C.R.E.S.T. Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana ha inviato al Ministero della Salute un documento per segnalare le criticità relative all'assistenza sanitaria ospedaliera e dell'emergenza urgenza nelle aree interne disagiate, montane ed insulari della Toscana.
Il documento è stato inviato dopo l'incontro del 21 Novembre scorso al Ministero della Salute del CISADeP Coordinamento Italiano Sanità Aree Disagiate e Periferiche, Coordinamento del quale fa parte anche il C.R.E.S.T. dietro richiesta del Dott. Andrea Piccioli, Direttore della Direzione Generale della Programmazione Sanitaria, della Dott.ssa Velia Bruno, Attuazione D.M 70/2015 presso il Ministero della Salute per l'Organizzazione dei Servizi Sanitari per le Aree Particolarmente Disagiate e Periferiche d'Italia, del Dott. Roberto Laneri, Funzionario Programmazione Aree Interne e dopo successivi contatti telefonici con la Dott.ssa Maria Miceli.
Oltre al Ministro della Salute on. Beatrice Lorenzin, il documento è stato inviato al Sottosegretario al Ministero della Salute On. Davide Faraone, al Direttore dell'Ufficio di Segreteria del Presidente della Repubblica cons. Simone Guerrini, al Presidente del Consiglio dei Ministri on. Paolo Gentiloni e al Segretario della Conferenza Unificata Stato Regioni c/o Presidenza Consiglio dei Ministri, al Capo Dipartimento per gli Affari Regionali e le autonomie, Ufficio III, Ufficio per il Coordinamento delle attività della Segreteria della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Provincie autonome di Trento e Bolzano.
Distinti Saluti
Valerio Bobini
Presidente del C.R.E.S.T. - Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana
P.S. il Documento è stato inviato anche a tutti i consiglieri del Consiglio Regionale della Toscana e agli Assessori e con PEC, a tutti i sindaci dei comuni dove sono ubicati i piccoli ospedali Toscani di aree disagiate, montane e insulari e a quelli dei capoluoghi.
DOCUMENTO:
Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana
Rete di Comitati e di Movimenti Toscani
Non siamo un peso.
Siamo la Toscana
che produce bellezza e tipicità.
Associazione Zeno Colò
Associazione difendiamo l'ospedale di Volterra
SOS Volterra
Comitato Elba Salute
Comitato per la Sanità nella Valle del Serchio
Montagna Pistoiese - E' qui che voglio vivere
Comitato difesa Ospedale Serristori Figline Valdarno
Comitato Salviamo il Punto Nascita e l'ospedale del Casentino
Comitato pro ospedale di Cecina
Comitato in difesa del diritto alla salute in Lunigiana
C.R.E.S.T.
Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana
Rete di Comitati e Movimenti Toscani
in Difesa della Sanità Pubblica
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Il Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana (C.R.E.S.T.) è una rete di comitati e movimenti
delle zone periferiche e marginali della regione Toscana, dal Casentino all'isola d'Elba, che dal
2011 chiede il rispetto dell'articolo 32 della Costituzione che sancisce la tutela della salute del
cittadino, ovunque risieda.
Nasce e si caratterizza come rete apartitica ed indipendente senza scopo di lucro per promuovere
e garantire il diritto alla salute di ogni cittadino, mediante la salvaguardia dei servizi essenziali, la
tutela e valorizzazione degli Ospedali montani, insulari e delle zone periferiche, in modo da
mantenere sul territorio servizi essenziali per le comunità.
Il C.R.E.S.T. si prefigge come obiettivo prioritario la difesa del sistema sanitario pubblico che
preveda l'universalità di accesso alle cure ed una equa distribuzione di risorse e servizi così che
nessun territorio venga penalizzato e condannato all'abbandono.
