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giovedì 22 marzo 2018

Sanità Toscana : C.R.E.S.T. - Documento Sanità Toscana aree disagiate, montane e insulari.



C.R.E.S.T. Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana ha inviato al Ministero della Salute un documento per segnalare le criticità relative all'assistenza sanitaria ospedaliera e dell'emergenza urgenza nelle aree interne disagiate, montane ed insulari della Toscana.
 
Il documento è stato inviato dopo l'incontro del 21 Novembre scorso al Ministero della Salute del CISADeP Coordinamento Italiano Sanità Aree Disagiate e Periferiche, Coordinamento del quale fa parte anche il C.R.E.S.T. dietro richiesta del Dott. Andrea Piccioli, Direttore della Direzione Generale della Programmazione Sanitaria, della Dott.ssa Velia Bruno, Attuazione D.M 70/2015 presso il Ministero della Salute per l'Organizzazione dei Servizi Sanitari per le Aree Particolarmente Disagiate e Periferiche d'Italia, del Dott. Roberto Laneri, Funzionario Programmazione Aree Interne e dopo successivi contatti telefonici con la Dott.ssa Maria Miceli.
Oltre al Ministro della Salute on. Beatrice Lorenzin, il documento è stato inviato al Sottosegretario al Ministero della Salute On. Davide Faraone, al Direttore dell'Ufficio di Segreteria del Presidente della Repubblica cons. Simone Guerrini, al Presidente del Consiglio dei Ministri on. Paolo Gentiloni e al Segretario della Conferenza  Unificata Stato Regioni c/o Presidenza Consiglio dei Ministri, al Capo Dipartimento per gli Affari Regionali e le autonomie, Ufficio III, Ufficio per il Coordinamento delle attività della Segreteria della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Provincie autonome di Trento e Bolzano.



Distinti Saluti

Valerio Bobini
Presidente del C.R.E.S.T. - Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana

P.S. il Documento è stato inviato anche a tutti i consiglieri del Consiglio Regionale della Toscana e agli Assessori e con PEC, a tutti i sindaci dei comuni dove sono ubicati i piccoli ospedali Toscani di aree disagiate, montane e insulari e a quelli dei capoluoghi.

DOCUMENTO:
 
 
Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana
Rete di Comitati e di Movimenti Toscani
Non siamo un peso.
Siamo la Toscana
che produce bellezza e tipicità.
Associazione Zeno Colò
Associazione difendiamo l'ospedale di Volterra
SOS Volterra
Comitato Elba Salute
Comitato per la Sanità nella Valle del Serchio
Montagna Pistoiese - E' qui che voglio vivere
Comitato difesa Ospedale Serristori Figline Valdarno
Comitato Salviamo il Punto Nascita e l'ospedale del Casentino
Comitato pro ospedale di Cecina
Comitato in difesa del diritto alla salute in Lunigiana
C.R.E.S.T.
Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana
Rete di Comitati e Movimenti Toscani
in Difesa della Sanità Pubblica
1
Il Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana (C.R.E.S.T.) è una rete di comitati e movimenti
delle zone periferiche e marginali della regione Toscana, dal Casentino all'isola d'Elba, che dal
2011 chiede il rispetto dell'articolo 32 della Costituzione che sancisce la tutela della salute del
cittadino, ovunque risieda.
Nasce e si caratterizza come rete apartitica ed indipendente senza scopo di lucro per promuovere
e garantire il diritto alla salute di ogni cittadino, mediante la salvaguardia dei servizi essenziali, la
tutela e valorizzazione degli Ospedali montani, insulari e delle zone periferiche, in modo da
mantenere sul territorio servizi essenziali per le comunità.
Il C.R.E.S.T. si prefigge come obiettivo prioritario la difesa del sistema sanitario pubblico che
preveda l'universalità di accesso alle cure ed una equa distribuzione di risorse e servizi così che
nessun territorio venga penalizzato e condannato all'abbandono.
