francesco poggi.

Il sindaco Betti ha relazionato su tutto il notevole impegno profuso dall'amministrazione comunale attuale contro la realizzazione dell'impianto a biomasse di fornoli , l'impegno anche dal punto di vista legale e' a 360° , pronti a lottare su tutti i fronti.
Ed a parer mio il lavoro svolto e' ottimo.

Bisogna considerare anche che il comune di bagni di lucca e' vincolato dai permessi concessi dalla precedente amministrazione
E quindi procedere legalmente contro l'impianto non e' semplice.

Donatella Zanotti ed altri esponenti del comitato hanno fatto le loro osservazioni e precisazioni
Facendo presente che dall'epoca della vecchia amministrazione sono emersi fatti e studi nuovi, che quindi potrebbero essere impugnati per ridiscutere gli accordi.
Si e' parlato anche di approntare dei nuovi piani zonali, che visti i nuovi studi sono ritenuti da alcuni esperti fattibili.
Il sindaco ha ringraziato tutto il comitato per il lavoro svolto e che da subito sono pronti a valutare tutti i consigli apportati.
La Zanotti, pres. del comitato ambiente e salute , ha portato a conoscienza di tutti che sono arrivate le prime lettere di esproprio, e tanti proprietari sono disposti ad impugnarli, anche se hanno bisogno di un aiuto economico per sostenere le spese legali, chiedendo un piccolo obolo a tutto il comitato.

Il sindaco Poggi , premettendo che ha sempre lottato per l'ambiente , come tutta la sua amministrazione, ha detto che il comune si fara' carico di contribuire  alle spese legali.
Ha anche giustamente polemizzato sul fatto che uno dei candidati a sindaco a borgo a mozzano e' il segretario provinciale del PD.....
PD che in regione e provincia e' per la realizzazione di tali impianti, e che quindi la posizione di Andreuccetti non e' chiara e definita.
Poggi chiede una chiara presa di posizione di Andreuccetti, e che in quanto segretario di partito si imponga per cambiare la linea del suo partito facendo approntare chiari e decisi provvedimenti in seno al consiglio provinciale.
Aggiungo io che se non dimostra di poter imporre la sua linea conferma la mia idea che sia solo una marionetta senza poteri decisionali, cioe' solo una bella copertina, una bella faccia.....
Il sindaco Poggi ha confermato che come sempre, e come e' stato per l'inceneritore di diecimo, fara' tutto il possibile per la lotta contro il mega inceneritore di fornoli, tutto quello che e' nelle possibilita' della sua giunta, cosi come e' pronta a fare Elena Ghiloni.

Io ho parlato della possibilita' di creare una manifestazione pubblica, patrocinata da entrambe le amministrazioni comunali, affinche' la popolazione possa dimostrare il proprio sostegno alla lotta portata avanti dai due sindaci.

I due sindaci si sono resi disponibili anche a partecipare ad un pubblico incontro per informare la popolazione
Circa gli sviluppi e l'impegno futuro per proseguire nella lotta.

E' stato fatto notare che tale impianto impieghera' solo una quindicina di persone e alcune dovranno venire da fuori in quanto altamente specializzati.
Queste promesse di lavoro sono solo effimere promesse atte a giustificare le enormi speculazioni legate alla realizzazione dell'impianto grazie ad investimenti di fondi pubblici, perche' sotto a questa operazione c'e' solo un enorme gioco speculativo......
TANTO PAGA SEMPRE E COMUNQUE IL CITTADINO, ED IN QUESTO CASO PAGANDO ANCHE CON LA SALUTE SUA E DEI SUOI FIGLI !!!!!

SAPPIANO , I POLITICI E CHI VUOLE SPECULARE SULLA SALUTE DEL CITTADINO , CHE AVRANNO SEMPRE E COMUNQUE I NOSTRI BASTONI TRA LE RUOTE , E CHE TALE IMPIANTO SARA' SEMPRE E COMUNQUE COMBATTUTTO !!!!!

martedì 25 marzo 2014

STUDIO EMISSIONI pm 10 / 2,5 DERIVANTI DA BIOMASSE

Da uno studio di FEDERICO VALERIO

Centrali a biomasse: tutte illegali

In Italia, sono ormai un centinaio le centrali elettriche alimentate direttamente o indirettamente, con biomasse, ovvero prodotti vegetali (cippato di legno, scarti alimentari, oli di mais, sansa di olive...) e scarti animali (pollina, scarti di macellazione, deiezioni da allevamenti suini e bovini). Inoltre, quindici sono gli inceneritori che oggi in Italia producono elettricità bruciando materiali di origine organica (scarti alimentari, materiali cellulosici, sfalci, potature...).

In Italia, nel 2009, complessivamente, risultava installata una potenza elettrica, alimentata a biomasse, pari a 1.728 mega watt.

Tutte queste centrali esistono, in quanto, inceneritori compresi, permettono affari sicuri, grazie agli incentivi quindicennali generosamente regalati loro, con i Certificati Verdi, certificati pagati da tutti gli Italiani, con l'apposita tassa fissata sulla bolletta della luce.

Ebbene, tutte queste centrali sono illegali!

L'illegalità e' dovuta al fatto che tutti questi impianti, una volta entrati in funzione, hanno peggiorato la qualità dell'aria dei territori che li ospitano con l'immissione in atmosfera di importanti quantità di ossidi d'azoto, polveri sottili e ultra sottili, idrocarburi policiclici aromatici, diossine...

La legge violata e' il Decreto Legislativo 155/2012 che, tra le sue finalità, prevede di "mantenere la qualità dell'aria ambiente, laddove buona e migliorarla negli altri casi".

E' una finalità chiara, sensata e, sostanzialmente, rispettata fino a qualche anno fa.

Tutte le statistiche dimostrano che, da alcuni decenni, a parita' di produttività, le emissioni inquinanti inviate nell'atmosfera del nostro Paese, sono drasticamente diminuite.

Questo risultato e' stato ottenuto migliorando i combustibili ( gasolio a basso tenore di zolfo, benzina senza piombo), sostituendo olio combustibile e carbone con gas naturale, con più efficaci trattamento fumi ( filtri a manica, marmitte catalittiche).

Questa tendenza, che ha comportato un progressivo miglioramento della qualità dell'aria del nostro Paese, si è interrotta con il proliferare di grandi e piccole centrali alimentate con biomasse, compresi i "termovalorizzatori" di rifiuti urbani, in tutti i casi combustibili poveri e altamente inquinanti.

Ad esempio, a parità di energia prodotta (elettricità+calore), una centrale alimentata a biomasse legnose emette 42 volte più polveri sottili (PM10) di una centrale di pari potenza, alimentata con gas naturale.

