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I conti in tasca a chi ha oggi trenta, quaranta e cinquant'anni: se si accumulano pochi contributi, in futuro non ci sarà più l'integrazione al minimo che oggi lo Stato assicura a tutti.
Una pensione da 502 euro al mese non è certo invidiabile.
Eppure per molti lavoratori, l'attuale minimo sindacale della previdenza rischia di essere solo un miraggio. Anche se il vitalizio sarà molto basso in futuro non si aprirà più alcun paracadute, la famosa integrazione al minimo da parte dello Stato è già andata (è il caso di dirlo) in pensione. Così, ad esempio, un dipendente trentenne che oggi ha un reddito netto mensile di mille euro e che accumulerà forti buchi contributivi, prenderà appena 408 euro netti il mese, cioè quasi cento in meno della soglia minima attualmente in vigore.
Un autonomo nella stessa situazione arriverà ad appena 341 euro netti il mese.
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