ulivi

ulivi
BORGO A MOZZANO - Piano di Gioviano, SP2 Lodovica.

LETTORI SINGOLI

domenica 31 marzo 2019

TRITONE il più grande satellite di NETTUNO, un corpo attivo. by Andreotti Roberto - INSA.

__________________________________________________________
__________________________________________________________
Aggiornato il 23/09/2019

TRITONE


Dati:
Fisici:
Tritone possiede un diametro di 2.706,8 km con una massa di 0,0035 Mt, il che indica una densità di 2,061 kg/dm3, una gravità di 0,78 m/s2 ed una velocità di fuga di 1,50 km/s.

Orbitali:
Orbita a 354.760 km da Nettuno in 5,87685 giorni in modo retrogado, completamente immerso nel forte campo magnetico del pianeta gigante e con forti radiazioni in superficie, mortali per la vita come la conosciamo noi.
La temperatura superficiale di Tritone è certamente superiore a 35,6 K, come rivela la presenza di azoto solido in forma beta-cristallina.

Superficie:
La sua superficie è composta in gran parte da azoto ghiacciato, la crosta e il mantello da acqua congelata e il nucleo, che costituisce i due terzi della massa totale, da rocce e metalli.
Tritone risulta, sorprendentemente, geologicamente attivo; la sua superficie è relativamente recente e povera di crateri, e all'epoca del fly-by da parte della Voyager 2 presentava numerosi vulcani ghiacciati e plumes nell'atto di eruttare azoto liquido, polveri o composti del metano nell'atmosfera, formando dei pennacchi alti fino ad 8 km.
La superficie di Tritone è relativamente piatta, la sua topografia varia al massimo di un chilometro. Recenti analisi sulla densità e distribuzione dei crateri suggeriscono che, in termini geologici, la superficie di Tritone è estremamente giovane, con le diverse regioni che hanno un'età compresa tra 50 e solo circa 6 milioni di anni.

Mappa esogeologica - ct  Terreno a cantalupo - sv  Materiale piatto liscio - sh  Altopiani lisci - th  Pianure ondulate - rh  Creste lineari - bs  Zona polare con macchie brillanti - bst  Zona polare con striature brillanti - br  Terreno polare accidentato ).

La superficie è solcata da valli e canyon particolarmente estesi, che si intrecciano in maniera disordinata, probabilmente come risultato di un processo ciclico di scioglimento e ricongelamento e dell'attività dei criovulcani. Oltre all'azoto solido, la superficie di Tritone presenta tracce di metano, ghiaccio di monossido di carbonio, ghiaccio d'acqua e ghiaccio secco; l'albedo è quindi particolarmente elevata, e varia localmente fra 0,60 e 0,95.
Recentemente si è ipotizzato che in superficie ci sia un mix di ghiaccio di azoto (N2) e monossido di carbonio (CO), la gelida coppia è stata individuata in laboratorio tramite una lunghezza d’onda della luce infrarossa molto specifica e assorbita quando le molecole di monossido di carbonio e di azoto si uniscono vibrando all’unisono. Normalmente, il monossido di carbonio e gli ioni di azoto assorbono ben determinate lunghezze d’onda della luce infrarossa, ma la vibrazione di una miscela di ghiaccio può essere “vista” a una lunghezza d’onda diversa. La conferma è poi arrivata con i dati raccolti dal telescopio da 8 metri Gemini South in Cile: i ricercatori hanno rilevato la stessa “firma” chimica su Tritone.
Questo mix di molecole potrebbe essere coinvolto nell’attività dei geyser osservati per la prima volta alla fine degli anni Ottanta dalla sonda Voyager 2. Alcuni ritengono che i geyser potrebbero attivarsi in base ai cambiamenti stagionali, cioè quando il Sole estivo “riscalda” il sottile strato di ghiaccio sulla superficie di Tritone, coinvolgendo il mix di monossido di carbonio e azoto rilevato da Gemini.