Non sono meno impattanti le centrali alimentate con gas di sintesi prodotto dalla gassificazione del legno, in teoria migliori della combustione diretta delle stesse biomasse gassificate.

Un impianto di gassificazionedi cippato di legno da un Megawatt di potenza elettrica, nel pieno rispetto dei limiti alla concentrazione di inquinanti presenti nei suoi fumi, emette annualmente circa 6 tonnellate di ossidi di azoto, circa 6 tonnellate di ossido di carbonio, 4 tonnellate di anidride solforosa e 300 chili di polveri sottili PM 10.

In assenza di impianti di teleriscaldamento e senza il contemporaneo spegnimento di impianti termici poco efficienti, alimentati con combustibili con fattori di emissioni superiore a quello delle biomasse utilizzate, e' inevitabile che tutti questi inquinanti provochino un sicuro peggioramento della qualità dell'aria e un proporzionale aumento di rischio sanitario per la popolazione esposta.

Questo significa che il rispetto delle concentrazioni di inquinanti nei fumi, ammessi dalla Legge e' una condizione necessaria, ma non sufficiente, al rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione e l'entrata in servizio di questi impianti.

L'autorizzazione ha valore solo se il progetto dimostra anche che l'entrata in funzione dell'impianto "mantiene la qualità dell'aria ambiente, laddove buona e la migliora negli altri casi".

Questa duplice norma cautelativa (rispetto dei limiti alle emissioni e rispetto di una delle finalità del Decr. 155/2012) e' stata fatta propria con la Delibera 362 dalla Regione Emilia Romagna del 26 luglio 2011 che afferma:

Ai fini della localizzazione di impianti per la produzione di energia a biomasse aventi potenza termica nominale superiore a 250 kWt si applicano i seguenti criteri generali: x Su tutto il territorio regionale gli impianti devono utilizzare le migliori tecniche disponibili; x Nelle aree di superamento e nelle aree a rischio di superamento, è possibile localizzare impianti a biomasse solo a condizione che si sostituiscano sorgenti emissive esistenti e che sia assicurato un saldo complessivo pari almeno a zero delle emissioni in atmosfera di PM10 e NO2; x Nelle altre zone si deve utilizzare un criterio cautelativo per mantenere la qualità dell’aria ambiente.

"Il computo emissivo deve essere effettuato per i parametri PM10 e NOx (ossidi di azoto espressi come NO2) e per entrambi gli inquinanti nelle aree di superamento e nelle aree a rischio di superamento il saldo emissivo complessivo deve essere: Saldo emissivo = Emissioni nuovo impianto - Emissioni spente o ridotte �� 0 Nella valutazione del saldo emissivo complessivo vanno dunque computate le sorgenti emissive esistenti che saranno “spente” o ridotte con l’entrata in funzione dell’impianto. Si configurano in particolare due casistiche possibili:

- sostituzione di emissioni provenienti da impianti esistenti; - installazione di nuovi impianti con contestuale riduzione delle emissioni complessive sul territorio tramite la realizzazione di opportune misure integrate localizzate in via prioritaria nella medesima area comunale o, in dipendenza dalla localizzazione dell’impianto, nelle aree contigue ricadenti in altri Comuni, da definire con le autorità competenti anche attraverso eventuali Accordi. " E' interessante notare che la Regione Emilia Romagna, prevede che il computo emissivo sia fatto anche valutando le emissioni del traffico indotto per il trasporto delle biomassea alla centrale . Sarebbe opportuno che, al più presto, una simile norma (chiarendo meglio quali possano essere i criteri cautelativi da adottare nelle zone dove la qualità dell'aria e' già buona) sia introdotta in tutte le legislazioni regionali, in quanto ora, solo i cittadini dell'Emilia Romagna hanno a loro disposizione una norma che li tutela. Comunque, evidenziamo che, dati alla mano, in tutte le aree servite da gas naturale, il più pulito combustibile di cui possiamo disporre, sarà impossibile che l'uso energetico di biomasse al posto del gas naturale, possa lasciare inalterata, e tantomeno migliorare, la qualità dell'aria del territorio interessato alle ricadute dei fumi prodotti dal nuovo impianto.

Pertanto, ipotizzo che gran parte delle attuali autorizzazioni rilasciate ad impianti alimentati a biomasse, compresi gli inceneritori per rifiuti urbani, siano illegittime.

La parola definitiva a qualche buon avvocato che non si crei problemi a schierarsi a favore della salute del Popolo Italiano.

Se nel frattempo qualche ministro dell' Ambiente, dello Sviluppo Economico e delle Finanze provvedesse ad abolire gli incentivi a tutte le centrali a biomasse, gliene saremo grati in eterno.

Nel suo ultimo rapporto l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) conferma che le polveri sottili (PM10- PM2,5) sono pericolose per la salute umana a tutte le concentrazioni.

In particolare, studi effettuati in Europa (Italia compresa), hanno verificato che il rischio di morire per cause acute (ictus, infarto) sussiste anche quando la popolazione è esposta a concentrazioni di PM2,5 inferiori a 10 microgrammi/metro cubo (ug/m3).

Questo significa che, anche raggiungendo il limite di 10 ug/m3 previsto nel 2020, ci sarà qualcuno che morirà a causa dell'inquinamento dell'aria, anche se più basso dei valori medi che oggi si registrano nelle città italiane (Torino 35, Milano 33, La Spezia 16, Roma 20,5 ug/m3).

E la figura d'apertura mostra, con evidenza, come la Pianura Padana ( in viola) sia una delle aree europee a maggior inquinamento da polveri sottili.

Un fatto molto grave, con pesanti costi sanitari che oggi si possono quantificare con precisione; ma tutto questo sembra non interessare nessuno dei nostri amministratori pubblici.

In base alle stime ISPRA, nel 2010 il macro settore che ha maggiormente contribuito alla produzione di PM10 nel nostro Paese è quello delle combustioni non industriali, il riscaldamento domestico, lo stesso macrosettore segnalato per l'elevato inquinamento da IPA.

Anche in questo caso il contributo delle combustioni non industriali all'inquinamento della nostra aria è aumentato nel tempo: nel 1990 le combustioni non industriali hanno prodotto 28.600 tonnellate di PM10, nel 2010 le tonnellate sono state 90.800 tonnellate.

In questo stesso anno, la seconda fonte di inquinamento è stato il trasporto stradale, ma con "solo" 34.000 tonnellate.

E' interessante notare che nel 1990 la principale fonte di PM10 erano i trasporti stradali (54.700 tonnellate) seguita dalle combustioni industriali per la produzione di energia (44.800 tonnellate) e dalle combustioni industriali (35.600 tonnellate).