Il SSR della Regione Toscana ha vissuto profondi cambiamenti negli ultimi 5 anni. Con questo
documento vorremmo illustrarne l'impatto sui territori dove viviamo. Le riforme che si sono
susseguite hanno portato cittadini a formare comitati in difesa della Sanità Pubblica, diffusi su
tutto il territorio regionale, fenomeno sconosciuto prima in una Toscana che garantiva equità ed
ottimi servizi.
Il primo atto si è compiuto con la Delibera di Giunta Regionale n. 1235 del 28.12.2012 "Azioni di
riordino dei servizi del Sistema Sanitario Regionale".
Tale delibera non è mai stata pubblicata sul BURT ed evidentemente, per sua natura, non è
passata al vaglio del Consiglio regionale, l'organo preposto in cui si forma la volontà legislativa
espressione dei cittadini. La delibera è stata inoltre emanata in assenza del Piano Sanitario
Regionale atteso dal 2010. Il presidente dell'allora IV Commissione Sanità del Consiglio regionale
Marco Remaschi con il vicepresidente Stefano Mugnai ed il presidente dello stesso Consiglio
regionale Alberto Monaci hanno più volte evidenziato l'assenza di un Piano come un pericoloso
vuoto normativo1, ma questo non ha fermato l'iter della delibera 1235/2012.
L'intento del riordino dei servizi era quello di una ricerca di un nuovo equilibrio tra qualità delle
cure e sostenibilità del sistema. Nei fatti si è tradotto in tagli a personale, servizi, reparti e posti
letto colpendo maggiormente le periferie.
L'obiettivo perseguito era la riduzione delle giornate di degenza e la riduzione del parametro dei
PL per 1000 ab. da 3,7 attuale a 3,15 (inclusa riabilitazione e lungodegenza). Ciò si è compiuto con
enormi disparità tra zona e zona tanto che in alcune il dato è sceso a 2,1 posti letto per mille
abitanti. Di pari passo, nel triennio 2014-2017 con l'attuazione della L. RT n. 28/2015 e poi con la
Legge RT n. 84/2015 che ha modificato la Legge regionale 40 "Disciplina del servizio sanitario
regionale", si è attuato il programma di pensionamento di circa 2.000 dipendenti ospedalieri con
la formula degli esuberi, senza preoccuparsi minimamente dell'impatto che tale riduzione di
personale avrebbe prodotto su tutti i Presidi Ospedalieri della Toscana. Inoltre si è attuata la
centralizzazione della Chirurgia (anche d'Urgenza) in area vasta con la conseguente eliminazione di
queste attività dagli ospedali periferici, montani ed insulari penalizzandoli fortemente ed
impoverendo di conseguenza la risposta sanitaria in queste zone.
1 http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=149065 https://www.firenzepost.it/2014/01/29/la-sanita-toscana-rischia-di-finire-fuorilegge/
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È stata inoltre ridefinita la rete dei Punti Nascita tendendo a lasciare un'unica unità operativa per
provincia, senza prevedere alcun servizio di supporto, in base alla collocazione geografica, per
mettere in sicurezza le donne ed i futuri nascituri da un parto improvviso ed esponendo quindi le
donne in gravidanza al rischio di parti a casa, in ambulanza o nei pronto soccorsi privi di personale
specializzato.
Le direttive della delibera 1235/2012 sono state ratificate dalle ASL ed accettate dai Sindaci
toscani tramite Patti Territoriali promossi da Uncem Toscana. Sono stati soprattutto i territori
rurali, montani, periferici e le isole dell'arcipelago a subire un riordino forzato di servizi, vedendosi
sottrarre Unità Operative e personale.
Dobbiamo purtroppo constatare che raramente i cittadini sono stati informati delle scelte in atto.
