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BORGO A MOZZANO - Piano di Gioviano, SP2 Lodovica.

LETTORI SINGOLI

lunedì 22 dicembre 2014

L'ALBERO DEL QUIRINALE.... PENSAVATE FOSSE FINITA ??? Di Marco Poli.

In questo momento alla consegna dell'albero di natale per il quirinale,ad incontrare il presidente Napolitano sono andati anche quattro cittadini della montagna in rappresentanza di altrettanti comitati:Emiliano Bracali, per la Zeno Colò, in difesa dell'Ospedale
Lorenzo Pacini; Graziella Cimeli, per il Comitato recupero ammanco in Comunità Montana, Laura Burattini, per il comitato "Montagna Pistoiese è qui che voglio vivere"(o Pettorina) e Flavio Ceccarelli per il Crest;essi presenzieranno alla cerimonia dopo essere stati direttamente invitati dal Quirinale.
Questi cittadini che non rappresentano alcun colore politico,ma solo i reali problemi della montagna,consegneranno al presidente una lettera di cui riporto il testo:

"On. Giorgio Napolitano
Presidente della Repubblica Italiana
Palazzo del Quirinale
Roma
Montagna Pistoiese, 22 dicembre 2014

Sig. Presidente della Repubblica,
siamo onorati, che la massima autorità istituzionale del Paese abbia accolto la richiesta di noi semplici cittadini della Montagna Pistoiese di presenziare alla Cerimonia di consegna dell'Albero di Natale. Un segno di sensibilità e attenzione importante che altri non hanno avuto.
Con questa nostra lettera vorremo cercare di spiegarLe le motivazioni della nostra protesta. Alcuni dei nostri amministratori locali ci hanno aspramente biasimato, lamentandosi che facevamo fare una brutta figura alla Montagna bloccando per un giorno l'albero di Natale destinato alla Piazza del Quirinale. Ci hanno detto che Zeno Colò, campione mondiale ed olimpico al quale è intitolata una delle associazioni che oggi rappresentiamo qui, si sarebbe vergognato dei suoi concittadini. Noi non siamo
così sicuri che Zeno, che ha combattuto la seconda guerra mondiale ed ha subìto la prigionia, che ha dedicato la sua vita allo sviluppo del nostro territorio, sarebbe felice di vedere come è ridotta la sua Montagna. Vogliamo credere che sarebbe sceso a fianco dei cittadini onesti che chiedono pacificamente dignità e diritti e che da anni non trovano ascolto nella politica che dovrebbe rappresentarli.
Perché di questo si è trattato, Presidente: una richiesta di ascolto, il grido di dolore di gente stanca di essere spinta a sradicarsi dalla terra dove vuol vivere perché quella terra è impoverita anno dopo anno e pian piano non potrà più nutrire nessuno.
Quell'abete tagliato è il simbolo di tutto ciò che la cattiva politica ci sta tagliando: risorse, ospedale, trasporti, uffici postali… In Montagna non resterà più niente. In alcuni paesi della Montagna Pistoiese non arrivano neppure i quotidiani alle edicole. In
un'epoca in cui le persone sono numeri, noi siamo diventati un peso.
Ma non ci rassegniamo a sentirci così. Siamo cittadini comuni. Dedichiamo parte del nostro tempo libero ad attività di
volontariato, attenti alla salvaguardia del nostro territorio, determinati a continuare a viverci nonostante le crescenti difficoltà. I nostri comitati e associazioni sono apartitici, ma la politica ci interessa perché la politica sceglie e decide per noi e purtroppo non sempre fa gli interessi per il bene comune.
La nostra condizione è comune a tutte le aree "marginali" della Toscana e d'Italia. Siamo coloro che producono il miele della Lunigiana DOP, il lardo di Colonnata IGP, il farro della Garfagnana IGP, la farina di neccio della Garfagnana IGP, il pecorino delle
Balze Volterrane DOP, le castagne del Monte Amiata IGP, il Fagiolo di Sorana IGP, il marrone del Mugello IGP e i prodotti tutelati con presidi Slow Food: pecorino e prosciutto del Casentino, mirtilli, pecorini e formaggi a latte crudo della Montagna Pistoiese, agnello di Zeri, testarolo pontremolese, marocca di Casola, prosciutto bazzone della Media Valle del Serchio e della Garfagnana, biroldo e pane di patate della Garfagnana, tarese Valdarno, bottarga di Orbetello, palamita del mare di Toscana, aleatico dell'Isola d'Elba e tutti i magnifici oli e vini DOC e IGT che fanno conoscere la nostra regione in tutto il mondo.
Siamo una ricchezza. Siamo il marchio made in Toscana che è utilizzato per promuovere la nostra regione alle fiere internazionali del turismo per la bellezza del suo paesaggio. Per la politica però esistiamo solo sulle cartoline e lì dovremmo restare, silenti. Diventiamo un peso insostenibile quando rivendichiamo diritti. Vorremmo quindi spiegarle da dove nasce la nostra protesta e cercare di far Le conoscere il nostro punto di vista, dal basso verso l'alto.