Per quale motivo le combustioni non industriali sono diventate la principale fonte di emissione di PM10?

STUDI NEI PAESI SCANDINAVI:

Si evidenzia come in Danimarca, la quantità prodotta di PM2,5 sia nettamente aumentata, passando da circa 5.000 tonnellate nel 1990 a circa 18.000 tonnellate nel 2010.

Nello stesso intervallo di tempo si segnalano aumenti delle emissioni di PM2,5 anche in Svezia e Finlandia, anche se con incrementi inferiori a quelli registrati in Danimarca.

E' fuori di dubbio che l'aumento delle emissioni di PM2,5 danesi sia dovuto all'aumento dell'utilizzo della legna per il riscaldamento domestico.

Attualmente, circa il circa il 20% dei consumi danesi per il riscaldamento domestico è coperto dalla legna.

Ancora una volta, i confronti tra i fattori di emissione ci permetteranno di verificare come la legna non sia cosi "pulita" come si dice, anche per quanto riguarda le emissioni di polveri sottili.

I migliori impianti per il riscaldamento domestico alimentati a legna (stufe e caldaie a pellet), per ogni Giga Joule (GJ) di energia prodotta emettono 29 grammi di PM10. Lo stesso fattore di emissione viene stimato per le PM2,5.

I fattori di emissione di PM10 e PM2,5 di una caldaia alimentata a metano sono pari a 2,2 grammi/GJ.

E una calderina mono famigliare (potenza termica < 50 kWt) alimentata a metano ha fattori di emissione delle polveri sottili ancora più bassi: 0,2 grammi/GJ per ciascuna categoria di polveri.

Ancora una volta i dati confermano che è vero che il metano ci da una mano per avere aria più pulita.

In Italia, di pari passo con lo sviluppo industriale e l'abbandono delle tradizionali attività agricole, forestali e artigianali, si sono ridotte le aree del Paese in cui la qualità dell' aria potrebbe definirsi buona, in base ai criteri stabiliti dalle Leggi nazionali.

Il Decreto legislativo 155 del 2010, individua i composti tossici pericolosi per la salute, la cui presenza nell'aria deve essere regolarmente controllata per verificare che le loro concentrazioni medie siano inferiori a specifici valori,definiti come obbiettivi di qualità dell'aria.

Ad esempio l'obiettivo di qualità per le polveri sottili, in particolare per quelle il cui diametro è inferiore a 10 micron (10 millesimi di millimetro) e definite PM10 è stato stabilito pari a 40 microgrammi (milionesimo di grammo) per metro cubo d'aria, come media annuale.

Questo significa che, se 365 misure giornaliere di PM10, realizzate regolarmente nell'arco di un anno, fanno registrare un valore medio superiore a 40 ug/m3 (ad esempio 41 ug/m3), il territorio controllato dalla centralina e' fuori legge, in quanto la qualità della sua aria è peggiore a quella che la Legge, oggi giudica accettabile per la salute di chi quell'aria respira.

In questo caso, il Decreto impone alle Regioni interessate l'attivazione d'interventi finalizzati a migliorare la qualità dell'aria e a portarla a valori, almeno pari all'obiettivo di qualità, in questo esempio 40 ug/m3.

Per raggiungere quest’obiettivo e' necessario individuare la fonte che produce la maggiore quantità di polveri sottili e adottare tutte gli accorgimenti utili per ridurre le sue emissioni in atmosfera.

I monitoraggi effettuati dopo gli interventi di risanamento faranno fede sull’efficacia degli interventi adottati: anno dopo anno la concentrazione media di PM10 deve essere inferiore a 40 ug/m3 e più bassi saranno i valori riscontrati, meglio sarà.

Quest’ obiettivo si può raggiungere adottando trattamenti fumi più efficienti (filtri a maniche, marmitte catalitiche), utilizzando combustibili più "puliti (metano al posto del carbone e del gasolio), aumentando l'efficienza energetica degli impianti e delle abitazioni.

Oggi, in Italia, la rete di monitoraggio segnala che gran parte delle aree industriali e delle aree urbane del nostro Paese non rispettano gli obiettivo di qualità per il PM10. In particolare e' "fuorilegge" gran parte della Pianura Padana, dove si concentrano le centraline che nel 2011 hanno registrato almeno 35 giorni con concentrazioni di PM10 superiori a 50 microgrammi per metro cubo (ug/m3).

Questo dato negativo è stato registrato presso 212 centraline di monitoraggio, il 48% di tutte le centraline di monitoraggio operative in Italia nel 2011.

QUALITÀ DELL'ARIA IN ZONE RURALI E MONTANE

Le aree rurali del nostro Paese sono state individuate come zone di controllo dell'inquinamento atmosferico prodotto dai cosiddetti inquinanti primari, quelli direttamente prodotti dalle attività umane: traffico, riscaldamento domestico, attività produttive.

La Tabella 1 mostra che queste aree, e i loro abitanti, nel 2011 hanno goduto di un’ottima qualità dell’aria con valori medi annuali delle PM10 nettamente inferiori agli attuali limiti di legge.

Anche il numero di giorni con elevato inquinamento (PM10 superiore a 50 microgrammi/m3) è molto basso.

Nei casi riportati nella Tabella1 solo il sito di Donnas, in Val d’Aosta fa registrare un lieve superamento del limite massimo di 35 giorni all’anno.

Quest’invidiabile caratteristica, che si accompagna ad altre rare qualità di queste zone del nostro Paese (scarso traffico veicolare, bassa densità abitativa, bassi livelli di rumore, bel paesaggio, clima mite, buona cucina, ottima accoglienza, produzioni agro-alimentari di qualità) ricercate da turisti e villeggianti, da qualche tempo è sotto attacco a causa del proliferare di progetti e costruzioni di centrali termoelettriche alimentate a biomasse legnose.

Questa novità interessa in particolare le zone collinari e montane del nostro paese, dove la “pulizia” di grandi boschi è diventata la scusa per realizzare facili guadagni usando la legna per produrre energia elettrica, pratica che gode d’interessanti incentivi pubblici, garantiti dal Gestore dell’Energia per almeno 15 anni.

Poiché non tutti lo sanno, è utile ricordare che questi soldi vengono da una tassa sulla bolletta della luce (denominata A3), introdotta nel 1999 per incentivare le fonti di energia rinnovabile e che, mediamente, pesa nel bilancio famigliare con 83 euro all’anno, usati per alimentare il mercato dei “Certificati Verdi”.

Grazie ai Certificati Verdi chi produce elettricità da fonti rinnovabili, riceve dal Gestore della Rete un compenso, per ogni chilowattore immesso in rete, circa tre volte maggiore di quello pagato all’elettricità da fonte fossile (carbone, metano).