Il SSR della Regione Toscana ha vissuto profondi cambiamenti negli ultimi 5 anni. Con questo
documento vorremmo illustrarne l'impatto sui territori dove viviamo. Le riforme che si sono
susseguite hanno portato cittadini a formare comitati in difesa della Sanità Pubblica, diffusi su
tutto il territorio regionale, fenomeno sconosciuto prima in una Toscana che garantiva equità ed
ottimi servizi.
Il primo atto si è compiuto con la Delibera di Giunta Regionale n. 1235 del 28.12.2012 "Azioni di
riordino dei servizi del Sistema Sanitario Regionale".
Tale delibera non è mai stata pubblicata sul BURT ed evidentemente, per sua natura, non è
passata al vaglio del Consiglio regionale, l'organo preposto in cui si forma la volontà legislativa
espressione dei cittadini. La delibera è stata inoltre emanata in assenza del Piano Sanitario
Regionale atteso dal 2010. Il presidente dell'allora IV Commissione Sanità del Consiglio regionale
Marco Remaschi con il vicepresidente Stefano Mugnai ed il presidente dello stesso Consiglio
regionale Alberto Monaci hanno più volte evidenziato l'assenza di un Piano come un pericoloso
vuoto normativo1, ma questo non ha fermato l'iter della delibera 1235/2012.
L'intento del riordino dei servizi era quello di una ricerca di un nuovo equilibrio tra qualità delle
cure e sostenibilità del sistema. Nei fatti si è tradotto in tagli a personale, servizi, reparti e posti
letto colpendo maggiormente le periferie.
L'obiettivo perseguito era la riduzione delle giornate di degenza e la riduzione del parametro dei
PL per 1000 ab. da 3,7 attuale a 3,15 (inclusa riabilitazione e lungodegenza). Ciò si è compiuto con
enormi disparità tra zona e zona tanto che in alcune il dato è sceso a 2,1 posti letto per mille
abitanti. Di pari passo, nel triennio 2014-2017 con l'attuazione della L. RT n. 28/2015 e poi con la
Legge RT n. 84/2015 che ha modificato la Legge regionale 40 "Disciplina del servizio sanitario
regionale", si è attuato il programma di pensionamento di circa 2.000 dipendenti ospedalieri con
la formula degli esuberi, senza preoccuparsi minimamente dell'impatto che tale riduzione di
personale avrebbe prodotto su tutti i Presidi Ospedalieri della Toscana. Inoltre si è attuata la
centralizzazione della Chirurgia (anche d'Urgenza) in area vasta con la conseguente eliminazione di
queste attività dagli ospedali periferici, montani ed insulari penalizzandoli fortemente ed
impoverendo di conseguenza la risposta sanitaria in queste zone.
1 http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=149065 https://www.firenzepost.it/2014/01/29/la-sanita-toscana-rischia-di-finire-fuorilegge/
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È stata inoltre ridefinita la rete dei Punti Nascita tendendo a lasciare un'unica unità operativa per
provincia, senza prevedere alcun servizio di supporto, in base alla collocazione geografica, per
mettere in sicurezza le donne ed i futuri nascituri da un parto improvviso ed esponendo quindi le
donne in gravidanza al rischio di parti a casa, in ambulanza o nei pronto soccorsi privi di personale
specializzato.
Le direttive della delibera 1235/2012 sono state ratificate dalle ASL ed accettate dai Sindaci
toscani tramite Patti Territoriali promossi da Uncem Toscana. Sono stati soprattutto i territori
rurali, montani, periferici e le isole dell'arcipelago a subire un riordino forzato di servizi, vedendosi
sottrarre Unità Operative e personale.
Dobbiamo purtroppo constatare che raramente i cittadini sono stati informati delle scelte in atto.
Quando si sono riuniti in Comitati, venuti a conoscenza dei futuri tagli, hanno chiesto trasparenza
e partecipazione, ed in tutta risposta hanno ricevuto rassicurazioni con comunicati stampa che
invocavano mantenimento di servizi e "Potenziamento", puntualmente smentiti dalla realtà dei
fatti. L'ospedale di riferimento della Montagna Pistoiese a San Marcello, ad esempio, è stato
"potenziato" in un P.I.O.T. senza più Chirurgia e Pronto Soccorso.