Interno:

Tritone risulta, sorprendentemente, geologicamente attivo.
La superficie di Tritone indica che è stata soggetta a continui rimodellamenti nel corso del tempo e di conseguenza si pensa che la sua struttura interna sia differenziata, con un mantello sotto la crosta e un nucleo di roccia (e forse metalli) al suo interno che potrebbe contenere almeno i due terzi della massa complessiva del satellite. Esiste sufficiente roccia all'interno di Tritone per un decadimento radioattivo nel mantello, dove il calore generato potrebbe essere sufficiente a mantenere un oceano di acqua liquida come quello ipotizzato esistere sotto la superficie di Europa. Se presente,l'acqua liquida suggerirebbe la possibilità della presenza della vita su Tritone.
Si ritiene che l'attività geologica di Tritone sia innescata dal riscaldamento stagionale ricevuto dal Sole, a differenza, ad esempio, di quella di Io, che ha origine dalle forze di marea provocate dall'interazione gravitazionale con Giove. Tutti i geyser osservati infatti erano situati tra 50° e 57° S di latitudine, la parte della superficie del Tritone vicino al punto subsolare. Ciò indica che il riscaldamento solare, anche se molto debole vista la grande distanza di Tritone dal Sole, gioca un ruolo fondamentale per le eruzioni dei criovulcani.
Si pensa che la superficie di Tritone sia costituita da uno strato trasparente di azoto congelato sovrastante un substrato scuro, che crea una sorta di "effetto serra solido". La radiazione solare passa attraverso il ghiaccio superficiale, lentamente, riscaldando e vaporizzando l'azoto del sottosuolo fino a quando la pressione del gas aumenta al punto da farlo eruttare in superficie attraversando la crosta.


Atmosfera:
Tritone possiede una tenue atmosfera ricca di azoto, in cui sono presenti anche piccole quantità di metano e monossido di carbonio in prossimità della superficie.
Come l'atmosfera di Plutone, si pensa che l'atmosfera di Tritone sia il risultato dell'evaporazione dell'azoto della superficie. La temperatura superficiale è di almeno 35,6 K (-237,6 °C), più freddo comunque rispetto alla temperatura media di Plutone, che è di 44 K (-229 °C). La sua pressione atmosferica superficiale risulta di 15×10−6 atmosfere, cioè circa 1/70.000 di quella terrestre.
Una foschia avvolge la maggior parte della troposfera del Tritone, e si crede sia composta in gran parte da idrocarburi e nitrili creati dall'azione della luce solare sul metano. L'atmosfera di Tritone possiede anche nubi di azoto condensato che si trovano tra 1 e 3 km dalla superficie. (vedi sotto).

( Nella foto sul bordo del satellite si può notare una foschia a testimonianza della sua tenue atmosfera alimentata dai geyser di azoto liquido che continuamente eruttano in superficie ).

Stagioni:
Inoltre combinando l'inclinazione del suo asse di rotazione con quello di Nettuno (circa 30o) risulta che l'asse di rotazione di Tritone punta in certi periodi, quasi direttamente verso il Sole, da ciò segue che i poli di Tritone, seguendo Nettuno nell'orbita attorno al Sole, si espongono alternativamente alla luce solare diretta, dando probabilmente luogo a drastici cambiamenti stagionali.
Non lasciamoci ingannare dal termine “stagione”, però. Nettuno completa un’orbita attorno al Sole ogni 165 anni terrestri. Quindi su Tritone una stagione dura all’incirca 40 anni. L’estate è arrivata nel 2000 e per altri 20 anni i ricercatori avranno modo di studiare questo fenomeno.

Tritone è stato sorvolato da un'unica sonda spaziale, la Voyager 2, nel 1989, ed i dati e le immagini inviate a terra hanno permesso di stimarne con precisione i parametri fisici e orbitali, di individuarne le principali formazioni geologiche e di studiarne la tenue atmosfera con una pressione di 0,016 mBar ed una densità di 1,282 kg/m2, composta in gran parte da Azoto.

L'analisi orbitale di Tritone ha indotto a ipotizzare che entro i prossimi 100 milioni di anni tale satellite potrebbe collidere con Nettuno, oppure frantumarsi originando un nuovo anello attorno al pianeta; infatti a causa del moto retrogrado le forze mareali presenti fra Nettuno e Tritone tolgono energia al pianeta abbassando la sua orbita.

( Vari tipi di terreni osservati su Tritone: 1) terreno a Cantalupo formato da convezione a stato solido della crosta ghiacciata; 2) al centro la regione vulcanica che mostra un importante struttura con catene vulcaniche; 3) pianura formata da vulcanismo o da un residuo erosionale  della scarpata (Sipapu Planitia); 4) pianure lisce tra cui una grande macchia scura formata da erosione; 5) terreno maculare eventualmente formato dal ritiro di uno strato volatile sublimato, con striature soffiate dal vento di materiale scuro; 6) terreno irregolare vicino al polo sud di origine incerta. Ogni scena è 350x350 chilometri.)