Quando si sono riuniti in Comitati, venuti a conoscenza dei futuri tagli, hanno chiesto trasparenza
e partecipazione, ed in tutta risposta hanno ricevuto rassicurazioni con comunicati stampa che
invocavano mantenimento di servizi e "Potenziamento", puntualmente smentiti dalla realtà dei
fatti. L'ospedale di riferimento della Montagna Pistoiese a San Marcello, ad esempio, è stato
"potenziato" in un P.I.O.T. senza più Chirurgia e Pronto Soccorso.
A Pistoia, la Conferenza dei Sindaci ha ratificato la riorganizzazione con la delibera n. 2 del 17
giugno 2013 e solo il 22 novembre del 2013, dopo cinque mesi, il "Protocollo fra la Conferenza
Aziendale dei Sindaci e AUSL 3 di Pistoia: attuazione della Deliberazione di Giunta regionale n.
1235/2012" è stato reso pubblico nell'Albo Pretorio del Comune di Pistoia. È stato necessario
l'intervento del Difensore Civico regionale interpellato dal nostro Comitato per conoscere il
documento e susseguentemente abbiamo fatto un esposto alla Procura di Pistoia, avverso tale
delibera.
La riorganizzazione sanitaria in Toscana ha di fatto messo in crisi, sotto molti aspetti, la tutela della
salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività in molte zone della
regione. Ha creato discriminazione fra cittadini, poiché chi vive in zone periferiche, montane o
insulari ha lentamente visto svuotare i presidi ospedalieri più vicini fino alla chiusura di interi
reparti e addirittura di Pronto Soccorso convertiti in Punti di Primo Soccorso.
Presidi necessari e funzionali definiti spesso veri gioielli di efficienza si sono trasformati in un
insieme di ambulatori, mentre le risorse del SSR sono state drenate dalla costruzione e dalla
dispendiosa gestione dei 4 nuovi ospedali in project financing (Massa, Lucca, Pistoia e Prato), tre
dei quali a pochi chilometri l'uno dall'altro.
È stata divulgata nel luglio dello scorso anno la relazione della Corte dei Conte sul rendiconto
generale della Regione Toscana per l'esercizio finanziario 2016 in cui si evidenzia, nero su bianco,
che l'operazione "presenta condizioni di spiccata convenienza per il concessionario, ricadendo
molti rischi sul concedente"2 con un investimento del pubblico per l'89% quando le direttive
Eurostat ammettono una quota di parte pubblica non superiore al 50% per giustificare il ricorso
allo strumento del project financing.
2 http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/toscana/2017/rendiconto_2016_volume_II.pdf
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Si sono quindi spogliate le zone montane o insulari di servizi essenziali, intaccando addirittura la
catena dell'emergenza-urgenza, poiché in alcune aree non è più possibile, a causa delle condizioni
orografiche, garantire il rispetto della golden hour e se il medico del 118 esce per una chiamata, il
territorio resta scoperto per ore.
Il messaggio che è passato con la stipula dei Patti Territoriali fra Conferenze dei Sindaci e ASL e che
ha cancellato anni di storia e di buona Sanità, è che si possa NEGOZIARE sui diritti, come se ciò che
era presente sul territorio fosse superfluo, come se l'elisoccorso, le Case della Salute, gli sportelli
Ecco Fatto e le Botteghe della Salute istituite da Uncem potessero compensare il taglio tangibile di
assistenza sanitaria.
Quello a cui abbiamo assistito è che non tutti i cittadini toscani sono oggi tutelati allo stesso modo.
L'assistenza sanitaria di base è disomogenea fra residenti in zone periferiche e capoluoghi: si veda
il progressivo depotenziamento degli ospedali di Piombino e Cecina-LI messi in rete, ma entrambi
penalizzati 3, della Versilia-LU 4 o di Pescia-PT con Punto Nascita ma senza la Pediatria ed
Emodinamica attiva solo due giorni la settimana.
L'assistenza sanitaria di base è disomogenea anche fra le varie zone rurali.
