Una ruota che gira
Oggi è la giornata ONU dedicata alla promozione dei diritti delle persone disabili.
Prima che in molti si sciacquino la bocca con parole di cui in pochi conoscono il significato vero quello vissuto sulla pelle, vorrei dire la mia. Le persone “normodotate”, che chiamerò fortunate più avanti, esistono solo perché ci sono persone disabili; come la luce esiste perché c’è il buio. Un buio dove si piomba a capo fitto nell’ambito della disabilità. Ed aggiungo che molte persone e molti impieghi non avrebbero senso di esistere se non ci fossero le persone con diverse abilità: noi siamo i datori di lavori di molti: RSA, Cooperative, centri diurni, badanti, politiche sociali, polite Onu, insegnanti si sostegno, medici, riabilita tori, foniatri…potrei continuare perché l’elenco è lungo. Se non esistessero i disabili, non esisterebbero nemmeno tutte queste figure. Come tratta l’Italia i suoi capi quindi? Bisogna sapere che l'handicap non guarda in faccia a nessuno: colpisce neonati, bambini, ragazzi, adulti ed anziani. Colpisce quando meno ci si aspetta: un attimo si è fermi ad un semaforo, il momento dopo si è una persona disabile, costosa, invisibile. In un istante una partoriente felice si trasforma in una madre distrutta; senza che nessuno si curi di quella mamma e di quel papà. Un minuto si è in qualche faccenda affaccendati e a volte il secondo dopo non c'è, purtroppo. Ma quando c'è la vita cambia, eccome se cambia! Può toccare a tutti, nessuno escluso, perché è una ruota che gira. E se gira male, non si possono ruotare le lancette per viaggiare indietro nel tempo. Ci si può solo voltare per guardarsi intorno a cercare qualcosa che spetti per Legge, ma che verrà ottenuto solo e forse, dopo battaglie immani. In molti pensano: questa non è vita….ebbene nel nostro Paese sono negate anche le cure compassionevoli. Le persone con diverse abilità ci sono e sono super-persone: quotidianamente lottiamo più di chiunque altro, per avere un briciolo di quello che "normalmente" si ha e non si apprezza. Le persone senza disabilità sono esseri fortunati e non se ne rendono conto. Quando si passeggia in riva al mare, reflettiamo che un disabile motorio non può farlo, perché mancano le passerelle. Ed è a lui che viene deliberatamente negato il Diritto di scendere in sicurezza dall'auto quando si commettete il reato di occupazione del posto riservato ai disabili. Mi chiedo in quel caso chi sia in realtà il disabile! Quanto ci mette di cattivo umore un giorno piovoso? Quanto darebbe invece un ipovedente per guardare quel solito cielo in cui in genere si vedono solo le nubi? È quella stessa persona con gli occhiali scuri che incede insicuro per le buche delle strade. Quanta gente fortunata si sarà mai fermata a chiedere se avesse bisogno? Ho chiesto ad un bambino di 6 anni, disabile grave dalla nascita, cosa volesse in dono per Natale. Mi ha risposto che vorrebbe essere capito, non solo a fatica da mamma e papà, ma anche a scuola, dagli amici, in palestra, al parco. Mi ha detto che lui si è impegnato così tanto a parlare, a costruire frasi, ad urlare ma che nessuno continua a capirlo. Perché mai dovrei continuare a sforzarmi ancora? È quel solito bambino a cui le Istituzioni, per denaro, hanno negato un assistente alla comunicazione. Ci sono tante malattie che colpiscono a casaccio l'apparato fonatorio. Pensateci cara gente “fortunate” quando vi girerete dalla parte opposta, per non sentire ciangottare. Stanno cercando di parlare, non umiliateli, dategli il tempo di spiegarsi meglio. I Diritti delle persone sfortunate, non sono privilegi; sono spiragli di luce. Piccole fessure che normalmente vengono chiuse perché ignorate, incomprese, tappate. Le famiglie ed i caregivers hanno diritto al riposo, allo svago, al lavoro; la scelta d'Amore che hanno fatto quei genitori e familiari, va sostenuta con atti concreti. Donare del tempo alle persone sfortunate ne beneficerà lo Spirito. Rispettate i diritti dei disabili e domani, quando i fortunati saranno anziani, ed avranno educato i figli a guardare con gli occhi del cuore, non temeranno di essere abbandonati in una struttura. Se i fortunati facessero entrare una persona speciale nella loro vita, il presente sarebbe migliore per tutti. I pesi sarebbe condivisi e meglio distribuiti. Ed è nel presente che si costruisce il futuro. Abbiate cura di chi non può autodeterminarsi, perché la disabilità non è contagiosa, l'ignoranza si.
Termino qui perché i tempi di attenzione sono ridotti, lanciando una riflessione: ognuno di noi va incontro ad un Destino che non conosce perché la fortuna è una ruota che gira.
Buona Fortuna!
Chiara Franceschini
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