Mi
chiamo Giulia, ho 18 anni da pochi giorni e vivo a Quarrata.
Questa mattina
ho assistito per la prima volta alla Commemorazione dei Caduti in
guerra.
Non intendo
fisicamente perché c’ero già stata . Intendo che ero li,
presente, con la consapevolezza di ciò che provavo ,di
ciò che quei nomi incisi su un cippo commemorativo rappresentavano
per la storia della mia città e per il fatto di sentirmi parte
integrante di una comunità in quanto maggiorenne.
Mi
ha colpita la solennità dell’evento, mi
sono soffermata sui volti, mentre
l’Assessore Lia Colzi leggeva una
poesia bellissima e significativa che ho studiato a scuola:
Di
queste case
Non è rimasto
Che qualche
Brandello di
muro
Di tanti
Che mi corrispondevano
Non è rimasto
Neppure
tanto
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
E’ il mio cuore
Il
paese più straziato
Credevo
che aver iniziato ad interessarmi di politica, mi avesse resa più
fredda.
Invece
per un attimo mi sono rivista in quel giovane poeta che era partito
credendo fosse doveroso per l’Italia entrare in guerra, per poi
ritrovarsi in mezzo a rovine, dolore e morte. Quei morti
che lo circondavano e che lo portavano ad amare ancora di più la
vita.
Ho
continuato a guardarmi attorno:
corona
d’alloro e fiori per doveroso rispetto.
Gli
Alpini e la loro volontà di tramandare eventi.
Le
istituzioni, che oggi non hanno pronunciato frasi retoriche, ma
sentite.
Età
media 50 anni, credo,perché alla mia età gli adulti sembrano
tutti matusa.
Eccola
la nota stonata: di ragazzi c’ero solo io.
Ed
è un appunto che faccio anche a me stessa per non essere riuscita a
far capire a miei coetanei quanto siano importanti certe
commemorazioni.
Rappresentano
ciò che eravamo, siamo e saremo.
Eppure
credo che tutti abbiamo recepito gli stessi insegnamenti, che tutti
abbiamo studiato storia. Che tutti amiamo questo nostro essere
liberi.
Ma
se lo siamo lo dobbiamo a persone come quelle il cui nome è inciso
sul cippo che si trova in Piazza della Vittoria. Ieri li ho letti
uno per uno quei nomi, tutte quelle famiglie che provarono il dolore
di uno o più lutti.
Tra
i tanti sono tre i nomi che mi hanno colpita: DINO – GIUSEPPE –
SEM
Li
ho cercati, perché non fossero solo uno sterile nome…..
figlio
di Serafino e della Nannini Paolina, nato il 18/07/1893 a Tizzana di
Quarrata (d.m. di Pistoia),
Soldato
126° Regg. Fanteria, morto il 01/11/1916 sul Carso (Monte Pecink,
quota 308 e 278) per ferite
figlio
di Serafino e della Nannini Paolina, nato il 01/06/1895 a Tizzana di
Quarrata (d.m. di Pistoia), Soldato 330 Compagnia Mitraglieri,
morto il 23/08/1917 sul Carso per ferite riportate in combattimento
figlio
di Serafino e della Nannini Paolina, nato il 27/06/1897 a Tizzana di
Quarrata (d.m. di Pistoia),
Soldato
8° Regg.Artiglieria da Fortezza, morto il 24/10/1918 sull’Altopiano
di Asiago (Case Trotti
Conco)
per infortunio per fatto di guerra (scoppio polveriera a
Case Trotti)
Loro
riuscirono a difenderci e noi che generazione siamo?
La
mia è solo una lettera aperta ai quarratini e vi prego non create
polemica, aiutatemi solo a capire perché i giovani della
mia età non partecipano alla vita politica attiva della nostra
città. Sono davvero pochi quello che lo fanno mentre,
menomale,sono tanti quelli che si impegnano nel sociale ( ed è una
cosa importantissima!). Grazie a chi vorrà rispondermi
Giulia Borghesi
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