Quanto pesa una centrale a biomasse sul territorio che le ospita La normativa a tutela dell’ambiente e della salute richiede alle Regioni di redigere piani di risanamento dell’aria.

Tra gli strumenti tecnici utili per redigere il piano di risanamento è prevista la stima delle emissioni d’inquinanti prodotti annualmente dalle principali fonti civili ed industriali presenti sul territorio di ciascun comune.

In questo modo si valuta la pressione ambientale che queste attività esercitano sul territorio e si possono facilmente individuare le priorità d’intervento.

Questa stima si realizza tramite un censimento di tutte le fonti emissive e il successivo calcolo dell’inquinamento prodotto annualmente da ciascuna fonte a cui si applicano specifici fattori di emissione, elaborati a livello europeo

In questo capitolo prenderemo due centrali a biomassa, che denomineremo Centrale A e Centrale B, recentemente proposte nel centro Italia.

I Comuni che dovrebbero ospitarle si trovano in aree collinari, con importanti superfici boscate, in un contesto a prevalente attività agricola e turistica.

La popolazione dei Comuni che dovrebbero ospitare le due centrali è, rispettivamente di 7.500 e 1.500 abitanti.

In entrambi i Comuni, gli standard di qualità dell’aria degl’inquinanti primari sono ampiamente e costantemente rispettati.

Le due centrali, hanno una potenza elettrica installata, inferiore a 1 Mega watt (1000 Kilo watt) e utilizzano biomasse legnose (centrale A 18.000 ton/anno; centrale B: 11.400 ton/anno).

Per produrre elettricità le centrali utilizzano due diverse tecnologie: forno a griglia nella Centrale A; piro-gassificazione della biomassa e uso del gas prodotto (syngas: miscela di ossido di carbonio e metano) per alimentare motori a combustione interna abbinati ad alternatori, nella Centrale B.

Entrambe le centrali prevedono moderne linee di trattamento fumi: catalizzatori per ridurre gli ossidi di azoto e filtri a maniche per le polveri sottili

Le due centrali producono prevalentemente elettricità che è immessa nella rete elettrica e, in entrambi i progetti, non si prevedono significativi recuperi di calore per il tele-riscaldamento degli edifici e abitazioni.

Per entrambi le centrali sono state calcolate le quantità d’inquinanti che immetteranno nell’ambiente durante il loro funzionamento che è previsto continuo per 24 ore su 24, con le sole interruzioni programmate per la manutenzione degli impianti, stimati pari a una trentina di giorni all’anno.

Il calcolo delle emissioni annuali è stato fatto in base alle concentrazioni medie degli inquinanti presenti nei fumi, valori dichiarati dai proponenti, e alla portata dei camini. In tutti i due casi le concentrazioni di inquinanti, in uscita dai camini, sono ampiamente inferiori ai limiti di legge.

CON LE CENTRALI A BIOMASSE COME CAMBIA LA QUALITÀ DELL’ARIA?

Ovviamente l’immissione in atmosfera di diverse tonnellate di’inquinanti peggiorerà la qualità dell’aria dei territori sottovento agli impianti.

Gli stessi proponenti confermano che le concentrazioni medie al suolo aumenteranno, ma poiché la somma dell’attuale inquinamento e di quello nuovo prodotto dalle centrali comporterà valori inferiori ai limiti di Legge, questo peggioramento è considerato accettabile.

Le Aziende Locali Sanitarie (ASL), a cui è delegato il parere sanitario sugli impianti, hanno fatto proprie queste affermazioni e di fatto autorizzato l’inquinamento.

Stupisce che l’autorizzazione delle ASL all’entrata in funzione delle centrali a biomasse non abbia tenuto conto delle recentissime raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che, alla luce di studi epidemiologici condotti in Europa, ha riconosciuto che rischi sanitari gravi sono stati riscontrati anche a concentrazioni di PM2,5 inferiori a 10 ug/m3, ossia inferiori ai limiti che la nostra Legislazione prevede di introdurre nel 2020.

Riteniamo anche discutibile che le ASL non abbiano tenuto conto della possibile presenza di aree sensibili, nelle immediate vicinanze delle centrali, quali scuole e impianti sportivi.

In questi casi, quanto meno, riteniamo che sarebbe stato doveroso, da parte delle ASL, invocare il Principio di Precauzione a tutela della salute della popolazione più giovane.

Le stesse ASL, conseguentemente, avrebbe dovuto esprimere un proprio giudizio negativo rispetto al fatto che l’attività delle centrali non preveda efficaci interventi di teleriscaldamento.

L’utilizzo del calore a bassa temperatura (pari a circa l’80% del potere calorifico del cippato utilizzato), con un adeguato dimensionamento dell’impianto, durante il periodo invernale, avrebbe potuto permettere lo spegnimento di numerosi impianti termici utilizzati nei due Comuni, in particolare quelli alimentati a legna.

Certamente impianti domestici alimentati a legna di vecchia generazione (camini aperti, stufe), a parità di calore prodotto, emettono in atmosfera una maggiore quantità d’inquinanti rispetto a quelli emessi dalle centrali a biomasse.

Una progettazione delle centrali che fosse partita dall’analisi dei bisogni energetici del territorio ospitante gli impianti, con una cogenerazione a misura delle esigenze locali, avrebbe potuto ottemperare agli obiettivi del D.lgs 155/2010, addirittura migliorando ulteriormente la qualità dell’aria del Comune ospitante, qualora le emissioni spente avessero un carico inquinante superiore a quello della centrale.

Verdetto storico dello IARC (Oms): "Inquinamento e polveri sottili certificati come fattori cancerogeni"

Non solo l'inquinamento in generale ma anche le polveri sottili sono state dichiarate cancerogene per gli esseri umani, perché causano un aumento del rischio di tumore ai polmoni. “Ora non si può più indugiare, bisogna agire per ridurre una delle principali cause di morte”, fanno sapere dall'IARC, agenzia dell'Oms.

18 OTT - Ormai è ufficiale, quello che molti pensavano già da tempo: l'inquinamento atmosferico è cancerogeno per gli esseri umani. A definirlo così e catalogarlo nel “gruppo 1”, quello che contiene le sostanze più pericolose, è stata l'agenzia dell'Oms specializzata per il cancro, ovvero l'IARC (International Agency for Research on Cancer), a seguito di un'attenta revisione di tutta la letteratura scientifica sull'argomento. Allo stesso modo, insieme all'inquinamento in generale, anche il particolato atmosferico, ovvero le cosiddette polveri sottili – che sono una delle componenti che causano “cattiva aria” – è stato separatamente revisionato e dichiarato cancerogeno.

