di Manuela Vignolini
Quando ti alzi ogni mattina e per prima cosa cerchi su Facebook i pensieri e le emozioni di un padre verso suo figlio, ucciso l’11 agosto scorso in Spagna, sei anche consapevole di poter fare ben poco per questa famiglia se non far riecheggiare fin dove è possibile il loro desiderio di giustizia. Perchè sopravvivere ad un figlio è straziante ed innaturale, specie se te lo portano via solo per cruda cattiveria. Colpire per uccidere! Questo è quanto è stato fatto a Niccolò in una serata che doveva essere spensierata e senza aver provocato alcuno. Perché è notizia di questi giorni che questo ragazzo tranquillo e amato da tanti , non era ubriaco, tantomeno aveva assunto droghe. Lo dicono gli amici che erano con lui e lo dice purtroppo l’autopsia. E seguendo da mesi le reazioni di chi ha manifestato solidarietà alla famiglia, la targa in sua memoria messa al Mercato Centrale di Firenze dove Niccolò lavorava, capisci che non sei davanti al solito ”era tanto bravo”, ma alla pura e semplice verità. Non importa se non lo hai conosciuto personalmente, poteva esserti figlio. Già, perché i bravi ragazzi esistono ancora, quelli che semplicemente si impegnano per il futuro e sanno anche divertirsi rispettando se stessi e gli altri. Che bella la parola RISPETTO, come genitori lo insegniamo da subito ai figli e poi basta qualcuno che questa parola non la conosce e che, se va bene, si diverte a prevaricare (bullismo) oppure nel peggiore dei casi agisce fisicamente sentendosi onnipotente. In questo caso con tanto di platea filmante che non muove un dito per fermare gli eventi. Credo che in tanti si siano ritrovati a vedere l’orrendo video che attesta come fu colpito Niccolò. Non giudico, non condanno, non sono nessuno per farlo, ci penserà la Giustizia. Sono solo una mamma che come la Famiglia Ciatti lascia libera la figlia di muoversi nel mondo, rischiando potenziamente di non vederla tornare. Però mi faccio delle domande, mi chiedo perché non esista più la solidarietà,lo spirito di gruppo, perché pur essendo in tanti a filmare nessuno si è mosso? Tante domande inutili che non fanno tornare in vita un bravo ragazzo, ma che spero facciano riflettere altri, così come è accaduto a me….e soprattutto si estenda a tantissimi la richiesta di Giustizia per Niccolò. E sarebbe anche arrivato il momento di non sottovalutare il bullismo, di considerarlo un male sociale, un disagio relazionale tra giovani che si evolve nel tempo e si trasforma in prevaricazioni in famiglia, sul lavoro e con gli altri.
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