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LETTORI SINGOLI

venerdì 12 giugno 2015

Il PD fa retromarcia sull'acqua pubblica a Reggio Emilia: uno schiaffo alla democrazia, alla coerenza e all'intelligenza



La "decisione" del PD sul futuro dell'acqua a Reggio Emilia:                                              UNO SCHIAFFO ALLA DEMOCRAZIA, ALLA COERENZA e all'INTELLIGENZA

Con un comunicato di poche righe il PD pensa di liquidare il percorso per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato in provincia di Reggio che dura da 3 anni e mezzo.

E' uno schiaffo alla DEMOCRAZIA, perché la decisione spetta ai Consigli Comunali e non alla direzione del PD e perché ci si mette sotto i piedi il voto referendario di 250.000 cittadini reggiani

E' uno schiaffo alla COERENZA, perché i Sindaci hanno deliberato più volte, a partire dalla fine del 2012, di voler ripubblicizzare e lo hanno scritto a chiare lettere nei loro programmi elettorali

E' uno schiaffo all'INTELLIGENZA, perché tutti gli studi di fattibilità (pagati da noi) realizzati in questi anni  hanno dato esito positivo e sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario. Il PD fa carta straccia di tutto questo e in dirittura d'arrivo non ha una soluzione alternativa concreta da proporre.   Da settimane circolano ad arte numeri falsi e strumentali, mai sottoposti a un pubblico confronto, propedeutici a questa "decisione", con la quale  il PD diventa esplicitamente il partito di Confindustria, Federutility e IREN.

Tutto ciò è inaccettabile.                                                                                                        
Invitiamo tutti cittadini a manifestare SABATO 13 la loro indignazione, nel 4° anniversario del Referendum.

Invitiamo tutti a partecipare alla  "acampada" che rimarrà ininterrottamente sotto il Comune fino al Consiglio Comunale di Lunedi pomeriggio. L'iniziativa partirà dalle ore 17,30 in Piazza Casotti e continuerà, tra musica e parole, fino a notte.

Si scrive Acqua, si legge Democrazia

Reggio Emilia, 10.6.2015

Comitato Acqua Bene Comune Reggio Emilia                                                                       Coordinamento regionale Acqua Bene Comune Emilia Romagna
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

Per saperne di più vedi la Lettera agli Amministratori Locali reggiani in allegato:





Gentili Amministratori Locali reggiani,

tra breve sarete chiamati a mettere la parola definitiva sulla ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato nella nostra provincia, percorso iniziato a fine 2012 e già passato attraverso numerosi pronunciamenti e delibere.
Nelle ultime settimane abbiamo assistito a un "fuoco di sbarramento mediatico" nei confronti di questa scelta, fondato su argomentazioni molto approssimative, se non apertamente pretestuose.
Con questa breve comunicazione non intendiamo naturalmente entrare nel merito di tutte le questioni, e rimandiamo agli studi approfonditi di fattibilità legale, industriale, economica e finanziaria commissionati in questi 3 anni ai più quotati studi di consulenza. Studi che hanno dimostrato analiticamente la fattibilità dell'obiettivo da voi non solo deliberato, ma anche ribadito a più riprese nei programmi amministrativi sulla base dei quali siete stati eletti, assumendo così un impegno preciso  nei confronti dei cittadini della nostra provincia.
Questi studi, pagati dalla nostra collettività, sono a disposizione di tutti.
Le obiezioni sollevate nelle ultime settimane, tuttavia, proprio per la loro genericità e infondatezza, possono essere smentite sulla base di poche considerazioni di massima:

Non esiste indebitamento diretto dei Comuni per finanziare questa operazione.  La cui capacità di investimento dei Comuni su altri fronti non sarebbe affatto limitata da questa operazione. Nessun sindaco quindi sarebbe costretto a rinunciare a realizzare un asilo nido per finanziare l'acqua pubblica, come è stato detto
Lo stesso gestore attuale (Iren), peraltro, si finanzia interamente a debito, e sappiamo che il debito complessivo di Iren supera i 2.2 miliardi  di Euro ! (Questo invece non rappresenta  un problema per i Comuni che ne sono ancora soci di maggioranza ?)
Il metodo tariffario imposto dall'Autorità Nazionale (AEEGSI) è tale per cui tutti gli oneri della gestione sono interamente riversati nella nostra bolletta. Siamo noi quindi a pagare TUTTO quello che serve a finanziare il servizio idrico, dalla spesa corrente a quella per gli investimenti, tanto oggi (con il servizio gestito da una società quotata in borsa), quanto domani, quando sarà gestito da un soggetto interamente pubblico.
Nessuno oggi si prende a carico oneri che domani sarebbero a carico della comunità reggiana.
Non dobbiamo nemmeno "ricomprarci" nulla, pagando un prezzo insostenibile a Iren, come strumentalmente si vuole fare credere. L'indennizzo a Iren è dovuto, per legge, semplicemente perché una parte degli investimenti effettuati non sono ancora stati ammortizzati, trattandosi di investimenti di durata anche più che ventennale. Ma tutti questi investimenti li stiamo comunque ripagando NOI. Attraverso la nostra bolletta (e solo attraverso quella) quindi entreranno le risorse per ripagare questi investimenti passati e futuri (e i prestiti contratti per finanziarli), tanto nel caso del gestore attuale quanto in quello del futuro gestore pubblico. Non vi sarà nessun aggravio reale dalla ripubblicizzazione, né per i Comuni, né per i cittadini.
Qualche giornalista male informato è arrivato a dire che i Comuni dovranno farsi carico persino dei debiti assunti da Agac precedentemente alla costituzione di Iren. Secondo questa interpretazione fantasiosa oggi sarebbe Iren (forse come dono alla collettività reggiana ?) a farsene carico. In realtà siamo noi e solo noi, con le nostre bollette.
La minaccia poi che la tariffa possa aumentare con la ripubblicizzazione più di quanto aumenterebbe restando con Iren è priva di qualsiasi fondamento.
Peraltro negli ultimi 8 anni la tariffa con Iren è aumentata del 44%. Purtroppo la tariffa aumenterà comunque, almeno nel breve-medio periodo, a meno che si riducano gli investimenti, peggiorando la qualità del servizio.
Ma con la gestione pubblica la tariffa aumenterà certamente meno, a parità di altri fattori, di quanto aumenterebbe con Iren, per la semplice ragione che Iren ricava dall'acqua profitti milionari, come chiunque può verificare dal bilancio consolidato del gruppo, mentre il nuovo gestore pubblico deve operare fuori da logiche di profitto, come hanno stabilito i cittadini italiani con il Referendum di 4 anni fa, e come voi stessi avete ribadito in più occasioni nelle vostre delibere.
Non c'è nessun motivo per temere che i costi di gestione del futuro gestore pubblico debbano essere superiori a quelli attuali, anzi, una gestione più sobria e indipendente può solo farli scendere (pensiamo ad esempio al costo dell'energia, che potrebbe essere acquisita sul mercato a condizioni più favorevoli di quelle oggi imposte dal gruppo Iren,  o al costo spropositato del top management Iren, o a quello derivante da investimenti fallimentari come quelli per le centrali termiche Edipower o per il rigassificatore di Livorno).
Lo stesso interesse che pagherebbe il nuovo gestore pubblico per finanziare gli investimenti potrebbe essere inferiore rispetto a quello, riversato interamente sulle nostre bollette, che deve pagare un gruppo il cui indebitamento ha oltrepassato il livello di guardia.
Il rischio poi che il nuovo gestore pubblico possa fallire, mettendo a repentaglio le scarse risorse finanziarie degli Enti Locali, è semplicemente implausibile, visto il sistema tariffario in vigore e i profitti che l'attuale gestore ne ricava, che domani potrebbero essere destinati a ridurre la tariffa o all'autofinanziamento.  Non c'è motivo alcuno per pensare che il nuovo gestore pubblico debba essere meno efficiente di quello attuale. Anzi.
L'esperienza di molte ottime gestioni In House del Servizio Idrico in giro per l'Italia, riprese dagli studi di fattibilità effettuati, dimostrano l'esatto contrario.
Anche a livello internazionale esiste un trend consolidato verso la ripubblicizzazione, spinta da motivazioni non solo politiche ma soprattutto economiche.
Ricordiamo poi l'importanza della partecipazione dei cittadini e dei lavoratori del servizio alla gestione e al controllo del futuro gestore pubblico, garanzia fondamentale per evitare che questo sia inquinato da clientelismi di matrice politica.
Se anche si optasse per quello che alcune voci interessate hanno definito il Piano B (una società mista degli enti locali reggiani con un gestore privato), si dovrebbe comunque, per legge, andare a gara. Basta guardare allora alle esperienze di gare fin qui realizzate, come ci hanno spiegato gli esperti consultati dal Forum Provinciale per l'acqua, per rendersi conto di quanto esse siano costose e inefficienti. Ben lungi dal garantire i presunti benefici del ricorso al "mercato". Che gara è quella (costruita su misura) a cui si presenta un solo concorrente ?
A comandare nella società mista, peraltro, a prescindere dalla ripartizione delle quote,  sarebbe certamente il socio industriale, l'unico in possesso delle informazioni rilevanti, sia esso Iren o una multinazionale del settore.
Infine, una considerazione politica riepilogativa: la gestione pubblica dell'acqua a cui tutti miriamo, assolutamente alla nostra portata, fuori da logiche di profitto, dovrà essere improntata non solo a criteri di sobrietà, di efficienza e di trasparenza, ma anche di equità tariffaria e di risparmio della risorsa. Obiettivi del tutto estranei alla logica di un gestore privatistico quotato in borsa.
Inoltre un gestore basato sul proprio territorio è in grado di interagire con gli operatori economici locali in modo più proficuo, fuori dalle logiche degli appalti al massimo ribasso.

Vi ringraziamo per la vostra attenzione e ci aspettiamo di poter discutere in profondità con voi  tutte le argomentazioni nella sede che voi stessi avete creato per favorire la partecipazione e la trasparenza di questo percorso: il Forum Provinciale per l'Acqua.

            Comitato prov. Reggiano Acqua Bene Comune
            Reggio Emilia 7.6.2015

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