Mappa:
( Una mappa che in linea di massima indica le maggiori formazioni superficiali ).



Ipotesi sulla cattura:
 ( Subito dopo la cattura Tritone entra con un orbita retrograda e molto ellittica che evolve fino all'attuale orbita quasi circolare, che essendo contraria alla rotazione di Nettuno, è in decadimento per via delle forze mareali, che porteranno al disgregamento di Tritone ).

( Immagine rielaborata di Tritone dalle foto del Voyager 2 ).

SCHEDA RIASSUNTIVA DI TRITONE:
______________________________________________________
______________________________________________________

Elenco post ENCICLOPEDIA DEL SISTEMA SOLARE:
Clicca QUI:
IL SISTEMA SOLARE ELENCO POST di Andreotti Roberto - INSA
_____________________________________________________

sabato 30 marzo 2019

IL 29 MARZO 1281 NAQUE, CASTRUCCIO CASTRACANI, UN RICORDO DEL GRANDE CONDOTTIERO. by Gazzetta degli Antelminelli.

( Un ritratto di Castruccio Castracani degli Antelminelli, Vicario Imperiale ).
_______________________________________________________________

Castruccio Castracani degli Antelminelli (29 marzo 1281 – 3 settembre 1328) è stato un condottiero ghibellino, signore e successivamente duca di Lucca.

Nato dall'importante famiglia ghibellina degli Antelminelli, Castruccio Castracani fu cacciato da Lucca nel 1300 dalla fazione dei Neri, guidati da Bonturo Dati.
Visse in esilio in Inghilterra, francia e nord Italia.
In seguito alla discesa di Arrigo VII in Italia, si aggregò (1314) alle truppe ghibelline di Uguccione della Faggiuola, capo riconosciuto dei ghibellini toscani e signore di Arezzo e Pisa, assieme al quale partecipò alla presa e al successivo sacco di Lucca, retta sino allora dalla parte guelfa.
Combatté come comandante di una parte dell'esercito ghibellino nella battaglia di Montecatini (29 agosto 1315) in cui, con l'aiuto dei soldati dell'imperatore, risultò il principale artefice della vittoria sui fiorentini della Lega Guelfa. Gli storici Giovanni Villani, Scipione Ammirato, Niccolò Machiavelli ricordano i danni arrecati da Castruccio e dalle sue truppe al territorio fiorentino, fra cui Empoli.
Caduto in disgrazia presso Uguccione, che lo intravide come concorrente per la signoria, fu da questi imprigionato in attesa di essere giustiziato.

Tuttavia a seguito di una rivolta popolare a Lucca e Pisa, Uguccione dovette fuggire, Castruccio fu liberato ed acclamato Capitano Generale della città di Lucca, e poco dopo (12 giugno 1316) Console a vita.
Il potere ghibellino e la signoria di Lucca furono consolidati negli anni successivi da Castruccio Castracani. Nel 1320, Castruccio riprese improvvisamente le ostilità contro i fiorentini, irrompendo nel loro territorio, incendiando e razziando dove passava (si trovano notizie del suo passaggio a Prato e nella sua periferia). Nel medesimo anno l'arciduca d'Austria Federico I d'Asburgo lo nominò vicario per Lucca, la Lunigiana e la Val di Nievole, e in tale incarico fu confermato nel 1324 dall'imperatore Ludovico il Bavaro, suo amico e alleato.
Il 22 settembre e 23 settembre 1325, nella battaglia di Altopascio, batté nuovamente i fiorentini di parte guelfa coadiuvato da Guido Tarlati signore di Arezzo e Azzo Visconti, facendo grande razzia di prigionieri, e anche per questo fu nominato, sempre da Ludovico il Bavaro, duca di Lucca.
Con l'aiuto di Filippo Tedici assoggettò Pistoia e consolidò le sue mura abbattute dai Guelfi Fiorentini e Lucchesi nel 1306.
Mentre stava quindi muovendo verso Firenze, fu costretto a rinunciare all'assedio per partecipare a Roma all'incoronazione dell'imperatore Ludovico. Durante il soggiorno romano, ricco di soddisfazioni, fu nominato anche Grande Legato per l'Italia.
In seguito mise a punto un piano per allagare Firenze chiudendo l'Arno a Lastra a Signa, in località la Gonfolina, che agrimensori interessati ritennero impossibile.

