"Paesaggio: Rossi, chi si fa il "lodo", s'imbroda"" di Francesco Fedi
"Chi si loda, s'imbroda" è un detto, per ricordare a tutti quelli che amano decantare le proprie gesta e peculiarità, che presto o tardi ci saranno dei fati e degli eventi che li sconfesseranno.
A giudicare da quello che sta accadendo in toscana sulla querelle del Piano del Paesaggio, dove adesso spunta il "Lodo" Rossi, viene da rie che non solo chi si loda s'imbroda, ma anche chi si fa il "lodo"…
In giro per l'Italia, la parola "lodo" non rievoca certo ricordi esaltanti, tra i vari "lodo-Alfano", "lodo-Cirielli" o "lodo-Maccanico…
Insomma, senti la parola "lodo" e capisci subito che si tratta di una gran porcata…
Così, il piatto forte della discussione politica in Toscana è il "Lodo-Rossi", ovvero l'ennesimo caso di accordicchio all'italiana, per salvare capra, cavoli, a forse anche e soprattutto, il pecoraio che le capre le ha mandate in giro a fare danni…
Il Piano Paesistico, un atto di disciplina urbanistica che dovrebbe blindare e stabilire norme e misure di salvaguardia dell'aspetto della nostra amata Regione Toscana è giunto all'ennesima riscrittura: dopo quella di Marson-Salvadori, tutta pressoché concepita al chiuso delle segrete stanze dei bottoni, e le circa 600 osservazioni a questa pervenute, dopo maxi-emendamento-PD, che ha scatenato l'ira dell'assessore all'urbanistica Anna Marson, (leggi: "Enrico Rossi e le ingessature mentali" ), ieri il buon Enrico Rossi, con un bel colpo di spugna, ha ben pensato di cancellare anche quest'ultimo, con buona pace di ogni discussione e dibattito sull'argomento.
Pare infatti che per Enrico Rossi, l'uovo di colombo, stia in una serie di singoli emendamenti che non toccano più la parte generale del Pit (Piano di Indirizzo Territoriale) che riguardano il paesaggio e che si vertono su cave ed altre questioni, tipo gli interventi turistico ricettivi su spiagge o sponde dei laghi.
In particolare, il colpo di spugna più pesante è quello inferto alle «valutazioni scientifiche, non vincolanti per gli enti territoriali nella elaborazione degli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica».
Come ci ha insegnato infatti tutta la vicenda del Nuovo Aeroporto di Peretola, previsto e inserito nel PIT senza alcun valido ed esauriente studio di supporto (…fatto su cui verte il ricorso pendente al TAR della Toscana e promosso dai Comitati di Piana Sana…), tra il Presidente Enrico Rossi e le «valutazioni scientifiche» non corre buon sangue…
Il concetto è: quando bisogna fare qualcosa perché qualcuno e/o qualche gruppo d'interesse ce lo chiedono, e per realizzare questo qualcosa ci sono criticità e quant'altro, l'importante è non sapere che queste esistono, dunq anche gli studi è meglio non farli (…si risparmia e si dorme più tranquilli…)
Ora rimane da capire se la correzione di Rossi sarà giudicata sufficiente dall'Assessore Marson, che su questa questione rischia davvero di perdere la faccia (…non sia altro per il fatto di essere stimata Docente dell'Università di Firenze…).
Il prossimo appuntamento è la riunione di maggioranza di Giovedì 26 Febbraio, mentre in aula dovranno essere discussi anche i 2oo emendamenti di Forza Italia e le decine di Fratelli d'Italia. In altre parole la tattica dell'ostruzionismo, sarà una certezza.
«Ci sarà una versione finale del piano del paesaggio, alla quale ho personalmente contribuito. Credo che siamo vicini alla soluzione giusta. Il resto sono tutte chiacchiere, politicismi, invettive … …Io voglio regolare le cave. Evitare che abbiano effetti distruttivi su paesaggio e ambiente. Aumentare lavoro e occupazione… …Se approveremo il piano paesaggistico e la nuova legge sulle cave avremo fatto una svolta a favore dell' ambiente e del lavoro. Nessuno prima ci aveva provato. Noi ci riusciremo».
Queste le parole di Rossi, lanciate tramite social network. Tutte parole che per chi conosce un po' lo stile di governo del Presidente, non ha proprio motivo di credere…
In più, non a caso abbiamo detto che chi si fa il "lodo", s'imbroda…
A tentare di spiegare la scelta ci prova il Consigliere Giovanni Ardelio Pellegrinotti : ".. l'introduzione dei piani attuativi e della valutazione paesaggistica per l'attività estrattiva…. (con i primi) … verranno determinate quantità e qualità delle estrazioni, ed il 5o% del materiale entro il 2020, dovrà essere lavorato in loco… …attraverso la conferenza dei servizi Regione e ministero dei Beni Culturali avranno l'ultima parola».
