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BORGO A MOZZANO - Piano di Gioviano, SP2 Lodovica.

LETTORI SINGOLI

giovedì 20 marzo 2014

ASPETTI NEGATIVI DI UN INCENERITORE A BIOMASSE MODELLO ALCE

Gli inquinanti emessi dagli impianti a biomasse

Gli impianti a biomassa possono produrre emissioni solide (particolato e idrocarburi incombusti), emissioni liquide e emissioni gassose. Le emissioni di particolato sono in genere le più rilevanti, mentre riguardo altri inquinanti i livelli dipendono dal tipo di combustibile usato dall’impianto e dal modo in cui la biomassa viene bruciata.

Per un calcolo complessivo dell’impatto ambientale di un impianto a biomassa, comprensivo degli impatti in fase di costruzione, esercizio e dismissione e di quelli dovuti alle attività connesse con tali fasi, la life-cycle-analysis (in italiano "analisi del ciclo di vita", conosciuto anche con l'acronimo LCA) individua le operazioni di approvvigionamento, trasporto e stoccaggio della biomassa quali sorgenti di rilevanti emissioni in atmosfera. Per questo motivo si ritiene importante includere questa problematica nei successivi approfondimenti.

gli svantaggi dell’impiego energetico della biomassa sono quasi esclusivamente ambientali, dovuti alle sostanze inquinanti emesse nelle operazioni di approvvigionamento, dagli eventuali processi di trasformazione del combustibile, nonché dallo specifico impianto di conversione energetica.

L’impatto ambientale delle operazioni di approvvigionamento, come già sottolineato, è collegato alla dimensione del bacino da cui proviene la biomassa e quindi il contenimento di questo impatto induce a preferire la “filiera corta”. Questa condizione pone inevitabilmente un limite alla taglia dell’impianto di potenza, poiché, in base alla produttività di biomassa del terreno, pur molto variabile a seconda che si tratti di residui ovvero di colture dedicate, il bacino di approvvigionamento di un impianto aumenta all’aumentare della potenza installata. Tuttavia, per impianti di piccole dimensioni (<1MWt) si verifica quasi inevitabilmente una criticità relativamente alle emissioni specifiche dell’impianto. Infatti, rispetto a questo punto, si è già dovuto sottolineare che tali impianti possono presentare in generale emissioni significative di polveri, NOx e IPA e metalli pesanti dipendenti sia dalla biomassa impiegata, sia dalla tecnologia dell’impianto, sia dalla presenza ed efficienza di sistemi di abbattimento degli inquinanti. D’altra parte la presenza dei sistemi di abbattimento è indirettamente connessa con la taglia dell’impianto, poiché l’investimento necessario alla loro installazione è rilevante e quindi è usualmente previsto per impianti di media-grossa taglia.

NEL CASO DELL'ALCE , UN IMPIANTO DICHIARATO DA 48,5 MW , MA COME DIMOSTRATO DALLO STUDIO SCIPIONI BEN OLTRE 90 MW , L'IMPATTO AMBIENTALE CADREBBE ANCHE SUI TRASPORTI FACENDO ARRIVARE IL LEGNAME DA MOLTO LONTANO, VISTO CHE IL CONSUMO E' STIMATO IN 18,2 tonn/ora !!!!!!
437 tonn/giorno.......
160.000 tonn/anno......
IN PRATICA LA VALLE SAREBBE INTERAMENTE DISBOSCATA IN CIRCA 2 ANNI !!!!!!
Anche le emissioni sarebbero altrettanto ingenti, paragonabili a quelle della TIRRENO POWER di Vado ligure
Con la differenza che li il riciclo d'aria e' ingente in quanto e' sul mare.......
Mentre noi siamo in una valle chiusa senza nessun ricliclo dell'aria, quindi ricadrebbe tutto su di noi e sul futuro dei nostri figli.