A Pistoia, la Conferenza dei Sindaci ha ratificato la riorganizzazione con la delibera n. 2 del 17
giugno 2013 e solo il 22 novembre del 2013, dopo cinque mesi, il "Protocollo fra la Conferenza
Aziendale dei Sindaci e AUSL 3 di Pistoia: attuazione della Deliberazione di Giunta regionale n.
1235/2012" è stato reso pubblico nell'Albo Pretorio del Comune di Pistoia. È stato necessario
l'intervento del Difensore Civico regionale interpellato dal nostro Comitato per conoscere il
documento e susseguentemente abbiamo fatto un esposto alla Procura di Pistoia, avverso tale
delibera.
La riorganizzazione sanitaria in Toscana ha di fatto messo in crisi, sotto molti aspetti, la tutela della
salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività in molte zone della
regione. Ha creato discriminazione fra cittadini, poiché chi vive in zone periferiche, montane o
insulari ha lentamente visto svuotare i presidi ospedalieri più vicini fino alla chiusura di interi
reparti e addirittura di Pronto Soccorso convertiti in Punti di Primo Soccorso.
Presidi necessari e funzionali definiti spesso veri gioielli di efficienza si sono trasformati in un
insieme di ambulatori, mentre le risorse del SSR sono state drenate dalla costruzione e dalla
dispendiosa gestione dei 4 nuovi ospedali in project financing (Massa, Lucca, Pistoia e Prato), tre
dei quali a pochi chilometri l'uno dall'altro.
È stata divulgata nel luglio dello scorso anno la relazione della Corte dei Conte sul rendiconto
generale della Regione Toscana per l'esercizio finanziario 2016 in cui si evidenzia, nero su bianco,
che l'operazione "presenta condizioni di spiccata convenienza per il concessionario, ricadendo
molti rischi sul concedente"2 con un investimento del pubblico per l'89% quando le direttive
Eurostat ammettono una quota di parte pubblica non superiore al 50% per giustificare il ricorso
allo strumento del project financing.
2 http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/toscana/2017/rendiconto_2016_volume_II.pdf
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Si sono quindi spogliate le zone montane o insulari di servizi essenziali, intaccando addirittura la
catena dell'emergenza-urgenza, poiché in alcune aree non è più possibile, a causa delle condizioni
orografiche, garantire il rispetto della golden hour e se il medico del 118 esce per una chiamata, il
territorio resta scoperto per ore.
Il messaggio che è passato con la stipula dei Patti Territoriali fra Conferenze dei Sindaci e ASL e che
ha cancellato anni di storia e di buona Sanità, è che si possa NEGOZIARE sui diritti, come se ciò che
era presente sul territorio fosse superfluo, come se l'elisoccorso, le Case della Salute, gli sportelli
Ecco Fatto e le Botteghe della Salute istituite da Uncem potessero compensare il taglio tangibile di
assistenza sanitaria.
Quello a cui abbiamo assistito è che non tutti i cittadini toscani sono oggi tutelati allo stesso modo.
L'assistenza sanitaria di base è disomogenea fra residenti in zone periferiche e capoluoghi: si veda
il progressivo depotenziamento degli ospedali di Piombino e Cecina-LI messi in rete, ma entrambi
penalizzati 3, della Versilia-LU 4 o di Pescia-PT con Punto Nascita ma senza la Pediatria ed
Emodinamica attiva solo due giorni la settimana.
L'assistenza sanitaria di base è disomogenea anche fra le varie zone rurali.
Un caso emblematico è quello dell'ex ospedale "L. Pacini" di San Marcello Pistoiese e dell'ospedale
Amiata Val d'Orcia. Sono entrambi situati a servizio di territori montani vasti a bassa densità di
popolazione ma con vocazione turistica.