Viene riscritto anche il concetto di «nuove attività», che saranno ritenute tali le nuove cave e la riattivazione di cave dismesse e conferma la possibilità di scavare su crinali già intaccati.
Inutile dire che, tanto per cambiare, si respira aria di pastrocchio. Un pastrocchio che si va a sommare a cinque anni (..ma si dovrebbe dire anche oltre…) di ininterrotto mal governo.
Cori di voci di proteste ricordano a Rossi come alcuni emendamenti riguardino l'escavazione del marmo, con tanto che il bello è che tra gli infuriati ci sono anche quelli cui Rossi avrebbe voluto tendere una mano, ovvero il coordinamento delle imprese lapidee apuano-versiliesi. Questi però ce l'hanno soprattutto con il presidente del FAI, il Prof. Andrea Carandini, che aveva scritto al premier Renzi per lanciare l'allarme sul piano del paesaggio a rischio e parlando apertamente dell'uso barbaro che di questa viene fatto.
Il presidente del Fondo italiano per l'ambiente, aveva infatti recentemente, al premier Matteo Renzi (grande amico di Enrico Rossi), anche a proposito del piano paesaggistico della Toscana.
"Barbari non sono solo coloro che imbrattano e danneggiano la Barcaccia del Bernini, ma anche coloro che vedono la soluzione dei problemi economici dell'Italia nell'ulteriore degrado del paesaggio italiano…" con il maxi-emendamento presentato dal Pd toscano che , a suo giudizio, "… vorrebbe trasformare le direttive 'vincolanti' del piano paesaggistico in corso di approvazione, frutto del lavoro della stessa giunta regionale Pd, in meri 'indirizzi…'".
Tutte accuse respinte dagli imprenditori del settore lapideo: "E' inaccettabile una dichiarazione come questa da parte del Presidente del Fai che promuove le bellezze dell'Italia, monumenti e opere d'arte realizzate dall'antichità ad oggi con i materiali lapidei e col sudore e la fatica degli uomini".
Questi poi ne hanno avute anche per l'assessore Marson che, "nelle sue esternazioni pubbliche in luoghi istituzionali induce alla denigrazione i lavoratori e gli imprenditori dichiarandoli vittime delle lobbies del marmo e insulta il Pd dichiarando che è sotto scacco del partito del cemento… "Un assessore regionale non può dichiarare 'suo' un piano che penalizza e decapita oltre diecimila posti di lavoro…. …
"La minaccia delle dimissioni di Anna Marson se il 'suo' piano verrà toccato è una cantilena che riempie le pagine dei giornali ed è ormai ai limiti del ridicolo. Un assessore regionale non può dichiarare 'suo' un piano che penalizza e decapita oltre diecimila posti di lavoro. Un piano che riguarda un numero così cospicuo di cittadini è dei cittadini stessi e deve tenere conto degli interessi della parte in causa e non solo di quanto o cosa 'aggrada' un singolo rappresentante politico. Un Assessore di una Regione, come la Regione Toscana , non può permettersi di divenire paladina di interessi che non tengano conto della realtà effettiva e delle necessità del territorio che dovrebbe rappresentare. L'assessore Marson per difendere la sua ideologia mette in ridicolo un'intera Regione sulle pagine dei quotidiani nazionali creando gravi imbarazzi: un amministratore pubblico deve porsi al centro delle ragioni e non, come in questo caso, in un ruolo estremista".
Se ne deduce che in Italia, o in Toscana, anche i più timidi tentativi di tutelare il passaggio, vengano presto bollati come azioni estremiste…
Da qui, la sviolinata al Presidente Rossi, che sempre in recenti esternazioni hanno ringraziato "…il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, il segretario del Pd Dario Parrini, i consiglieri regionali e provinciali, i sindaci e le associazioni sindacali e di categoria che, invece, con le loro posizioni basate sul buon senso e la loro capacità di ascolto stanno promuovendo una politica volta a salvaguardare gli interessi di tutti, a non sacrificare 'gli uni per gli altri', ma a cercare una soluzione che possa far convivere la storia, il lavoro e il futuro con le esigenze di salvaguardare l'ambiente. Quest'ultimo, una priorità, da sempre, anche per coloro che coltivano le cave divenute nel tempo un paesaggio speciale e oggetto di un consistente interesse anche turistico…".
Ovviamente anche le questioni del lavoro e dell'occupazione non sono questioni da poco, ma certo sentir accostare l'espressione "buon senso" alla figura di Enrico Rossi ed al PD regionale, suonano ben più come un ossimoro.
Da qui a dire che staremo a vedere gli esiti di questa vicenda, giunta dunque al "lodo-Rossi" con tanto che, l'abbiamo detto e lo ripetiamo, la storia ci insegna che chi si fa il "lodo", s'imbroda…
di FRANCESCO FEDI , PRATO.