Ludovico il Bavaro concedette a Castruccio Castracani per i suoi meriti di inserire nel suo stemma araldico («Can bianco in campo Azzurro»), gli scacchi azzurro e argento dei Duchi di Baviera.
Fu costretto per l'insurrezione di Pistoia a tornare velocemente a Pisa e, da lì, con il suo speciale corpo di duemila balestrieri, si precipitò sotto le mura di Pistoia. Assediata dall'esercito lucchese, la città non resistette a lungo e in poco tempo Castruccio riuscì ad impossessarsene nuovamente.
Insieme a Ludovico, Castruccio fu scomunicato nel 1327 dal Papa Giovanni XXII, per la sua avversione al potere temporale della Chiesa.
Morì a Lucca il 3 settembre del 1328, a causa di un'improvvisa febbre malarica, mentre si preparava a riprendere le armi contro Firenze. Il 6 agosto dello stesso anno era morto a Pescia Galeazzo Visconti, già indebolito da una lunga prigionia nelle carceri del Castello di Monza e stroncato anch'esso dalla malaria, contratta probabilmente stando con Castruccio nelle osterie intorno a Pistoia. Gli successero i figli legittimi Giovanni, Arrigo e Valeriano e il figlio naturale Altino.
________________________________________________________

A Ghivizzano, nella Media Valle del Serchio, Castruccio Castracani ristrutturò l'intera rocca, compresa la torre e vi costruì accanto una caserma, denominata “la Casa del Capitano del Popolo”, per ospitare la guarnigione, circa 40 soldati, cinse l'intero borgo con delle mura (lungo via Sossala ,cioè sub-sala, 'sotto la sala', possiamo ancora notare le feritoie per l'appostamento dei balestrieri) e costruì un palazzo, le cui mura ospiteranno nei secoli personaggi illustri, come Francesco Castracane, Paolo Giunigi e Francesco Sforza

________________________________________________________

venerdì 29 marzo 2019

#ASTRONEWS - 30/03/19 : La newsletter di Media Inaf, Gault - Fiumi di Marte - Lune di Saturno - Esobiologia - Pianeti extrasolari - ecc.


Ecco gli ultimi articoli pubblicati su MEDIA INAF


LA SUA CODA È COME UN FRAC
Probabile vittima dell'effetto Yorp, il piccolo asteroide Gault – circa 4 km di diametro – ha perso in pochi mesi, nel corso di due distinti eventi, oltre sette milioni di tonnellate di materia, lasciandosela alle spalle sotto forma di due lunghe scie di polvere.
 

ALIMENTATI PER OLTRE UN MILIARDO DI ANNI
Più vasti di quelli presenti oggi sulla Terra, in numero elevato, più recenti di quanto si pensasse e con un flusso impetuoso: è la "fotografia" dei corsi d'acqua del passato marziano che sembra mettere in crisi gli attuali modelli climatici del pianeta. A ottenerla, un team di scienziati dell'Università di Chicago i cui risultati sono stati pubblicati su Science Advances.
 

POLVEROSE, POROSE E IRREGOLARI
I dati raccolti dalla sonda Nasa/Esa/Asi Cassini prima del tuffo finale sul pianeta, pubblicati oggi su Science, mostrano la composizione superficiale di cinque satelliti naturali poco conosciuti. Tra gli autori dello studio anche alcuni ricercatori Inaf.

ADVANCED GRANT DELL'ERC PER GASP
Il progetto "Gasp", guidato dalla ricercatrice dell'Inaf di Padova, è stato finanziato con un Advanced Grant dello European Research Council: cinque anni garantiti per lo studio dei meccanismi di rimozione del gas delle galassie.
 

SCOPERTO GRAZIE ALL'ASTROSISMOLOGIA
È grande come il nostro pianeta con gli anelli, ma molto più caldo. È il primo esopianeta scoperto grazie all'analisi delle onde sismiche stellari rilevate nei dati raccolti dalla missione Tess della Nasa.
 

GLI IONI CORRONO PIÙ VELOCI DEGLI ATOMI
Un team di astrofisici ha riscontrato che, nelle correnti di un brillamento solare, gli ioni di stronzio si muovono il 22 per cento più velocemente degli atomi di sodio. I risultati dello studio sono stati pubblicati su The Astrophysical Journal.
 

