Fare rete fra le aziende e gli altri soggetti del territorio, in primis le amministrazioni pubbliche, per rimettere al centro della ripresa del settore nautico il distretto locale e le professionalità che hanno reso Viareggio famosa nel mondo; integrarsi, a livello sindacale, con le altre categorie coinvolte nelle lavorazioni nautiche, in un panorama sempre più frastagliato e sparso e raccogliere dati precisi sulla situazione a livello regionale e non solo; proseguire la battaglia contro il frazionamento di Polo Nautico in quanto contrario alla tendenza attuale del mercato e per delle condizioni lavorative stabili e in sicurezza, nell'ottica di arrivare ad un contratto d'area, territoriale e regionale e di filiera. Sono alcuni passaggi dell'intervento di Mauro Rossi, segretario Fiom Cgil della provincia di Lucca, che ha aperto il convegno "Quale modello per la nautica da diporto a Viareggio", che si è svolto questa mattina – 29 maggio – alla Croce Verde di Viareggio.
Rossi ha anche descritto la situazione attuale della Darsena viareggina, fra appalti e esternalizzazioni, capannoni vuoti o adibiti al solo rimessaggio, piccole e medie aziende artigiane colpite dalla crisi degli ultimi anni e che oggi vengono rimpiazzate da altre dislocate in un territorio sempre più vasto, anche fuori regione, pronte a fornire servizi completi, chiavi in mano. "I cantieri di Viareggio sono diventati coordinatori di commesse altrui, si affidano agli uffici tecnici delle ditte esterne – ha detto Rossi – e anche alcuni grandi marchi hanno ormai un numero estremamente ridotto di addetti nelle officine, oppure trasferiscono i lavoratori in altre località. Vogliamo provare a ricomporre un ciclo produttivo prima che sia troppo tardi? Allora ricominciamo a parlare di contratto d'area e di ascolto delle istanze dei lavoratori da parte dei soggetti pubblici".
Un suggerimento raccolto da Dalida Angelini, segretaria Cgil Toscana, che ha parlato di "contrattazione di filiera" e di un suo prossimo interessamento per riprendere il dialogo con l'Autorità portuale viareggina e con la Regione Toscana per affrontare la questione della nautica a livello più ampio.
A rappresentare le istituzioni erano presenti il vicepresidente della Provincia di Lucca Umberto Buratti e il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro che ha dichiarato di voler mantenere la proprietà pubblica della Viareggio Porto (società per la gestione degli ormeggi dei diportisti, oggi all'asta) e di voler procedere alla risoluzione dell'annosa questione del terzo lotto dell'asse di penetrazione che "si farà, ascoltando le parti con un percorso partecipativo, ma non c'è più tempo per tergiversare". "Vogliamo che le grandi imbarcazioni circolino e possibilmente rimangano a Viareggio – ha aggiunto il sindaco – considerando anche l'indotto che questi grandi yacht portano".
La realtà del lavoro in cantiere l'hanno raccontata due delegati sindacali e membri del direttivo Fiom provinciale. Andrea Di Stefano, di Azimut Benetti, ha parlato della necessità di una figura di riferimento per il coordinamento sindacale fra tutti i vari soggetti che normalmente sono presenti sulle lavorazioni.
"Ogni giorno in cantiere entrano addetti di ditte esterne che non hanno formazione né le basilari nozioni di sicurezza e a volte non parlano affatto l'italiano " ha detto Giovanni Martinelli di Fipa immobiliare (azienda in liquidazione che dovrebbe essere rilevata a breve). "Cosa potrebbe succedere in una situazione di emergenza, quando tutti devono sapere come reagire secondo le norme?".
Un discorso ripreso e ampliato da Massimo Braccini, segretario della Fiom Toscana. "Un tempo il lavoratore veniva formato in azienda e le competenze acquisite rappresentavano il valore aggiunto della cantieristica di Viareggio, prima mercantile e poi da diporto – ha detto Braccini - mentre da anni le imprese hanno puntato tutto sulle esternalizzazioni senza rendersi conto che, finito il boom degli anni Duemila, dopo la crisi iniziata nel 2008 e di fronte ad una ripresa del mercato, è più che mai la qualità a fare la differenza in un'epoca di globalizzazione e la qualità si basa prima di tutto sulle persone che lavorano".
Preso atto di quanto detto dal sindaco sulla Viareggio Porto e l'asse di penetrazione, restano aperte le questioni dell'area del Triangolino e del frazionamento di Polo Nautico, "segnale di un pesante declino nella valutazione strategica sul futuro del settore e della città - ha detto Braccini - contro il quale la Fiom ricorrerà al Consiglio di Stato".
Al convegno è intervenuto anche Pietro Angelini, direttore del consorzio Navigo che ha commentato il successo della prima edizione del Versilia Yachting Rendez Vous. Un ritorno importante di una fiera nautica in città, organizzato in poco tempo con la collaborazione di 23 Enti e che per il futuro dovrà valorizzare la caratteristica di "fabbrica trasparente" che contraddistingue Viareggio. "Via Coppino per la nautica come via Montenapoleone per la moda" ha detto Angelini.
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Alcuni dati e numeri dalla relazione di Mauro Rossi:
Nelle prime 40 aziende che nel mondo producono grandi imbarcazioni 16 sono italiane e 8 sono viareggine e di queste 4 sono nei primi 10.
Nel 2000 a Viareggio nella nautica c'erano 4000 addetti e 1300 lavoravano nel settore mercantile. Dopo la riconversione al diportismo si è avuto un boom fino al 2008 quando c'erano 7mila dipendenti di cui soltanto 700/800 diretti. Oggi in Darsena ci sono 4500 dipendenti di una filiera allargata: ci sono quelli che costruiscono, progettano, la vendita, le attività portuali etc.. Di questa filiera sono 700 le aziende che risiedono a Viareggio, 1400 nell'intera provincia di Lucca. E sono 4000 in Toscana, anche dove non c'è il mare, che danno lavoro a circa 15mila addetti.
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Daniela Francesconi
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