Un caso emblematico è quello dell'ex ospedale "L. Pacini" di San Marcello Pistoiese e dell'ospedale
Amiata Val d'Orcia. Sono entrambi situati a servizio di territori montani vasti a bassa densità di
popolazione ma con vocazione turistica.
La Montagna Pistoiese ha visto trasformare il proprio ospedale in Presidio Integrato Ospedale
Territorio (PIOT) - l'unico in Toscana - perdendo un efficiente reparto di Chirurgia (822 interventi
chirurgici programmati nel 2009, contro i 1.200 di Pistoia) ed annullando la gestione
dell'emergenza-urgenza ospedaliera, lasciando attivo un semplice Punto di Primo Soccorso.
L'ospedale Amiata Val d'Orcia ad Abbadia San Salvatore è di fatto un ospedale di base che
garantisce i servizi necessari alla popolazione. Nel 2015 ha avuto l'inaugurazione del nuovo Pronto
Soccorso alla presenza dell'allora Assessore Luigi Marroni che ha dichiarato: "Questo ospedale è
tra quelli salvaguardati e valorizzati dai Patti territoriali, che la Regione Toscana ha siglato nei mesi
passati. – ha commentato Luigi Marroni – Grazie a questa scelta della Regione, di inserire in rete
gli ospedali piccoli, delle zone montane e disagiate, è stata scongiurata la minaccia di chiusura,
paventata a livello nazionale. Come Regione abbiamo firmato 19 Patti territoriali, con 107
sindaci" 5
Ecco un estratto del PSSIRT approvato nel novembre 2014, in cui si fa riferimento agli ospedali di
Prossimità e ai Patti Territoriali che "devono essere coerenti con gli atti della programmazione
regionale", ma sono invece stati stipulati fra il 2012/13 con un PSSIRT scaduto ed in revisione:
3 http://iltirreno.gelocal.it/cecina/cronaca/2017/06/07/news/l-ospedale-unico-un-modello-fallito-pronti-alla-piazza-1.15458373
4 http://www.noitv.it/2017/11/ospedale-versilia-comitati-protestano-la-riduzione-dei-servizi-183453/
5 http://www.amiatanews.it/abbadia-s-salvatore-allospedale-amiata-val-dorcia-inaugurato-il-nuovo-pronto-soccorso/





6
La questione dei PATTI TERRITORIALI è centrale, perché abbiamo potuto appurare, hanno creato
profonde disparità. In rare eccezioni, protette da politici influenti, hanno salvaguardato un
territorio. Per la maggior parte dei casi hanno semplicemente ratificato azioni già intraprese dalle
ASL, oppure sono stati presi impegni precisi che sono stati pesantemente disattesi, minando il
rapporto di fiducia tra istituzione regionale, cittadini e loro rappresentanti. Sono stati uno
strumento calato dall'alto da Regione e ASL, non supportato da nessuna legge in materia sanitaria
e che non rispondeva ad alcun criterio scientifico di programmazione sanitaria. Uno strumento che
ha costituito una violazione del principio di equità e parità tra cittadini poiché basato solo sulla
forza di contrattazione delle singole comunità locali, che non ha lasciato neppure intravedere un
disegno organico, data che il Piano Sanitario Regionale era in fase di discussione. Patti che, nella
loro redazione, non hanno visto alcuna partecipazione o coinvolgimento dei Sindaci, ma neppure
degli operatori sanitari, dei medici e pediatri di base e dei sindacati. In una parola Patti fra due
parti ma privi di concertazione e di possibili ridefinizioni migliorative.
In Valdinievole (PT) ad esempio, i Patti Territoriali del 2013 hanno previsto la chiusura del reparto
di Pediatria presso l'ospedale di Pescia, che ha un bacino di utenza fra i 70.000 e i 100.000 abitanti
(oltre 15.000 minori) e 254 posti letto. Le degenze pediatriche sono state concentrate presso
l'ospedale San Jacopo di Pistoia, eppure nel PSSIRT del 2014 si scrive che gli ospedali di base con
Punto Nascita debbano avere anche il reparto di Pediatria.
