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LETTORI SINGOLI

venerdì 8 maggio 2015

FABBR. DI VERGEMOLI, GIANNINI SCRIVE AD ALFANO SUL PROBLEMA DEGLI IMMIGRATI . (clicca qui)

RICEVO E RIPUBBLICO :


COMUNICATO STAMPA
Giannini scrive a Alfano: "Faccio pagare i migranti del mio Comune, così non gravano sulle tasche dei cittadini"

Dopo l'idea lanciata dal Ministro dell'Interno Angelino Alfano di far lavorare i migranti, il Sindaco di Fabbriche di Vergemoli scrive una lettera al Ministro in cui racconta la realtà del suo Comune, dove i rifugiati vengono fatti lavorare, in modo da non gravare più sulle casse dello Stato.
"Nel Comune di cui mi onoro di fare il Sindaco – spiega Michele Giannini nella lettera al Ministro -, una piccola realtà di 800 abitanti sparsi su 50 km quadrati di montagna, abbiamo la concentrazione di rifugiati più alta di tutta la Provincia di Lucca, basti pensare che da circa un anno  nel capoluogo, Fabbriche di Vallico, in un abitato di meno di 200 persone gravitano ben 20 rifugiati, una percentuale da capogiro del 10%.  Da subito abbiamo stimolato le strutture ospitanti ad insegnare ai rifugiati ciò che è alla base della civile convivenza, la buona educazione, ed un principio alla quale la nostra comunità non intende prescindere: l'assoluto rispetto delle regole della nostra comunità".
"Fatto questo primo passaggio vitale – prosegue Giannini - per una futura accoglienza, nella logica di trasformare un problema in una risorsa,  abbiamo stimolato un integrazione con la popolazione dell'intero territorio comunale tramite non una segregazione dei rifugiati ma bensì tramite un inserimento moderato degli stessi nel tessuto sociale tramite la loro disponibilità a svolgere servizi di manutenzioni strade e di pulizia neve nei centri abitati (stando ben attenti com'è logico a non affidare loro lavori che solitamente venivano svolti da ditte ma bensì facendoli prestare il loro servizio di volontariato a fianco dei nostri operai comunali o di semplici cittadini più bisognosi).  Questo ha permesso ai rifugiati di tenersi impegnati ma nel contempo, come è stato loro precisato,  di valutare il loro comportamento e l'effettivo impegno ad integrarsi mettendosi a disposizione della comunità che li ospita. Successivamente, avendo raggiunto una permanenza di 6 mesi sul territorio nazionale e quindi un permesso lavorativo, è stato possibile, attraverso uno specifico finanziamento della Regione indirizzato all'inserimento lavorativo delle categorie svantaggiate, dopo aver esaurito le necessità degli svantaggiati locali, garantire ad alcuni rifugiati  un tirocinio formativo presso il comune stesso con la concessione di un contributo di 500 euro mensili, con i quali adesso possono provvedere a garantirsi le spese, cessando, nel contempo,  di gravare completamente sul nostro Stato, come da disciplina vigente".
In pratica quindi questi richiedenti asilo lavorano a costo zero per il comune ed in più in parte si pagano le loro spese dovendo poi rimborsare in futuro lo Stato.
"Questa esperienza – prosegue quindi Giannini nella lettera inviata al Ministro Alfano - si sta dimostrando fortemente positiva per i  rifugiati in esame, nello specifico un cristiano e uno di religione indù, che vengono utilizzati per la manutenzione ordinaria come lo sfalcio delle erbe e la pulizia dei cigli stradali, e si stanno progressivamente inserendo nella comunità, tanto da proporsi volontariamente nel servire gli anziani più in difficoltà come a rimettere le legna o lavori similari. La popolazione capisce l'impegno che questi ragazzi stanno riversando sul territorio, e quindi accetta senza problemi il loro inserimento nella comunità".
"Questo pseudo lavoro – conclude il Sindaco di Fabbriche di Vergemoli - da a tutti i richiedenti asilo, stazionanti o di passaggio sul territorio comunale, un grandissimo stimolo al massimo rispetto della comunità ospitante, delle  leggi e delle regole; non manchiamo mai di ribadire infatti che la possibilità di crearsi un futuro ed una vita dignitosa, passa solamente dall'impegno nel lavoro e dal rispetto della comunità in cui essi vivono".

Giuseppe Bini
Addetto Stampa
Info 349 3860040
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IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA :

Comune di Fabbriche di Vergemoli
Istituito con L.R.T. 43 del 30-7-2013 per fusione dei comuni di Fabbriche di Vallico e di Vergemoli
Loc. Campaccio  2 –  55020 Fabbriche di Vallico LU    –  
Tel. 0583 761944 – Fax 0583 761762
Website: www.comune.fabbrichedivergemoli.lu.it
Email: info@comune.fabbrichedivergemoli.lu.it
Pec: comune.fabbrichedivergemoli@postacert.toscana.it




                                                                                                Ministro dell 'Interno,
                                                                                                         Angelino Alfano

                                                                                                       E per conoscenza 
                                     
                                                                                                        Prefetto di Lucca,
                                                                                        Dott. Giovanna Cagliostro