BIOMEX, LABORATORIO PER VITA EXTRATERRESTRE
Dal 2014 al 2016 centinaia di campioni di organismi sono stati esposti alle condizioni che si possono incontrare su Marte, o in generale nello spazio, mentre erano a bordo della Stazione spaziale internazionale. I risultati del progetto vengono presentati oggi a Berlino.
 

INGRESSO RISERVATO A CHI SA DIVERTIRSI
Nel primo fine settimana di aprile, a Modena, l'Istituto nazionale di astrofisica si mette in gioco. Dalla caccia al radiotesoro alla colonizzazione di mondi alieni, ecco tutte le proposte astronomiche in programma a Play, il Festival del gioco.
 

SI TROVA A CIRCA 129 ANNI LUCE DALLA TERRA
Gravity, lo strumento all'avanguardia per il Very Large Telescope Interferometer dell'Eso, rivela i dettagli di un esopianeta devastato dalla tempesta usando l'interferometria ottica.

Gli ultimi video e audio di MEDIA INAF


28.03.2019

27.03.2019

27.03.2019

27.03.2019

27.03.2019


Inoltre, sempre su Media Inaf puoi trovare:

Ricorda che Media Inaf ti aspetta anche su Facebook, Twitter, YouTube, Instagram e iTunes.
È tutto, un saluto dalla redazione e buona lettura!


La redazione di Media Inaf invia la propria newsletter anche a :
 CAPITANI del FUTURO blog 
 ________________________________________________________

ENCICLOPEDIA DEL SISTEMA SOLARE:
IL SISTEMA SOLARE ELENCO POST di Andreotti Roberto - INSA
________________________________________________________

 

GALLICANO: LA LEGA SCENDE IN CAMPO PER LE COMUNALI !!!


A Gallicano la lega in pista per le elezioni amministrative

Con una nota la lega Mediavalle e Garfagnana annuncia la propria intenzione di partecipare attivamente alle amministrative nel Comune di Gallicano.
 
Riteniamo Gallicano un Comune importante per la nostra crescita. In queste settimane, molti cittadini ci hanno contattato per chiedere una presenza e rappresentanza leghista dichiara la sezione. Ancora da valutare invece i modi operativi della nostra azione. Rimane sempre l'idea di attrarre e quindi collaborare insieme a tutto il centrodestra, in maniera da avere un maggiore peso politico, in un Comune conteso da candidati molto preparati.
Non escludiamo quindi nessuna ipotesi, certo è che vogliamo correre per ottenere il massimo risultato.
 
Questa settimana apriremo ufficialmente la nostra proposta verso la società civile, con l'intento di raccogliere quelle persone che vogliano impegnarsi direttamente per questa ambiziosa sfida. restano attivi i nostri contatti:
Fb: lega Mediavalle e Garfagnana -
Fb: Simone Simonini (Segretario di zona)-

giovedì 28 marzo 2019

IO il primo satellite MEDICEO di GIOVE, un inferno di vulcani e radiazioni. by Andreotti Roberto - INSA

__________________________________________________________
__________________________________________________________
Aggiornato il 25/01/2023

IO 
un inferno di vulcani e radiazioni:


Con oltre 300 vulcani attivi, Io è l'oggetto geologicamente più attivo del sistema solare.
L'estrema attività geologica è il risultato del riscaldamento mareale dovuto all'attrito causato al suo interno da Giove e dagli altri satelliti galileani. A differenza di quanto avviene per la Terra e la Luna, la principale fonte di calore interno di Io non è causata dal decadimento degli isotopi ma dalle forze mareali di Giove e dalla risonanza orbitale con Europa e Ganimede. Tale riscaldamento dipende dalla distanza di Io da Giove, dalla sua eccentricità orbitale, dalla composizione del nucleo e dal suo stato fisico. La sua risonanza con Europa e Ganimede mantiene invariata nel tempo l'eccentricità di Io ed impedisce che la dissipazione mareale al suo interno possa circolarizzare l'orbita, ma anche a mantenere immutata la distanza di Io da Giove.

I Vulcani:

Quando la sonda spaziale della Nasa, il Voyager 1 avvicinò Io, il più interno dei satelliti Medicei di Giove, nel marzo 1979, le immagini inviate alla Terra rivelarono che la sua superficie appariva punteggiata da una moltitudine di centri vulcanici caldi, con imponenti colate laviche e pennacchi alti fino a qualche centinaio chilometri. In seguito, l’esplorazione condotta soprattutto dalla missione Nasa Galileo chiarì che questi punti caldi sono moltissimi: alcune centinaia, molti dei quali con attività pressoché costante.


