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giovedì 11 giugno 2015

“Prato, una città all’acqua” di Francesco Fedi . (clicca qui)


"Prato, una città all'acqua" di Francesco Fedi

Dopo il nubifragio di ieri, oggi è il giorno dell'isterismo. Sottopassi e strade allagate dopo solo trenta minuti di pioggia battente e la viabilità più prossima alla Tangenziale che è andata in tilt.
Il Sindaco di Prato, Matteo Biffoni,ha  puntato  il dito su alcuni cumuli di terra, lì accumulati per la realizzazione di uno svincolo, che sarebbero franti, otturando le caditoie: " La pioggia di ieri ha portato giù, dentro il sottopasso, gran parte della terra che era stata accumulata su quel fronte – spiega il sindaco Biffoni – terra che poi si è trasformata in una sorta di tappo sulle caditoie impedendo alle pompe di far uscire l'acqua. Fortunatamente abbia acquisito i terreni e ora siamo pronti a realizzare lo svincolo. Ho chiesto che tutto sia pronto prima dell'inizio dell'autunno. Sono sicuro che finiti i lavori quel sottopasso non avrà più problemi""….
Così  la fantasia collettiva corre subito al GRANDE AFFARE DI PRATO: "…cosa succederà quando sarà realizzato e aperto il tunnel lungo la Declassata al Soccorso?!!!..."
 
Fulmini e saette! Guai a toccare l'argomento! …E così il mansueto sindaco Biffoni, quello tutto tremante quando ci fu da decidere se presentare o meno il famoso ricorso al TAR per l'Aeroporto, si trasforma in un drago sputa fuoco!: "I sottopassi fatti bene non hanno alcun tipo di problema. Oggi l'ingegneria idraulica ci offre tante soluzioni anche a piogge di eccezionale portata come quelle di ieri!!!...".

Ma allora, se le cose stanno così, il quadro è ancora più drammatico, visto che il sottopasso pedonale di Chiesanuova, è ancora invaso dal fango e qualche bel metro d'acqua è stato documentato nel solito sottopasso di Via Ciulli… ..quello che tre morti alle spalle se li è già lasciati, e tutta la vicenda è ancora sub-judice
 
E allora lasciamo pure che tanto l'ingegneria idraulica che la giustizia, facciano il suo corso, mentre però, sommessamente, sulla punta delle unghie dei piedi, mi agevolo qui da solo, tra me e me, alcuni semplici ragionamenti, rovistando tra le mie antiche memorie dei miei non eccelsi studi…
Allora, più in generale, mi viene da ricordare che la rete fognaria pratese risale agli anni 50-60, quando gli anni del boom economico, hanno fatto sì  che la quasi totalità delle strade della città, venissero sono strade costruite da privati, ai quali veniva anche richiesta la dotazione di una fogna.
Queste strade, che nascevano come private, venivano costruite per permettere l'edificazione sui loro fronti. Un'edificazione di tipo residenziale, artigianale o mista, per la quale, senza troppe domande, veniva indicata la dotazione di un allaccio a delle condotte fognarie del diametro della sezione di 60 cm, che oggi è un tubino insignificante.
Questo anche e soprattutto perché allora, a queste fogne, spesso  non si chiedeva di più che di poter raggiungere qualche fosso o corso d'acqua non troppo lontano…
Oggi invece alle stesse fogne, si chiede di correre per chilometri e di intrecciarsi in delle maglie sempre più ramificate, per poi allacciarsi in dei collettori, posti magari a qualche chilometro di distanza… (..prima del 1976 e della legge Merli, nessuno si poneva il problema di convogliare dei reflui urbani agli impianti di depurazione..).
Ci sono poi altri due aspetti forse ancora più importati, ovvero il generale e tendenziale aumento delle piovosità (…mai sentito parlare di "riscaldamento globale e "cambiamenti climatici"?...) e un'espansione scriteriata dell'abitato, cui ancora oggi ci si guarda bene dal mettervi freno..
Dunque aumentano le piogge, ed aumentano nel senso che sono sempre più brevi e intense, tanto che ieri, tra le 17.00 e le 17.30, sono caduti circa 110 mm. di pioggia, e, alla fine 150 mm., nelle mezz'ore successive..
C'è poi aumenta anche la quantità di suolo che per costruzioni ed urbanizzazioni è stata resa completamente impermeabile. Così, anche una stesa quantità di pioggia, un'"acquata" come tante che 40-50 anni fa non preoccupava affatto, oggi accade che assai più velocemente si riversi nelle fogne, innescando moti in pressione, fino al punto che anche dove ci sono le pompe, queste finisco0no per non funzionare più ed accade che le fogne, invece di ricevere, prendono a spingere verso l'alto
Vale a dire che i proprietari di garage e scantinati, possono sentirsi avvertiti, anche se, in verità tutto questo, non lo si dice  per creare allarmismo, o improvvisarsi "Profeti di sventura", bensì per dire che Prato, come tutte quelle città che alle nostre latitudini hanno conosciuto un forte sviluppo urbanistico in anni in cui tante accortezze non si avevano, avrebbe bisogno di altre attenzioni.
Una piccola "bomba d'acqua", che ci dovrebbe far riflettere, perchè queste "bombe d'acqua" si ripeteranno e nel tempo saranno sempre più numerose e forse anche brevi e intense (..checchè ne dicano il G7, il G8, il G20  tutti i "GRANDI DELLA TERRA", che si ritrovano per gozzovigliare, parlare di ambiente, di cambiamenti climatici e prenderci per il culo a tutti a spese nostre…).
C'è un sottosuolo stradale e dei sottoservizi, che sono completamente da ristrutturare, ricalibrandoli alla realtà e alle esigenze di oggi.
Non ci sono solo le fogne da svecchiare, ma almeno anche la rete idrica. Ci sarebbe, probabilmente, anche la rete telefonica e non di meno, ci sarebbero da realizzare i cablaggi della fibra ottica, necessari per la banda larga e la connessione ad alta velocità (alta questione annosa…).
Attraverso un coordinamento tra enti, organizzati per lotti di lavoro, potremmo ristrutturare, potenziare, sostituire e implementare tutto, saltellando e scavando una volta sola.
Quindi, investimenti, buone opere pubbliche, sviluppo, lavoro ed impiego oculato di denaro pubblico…
Ci fermiamo qui. Non sia mai che il drago s'incazzi e si metta a sputare fuoco di nuovo… Non ci manca l'acqua, è vero, e non ci dovrebbero intimorire le fiamme, ma non abbiamo interesse a che qualcuno s'incazzi e si meta a repentaglio le coronarie… Noi siamo gente mansueta e pacifica e le cose  le diciamo sommessamente, sulla punta delle unghie dei piedi.
 
 
 



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