Fate un semplice calcolo quanti camion servono al giorno per portare 4.370 quintali di legname ????
DA 80 a 90 !!!!!!!!

No agli inceneritori, perché aumentano la mortalità. Sabato 12 gennaio a Terni si è svolto un convegno dal titolo “Inceneritori e salute: nessun rischio?”, organizzato dal Comitato No Inceneritori Terni e dall’associazione LiberaMente. Un tutto esaurito che già da solo significa tanto.

L'incontro, a cui hanno partecipato numerosi esperti del settore, ha sottolineato i potenziali danni rappresentati dagli inceneritori con le loro emissioni, queste ultime responsabili di un aumento dell'incidenza dei tumori.

Il convegno si è svolto nella sala rossa di palazzo Gazzoli, a Terni. Vi hanno preso parte il Prof. Giuseppe Giorgio Nenci, professore ordinario emerito di Medicina interna presso l’Università degli studi di Perugia, il Dott. Valerio Gennaro, responsabile del centro operativo regionale (COR Liguria) del registro nazionale mesoteliomi presso l’Azienda ospedaliera universitaria San Martino, Istituto Nazionale per la ricerca sul cancro e il Dott. Giovanni Vantaggi dell’associazione Medici per l’ambiente.

La riaccensione dell'inceneritore di Terni desta dunque preoccupazione in Umbria. Secondo Nenci, un inceneritore emette circa 250 tipi di composti volatili, di natura prevalentemente sconosciuta. Di essi, solo il 2% ricade sulla superficie circostante. La restante parte, trasportata dal vento, finisce per raggiungere il suolo, le acque, le coltivazioni e gli allevamenti. Da qui all'uomo il passo è breve.

A preoccupare gli esperti sono le nanopolveri. Come ha mostrato un precedente dossier del Comitato, l'incenerimento dei rifiuti produce nanopolveri, diossine, furani ed altre sostanza tossiche che se inalate o assunte attraverso alimenti che le hanno assorbite, possono raggiungere in poche ore gli organi attraverso il sangue. Le patologie da essi derivanti sono cancro e altre malformazioni letali, ma anche malattie come Parkinson e Alzheimer.

GLI INCENERITORI E I LORO EFFETTI SULLA SALUTE

INCINERATORS AND THEIR HEALTH EFFECTS di JULIET DUFF

GLI INCENERITORI E I LORO EFFETTI SULLA SALUTE Incenerire brucia la responsabilita’ . Rapporto medico da oltremanica traduzione di Roberto Topino*

