Sono
ormai poche le occasioni in cui scrivo per il puro piacere di farlo.
Mi piacerebbe farlo più spesso,ma tra la politica,sociale,lavoro e
vita privata qualcosa bisogna sacrificare. E comunque anche oggi non
vo lontano dal solito,non è un racconto o una poesia,ma una
riflessione sul Natale e le feste.
Chi
mi conosce solo negli ultimi anni, sa che ho uno spirito natalizio
degno del Grinch,ma non è sempre stato così,anche se ora pare
impossibile.Ma come dico sempre meglio essere cattivi e non
tirarlo in tasca alla gente che
essere “buoni” e ipocriti a livelli stratosferici.
Ormai
non vedo più la festa di Natale ma tanta tanta ipocrisia. E
consumismo ai massimi livelli.
Ormai
natale è una festa fatta per vendere dolci,regali e giocattoli, dove
si è perso il senso della festa religiosa. Senza contare che
quest'anno ci si è messa la tecnologia e il buonismo di una certa
parte politica.
La
tecnologia perchè tra social e varie app di messagiastica, si fanno
gli auguri un po a tutti,anche a chi ci sta cordialmente sulle
scatole.Addirittura si riceve dei generici auguri di buone feste che
si capisce sono stati inviati con l'opzione “invia a tutti”
dall'app di turno.E se proprio va male quei video virali
stra-riciclati che riceviamo almeno 5 volte.
Ah
il progresso! Prima c'erano i regali riciclati che facevano il giro
di decine di persone senza mai essere aperti,ora in pochi istanti
abbiamo la solita foto/video che fa il giro di milioni di utenti
senza un minimo di auguri sentiti.
E
va anche di lusso in confronto alla strumentalizzazzione politca
fatta sulle tradizioni natalizie e sul presepe da alcuni partiti
politici di sinistra. Quelli dell'accoglienza indiscriminata e del
buonismo legata ad essa. Non volendo lasciare in pace neanche a
Natale ne hanno fatto una crociata per propagandare l'accoglienza
indiscriminata e il business legato ad essa con retoriche di vario
genere. Naturalmente chi non la pensa come loro è
cattivo,razzista,fascista,ecc...
Naturalmente
nel far finta di essere buoni la gente,fa due offerte in questo
periodo per sentirsi più buoni,sbattendosene poi del resto dell'anno
se la gente non ha lavoro,ha lo sfratto,non sa come andare
avanti,ecc...anzi il più delle volte magari applica il detto vita
mea mors tua spingendoti
nell'abisso pur di avere qualcosa in più.
In
un certo senso aveva visto giusto Charles Dickens nel 1843 col suo
libro Il canto di Natale.
Peccato che il significato del libro sia andato dimenticato e di
questo rimangono solo svariati adattamenti commerciali da trasmettere
nel periodo natalizo per fare soldi.
E
quindi cosa rimane del natale,quello vero? Nulla se non un occasione
per spendere soldi e vedere l'ipocrisia della gente.
Con
questo non voglio offendere quelli che lo festeggiano col cuore,ma
solamente dire la mia su quello che è diventata una festa santa
nella società moderna ipocrita come pochi.
E
meno male che da domani possiamo ristarci sulle scatole senza
finzioni.
Distinti Saluti
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