Struttura e Vulcani:
Molti vulcani producono pennacchi di zolfo e biossido di zolfo che si elevano fino a 500 km sulla sua superficie.
Questa è costellata di oltre 100 montagne che sono state sollevate dalla compressione della crosta di silicati, con alcuni di questi picchi che arrivano ad essere più alti dell'Everest.
A differenza di molti satelliti del sistema solare esterno, che sono per lo più composti di ghiaccio d'acqua, Io assomiglia ai pianeti terrestri ed è composto principalmente da rocce di silicati che circondano un nucleo di ferro o di solfuro di ferro fusi.
La maggior parte della superficie di Io è composta da ampie piane ricoperte di zolfo e anidride solforosa congelata.


Loki Patera:
Io è la cosa più vicina che abbiamo all'inferno nel nostro sistema solare, che dispone di centinaia di vulcani attivi e grandi laghi pieni di lava.
Nuove osservazioni suggeriscono che il più grande di questi laghi, Loki Patera, produce enormi onde che scorrono ripetutamente intorno alla superficie fusa.


Grazie ad un raro allineamento orbitale tra Europa e Io, un team internazionale di ricercatori ha identificato e tracciato un paio di onde laviche mentre costeggiavano Loki Patera, che è più grande del lago Ontario, e con una superficie di 21.500 km quadrati. La spiegazione più probabile per questa azione apparentemente periodica dell'onda è un modello di circolazione rovesciata, in cui la crosta di superficie fresca si addensa lentamente e affonda, tirando la crosta vicina insieme ad essa in un'onda che si diffonde sulla superficie.
Dalla fine degli anni '70, gli scienziati cominciarono a sospettare che Io, la terza luna più grande di Giove, presentasse una superficie tumultuosa e dinamica. Quando le sonde spaziali Voyager 1 e 2 visitarono il sistema gioviano, questi sospetti furono confermati, rivelando Io come l'oggetto più vulcanicamente attivo del sistema solare. Questa luna torturata è coinvolta in un tiro alla fune gravitazionale tra Giove e altri satelliti, che causano un intenso riscaldamento mareale all'interno del satellite.
Una delle cose particolari osservate è l'aumento della luminosità periodica di Loki Patera ogni 400 / 600 giorni, che i ricercatori ipotizzano sia proprio a causa delle ondate di lava che rimescolano il materiale.
Utilizzando un occultazione di Io da parte di Europa, i ricercatori usando l'infrarosso, sono stati in grado di mappare la zona di Loki Patera, questi dati sono stati suddivisi in intervalli di un ottavo secondo mentre il bordo di Europa lentamente avanzava attraverso Io. I ricercatori hanno compilato una mappa termica bidimensionale che mostra la distribuzione della temperatura lungo la Patera, e ad una risoluzione migliore di 6,25 miglia (10 km).


L'analisi dei dati ha mostrato che la temperatura superficiale di Loki Patera è aumentata costantemente da un'estremità all'altra, suggerendo che la lava si era rovesciata in due onde che spazzavano da est a ovest con una velocità di 1 km al giorno. Le osservazioni hanno anche dimostrato che il ribaltamento è stato avviato in tempi diversi sui due lati dell'isola più fredda al centro della patera, suggerendo un processo geologico complesso sotto la superficie.

( In grafico l'onda di lava nel bacino Loki Patera ).

La mappa dei vulcani:
Identificati 242 “hot spot“, di cui 23 non osservati precedentemente, sul satellite più interno di Giove. 
I dati indicano una maggiore concentrazione di punti vulcanici caldi nelle regioni polari rispetto alle latitudini intermedie. Si tratta della mappatura migliore mai ottenuta da remoto. 
I risultati dello studio, guidato da Francesca Zambon dell’Istituto nazionale di astrofisica, sono stati pubblicati su Geophysical Research Letters.


«La mappa degli hot spot presentata nel nostro lavoro», spiega Francesca Zambon, membro del gruppo Jiram, ricercatrice all’Inaf di Roma e prima autrice dell’articolo, «è la più aggiornata tra quelle basate su dati di telerilevamento spaziale. Analizzando le immagini infrarosse acquisite da Jiram, abbiamo individuato 242 punti vulcanici caldi, di cui 23 non presenti in altri cataloghi e localizzati nella maggior parte dei casi nelle regioni polari, grazie alla peculiare orbita della sonda Juno».