In Lunigiana (MS) sono stati proposti Patti Territoriali per i due presidi ospedalieri di Fivizzano e
Pontremoli. I Sindaci di Pontremoli e Zeri non li hanno firmati 6 e si sono opposti poiché era
previsto un declassamento del reparto di rianimazione e, dopo la chiusura dei due Punti Nascita,
non si era programmato un percorso nascite che consentisse di seguire la puerpera presso gli
ospedali lunigianesi fino alla soglia del parto. Dopo quattro anni la questione del percorso nascita
è irrisolta, la Chirurgia è sempre più penalizzata, la Rianimazione è diventata unità operativa
semplice e all'ospedale di Fivizzano, con la sola reperibilità dell'anestesista che non sempre può
assicurare un pronto intervento, l'emergenza-urgenza non è garantita.
Nella Valle del Serchio in provincia di Lucca è stato firmato nell'aprile 2012 un protocollo d'intesa
tra Sindaci e Regione Toscana per realizzare un nuovo ospedale che andava a confermare tutte le
attività presenti nei due presidi di Barga e Castelnuovo Garfagnana seppur riducendo i posti letto
totali di quasi un terzo.
Nel luglio 2013 la ex ASL2, con varie relazioni sempre più limitanti, propose un PIOT, con PS,
Medicina, Chirurgia solo diurna ed il Punto Nascita integrato con Lucca, per un numero di posti
letto ridotto di due terzi rispetto alla situazione di partenza.
Il nuovo ospedale è stato archiviato e nell'aprile 2015, in maniera unilaterale, la ASL ha presentato
un piano di razionalizzazione per questioni di bilancio e promesse di investimenti7. Ad oggi tale
piano non è stato ancora del tutto applicato, mentre non ci sono certezze sulle nuove sale
operatorie all'ospedale di Castelnuovo Garfagnana: serviranno un vero reparto di Chirurgia oppure
si limiteranno ad interventi in day surgery?
6 http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2013/12/17/news/il-patto-territoriale-smembra-l-ospedale-di-pontremoli-1.8320601
7 http://iltirreno.gelocal.it/lucca/cronaca/2015/06/16/news/nuova-asl-polimeni-avverte-servizi-a-rischio-conferma-1.11627290
http://www.luccaindiretta.it/mediavalle-e-garfagnana-m/item/45229-sanita-valle-del-serchio-sindaci-chiedono-modifiche-a-piano-asl.html
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Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana
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La situazione dell'Isola d'Elba e dell'arcipelago è ovviamente particolare rispetto alle altre realtà
sanitarie che possono raggiungere con minore difficoltà le strutture più complesse ed organizzate.
La distanza dai centri specializzati ed i lunghi tempi di percorrenza ad essa legati, influiscono
pesantemente sui costi individuali nonché collettivi in termini di viaggi, pernottamenti e giornate
lavorative perse.
La terza isola dell'Italia ha una popolazione stanziale di circa 33.000 cittadini e questo numero sale
a oltre 250.000 nel periodo estivo. Per quanto riguarda i servizi sociosanitari il 12 novembre 2012
è stato firmato un accordo, con relativo cronoprogramma, tra la Regione Toscana e l'allora
Conferenza zonale dei Sindaci. Detto accordo è stato realizzato al 70%, per poi essere accantonato
dal nuovo organismo Istituzionale Comprensoriale il quale non l'ha ancora sostituito con un nuovo
protocollo utile alle molteplici criticità sanitarie dell'arcipelago.