Il motivo è semplice: dagli studi analizzati emerge in maniera chiara che sia l'inquinamento atmosferico che le piccole particelle che lo compongono aumentano il rischio di cancro ai polmoni, e in qualche caso anche alla vescica. E che, sebbene la composizione dell'aria inquinata cambi molto da luogo a luogo, questo problema è presente in qualche misura in tutte le regioni del mondo. In altre parole, si tratta della sostanza cancerogena più diffusa al mondo. “L'aria che respiriamo si è riempita di diversi tipi di agenti che favoriscono l'insorgenza di tumori”, ha spiegato Kurt Straif, a capo della sezione dell'IARC dedicata alle monografie, che ha pubblicato l'ultima revisione della letteratura. “Oggi sappiamo che questo non solo un rischio generico per la salute, per quanto grande, ma è una delle principali cause ambientali della morte per cancro”. Le sorgenti principali sono infatti trasporti, centrali elettriche, emissioni industriali e agricole e anche riscaldamenti e cucine. Tuttavia, precisano gli esperti, alcuni agenti inquinanti hanno anche fonti naturali. “Classificare l'inquinamento come carncerogeno per gli esseri umani è un passo molto importante”, ha sotttolineato Christopher Wild, direttore IARC. “Ci sono metodi per ridurlo e, data la scala dell'esposizione, che colpisce tutto il mondo, la decisione dell'Oms dovrebbe dare un chiaro segnale alla comunità internazionale affinché agisca senza ulteriori indugi”.

Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, 223.000 morti in tutto il mondo, a cui vanno aggiunti circa 3 milioni di morti per tutte le altre malattie correlate al solo PM2.5, metà dei quali sono da attribuire ai pesanti inquinamenti da carbone, traffico e biomasse.

Il particolato atmosferico causa il cancro del polmone

http://www.registri-tumori.it/cms/it/node/2909

I dati forniti da decine di lavori nel corso degli anni lo avevano anticipato, ora la IARC lo certifica: l’inquinamento causa il cancro del polmone.

Dopo settimane di lavoro di vaglio della copiosa letteratura prodotta in tema di inquinamento ambientale, gli esperti IARC convenuti a Lione in ottobre da decine di Paesi sono giunti a una (anzi, due) conclusioni. La prima: “Esistono prove sufficienti (sufficient evidence) che l’inquinamento atmosferico sia cancerogeno per gli esseri umani. L’inquinamento atmosferico causa il cancro del polmone”. E non si sono fermati qui. Siccome avevano a disposizione dati in numero sufficiente e di buona qualità per valutare una delle decine di componenti della miscela che costituisce l’inquinamento atmosferico, il particolato (PM 2,5 e PM10), hanno aggiunto: “Esistono prove sufficienti (sufficient evidence) che il particolato atmosferico sia cancerogeno per gli esseri umani. Il particolato atmosferico causa il cancro del polmone”.

Ambedue, inquinamento e PM, sono inseriti da ora in avanti nel Gruppo 1 della classificazione IARC.

Tutto questo lavoro sarà pubblicato nel volume 109 delle Monografie IARC che viene presentato oggi, 24 ottobre 2013, sulle pagine di Lancet Oncology.

DALLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO UNO STUDIO DELL'UNIVERSITA' LOCALE:

Il Piano Provinciale di Tutela della Qualità dell'aria, approvato nel 2007 dalla Provincia Autonoma di Trento e redatto in collaborazione con l' Università di Trento, affronta in modo organico il problema delle fonti inquinanti presenti sul territorio e suggerisce diverse azioni finalizzate a garantire, su tutta la provincia, il rispetto dei limiti di legge per la qualità dell'aria.

Limiti che, nel 2005, risultavano poco rispettati su gran parte del territorio di propria competenza. Ad esempio, nel 2005, tutte le sette centraline attive, in gran parte in aree definite "background urbano", segnalavano netti superamenti dei limiti di legge per le PM10,

Di seguito riportiamo, in corsivo, alcuni stralci del Piano. Nel settore dell'energia, il Piano prevede: - promozione della conversione a metano di impianti civili ed industriali - completare la rete di metanizzazione sul territorio provinciale -promuovere la realizzazione di impianti e reti di teleriscaldamento (fonti rinnovabile e metano) - promuovere la gestione e/o l'adeguamento degli impianti termici per il miglioramento della qualità ambientale, il contenimento dei consumi energetici e lo sviluppo di fonti rinnovabili.

Vediamo, in dettaglio, alcune delle azioni previste: - Promozione della conversione a metano di impianti termici civili ed industriali e il completamento della rete di distribuzione del metano per il riscaldamento (l'Università di Trento conferma che il metano è il combustibile meno impattante, in particolare per le polveri sottili (PM10) ndr)

Il metano è favorito in quanto può essere impiegato con caldaie ad alta efficenza termica e questo comporta risparmi di gas e ovviamente di inquinamento.

Le caldaie a metano ad alta efficenza sono da preferire in quanto inquinano molto meno degli impianti a combustibili liquidi e solidi. La nuova rete del gas si dovrà realizzare nelle zone dove l'inquinamento è maggiore e sostituirà il gasolio.

Poichè gran parte dei centri urbani sono metanizzati, il contributo alla riduzione dell'inquinamento globale della Provincia di questo intervento si "limiterà" a 8 tonnellate/anno di PM10.

- Incentivazione alla sostituzione di impianti a legna domestici più inquinanti con tecnologie ad alta efficenza La sostituzione degli impianti a legna tradizionali con altri alimentati a metano comporterebbe una drastica riduzione delle emissioni di particolato, ma la non completa copertura del territorio con la rete di distribuzione del metano e la notevole disponibilità di combustibile legnoso inducono a pensare che sia opportuno uno sfruttamento sostenibile di questa risorsa. La sostituzione di tutti gli impianti a legna più inquinanti con impianti moderni, alimentati a legna comporterebbe la riduzione di 1.145-1. 264 tonnellate/anno di PM10

- favorire la diffusione di impianti di teleriscaldamento a biomassa nelle località non raggiunte dalla rete del gas metano La realizzazione di impianti di teleriscaldamento alimentato con cippato, principalmente derivante da scarti di attività industriali (segherie, falegnamerie...) o agricole (residui di potature, ramaglie..) porta ad una riduzione delle emissioni se ubicati in zone non servite dal metano ed installati in sostituzione di apparecchi privati obsoleti. Se ne dovranno valutare gli effettivi vantaggi in zone gia servite dalla rete del gas, in particolare per le emissioni di PM10 e SO2. La realizzazione di reti di teleriscaldamento alimentate a biomasse potrebbero comportare la riduzione di 30 tonnellate/anno di PM10