Iniziamo con un pezzo di storia italiana: la ferrovia Porrettana che venne inaugurata il 2 novembre 1864. Abbiamo appena festeggiato i 150 anni di questa linea vitale per i collegamenti con le città di Bologna e Pistoia. I costruttori dell'800 impiegarono 20 anni per tutta la tratta (99 km) realizzando in media 13,56 metri al giorno di ferrovia. Per ripristinare la linea a seguito di una frana su 80 metri di tratto avvenuta nel gennaio scorso, i nostri hanno impiegato ben 328 giorni spendendo 1 milione e 800mila euro. Fatti i conti, per l'intera strada ferrata gli ingegneri di oggi avrebbero impiegato 502 anni, con un costo di 22.500 euro al metro. Sono tempi e costi congrui? La viabilità e la prevenzione del rischio idrogeologico sono note dolenti per i nostri
territori. Avevamo un Ente preposto alla tutela della Montagna: la Comunità Montana dell'Appennino Pistoiese. Nel marzo 2011 è stata depositata una denuncia in Procura da parte dei dipendenti per presunte irregolarità nei bilanci e nella gestione delle
risorse. Rinviati a giudizio l'economo, i dirigenti, revisori dei conti e direttori della banca Caripit. Il primo processo inizierà a gennaio 2015.
I presidenti, gli assessori al bilancio e le giunte che si sono susseguite negli anni alla guida della Comunità Montana non hanno visto e non hanno sentito. La politica non ha vigilato. Sono state sottratte a territori fragili risorse fondamentali e nessuno se ne è
accorto. Secondo la relazione, purtroppo interrotta del dott. Luca Eller Vainicher, incaricato dall'Ente Comunità Montana, l'ammanco si attesterebbe intorno ai 13 milioni di euro. Il Comitato promotore Recupero Ammanco Montagna Pistoiese sostenuto da 1.483 firmatari si è costituito parte civile al processo ma non è stato ammesso. I cittadini non sono benvenuti.
Altro capitolo della nostra storia: gli uffici postali. Scompaiono dal panorama montano come specie in via di estinzione. Al loro posto sorgono sportelli Ecco Fatto! che la Regione Toscana finanzia all'Uncem e che non servono a nessuno. Sono cure palliative, spreco di risorse, fumo negli occhi per poter dire "Abbiamo fatto, abbiamo provveduto", quando nella realtà sono sportelli inutili ed inefficienti e si tratta solo di un caso se vengono trovati aperti.
Ed eccoci infine al capitolo ospedale "L. Pacini" di San Marcello Pistoiese. La costruzione fu iniziata nel 1846 e terminata nel 1855, grazie ad un lascito testamentario del 1807 di Lorenzo Pacini, per curare gli ammalati della Montagna
Pistoiese.
Quella eredità è stata sperperata. Gli ammalati della Montagna Pistoiese non hanno più il loro ospedale con il Pronto Soccorso. Hanno un P.I.O.T. con un Punto di Primo Soccorso dal giugno 2013. Il tutto avvenuto sotto gli occhi increduli degli abitanti che
ancora oggi si sentono dire da dirigenti ASL e dai politici che l'ospedale è stato "potenziato".
L'uso del linguaggio, la mistificazione delle parole, la pesante propaganda, sono uno degli aspetti che ci feriscono di più e ci fanno perdere fiducia in chi abbiamo delegatoad amministrarci per il bene comune. I cittadini sono trattati come sudditi dalla politica, sudditi che devono accettare di essere guidati e non devono essere messi a conoscenza di decisioni che li riguardano da vicino. Stiamo parlando con cognizione di causa.
  Nel marzo 2013 il reparto di Chirurgia dell'ospedale di San Marcello è stato smantellato in un giorno. Un camion è salito da Pistoia e si è portato via letti e tuttal'attrezzatura. La decisione è stata presa unilateralmente da Regione Toscana e Asl, senza alcuna concertazione con i sindaci della Montagna.
A giugno 2013 la Conferenza dei Sindaci della Provincia di Pistoia con delibera n. 2 ha ratificato ciò che era già avvenuto ed ha svenduto il nostro ospedale e indebolito la catena dell'emergenza urgenza. I cittadini sono rimasti all'oscuro di tutto e lo stesso è
avvenuto per il personale ospedaliero. Quella delibera, quei "Patti Territoriali" sono stati pubblicati cinque mesi dopo, a novembre e solo in seguito all'intervento del Difensore Civico interpellato dai comitati. Abbiamo partecipato a riunioni, commissioni ad incontri con sindaci e deputati, ma niente è cambiato. Abbiamo organizzato presidi e manifestazioni pacifiche e gioiose