«Il confronto tra il nostro studio e il catalogo più recente», sottolinea la ricercatrice, «rivela che Jiram ha osservato l’82 per cento degli hot spot più potenti precedentemente individuati, e la metà degli hot spot di potenza intermedia, dimostrando quindi che questi sono ancora attivi. Tuttavia, Jiram ha rilevato solo circa la metà degli hot spot più deboli precedentemente segnalati. Le spiegazioni sono due: o la risoluzione di Jiram non è sufficiente per rilevare questi deboli punti caldi, oppure l’attività di questi centri effusivi potrebbe essersi sbiadita o interrotta».

Io mostra molti centri vulcanici, innescati principalmente dalle potenti forze mareali esercitate da Giove. Lo studio dell’attività vulcanica di questo satellite gioviano è la chiave per comprendere la natura dei suoi processi geologici e la sua evoluzione interna. La distribuzione degli hot spot e la loro variabilità spaziale e temporale sono importanti per definire le caratteristiche del riscaldamento delle maree e i meccanismi attraverso i quali il calore fuoriesce dall’interno.


«Uno dei maggiori punti aperti nella comprensione della struttura interna di Io», prosegue Alessandro Mura, leader del gruppo Jiram e ricercatore all’Inaf di Roma, «è se l’attività vulcanica osservabile in superficie sia dovuta a un oceano di magma globale presente nel mantello, oppure a camere magmatiche che si insinuano nella crosta a minori profondità. Le osservazioni di Jiram sono tuttora in corso, e le future immagini a maggiore definizione saranno fondamentali per meglio evidenziare i punti caldi deboli e per chiarire la struttura interna di Io».

«La superficie della luna gioviana Io è molto dinamica», aggiunge Giuseppe Sindoni, responsabile del progetto Jiram per l’Asi, «con vulcani ed emissioni laviche in continua evoluzione, come dimostrato da questo importante risultato ottenuto dal nostro strumento Jiram e dall’ottimo lavoro svolto dal team. L’estensione della missione Juno fino al 2025 ci permetterà di monitorare questa evoluzione e di comprendere meglio i processi fisici che guidano un corpo così complesso e dalle fattezze simili alla nostra Terra primordiale, anche in previsione di future missioni dedicate».
_______________________________________

Superficie:

Geologia:

Atmosfera:
Io possiede una sottile atmosfera, composta principalmente da diossido di zolfo (SO2) con minori percentuali di monossido di zolfo (SO), cloruro sodico (NaCl), zolfo atomico e ossigeno.
L'atmosfera è fortemente influenzata dalle radiazioni presenti nella magnetosfera di Giove, che la depredano costantemente dei suoi costituenti, e dagli episodi di vulcanismo sulla luna, che contribuiscono a ricostituirla, la pressione massima varia tra 0,3 e 3 nbar osservate nell'emisfero opposto a Giove e lungo l'equatore, soprattutto nel primo pomeriggio quando la temperatura della superficie raggiunge il suo picco massimo.
Nei pennacchi vulcanici sono stati osservati anche picchi localizzati con pressioni da 5 a 40 nbar.

Dati:

Ha un diametro di 3642 km con una massa di 0,01495 Mt ed una densità di 3,528 kg/dm3, ha una gravità di 1,79 m/s2 ed una velocità di fuga di 2,600 km/s.
Orbita a 421.700 km da Giove in soli 1,799137786 giorni in rotazione sincrona.

Sulla sua superficie si registra una forte radiazione di 36 Sv, dovuta all'interazione con il campo magnetico gioviano, mortale per le forme di vita con pochi minuti di esposizione.
( vedi immagine sopra ).

( Una imponente eruzione sul satellite di Giove IO ).

Osservazioni di JUNO:
( Sul bordo inferiore si può notare l'impressionante pennacchio vulcanico di Prometeo ).

( Dettaglio della superficie ).
_______________________________________

SCHEDA RIASSUNTIVA DI IO:
___________________________________________________________
___________________________________________________________

Leggi tutti i post dell'ENCICLOPEDIA DEL SISTEMA SOLARE
Clicca QUI:
IL SISTEMA SOLARE ELENCO POST di Andreotti Roberto - INSA
___________________________________________________________