COMMENTO Dal 1995 al 2004, nella provincia di Trento (Figura 1) la principale fonte di PM10 sono stati gli impianti di combustione non industriali (riscaldamento domestico) che nel 2004 hanno prodotto 1.473 tonnellate di polveri sottili (il 55% delle emissioni totali di polveri). Nonostante che metano e gasolio siano le principali fonti energetiche utilizzate per il riscaldamento domestico, la maggior parte di queste polveri (stima: 1.145 - 1.264 tonnellate) sono prodotte dagli impianti di riscaldamento alimentate a legna di tipo tradizionale. All'uso della legna per il riscaldamento sono da attribuire anche gran parte dei 464 chili di benzopirene, stimati essere emessi nel territorio trentino durante il 2004, su un totale di 489 chili di benzopirene emessi da tutte le fonti (4,15 kg di benzopirene sono attribuiti al traffico). Pertanto, anche per la provincia di Trento, come in Lombardia e nel resto d'Europa, si conferma come l'uso energetico della legna sia stata la principale fonte di inquinamento dell'aria in particolare per le polveri sottili e il benzopirene. Nella provincia di Trento, il traffico, nel suo complesso, è la seconda fonte di polveri sottili, con 944 tonnellate nel 2004, pari al 34% del totale delle emissioni di PM10. Come già avvenuto in numerosi altri paesi come Svezia, Stati Uniti, anche nel Trentino, non potendo utilizzare il metano come fonte energetica, nei paesi non serviti dalla rete di distribuzione del gas, si cerca, in modo razionale, di ridurre il problema incentivando la sostituzione di impianti termici tradizionali con impianti più efficienti.

http://federico-valerio.blogspot.com

ANCORA ENTI INUTILI IN REGIONE TOSCANA, sarebbe utile se non fosse per l'avidita' dei politici

NASCE UN NUOVO ENTE CHE NE ACCORPA TRE, MA NESSUNO DICE SE CIO' SARA' UN VERO RISPARMIO.
NASCE ESTAR UN ENTE PRE LE FORNITURE SANITARIE.....
MA CON ESSO I COSTI CALANO DAVVERO ????
TUTTE QUESTE POLTRONE POLITICHE , POI CHI LE PAGA ????
NATURALMENTE SEMPRE E COMUNQUE I CITTADINI......
PERCHE' UNA ASL NON PUO' INDIRE DA SOLA UN ASTA PER LE FORNITURE, MAGARI SOTTO STRETTO CONTROLLO DEGLI ORGANI GIUDIZIARI E DELLA GUARDIA DI FINANZA ????
VE LO DICO IO , SENNO COME FANNO A MANGIARCI CREANDO POLTRONE PER TROMBATI ????

IN TOSCANA CI SONO ENTI PER OGNI COSA , E NON SONO GRATIS !!!!!
Le sedi vanno pagate, le utenze hanno un costo, i dipendenti pure anche se sono il male minore
Ed e' anche per tutto questo se i costi della politica sono lievitati a dismisura.

QUA RIPORTO L'ARTICOLO INTEGRALE DELLA REGIONE
QUINDI SCRITTO DA PAR LORO........

Toscana, acquisti centralizzati:
la Regione passa tre Estav a un Estar

Da tre Estav a un solo Estar. Ieri la giunta regionale della Toscana ha approvato la proposta di legge relativa alla sostituzione dei tre Estav (Enti per i servizi tecnico amministrativi di area vasta) attualmente esistenti con un unico Estar (Ente di supporto tecnico amministrativo regionale). Un provvedimento che va nella direzione di una maggior efficacia ed efficienza dei servizi di supporto al Sistema sanitario regionale, di un'ulteriore qualificazione del servizio fino ad oggi affidato ai tre Estav, nonché della razionalizzazione e del risparmio. La proposta di legge e' stata approvata dal cons.regionale.

l'assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, nel corso di una conferenza stampa ha illustrato il provvedimento e le sue ricadute sull'organizzazione e il funzionamento del servizio sanitario regionale. «Otto anni fa la Toscana per prima ha avuto la felice intuizione di istituire i 3 Estav - ha detto l'assessore Marroni - Proprio per questo la vogliamo potenziare e rilanciare. Oggi, dopo circa 2 anni di coordinamento che ha dato ottimi risultati, si passa ad uno. Questo ci consente di confermare gli ottimi risultati raggiunti su diversi punti: acquisti, gare, risparmi sulle forniture. E su questa base costruire ulteriori efficienze sul sistema acquisti e potenziare ancora il servizio su informatica, ingegneria sanitaria, gestione di concorsi e stipendi».

I vantaggi per i cittadini «Creeremo una grande azienda di servizi per un ulteriore miglioramento del funzionamento del sistema sanitario toscano - spiega ancora l'assessore - I cittadini ne avranno un grande vantaggio indiretto, sia nell'ottimizzazione dei costi che nell'organizzazione e miglioramento dell'efficacia dei servizi. Stiamo costituendo una potente piattaforma di servizi integrati per garantire, oltre ai risparmi, una migliore organizzazione e gestione di tutti i servizi di supporto del Servizio sanitario regionale».

Acquisti e logistica La Toscana, assieme a Lombardia ed Emilia, siede al Tavolo nazionale AVCP (Autorità per la vigilanza dei contratti pubblici). La centralizzazione permette di ottimizzare tutta la filiera, è un grosso veicolo per la gestione dell'ottimizzazione delle politiche del farmaco (ad esempio, per le questioni di appropriatezza e gestione dell'innovazione nei farmaci). Questo ha portato ad avere ottimi risultati. A fronte di un miliardo di euro circa di acquisti l'anno, si è ottenuto un 5% medio di sconto sul prezzo di riferimento a gara, e circa 40 milioni annui nel 2012 e nel 2013, dovuti alle ricontrattazioni facilitate dalla grande massa gestita. Ancora, nelle assicurazioni (furto, antincendio) su una base di 22 milioni in 3 anni, si è ottenuto il 13% di sconto. Per moltissimi oggetti acquistati (siringhe, ecc.) il nostro prezzo di acquisto è inferiore alla media nazionale.

«Il vantaggio dell'Estar unico -sottolinea ancora l'assessore -, potenziare questa filiera, omogenizzare procedure e risultati, offrire un servizio omogeneo a tutte le aziende, ottenere e potenziare i vantaggi della contrattazione e delle gare, fare concorsi che valgono per tutti, semplificare, razionalizzare e rendere meno costose le procedure amministrative, uniformare la gestione dei magazzini».

Gestione informatica Ancora, il sistema informatico ITC (Information and Communication Tecnologies). La giunta ha lanciato l'anno scorso, e approvato nel settembre 2013 il progetto del nuovo sistema informativo regionale, che sarà lo strumento per la gestione del nuovo Estar unico.