Abbiamo scritto un documento al Presidente della Regione Toscana che Le alleghiamo e al quale non abbiamo ricevuto alcun riscontro. L'assessore al Diritto alla Salute della Regione Toscana ci ha ricevuto qualche settimana fa e ci ha liquidati con numeri e statistiche mentre noi parlavamo di diritti negati.
Abbiamo tentato di spiegargli ciò che lui faceva finta di non sapere, cioè che il diritto alla Salute non è più garantito nei territori che viviamo. Aspetti di vitale importanza come la rete di emergenza-urgenza, i Pronto Soccorso delle aree marginali, i postiletto,
l'assistenza territoriale e l'assistenza alle donne in gravidanza e pediatrica hanno subito tagli che di fatto hanno reso una parte dei cittadini toscani di serie B.
Ancora una volta siamo rimasti inascoltati. Addirittura, nel momento in cui abbiamo chiesto il rispetto dei Patti Territoriali in cui è scritta la presenza del Pronto Soccorso al presidio ospedaliero di San Marcello, l'assessore ci ha risposto che quello che c'è basta
e non invierà certo un chirurgo o un anestesista in Montagna. Allora quei Patti non valgono? E per convincerci della bontà della sua decisione ci ha fatto un esempio collegandosi alla professione di maestro di musica di uno dei componenti della nostra
delegazione: "Non in tutte le città ci sono scuole di musica!", come se un Pronto Soccorso in zona disagiata ed una scuola di musica fossero equiparabili! Questo è il livello di attenzione alle nostre preoccupazioni.
Il Presidente del Consiglio Regionale ed il Presidente della IV Commissione Sanità del Consiglio Regionale Toscano hanno denunciato in passato le modalità della riorganizzazione del sistema sanitario con una semplice delibera di Giunta la n. 1235/2012 in assenza del Piano Socio Sanitario Integrato Regionale. Sono poi rientrati nei ranghi con buona pace dei cittadini che speravano di essere tutelati.
Il Garante per i diritti dell'Infanzia è intervenuto diverse volte sulle carenze della rete pediatrica in Toscana. Inascoltato. Il PSSIR è stato poi approvato il 5 novembre scorso. I Comitati hanno scritto a tutti i consiglieri regionali chiedendo maggiore attenzione per le aree periferiche, rurali, montane ed insulari. Inascoltati. Gli emendamenti che abbiamo presentato grazie alla disponibilità dell'unica consigliera che si è dimostrata sensibile alle nostre istanze sono stati tutti respinti (http://www.lineefuture.it/crest-e-piano-sanitario-regionaleomissione- di-soccorso/).
Purtroppo noi siamo la Toscana dimenticata dalla politica. Quella che vede sparire ed allontanarsi servizi anno dopo anno, dove i Pronto Soccorso si trasformano in Punti di Primo Soccorso e l'emergenza urgenza è affidata all'elisoccorso, sperando sempre nel
bel tempo.
Siamo la Toscana dove vengono chiusi reparti o depotenziati interi ospedali in cambio di Case o Botteghe della Salute. Dove non si festivi e al di là degli orari ambulatoriali dei pediatri di base, il pediatra più vicino è a un'ora di curve in auto.
Tutto questo mentre in Toscana alla AuSL1 di Massa sono spariti 420 milioni di euro, in quella di Pistoia 50 milioni, in quella di Siena 13…
Tutto questo mentre in Toscana si costruiscono 4 nuovi ospedali in 100 km. con lo strumento capestro del project financing che dopo appena un anno di attività richiedono già interventi di manutenzione. Tutto questo mentre i giornali ed i media nazionali tacciono e abdicano il ruolo di controllo e denuncia. I cittadini sono soli. E siamo arrivati al punto in cui i cittadini non possono fidarsi e devono difendersi dalla politica, per poi essere accusati di far fare brutta figura al loro territorio.
I sindaci liberi dagli ordini di partito, quelli che non hanno paura di esporsi, quelli che hanno ancora a cuore il bene comune e lavorano con vero spirito di servizio sono sempre più rari.
Però esistono. Alcuni si sono appena costituiti in un'associazione che i nostri comitati appoggiano (https://www.youtube.com/watch?v=EUPq4TMUpro https://www.facebook.com/video.php v=704741602947623&set=vb.378780822210371&type=2&theater).
Presidente, l'Italia sta attraversando una fase delicata e la crisi economica è molto più aspra di quanto i politici, con i loro privilegi, possano capire.
Noi siamo contro il giustizialismo, contro il populismo, contro l'antipolitica. Siamo per l'equità, la dignità ed il rispetto dei diritti, per la trasparenza e per la buona politica che torna alla gente. Questo chiediamo. E solo per aver chiesto questo, sembriamo dirompenti e la DIGOS è venuta a chiedere informazioni nelle nostre case. Non pensa, Presidente, che si debba cambiare strada?
Come recita lo slogan riportato sulla "pettorina" che Le doniamo, vogliamo vivere, sulla Montagna Pistoiese, in Italia, orgogliosi di quanto fatto dai nostri avi per la nostra Terra. Vogliamo vivere in Montagna, con le nostre forze e con le nostre risorse, non
chiediamo l'elemosina, chiediamo solo di non essere penalizzati. La ringraziamo per averci ascoltato. La ringraziamo per non essersi voltato dall'altra parte.

I comitati e le Associazioni della Montagna Pistoiese:

Associazione Zeno Colò
Comitato Recupero Ammanco in Comunità Montana
Montagna Pistoiese è qui che voglio vivere
C.r.e.s.t. Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana


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Distinti saluti
Marco Poli

marcopoli76@gmail.com


 

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