                                                               Comandante Provinciale dei Carabinieri,
                                                                                                    Col. Fedele Stefano









         
facendo seguito all'idea da Lei prospettata di utilizzare, nei territori di competenza comunale, il lavoro dei rifugiati,  mi pregio raccontarLe la nostra esperienza di piccolo Comune nella Provincia di Lucca.
Il Comune di cui mi onoro di svolgere la funzione il Sindaco, Fabbriche di Vergemoli: una piccola realtà di 800 abitanti sparsi su 50 km quadrati di territorio montano, registra la concentrazione di rifugiati più alta di tutta la Provincia di Lucca, basti pensare che da circa un anno  nel capoluogo, Fabbriche di Vallico, in un abitato di meno di 200 persone gravitano ben 20 rifugiati, una percentuale da capogiro del 10%.
L'arrivo dei rifugiati, com'è normale ha suscitato reazioni differenziate dettate per lo più dall'atavica paura del "diverso" aggravate dalla difficile contingenza economica. Di fronte a questa realtà non ci siamo arresi ma bensì abbiamo spiegato -a chi ha voluto ascoltare- che l'essere parte di una Nazione non vuol dire solo ricevere aiuto quando la nostra Comunità ne ha bisogno ma anche essere pronti ad aiutare il nostro Paese in caso di bisogno.
Successivamente abbiamo stimolato le strutture ospitanti ad insegnare ai rifugiati ciò che è alla base della civile convivenza, la buona educazione, ed un principio al quale non intendiamo prescindere: l'assoluto rispetto delle regole e delle leggi della nostra Comunità.
Fatto questo primo passaggio vitale per una futura accoglienza, nella logica di trasformare un problema in una risorsa, abbiamo stimolato un'integrazione attiva attraverso un inserimento progressivo degli ospiti nel tessuto sociale grazie anche alla loro disponibilità a svolgere servizi di manutenzioni stradale e di pulizia neve nei centri abitati (stando ben attenti com'è logico a non affidare loro lavori che solitamente venivano svolti da ditte ma bensì facendoli prestare il loro servizio di volontariato  a fianco dei nostri operai comunali o di semplici cittadini più bisognosi).
Questo ha permesso ai rifugiati di tenersi impegnati, ma, nel contempo, come è stato loro precisato, di valutare il loro comportamento e l'effettiva volontà ad integrarsi mettendosi a disposizione della comunità che li ospita.  Successivamente, avendo raggiunto una permanenza di 6 mesi sul territorio nazionale e quindi un permesso lavorativo, è stato possibile, attraverso uno specifico finanziamento della Regione Toscana indirizzato all'inserimento lavorativo delle categorie svantaggiate, dopo aver esaurito le necessità degli svantaggiati locali, garantire ad alcuni rifugiati  un tirocinio formativo presso il comune stesso con la concessione di un contributo di 500 euro mensili, con i quali adesso possono provvedere a garantirsi le spese, cessando, nel contempo,  di gravare completamente sul nostro Stato, come da disciplina vigente.
In pratica quindi questi richiedenti asilo lavorano a costo zero per il nostro Comune e, con parte del salario, sono in grado di far fronte alle loro spese.
Questa esperienza di inserimento attivo nella Comunità si sta dimostrando fortemente positiva per i  rifugiati impiegati dal Comune (un cristiano e un indù) tanto che gli stessi si stanno proponendo come volontari nel servire gli anziani più in difficoltà. La popolazione capisce l'impegno che questi ragazzi stanno riversando sul territorio, e quindi accetta senza problemi il loro inserimento nella Comunità.
Questo pseudo lavoro consente di trovare  a tutti i richiedenti asilo, stazionanti o di passaggio sul territorio comunale, un grandissimo stimolo al massimo rispetto della Comunità ospitante, delle  Leggi e delle regole. Come Amministrazione, infatti, non manchiamo mai di ribadire che la possibilità di crearsi un futuro ed una vita dignitosa, passa solamente dall'impegno nel lavoro e dal rispetto della Comunità in cui essi vivono da protagonisti.
L'esperienza, come detto, sta avendo risvolti estremamente positivi e, per alcuni versi, inattesi. Dietro l'esempio del Comune anche alcune aziende private hanno cominciato a destare attenzione ad una simile opportunità, e sempre attraverso il finanziamento regionale per le categorie svantaggiate, hanno provveduto ad impiegare nelle loro aziende altri richiedenti asilo.
Naturalmente questo risultato non può essere ascritto solo al nostro lavoro che sarebbe stato impossibile senza l'aiuto, la preparazione, la disponibilità e la sensibilità del Prefetto di Lucca, Dott.sa Cagliostro Giovanna, e di tutto il personale della Prefettura lucchese, sempre disponibile in qualsiasi giorno ed in qualsiasi orario per le esigenze che fenomeni migratori come questi creano sul territorio, a cui anche in questa sede va la mia più profonda gratitudine.
Allo stesso modo non posso non citare e ringraziare tutte le Forze dell'Ordine ed in particolare i militari della stazione dei Carabinieri di Gallicano comandati dal M.A. Antonino Nastasi, competenti territorialmente, per la discreta ma continua, precisa e costante presenza sul territorio e per l'incredibile lavoro di mediazione, sensibilizzazione, rassicurazione svolta nei confronti della popolazione locale.
Come modesto contributo alle Sue proposte, possiamo serenamente dirLe che siamo estremamente soddisfatti della nostra esperienza.
Quanto sopra Signor Ministro, per dimostrare, ancora una volta, che l'integrazione è possibile, sempre a patto che il rifugiato si renda disponibile ad impegnarsi e a mettersi al servizio della comunità, rispettandone  gli usi e i costumi della stessa.
Volendo verificare e approfondire personalmente quanto da me scritto in queste righe, l'intera nostra Comunità sarà lieta di ospitarLa per una eventuale, graditissima, visita.
Con profonda stima ed affetto,

il Sindaco, Michele Giannini

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