La Montagna Pistoiese ha visto trasformare il proprio ospedale in Presidio Integrato Ospedale
Territorio (PIOT) - l'unico in Toscana - perdendo un efficiente reparto di Chirurgia (822 interventi
chirurgici programmati nel 2009, contro i 1.200 di Pistoia) ed annullando la gestione
dell'emergenza-urgenza ospedaliera, lasciando attivo un semplice Punto di Primo Soccorso.
L'ospedale Amiata Val d'Orcia ad Abbadia San Salvatore è di fatto un ospedale di base che
garantisce i servizi necessari alla popolazione. Nel 2015 ha avuto l'inaugurazione del nuovo Pronto
Soccorso alla presenza dell'allora Assessore Luigi Marroni che ha dichiarato: "Questo ospedale è
tra quelli salvaguardati e valorizzati dai Patti territoriali, che la Regione Toscana ha siglato nei mesi
passati. – ha commentato Luigi Marroni – Grazie a questa scelta della Regione, di inserire in rete
gli ospedali piccoli, delle zone montane e disagiate, è stata scongiurata la minaccia di chiusura,
paventata a livello nazionale. Come Regione abbiamo firmato 19 Patti territoriali, con 107
sindaci" 5
Ecco un estratto del PSSIRT approvato nel novembre 2014, in cui si fa riferimento agli ospedali di
Prossimità e ai Patti Territoriali che "devono essere coerenti con gli atti della programmazione
regionale", ma sono invece stati stipulati fra il 2012/13 con un PSSIRT scaduto ed in revisione:
3 http://iltirreno.gelocal.it/cecina/cronaca/2017/06/07/news/l-ospedale-unico-un-modello-fallito-pronti-alla-piazza-1.15458373
4 http://www.noitv.it/2017/11/ospedale-versilia-comitati-protestano-la-riduzione-dei-servizi-183453/
5 http://www.amiatanews.it/abbadia-s-salvatore-allospedale-amiata-val-dorcia-inaugurato-il-nuovo-pronto-soccorso/
6
La questione dei PATTI TERRITORIALI è centrale, perché abbiamo potuto appurare, hanno creato
profonde disparità. In rare eccezioni, protette da politici influenti, hanno salvaguardato un
territorio. Per la maggior parte dei casi hanno semplicemente ratificato azioni già intraprese dalle
ASL, oppure sono stati presi impegni precisi che sono stati pesantemente disattesi, minando il
rapporto di fiducia tra istituzione regionale, cittadini e loro rappresentanti. Sono stati uno
strumento calato dall'alto da Regione e ASL, non supportato da nessuna legge in materia sanitaria
e che non rispondeva ad alcun criterio scientifico di programmazione sanitaria. Uno strumento che
ha costituito una violazione del principio di equità e parità tra cittadini poiché basato solo sulla
forza di contrattazione delle singole comunità locali, che non ha lasciato neppure intravedere un
disegno organico, data che il Piano Sanitario Regionale era in fase di discussione. Patti che, nella
loro redazione, non hanno visto alcuna partecipazione o coinvolgimento dei Sindaci, ma neppure
degli operatori sanitari, dei medici e pediatri di base e dei sindacati. In una parola Patti fra due
parti ma privi di concertazione e di possibili ridefinizioni migliorative.
In Valdinievole (PT) ad esempio, i Patti Territoriali del 2013 hanno previsto la chiusura del reparto
di Pediatria presso l'ospedale di Pescia, che ha un bacino di utenza fra i 70.000 e i 100.000 abitanti
(oltre 15.000 minori) e 254 posti letto. Le degenze pediatriche sono state concentrate presso
l'ospedale San Jacopo di Pistoia, eppure nel PSSIRT del 2014 si scrive che gli ospedali di base con
Punto Nascita debbano avere anche il reparto di Pediatria.
In Lunigiana (MS) sono stati proposti Patti Territoriali per i due presidi ospedalieri di Fivizzano e
Pontremoli. I Sindaci di Pontremoli e Zeri non li hanno firmati 6 e si sono opposti poiché era