L’incenerimento è un argomento di attualità in Irlanda dal momento che il nostro governo sta portando avanti dei piani finalizzati alla realizzazione di numerosi inceneritori sul nostro territorio per affrontare il problema dei rifiuti. La storia ha dimostrato che occorrono decine di anni per identificare gli effetti sulla salute di procedure che portano ad un aumento dei composti chimici nell’ambiente. Più volte i primi segnali di avvertimento sono stati ignorati e di seguito si sono rivelati ben più importanti di quanto si potesse ipotizzare all’inizio. Oltre alle ben note premature rassicurazioni date in passato circa l’utilizzo di pesticidi tossici come il DDT, era anche inattesa la scoperta che la maggiore fonte di contaminazione da diossina negli alimenti fosse negli inceneritori di vecchia generazione nel Regno Unito. Per queste ragioni, la British Society for Ecological Medicine ha recentemente pubblicato un rapporto sugli effetti sulla salute provocati dagli inceneritori di rifiuti. Nella loro introduzione, i medici inglesi spiegano che lo scopo del loro lavoro è quello di esaminare ogni evidenza al fine di ottenere una valutazione equilibrata di quali potranno essere i rischi per la salute collegati agli inceneritori di nuova e futura generazione. L’incenerimento non risolve il problema dei rifiuti, ma si limita a ridurne la quantità approssimativamente al 30 – 50 % della loro massa originale, che viene trasformata in una cenere che contiene una concentrazione di alcune delle sostanze più tossiche, come le diossine e i metalli pesanti. Lo smaltimento in sicurezza di questi rifiuti tossici è molto problematico per via degli inquinanti che filtrano dalle discariche, raggiungono le falde e contaminano l’acqua in un modo che viene considerato praticamente irrimediabile. La Commissione Europea ha dichiarato che questa potrebbe essere in futuro una delle sorgenti più importanti di diossine. Bisogna tenere presente anche il rischio di incidenti durante il trasporto di queste ceneri tossiche verso i siti di interramento. Gli inceneritori rilasciano centinaia di sostanze chimiche tossiche nell’atmosfera durante la combustione dei rifiuti. Poche sono le conoscenze circa i rischi di molte di queste sostanze, particolarmente quando sono combinate fra loro. L’esatta composizione delle emissioni di un inceneritore è difficile da valutare e dipende da cosa viene bruciato, dall’efficienza dell’impianto di incenerimento e dalla disponibilità di sistemi di abbattimento degli inquinanti. Siccome la natura chimica dei rifiuti è variabile, la potenzialità di effetti nocivi delle emissioni degli inceneritori è molto difficile da valutare. In termini di effetti sulla salute, alcuni dei più importanti costituenti delle emissioni sono i materiali particolati, i metalli pesanti e i prodotti della combustione delle sostanze chimiche sintetiche. Il materiale particolato (PM) è una complessa miscela di particelle organiche ed inorganiche, che possono essere sospese nell’aria in forma solida, liquida o entrambe. C’è una vasta documentazione, in costante aumento, che evidenzia i danni alla salute dei materiali particolati trovati nelle emissioni degli inceneritori. Ricerche fatte a Bonn nel 2004 a cura della WHO European Centre for Environment and Health, hanno portato ai seguenti risultati. Il materiale particolato (PM) aumenta il rischio di morte respiratoria nei bambini di età inferiore ad un anno, danneggia lo sviluppo della funzionalità polmonare, aggrava l’asma e causa patologie respiratorie di tipo bronchitico nei bambini. Il PM 2,5 danneggia seriamente la salute, aumentando i decessi da accidenti cardiovascolari, da malattie respiratorie e da tumori polmonari. L’aumento della concentrazione di PM 2,5 aumenta il numero di accessi al pronto soccorso per cause cardiovascolari e respiratorie. Il PM 10 determina un aumento delle patologie respiratorie, come indicato dal numero di ricoveri per malattie dell’apparato respiratorio (Rapporto WHO, 2005; 2). In tema di metalli pesanti, vari metalli trovati nelle emissioni e nelle ceneri prodotte dagli inceneritori, sono conosciuti o sospetti come cancerogeni. Queste tossine, nel tempo, si accumulano nel nostro organismo. Nei bambini sono state correlate con varie patologie tra cui l’autismo, la dislessia, le allergie, i comportamenti impulsivi, i deficit di attenzione, i disturbi da iperattività, le difficoltà di apprendimento, la diminuzione dell’intelligenza e l’aggressività. Gli adulti esposti a particolato hanno dimostrato maggiori livelli di violenza, demenza e depressione rispetto ai non esposti. Il particolato è stato correlato anche con il morbo di Parkinson. L’inalazione di alcuni tipi