L'ospedale presenta problemi recenti e questioni irrisolte da anni. All'ospedale non c'è terapia sub
intensiva e rianimazione. Ha solo un cardiologo che deve dividersi tra ambulatorio, pronto
soccorso, esami cardiologici e Carcere. A Portoferraio hanno abolito la Guardia Medica, quindi di
notte, nei prefestivi e festivi l'unica possibilità di essere visitati è data dal Pronto Soccorso
intasandolo e allungando i tempi di attesa. Nella parte occidentale dell'isola il servizio di
emergenza urgenza funziona con ambulanza ordinaria che si incontra in luoghi rendez-vous con
l'ambulanza con il medico 118 a bordo che arriva da Portoferraio8. Le tre "Case della Salute"
previste all'Elba sono rimaste progetti impolverati. Nel comune di Marciana mancano i medici di
famiglia.
L'ASL Toscana Nordovest è ancora più lontana fisicamente ed idealmente da Portoferraio di
quanto non lo fosse la vecchia ASL 6 di Livorno. Ignora le difficoltà della Medicina, dell'Ortopedia
ridotta ai minimi termini, della Chirurgia che per la mancanza di chirurghi presto potrebbe non
essere in grado di garantire la presenza notturna per eventuali emergenze urgenze al Pronto
Soccorso e in reparto. Così come non recepisce la drammaticità in cui vive il Pronto Soccorso quasi
al collasso per mancanza di personale medico e che opera in locali fatiscenti al limite della dignità
umana.
I malati oncologici per effettuare visite o esami diagnostici sia di controllo che programmati
devono recarsi in "continente" e se non sono barellati devono pagarsi il trasporto e spesso,
quando non supportati da Associazioni o enti privati, devono rinunciare alle cure e agli esami con
grave danno alla loro persona.
L'emergenza - urgenza e la golden hour agli elbani non è uniformemente garantita, sia per le
distanze e la difficile viabilità sull'isola, sia per le condizioni meteo avverse che non sempre
permettono il trasferimento in elisoccorso in ospedali al di là del mare.
8 http://www.portoazzurrosoccorso.it/trasporto-ambulanza-118/elba-emergenza-118-con-ambulanza/
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Contemporaneamente alla stipula dei Patti Territoriali si è svolto il tortuoso percorso di
approvazione del PSSIRT. Le minoranze in Consiglio regionale hanno richiesto il parere del Collegio
di Garanzia regionale presieduto dal Prof. Stefano Merlini sulla legittimità degli emendamenti alla
Proposta di deliberazione consiliare n. 191 (Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale 2012 –
2015) – emendamenti deliberati dalla Giunta regionale in data 07.02.2014" (delibera n. 74) - alla
proposta di deliberazione del Consiglio n. 38 del 19.12.2011 del "Piano Sanitario e Sociale
Integrato Regionale 2012–2015" (PSSIR 2012-2015), nonché sul fondamento di una eventuale
violazione delle prerogative delle minoranze attinenti agli atti di iniziativa della Giunta e soggetti
all'approvazione del Consiglio fatti oggetto di formali fasi di concertazione o confronto ai sensi
dell'art. 48 dello Statuto regionale.
Il Collegio di garanzia ha risposto al quesito (prot. n. 5615/1.14.6 del 19.03.2014) 9 mettendo in
evidenza un uso deprecabile e censurabile del potere emendativo dell'esecutivo, ma soprattutto
ha concluso per "l'illegittimità degli atti della Giunta e per la violazione delle prerogative del
Consiglio e dei suoi singoli componenti, in particolare delle minoranze, con riferimento alle
norme richiamate"10
Il PSSIRT 2012-2015 è stato approvato il 5 novembre 2014 a maggioranza (38 votanti, 25 a favore e
13 contrari) quando la riorganizzazione ai sensi della DGRT 1235/2012 era ormai avvenuta ed ha
quindi ratificato scelte già fatte ed attuate.
Il passo successivo della riforma sanitaria toscana è stata l'approvazione della Legge RT 28/2015.
Dal 1 luglio 2015 le 12 ASL toscane sono state
accorpate in 3, una per area vasta (Toscana
centro, Toscana nord-ovest e Toscana sud-est)
guidate, per un periodo transitorio, da
commissari e vice-commissari di nomina
politica, oggi da direttori nominati dalla
Presidenza.
