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venerdì 22 maggio 2015

PRATO: Prodotti cinesi: quali controlli? di Francesco Fedi (Candidato M5S Consiglio Regione Toscana)

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"Prodotti cinesi: quali controlli?" di Francesco Fedi (Candidato M5S al Consiglio Regione Toscana)
 
Anche oggi la magagna non manca: i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Prato, su delega del procuratore Giuseppe Nicolosi e del sostituto procuratore Antonio Sangermano, sono intervenuti per un controllo all'interno del centro espositivo "Euroingro", nella zona industriale del "Macrolotto", dove sono state effettuate delle verifich su articoli prodotti con l'utilizzo di metalli pesanti, estremamente tossici per la salute e vietati da specifico regolamento comunitario.
 
Il tutto si inquadra all'interno di un'indagine avviata nello scorso mese di febbraio, quando in seguito ad una perquisizione che aveva portato all'acquisizione di alcuni articoli di bigiotteria ed alle successive analisi di  laboratorio del Buzzi, queste condotto a riscontrare la presenza di elevatissime percentuali di Nichel, Cadmio e Piombo.

I prodotti illegali sono risultati essere importati da 17fornitori/importatori, collegati ad altrettante aziende con sedi a Roma, Milano, Rovigo, Padova, Monza e Viterbo, sempre gestite da cittadini cinesi. Anche in queste, dove sono state eseguite perquisizioni e sequestrati altri articoli.

Alla fine il maxi-sequestro ha interessato oltre 1.400.000 articoli, per un valore di circa 10 milioni di euro. 25 il numero delle persone indagate per i reati di frode in commercio con immissione sul mercato di prodotti pericolosi e adulterazione continuata di prodotti in danno della salute pubblica. Tra questi, non potevano mancare due italiani, mentre gli altri tutti di nazionalità cinese.
Sulla scorta di tale episodio, ci sovvengono alcune parole del Comandante della Guardia Forestale di Prato, che in occasione del controlli effettuati alcune settimane fa sugli orti cinesi,  aveva spiegato come il lo compito fosse : "… accertare che siano a norma, che possano essere immessi sul mercato e quale è il consumatore finale. La commercializzazione di tali prodotti come avviene? E in quali modi? Dobbiamo, inoltre, accertare che non ci siano problemi di organismi geneticamente modificati, di ogni tipo di illegalità: dall'importazione alla commercializzazione dei semi, allo stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, allo smaltimento tramite il fuoco nei campi, ad esempio se vengono bruciati residui di prodotti chimici o se vengono fatti trattamenti con i fitosanitari. E' necessario capire che cosa c'è da contrastare e fare prevenzione. Spesso certi lavori vengono svolti da persone che non sono preparate».
Nell'occasione fu anche spiegato come le  sementi che vengono utilizzate, di provenienza ignota, arrivano dalla Cina eludendo spesso i controlli doganali "Le piante e le sementi provengono dalla Cina ed arrivano in maniera del tutto irregolare", sempre come spiegato dal Comandante Lombardi.
In quel caso però si tratta di importazione di alimenti o tutto ciò che va a contatto con la persona (cosmetici o a mezzo ingestione), ed è sottoposto a controlli sanitari doganali.
Contattata per l'occorrenza, Francesca Cadeddu, Amministratrice del gruppo Facebook "Prato si ribella a qualisiasi sistema di illegalità" , ci ha potuto spiegato come in questi casi la vigilanza sanitaria rilascia il nulla osta a seguito di 3 possibilità, all'arrivo del container in porto: 1) chiedono la documentazione necessaria all'importatore, relativa ad analisi e test già effettuati, per rilasciare il nulla osta cartaceo, 2) Effettuano visita ispettiva sulla merce , solo di tipo visivo (controllo reale di quanto si dichiara all'importazione, oppure 3) Effettuano visita ispettiva e prelevamento per analisi (campionamento).
"Quindi, - ci spiega Francesca Cadeddu - con tali premesse, se l'importazione avviene illegalmente, potrebbe passare attraverso altri canali, facciamo delle ipotesi: Importazione sotto altre voci doganali per cui non vengono sottoposte a visite sanitarie, oppure importazione su container destinati a importatori agricoli italiani (sementi legali insieme a quelle illegali - rischioso soprattutto per l'importatore italiano in caso di controllo), oppure ancora importazione in altri stati e proseguimento via camion verso l'Italia (solo in Italia – all'interno della comunità europea - abbiamo controlli doganali rigidi). Sicuramente il sistema di collusione con altri soggetti è lo stesso come per tutto il resto del loro business. …. …La soluzione potrebbe essere un blocco delle merci provenienti dalla Cina, ma il problema è che si bloccherebbero i porti perché i controlli  possono durare settimane ed hanno alti costi. "
Dunque la soluzione, che si parli di bigiotteria o di sementi, sembra non poter essere altro che rendere i controlli a destino un qualcosa di quasi sistematico: dove si vende oggettistica o dove ci sono dei campi coltivati da cinesi, è necessario intervenire con buona frequenza.
Anche qui i costi non sono da poco: costa indagare, analizzare, sequestrare, distruggere…
Nel tempo però si vedrebbero i risultati ed allora quest si rivelerebbe un buon investimento per  dare impulso alla domanda di prodotti interni…
Il nocciolo è che se oggi sul mercato si riescono a piazzare in modo indisturbato 100 prodotti contro 1 che viene sequestrato, bisognerebbe arrivare, se non ad invertire il rapporto, almeno da renderlo tale da non rendere più la vendita di merce illegale un qualcosa di altamente redditizio.
Per ora però, vediamo che le maglie dei controlli che vengono effettuate non sono adeguate a far andare in crisi il sistema.
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