Esiste
una morsa che schiaccia chi non vuole stare nel calderone della
reticenza. C'è chi ha voluto (e ancora vuole) schiacciarmi,
umanamente e professionalmente. Ha avuto piccole vittorie, questo è
vero, ma non mi ha sconfitto. E questo vuol dire che, la Libertà, è
uno spazio concesso solo a chi è capace di resistere.
Scrivere
la recensione di un libro è sempre un qualcosa che faccio
volentieri,specie se mi ha appassionato.
“Dalla
passione alla rabbia” è un libro che consiglierei di leggere a
tutti. Una appassionata
e sincera denuncia in prima persona di un semplice poliziotto (come
ama definirsi l' autore) che oltre ad essere un uomo delle
istituzioni e' in primo luogo un cittadino che ha trovato il coraggio
di non voltarsi dall' altra parte e non piegare mai la testa di
fronte ad una storia di ordinaria corruzione e malaffare nel mondo
del sempre piu' redditizio business dell'immigrazione e dei centri di
accoglienza per i richiedenti asilo.
IL
lungo racconto di Contucci, fa riflettere e meditare, è un
insegnamento di civiltà che dobbiamo ascoltare e fare nostro per
tendere una mano a questo giovane uomo che ha avuto il coraggio di
mostrare il suo volto, che ha avuto la perseveranza, nonostante gli
ostacoli posti sul suo cammino privato e professionale, di puntare il
dito su un argomento che fa discutere, solo discutere, senza agire,
il ‘fenomeno immigrazione’, leggendo quelle parole diventa una
realtà conosciuta a pochi e sconosciuta ai molti e questo giovane
uomo.
Daniele
Contucci, ha avuto l’ardire di sfidare le autorità, battendo i
pugni sul tavolo per farsi ascoltare, ha avuto la tenacia di
perseguire l’ideale che i vertici, e non solo i vertici ma anche la
politica e i sindacati, hanno poi tradito con noncuranza,
abbandonandolo a se stesso, una voce fuori dal coro che deve essere
messa a tacere.
Non
ha avuto peli sulla penna nello scrivere Daniele Contucci, guardia a
difesa del popolo italiano, e ha denunciato i fatti e i misfatti di
una classe che dovrebbe essere a protezione del cittadino mentre
invece è al servizio di interessi e maneggi vari, guidata, questa
classe, da burattinai ben occulti che del potere ne hanno fatto
un’arma a difesa dei propri privilegi. Daniele Contucci si è messo
in prima persona per una denuncia sociale che doveva essere fatta,
una denuncia sociale affinché il cittadino italiano sapesse in quali
condizioni i nostri poliziotti sono costretti a prestare il loro
servizio, tra l’altro mal pagato, a quali pericolose malattie
esposti senza protezioni, un quadro che lascia sbigottiti di fronte a
questa realtà chiamata ‘fenomeno immigrazione’ e che costa al
cittadino italiano fior di quattrini che andranno in tasca non
certamente a quella povera gente che sbarca sulle nostre coste in
cerca di un futuro, ma che andrà in tasca a quei potenti che già
ricchi, avidi sempre più di denaro e potere, se ne faranno godimento
personale.
Un
libro che non lo nascondo ha fatto male leggerlo, più di altri, ma
che consiglio a tutti di leggere in accoppiata con “profugopoli”
di Maria Giordano per avere una visione a 360° su tutto il business
che gira intorno ai migranti.
Spero
prima o poi di conoscere Daniele personalmente e stringergli la mano,
nel frattempo farò conoscere il suo libro il più possibile
L'autore
Daniele
Contucci Daniele Contucci è nato a Roma il 28 novembre 1970. Ha un
diploma tecnico per geometri e ha iniziato studi universitari in
giurisprudenza interrotti per esigenze personali e familiari.
Poliziotto dal 1990, ha lavorato su tutto il territorio italiano, nel
controllo del territorio e dell'ordine pubblico, specializzandosi poi
in materia d'immigrazione. Ha ricoperto un incarico sindacale,
denunciato pubblicamente la cattiva gestione del fenomeno
immigrazione. Ha lavorato al CARA di Mineo CT, riducendo notevolmente
la permanenza dei richiedenti asilo politico: la task force di cui
faceva parte, stranamente veniva demansionata e poi chiusa. Ha
denunciato l'esposizione rischio malattie infettive durante gli
sbarchi di migranti e i loro mancati fotosegnalamenti, causa di
un'infrazione europea ai danni dell'Italia. Successivamente subiva
ritorsioni in ambito lavorativo. Per questo e molto altro continua le
sue battaglie di libertà, verità e giustizia contro la casta e il
malaffare, con grande forza e coraggio. È dirigente sindacale Consap
in servizio presso la Direzione Centrale dell'Immigrazione e della
Polizia delle Frontiere.
Distinti saluti
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