La legge ha creato molte perplessità per la
visione verticista e fortemente burocratizzata
della Sanità, per l'esubero di 1500/2000
operatori sanitari e per l'indebolimento della
Conferenza dei Sindaci e l'allontanamento dei
centri decisionali dai territori, tanto che si è
creato un Comitato Referendario per chiederne
l'abrogazione. In poco più di due mesi il
Comitato ha raccolto e depositato in Regione
Toscana, non senza osteggiamento, oltre 55.000
valide (ne erano necessarie 40.000).
9 http://www.consiglio.regione.toscana.it/upload/GARANZIA/documenti/Parere e lettera di trasmissione.pdf
10 Quarta relazione annuale sull'attività svolta (1 aprile 2013 – 31 marzo 2014) del Collegio di Garanzia Statutaria
http://www.consiglio.regione.toscana.it/upload/GARANZIA/documenti/Relazione annuale_2013-2014.pdf
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La richiesta del Comitato era che la Sanità Pubblica tornasse ai cittadini, ai Sindaci che hanno a
cuore la salute pubblica ed il benessere del territorio che amministrano e ai medici e agli
infermieri, limitando lo strapotere della politica e dei burocrati.
Ma il Referendum non si è mai tenuto.
La Giunta regionale ha proposto una nuova legge di riforma, da più parti vista come una mossa per
neutralizzare il Referendum11. A dicembre, in una maratona di cinque giorni, la riforma è stata
approvata a maggioranza in Consiglio regionale con la Legge RT n. 84/2015. La legge 28/2015 è
stata contestualmente abrogata 12.
Il Collegio di Garanzia Statutaria, interpellato dal Comitato Referendario, ha deliberato a
maggioranza il 25 gennaio 2016 che il Referendum non si dovesse tenere 13.
Oggi in Toscana ci sono quindi tre aree vaste e le riforme che si sono susseguite non hanno portato
alcun miglioramento nell'erogazione dei servizi.
Dalla DGRT 1235/2012 alla Legge 84/2015 passando per i Patti Territoriali, l'inaugurazione dei 4
nuovi ospedali in project financing, il taglio di posti letto prima e degli operatori poi, la Sanità
pubblica arranca affidandosi a servizi in convenzione e al sempre maggior numero di polizze
assicurative integrative, perdendo la sua vocazione universalistica.
Le condizione di lavoro dei Pronto Soccorso degli ospedali metropolitani restano critiche, come
hanno denunciato i sindacati dei medici: lunghe ore di attesa in lettighe o barelle nei corridoi dei
P.S., con pazienti privati di dignità e privacy; medici ed infermieri sovraccarichi di lavoro, personale
insufficiente e spesso costretto a lavorare senza il rispetto dei riposi in condizioni di fatica e
pressione che possono generare errori fatali.
Assistiamo ad ospedali con attività chirurgiche sospese per ferie in estate o per influenza nei mesi
invernali e liste di attesa che si allungano14.
Assistiamo ad un modello per intensità di cura applicato nei maggiori ospedali toscani fortemente
criticato dal personale sanitario poiché si perde di vista il paziente e non c'è personale sufficiente
nella corretta gestione del percorso15.
Assistiamo a premi a pioggia milionari per personale e dirigenti e ad altissimi stipendi per i massimi
dirigenti, con valorizzazioni annue minime di circa 16.500 euro, cifra paragonabile ad un salario
annuale di un lavoratore delle fasce più basse.
