il 16 agosto 2018 ricorre il 90' anniversario della morte di un eroe lucchese, Carlo Del Prete, celebrato nel mondo, come ad esempio a Roma, Rio de Janeiro, Porto Natal, ma non a Lucca, dove il 21 agosto 1897 nacque, contrariamente a quanto si crede, ossia a Sarzana. Molti non ne hanno neppure conoscenza o memoria, perché a Lucca si celebra altro, ma non un eroe che ha dato onore e lustro alla sua antica patria. Carlo Del Prete era un pilota aeronautico, morto in Brasile dopo aver compiuto l'impresa leggendaria della trasvolata atlantica da Sesto Calende a Porto Natal. Il nostro eroe è stato anche medaglia d'oro al valore aeronautico. Se non fosse per la nipote, Alessandra Del Prete, non ci sarebbe neanche una piccola cerimonia per ricordarne le gesta.
Le uniche onorificenze pubbliche sono il nome di una strada e l'aeroplano posto all'ingresso della città, al quale nessuno può avvicinarsi per leggerne la storia o celebrare il ricordo del grande uomo che rappresenta. Mi domando come mai se il mondo ci invidia i suoi natali, le istituzioni locali lo ignorino del tutto e diano spazio ad altre figure meno nobili, meno intinte di storia. Tra i ricordi più cari ancora in possesso della sua famiglia, si possono annoverare regali d'oro ricevuti da Benito Mussolini, alcuni oggetti donati da Gabriele D'Annunzio e tanti altri; questi oggetti rappresentano il rispetto che quest'uomo godeva nel mondo, per le sue imprese, per il suo essersi distinto ed è proprio per questo che Lucca non deve dimenticare un pezzo di storia che le dà valore ed eccellenza. Mi permetto di sottolineare che da circa 2 anni non si può visitare la sua tomba presso il cimitero di Sant'Anna, perché la fatiscenza in cui versa, rende impossibile l'inoltrarsi.
Marcella Maniglia
Segretario Lega Lucca e piana
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BIOGRAFIA da WIKIPEDIA:
Carlo fu erede di un'influente famiglia lucchese. Il padre, Lorenzo, era un medico con importanti cariche cittadine, tra cui quella di sindaco. La madre, Fedilla Francini, invece, era di Fazzano, frazione di Fivizzano, dove Carlo, da bambino, era spesso ospite nella villa dei nonni, dei proprietari terrieri benestanti. Dopo gli studi classici affrontati brillantemente presso il ginnasio-liceo "Machiavelli", intraprese la carriera militare iscrivendosi all'Accademia Navale di Livorno. Ancora allievo partecipò ad alcune operazioni della Guerra di Libia. Allo scoppio della prima guerra mondiale venne destinato dalla Regia Marina in Adriatico, prima sulla nave da battaglia Giulio Cesare e poi sull'esploratore Aquila. Nella notte tra il 10 e l'11 febbraio 1918 partecipò con la propria nave con Gabriele D'Annunzio alla beffa di Buccari, ove scortò i Mas fino alle bocche del Carnaro e rimase a proteggerli fino all'alba successiva.
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