di particelle, come nichel, berillio, cromo, cadmio ed arsenico, aumenta il rischio di cancro del polmone. Il mercurio, che è uno dei metalli più pericolosi, è neurotossico ed è implicato nelle difficoltà di apprendimento, nell’iperattività e nella malattia di Alzheimer. Il rapporto ha anche riscontrato che un notevole numero di tossine emesse da un inceneritore può causare danni al sistema immunitario. Si pensa attualmente che l’effetto sinergico della combinazione di varie tossine possa determinare un danno immunitario maggiore rispetto a quello prodotto dai singoli inquinanti [n.d.t.: in farmacologia questo effetto viene definito sinergismo con potenziamento]. Molte di queste sostanze chimiche sono solubili nei grassi e possono accumularsi nei nostri organi e nei nostri tessuti. Queste sostanze sono particolarmente pericolose per i bambini non ancora nati, perché molte di queste tossine sono trasmesse attivamente al feto attraverso la placenta materna, per un errore dell’organismo, che le scambia per minerali essenziali. Fino alle ultime fasi della gravidanza, gli unici tessuti grassi del feto sono nel sistema nervoso ed in particolare nel cervello, dove queste pericolose sostanze possono accumularsi. Il National Research Council fu istituito per informare il governo degli Stati Uniti sulla quantità di popolazione che sarebbe stata esposta ai rischi per la salute causati dagli inceneritori. La conclusione fu che gli inquinanti persistenti nell’aria, come diossine, furani e mercurio, possono essere dispersi su vaste regioni, ben oltre le aree locali e persino nelle nazioni confinanti. Il cibo inquinato da un inceneritore può essere consumato sia da persone del posto che da persone che abitano molto lontano, per via dei trasporti degli alimenti a mercati, che si possono trovare anche a grande distanza dal luogo di produzione. In ogni caso, le popolazioni distanti sono verosimilmente più esposte a causa dei trasporti a lungo raggio, piuttosto che dalla deposizione di inquinanti su cibi coltivati in posti lontani da inceneritori (B.S.E.M.report,2005;34). Valutando gli impianti moderni, che causano un minore inquinamento, gli studiosi hanno rilevato che le ceneri risultano più tossiche e vengono più facilmente trasportate dal vento. Questo è un fatto di importanza cruciale, perché non ci sono ancora metodi adeguati per trattare queste ceneri volanti ed è noto che sono scarsi i regolamenti in materia. Il costo dell’incenerimento è enorme, non solo per il costo della lavorazione, che è già molto alto, ma anche in termini di danni alla salute e all’ambiente, che possono costare cifre molto alte a carico della collettività. E’ stato esattamente per questo tipo di situazioni di rischio che il Principio di Precauzione è stato introdotto nelle leggi nazionali ed internazionali. Un recente riesame degli effetti sulla salute causati dagli inceneritori ha riscontrato una correlazione positiva con la comparsa di tumori e di malformazioni congenite. In base alle evidenze presentate in questo rapporto, si direbbe che la realizzazione di inceneritori di rifiuti urbani non sia soltanto una contravvenzione al Principio di Precauzione, ma anche una possibile violazione delle leggi Europee. Infine, gli autori del rapporto notano che a fronte di questi risultati e delle difficoltà nella ricerca delle cause del cancro e di altre malattie croniche, è oggetto di considerevole preoccupazione il fatto che gli inceneritori sono stati realizzati senza un esauriente sistema di studio degli effetti sulla salute e che altri impianti sono in programma senza un adeguato monitoraggio delle emissioni e dello stato di salute delle popolazioni locali (B.S.E.M. report, 2005; 21). Come fa notare il Professor C. V. Howard del Centre for Molecular Biosciences, University of Ulster, nella sua prefazione del rapporto, l’incenerimento distrugge le responsabilità ed incoraggia le industrie a continuare a produrre sostanze che creano problemi legati alla loro tossicità. Quando i rifiuti sono ridotti in cenere, chi può dire chi li ha prodotti? Gli ultimi 150 anni hanno visto una progressiva “tossificazione” del flusso dei rifiuti con metalli pesanti, radionuclidi e molecole alogenate sintetiche. E’ ora di iniziare ad invertire la tendenza e certo non lo faremo continuando ad incenerire i rifiuti.

2 commenti:

  1. le rinnovabili sono una manna se applicate a bassa intesita , questi impanti rispondono solo a logiche speculative . atte solo a far arrivare finanziamenti a speculatori di turno .

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    1. Concordo in pieno........
      Lo stesso vale per le cave !!!!!

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