L'organizzazione del nuovo Estar Tre le articolazioni previste, corrispondenti a ciascuna della Aree vaste. Entro il 31 marzo 2014 il presidente della giunta nominerà il direttore generale dell'Estar e il Consiglio regionale effettuerà le designazioni dei due componenti del collegio sindacale di sua spettanza. E a decorrere dal 1° agosto l'Estar subentrerà in tutti i rapporti di lavoro in essere presso gli Estav. Il personale del comparto resterà nelle rispettive sedi. La direzione regionale competente attiverà uno specifico tavolo di confronto e contrattazione con le organizzazioni sindacali per la definizione di criteri e modalità attuative. Gli Estav erano stati istituiti con la legge regionale n. 40 del 24/02/2005, come strumento di un più ampio processo di razionalizzazione delle risorse e unificazione di standard, percorsi operativi e procedure, iniziato, nella Regione Toscana, con la costituzione delle Aree Vaste, nell'ottica di innalzare il livello di qualità dei servizi erogati.

Questa la ripartizione attuale dei tre Estav: Estav Centro: Asl 3 di Pistoia, Asl 4 di Prato, Azienda sanitaria 10 di Firenze, Asl 11 di Empoli, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi e Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer di Firenze.

Estav Nord Ovest: Asl 1 Massa e Carrara, Asl 2 Lucca, Asl 5 Pisa, Asl 6 Livorno, Asl 12 Versilia, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Pisa.

Estav Sud Est: Asl 7 Siena, Asl 8 Arezzo, Asl 9 Grosseto, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Siena.

E queste le competenze degli Estav: - approvvigionamento di beni e servizi - gestione dei magazzini e della logistica - gestione delle reti informative e delle tecnologie informatiche, con particolare riguardo alla integrazione ed alla organizzazione del Centro unificato di prenotazione (CUP) - gestione del patrimonio per le funzioni ottimizzabili in materia di manutenzione, appalti e alienazioni - organizzazione e gestione delle attività di formazione continua del personale - gestione delle procedure concorsuali per il reclutamento del personale - gestione delle procedure per il pagamento delle competenze del personale.

SAPPIAMO TUTTI CHE QUESTI ENTI SONO SEMPRE STATI UN FALLIMENTO PER I CITTADINI ED UNA MINIERA PER POLITICI ED AFFARISTI !!!!

SIAMO PROPRIO UNA REPUBBLICA DELLE BANANE........

PRECISAZIONI SULLE MIE SCELTE AL COMUNE DI BORGO A MOZZANO

PRECISAZIONI PERSONALI:

Io ho scelto di appoggiare la candidatura di Elena Ghiloni ,
non perche' mi e' stato chiesto, non perche' mi e' stato offerto nulla.....
Ma perche' valutando i pro ed i contro dei vari gruppi...
E valutando i pro ed i contro delle varie persone coinvolte....
Ho scelto per coscienza, per etica ed onesta'.
TANTI NON POSSONO CAPIRE E COMPRENDERE , PERCHE' ABITUATI AD I MODI DELLA VECCHIA POLITICA DEI COMPROMESSI.....
IO DI COMPROMESSI NON NE ACCETTO !!!
E NON ACCETTO NEMMENO FAVORI PER CIO' CHE FACCIO , VIVENDO NELLA MIA DIGNITOSA POVERTA' !!!!
Altrimenti sarei gia a lavorare in una nota azienda della valle......

Con questa mia lettera voglio pubblicamente rispondere a chi fa strane allusioni,
quando uno allude a qualcosa e' perche' sta ragionando sulle sue motivazioni.

Il mio interesse e' e sara' integerrimo, e saro' comunque anche un vigile dell'operato di chi appoggio !!!!!
Non sono certo io che cerco poltrone al borgo
Non sono certo io che faccio patti con chi tiene il piede in due barche
Non sono certo io che do fiducia ad un PD , che piu' volte ha dimostrato di non meritarla....
IO SARO' ONESTO CON VOI , VOI SIATELO NEI MIEI CONFRONTI !!!!

Roberto andreotti

lunedì 24 marzo 2014

TAGLIASACCHI DOPO IL FLOP DI LUCCA , CI RIPROVA A CASTELNUOVO

A LUCCA RINNEGO QUASI LE SUE ORIGINI GARFAGNINE
SE LO RICORDERANNO I CASTELNUOVESI ???
CANDIDATURA CHE SA TANTO DI GIOCHETTI POLITICI DA VECCHIA CASTA
NON FATEVI FREGARE UN ALTRA VOLTA , SCEGLIETE CHI NUOVO LO E' DAVVERO !!!!!

ECCO COSA SUCCESSE A LUCCA NEL 2007:
(intanto ha girato per fondazioni varie e l'aeroporto di tassignano, ma un lavoro vero no??? Solo e sempre sulle spalle dei cittadini)
........anche altre cose fan così.........

LUCCA 2007:

ELEZIONI AMMINISTRATIVE Sindaco, si va al ballottaggio Favilla stacca Tagliasacchi Il candidato della Cdl ha ottenuto il 48,02% dei voti, quello dell'Unione il 42,8%: saranno loro a vedersela al secondo turno. La lista dell'ex sindaco Pietro Fazzi, che appoggiava Marco Brancoli Pantera, ha ottenuto il 3,9%

Lucca, 29 maggio 2007 -
Grande successo di Mauro Favilla e del centrodestra, mezzo flop di Andrea Tagliasacchi e dell’Unione. E’ la fotografia del primo turno delle elezioni amministrative di Lucca. Impensabile fino a pochi mesi fa, a testimoniare che comunque (onda nazionale o no) la città è moderata e guarda con più simpatia alla Cdl che non all’Ulivo.

Ma la cosa più clamorosa è che tutti i sondaggi commissionati dai Ds e dall’entourage dell’ex presidente della Provincia erano clamorosamente sbagliati. Come è possibile che abbiano dato Tagliasacchi vincente quando la realtà era completamente alla rovescia? Mistero. Quello che esce dalle urne è un mezzo schiaffo anche per l’ex sindaco Pietro Fazzi, che colleziona non tantissime preferenze personali: una lista, la sua, che peraltro non sarà così determinante al ballottaggio, o almeno non nel modo in cui si pensava.

Forza Italia attrae meno consensi rispetto alle previsioni e paga su di sè l’exploit della lista 'Governare Lucca', la sorpresa più grande della competizione. Ma gli azzurri avevano comunque messo in conto di doversi sacrificare per la causa. Lista, quella ideata da Angelini, che succhia consensi anche all’Ulivo, in evidente crisi. Peggio del previsto il candidato sindaco Giovanni Pierami e 'Per Lucca e i suoi paesi'. Un vero e proprio crollo appare quello di Rifondazione e dei Comunisti Italiani, che forse non hanno capito l’operazione di creare la lista «Il Centro», con cui Tagliasacchi ha voluto strizzare l’occhio a personaggi di solito collocati nel centrodestra.