11 http://www.quotidianosanita.it/regioni-e-asl/articolo.php?articolo_id=32313
http://firenze.repubblica.it/cronaca/2015/11/03/news/_abrogate_la_riforma_il_referendum_anti_sanita_supera_le_40mila_firme-126503858/
12 https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/30/toscana-ok-allennesima-riforma-della-sanita-taglio-asl-da-12-a-3-battaglia-pd-opposizioni-inconsiglio-per-5-giorni/2339185/
13 http://www.quotidianosanita.it/toscana/articolo.php?articolo_id=35778
14 http://iltirreno.gelocal.it/pistoia/cronaca/2016/07/05/news/ospedale-chiuso-per-ferie-sospese-week-e-day-surgery-1.13773364
http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/ospedale-letti-ferie-estate-1.3171223
15 http://www.loschermo.it/79931/
http://www.infotoscanasanita.it/lucca-la-sanita-non-e-unazienda/
http://www.lanazione.it/lucca/cronaca/il-s-luca-un-fallimento-meglio-tornare-ai-reparti-1.2029446
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Abbiamo assistito ad ingenti sprechi e ad un carente sistema di controllo dei bilanci delle ex Asl,
come testimoniato dal buco milionario dell'ex ASL1 di Massa e da altri casi toscani di deficit di
bilancio: l'azienda sanitaria pratese ha chiuso il bilancio con un deficit di 24 milioni di euro prima di
essere assorbita nell'ASL Toscana Centro che ha ridistribuito le perdite16.
Assistiamo ad una spesa farmaceutica in Toscana fuori controllo, come denunciato dai maggiori
sindacati Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl17 a scapito di investimenti sul personale che viene assunto con
contratti a consulenza o lavoro interinale.
Noi Comitati del C.R.E.S.T. assistiamo, insieme al coordinamento nazionale CISADEP del quale
siamo membri, ad un impoverimento sempre maggiore dei servizi sui nostri territori.
È del 16 gennaio scorso la sentenza del TAR dell'Umbria 18 che stabilisce la riapertura del Pronto
Soccorso dell'ospedale di Città della Pieve:
"Per la natura di primaria importanza del servizio, per la natura di tempestività, da questo dipende
con certezza il diritto primario dell'uomo alla vita ed il diritto alla salute affermato dalla
Costituzione, che non può essere sopprimibile o compromesso, solo per una questione politicoamministrativa-finanziaria.
Non si può imporre ai cittadini di aumentare i tempi di percorrenza per raggiungere un altro Pronto
soccorso, che vadano oltre i 60 minuti (andata e ritorno) come da normativa.
La soppressione del Pronto Soccorso da parte della Asl è ancora più grave, dal momento che Città
della Pieve è riconosciuta come area disagiata, per le condizioni oro-geografiche"
Il Diritto alla Salute non si può negoziare minando i principi di universalismo ed equità. Ci
auguriamo che la Conferenza Stato-Regione ed il Ministero ripensino in SSN in modo che ci sia pari
dignità fra tutte le regioni italiane ed i loro territori e fra tutti i cittadini indipendentemente dal
reddito, affinché la Salute del cittadino torni ad essere fulcro e priorità di ogni azione politica.
Ci auguriamo che il personale medico ed infermieristico, ogni giorno in prima linea, torni ad essere
protagonista delle programmazioni aziendali; che il Ministero e le Regioni tutelino i residenti in
zone disagiate e periferiche con indicazioni stringenti, chiare e non eludibili, circa l'equità
d'accesso alle cure e l'omogeneità dei servizi; che in ogni territorio, ed in particolare nelle zone più
fragili perché periferiche, montane o insulari siano garantiti e rafforzati i presidi ospedalieri, con
particolare riguardo ai Pronto Soccorso (con medico anestesista rianimatore h24) ed ai reparti ad
esso collegati. Ci auguriamo che nessuno debba rinunciare alle cure perché non può rivolgersi al
privato.
Nella speranza che queste nostre considerazioni possano dar vita ad un proficuo confronto,
porgiamo l'augurio di buon lavoro.
16 http://www.lanazione.it/prato/cronaca/bilancio-asl-deficit-1.1590505
17 http://www.gonews.it/2018/01/18/sanita-toscana-sindacati-investimenti-sulla-farmaceutica-non-sul-persona/
18 https://www.giustiziaamministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=MZWPXUGX5OTS2H7RNQROFTBUMU&q
26 febbraio 2018

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