( Un ritratto di Castruccio Castracani degli Antelminelli, Vicario Imperiale ).
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Castruccio Castracani degli Antelminelli (29 marzo 1281 – 3 settembre 1328) è stato un condottiero ghibellino, signore e successivamente duca di Lucca.
Nato dall'importante famiglia ghibellina degli Antelminelli, Castruccio Castracani fu cacciato da Lucca nel 1300 dalla fazione dei Neri, guidati da Bonturo Dati.
Visse in esilio in Inghilterra, francia e nord Italia.
In seguito alla discesa di Arrigo VII in Italia, si aggregò (1314) alle truppe ghibelline di Uguccione della Faggiuola, capo riconosciuto dei ghibellini toscani e signore di Arezzo e Pisa, assieme al quale partecipò alla presa e al successivo sacco di Lucca, retta sino allora dalla parte guelfa.
Combatté come comandante di una parte dell'esercito ghibellino nella battaglia di Montecatini (29 agosto 1315) in cui, con l'aiuto dei soldati dell'imperatore, risultò il principale artefice della vittoria sui fiorentini della Lega Guelfa. Gli storici Giovanni Villani, Scipione Ammirato, Niccolò Machiavelli ricordano i danni arrecati da Castruccio e dalle sue truppe al territorio fiorentino, fra cui Empoli.
Caduto in disgrazia presso Uguccione, che lo intravide come concorrente per la signoria, fu da questi imprigionato in attesa di essere giustiziato.
Tuttavia a seguito di una rivolta popolare a Lucca e Pisa, Uguccione dovette fuggire, Castruccio fu liberato ed acclamato Capitano Generale della città di Lucca, e poco dopo (12 giugno 1316) Console a vita.
Il potere ghibellino e la signoria di Lucca furono consolidati negli anni successivi da Castruccio Castracani. Nel 1320, Castruccio riprese improvvisamente le ostilità contro i fiorentini, irrompendo nel loro territorio, incendiando e razziando dove passava (si trovano notizie del suo passaggio a Prato e nella sua periferia). Nel medesimo anno l'arciduca d'Austria Federico I d'Asburgo lo nominò vicario per Lucca, la Lunigiana e la Val di Nievole, e in tale incarico fu confermato nel 1324 dall'imperatore Ludovico il Bavaro, suo amico e alleato.
Il 22 settembre e 23 settembre 1325, nella battaglia di Altopascio, batté nuovamente i fiorentini di parte guelfa coadiuvato da Guido Tarlati signore di Arezzo e Azzo Visconti, facendo grande razzia di prigionieri, e anche per questo fu nominato, sempre da Ludovico il Bavaro, duca di Lucca.
Con l'aiuto di Filippo Tedici assoggettò Pistoia e consolidò le sue mura abbattute dai Guelfi Fiorentini e Lucchesi nel 1306.
Mentre stava quindi muovendo verso Firenze, fu costretto a rinunciare all'assedio per partecipare a Roma all'incoronazione dell'imperatore Ludovico. Durante il soggiorno romano, ricco di soddisfazioni, fu nominato anche Grande Legato per l'Italia.
In seguito mise a punto un piano per allagare Firenze chiudendo l'Arno a Lastra a Signa, in località la Gonfolina, che agrimensori interessati ritennero impossibile.
Ludovico il Bavaro concedette a Castruccio Castracani per i suoi meriti di inserire nel suo stemma araldico («Can bianco in campo Azzurro»), gli scacchi azzurro e argento dei Duchi di Baviera.
Fu costretto per l'insurrezione di Pistoia a tornare velocemente a Pisa e, da lì, con il suo speciale corpo di duemila balestrieri, si precipitò sotto le mura di Pistoia. Assediata dall'esercito lucchese, la città non resistette a lungo e in poco tempo Castruccio riuscì ad impossessarsene nuovamente.
Insieme a Ludovico, Castruccio fu scomunicato nel 1327 dal Papa Giovanni XXII, per la sua avversione al potere temporale della Chiesa.
Morì a Lucca il 3 settembre del 1328, a causa di un'improvvisa febbre malarica, mentre si preparava a riprendere le armi contro Firenze. Il 6 agosto dello stesso anno era morto a Pescia Galeazzo Visconti, già indebolito da una lunga prigionia nelle carceri del Castello di Monza e stroncato anch'esso dalla malaria, contratta probabilmente stando con Castruccio nelle osterie intorno a Pistoia. Gli successero i figli legittimi Giovanni, Arrigo e Valeriano e il figlio naturale Altino.
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A Ghivizzano, nella Media Valle del Serchio, Castruccio Castracani ristrutturò l'intera rocca, compresa la torre e vi costruì accanto una caserma, denominata “la Casa del Capitano del Popolo”, per ospitare la guarnigione, circa 40 soldati, cinse l'intero borgo con delle mura (lungo via Sossala ,cioè sub-sala, 'sotto la sala', possiamo ancora notare le feritoie per l'appostamento dei balestrieri) e costruì un palazzo, le cui mura ospiteranno nei secoli personaggi illustri, come Francesco Castracane, Paolo Giunigi e Francesco Sforza
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Fatti non fummo per viver come bruti, ma per professar virtute e conoscenza..... Per etica ed onesta', per la gente tra la gente con la gente. In memoria di Albano Fini. capitan.futuro3000@gmail.com
sabato 30 marzo 2019
IL 29 MARZO 1281 NAQUE, CASTRUCCIO CASTRACANI, UN RICORDO DEL GRANDE CONDOTTIERO. by Gazzetta degli Antelminelli.
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