Tuttavia ad apparire chiaro è che l’ex presidente della Provincia (dopo le travagliate primarie) non ha tirato lo schieramento bel al di là degli steccati dell’Unione: un campanello d’allarme. Di Delusione in delusione: nella maggior parte dei seggi le operazioni di scrutinio sono andate avanti fino a tardissima notte, praticamente con una raffica di contestazioni, quando dall’una quando dall’altra delle parti politiche.

Presidenti e scrutatori, soprattutto quelli meno esperti, hanno dovuto ricorrere continuamente all’ufficio elettorale del Comune e in qualche caso addirittura alla Prefettura. I manuali del Ministero non erano infatti sufficienti per risolvere immediatamente le singole contestazioni. D’altra parte il voto non ha presentato particolari difficoltà, essendo identico a quello delle precedenti elezioni comunali. L’unica novità è stata il numero delle liste, complessivamente 24, in particolare per la presenza di ben 11 simboli a fianco di Mauro Favilla e di 8 simboli accanto ad Andrea Tagliasacchi, e quindi una scheda di formato maxi per la scelta di sindaco e consiglio comunale. Anche il numero delle schede dichiarate nulle non si è differenziato troppo da quella che è ormai una media: alle elezioni di domenica e di ieri siamo arrivati infatti nell’ordine del 2,7 per cento contro il 2,6 delle provinciali dello scorso anno. Alla fine si può tranquillamente affermare che parte dell’estrema sinistra non è andata a votare, e che la vecchia Dc ha avuto un exploit. Innegabile...

IL BALLOTTAGGIO:

Mauro Favilla torna a essere il sindaco di Lucca dopo 18 anni e mezzo. Con 24.408 voti ovvero il 52,47 per cento, ha vinto il ballottaggio di domenica e lunedì. Andrea Tagliasacchi si è fermato a al 47,53 per cento

Lucca, 12 giugno 2007 - Mauro favilla torna ad essere il sindaco di Lucca dopo 18 anni e mezzo. Ha vinto il ballottaggio di domenica e lunedì con 24.408 voti ovvero il 52,47 per cento. Andrea Tagliasacchi si è fermato a quota 22.112 voti ovvero al 47,53 per cento. Entrambi i candidati hanno aumentato il numero dei loro voti rispetto al primo turno: Favilla il 27 e 28 maggio scorsi aveva ottenuto 23.403 voti, dunque ne ha conquistati 1.005 in più al ballottaggio, mentre Tagliasacchi al primo turno si era fermato a quota 20.851, dunque al ballottaggio ne ha avuti 1.261 in più. Si è chiusa così, nel segno della tradizione e della Lucchesità, la più lunga campagna elettorale della storia del Comune capoluogo.

Una sfida che di fatto è durata quasi un anno e che in alcuni momenti ha assunto i toni di una vera e propria crociata, di cui si sono visti gli ultimi fuochi proprio ieri pomeriggio, con momenti di forte tensione tra le opposte fazioni politiche quando ormai erano evidenti i dati e dunque chi era il vincitore e chi lo sconfitto. Anche il segno più evidente della voglia di Lucchesità si è visto ieri pomeriggio a Palazzo Orsetti dove, al di là dei più vivaci supporter dei partiti, moltissimi cittadini commentavano semplicemente: «I lucchesi vogliono un sindaco lucchese, che faccia solo gli interesse della nostra città». Il riferimento alle origini non lucchesi ma anche ai rapporti stretti di Tagliasacchi con la Regione e con centri di potere esterni al territorio lucchese è stato evidente.

Fin dal primo pomeriggio di ieri, a cominciare dalla prima simulazione di voto delle ore 15,01 diffusa dall’istituto Piepoli che lo dava al 52 per cento, è apparsa netta la vittoria di Mauro Favilla che anzi alla fine ha aumentato il distacco dal rivale di ben 4,94 punti percentuali. Ci sono volute esattamente tre ore per arrivare al dato definitivo delle 80 sezioni elettorali, che questa volta hanno chiuso senza troppe sorprese né inceppi: con 223 schede bianche, 528 nulle e solo 7 contestate. Ora non resta che attendere, questa mattina, l’ufficialità dei dati e quindi la proclamazione.

Un risultato che annulla le ipotesi che circolavano poco più di un anno fa, quando molti pensavano a un semplice cambio di poltrone tra Pietro Fazzi (da sindaco a presidente della Provincia) e Andrea Tagliasacchi (da presidente della Provincia a sindaco). Sia Fazzi come Tagliasacchi oggi sono usciti di scena. Entrambi hanno ora soltanto una poltroncina di consigliere di minoranza; mentre ai vertici dei due Enti ci sono persone che, al di là dello schieramento politico, richiamano una tradizione di Lucchesità e di moderazione e addirittura comuni radici, quelle della Democrazia cristiana che guardava al centro-sinistra. Stefano Baccelli è figlio e nipote di ex sindaci e il padre è stato anche presidente della Provincia, Mauro Favilla è il sindaco dei primati: è stato infatti primo cittadino dal 18 dicembre 1972 al 31 luglio 1985, e nuovamente dal 30 marzo al 30 novembre 1988.

Dopo un anno esatto da stamani Lucca ha nuovamente il sindaco. In mattinata Favilla è tornato ufficialmente a Palazzo Orsetti, per salutare il commissario straordinario Francesco Lococciolo. Un ritorno in tutti i sensi: sia perché segue al prolungato bagno di folla di ieri pomeriggio, quando è stato al centro di una prima festa degli elettori; sia perché è stato sindaco per molti anni; sia perché è stato il sindaco che nei primi anni settanta ha portato la sede comunale da Palazzo Santini (dove oggi resta il consiglio comunale e alcuni uffici tecnici) a Palazzo Orsetti dove oggi ritorna da sindaco.

IO CREDO CHE CASTELNUOVO SI MERITI BEN ALTRO
IO CREDO CHE CASTELNUOVO NON DEBBA CADERE DALLA PADELLA NELLA BRACE !!!!
IO CREDO CHE SERVA DAVVERO UN GRANDE ED INNOVATIVO CAMBIAMENTO
UNA NUOVA ARIA DEVE SOFFIARE SU CASTELNUOVO GARFAGNANA.......

LA POLITICA DEVE ESSERE UNA MISSIONE E NON UN MESTIERE A SCOPO DI LUCRO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!