Politica e sindacati, la rovina dell'Italia

Ci risiamo, ancora una volta, come ormai ci siamo abituati negli ultimi periodi, coloro che dovrebbero tutelare i lavoratori, leggasi sindacati, sono sempre più divisi. La spaccatura tra le varie sigle, così come all'interno di esse tra le varie categorie di rappresentanza, fanno tutto tranne ottenere il vero obiettivo che dovrebbero raggiungere, cioè la salvaguardia dei dipendenti.

Ormai penso sia chiaro a tutti coloro che mi conoscono che, pur essendo un operaio, non nutro una simpatia per i sindacati, che di ciò che se ne dica sono sempre più un'appendice della politica, alta faccia dell'Italia che mi disgusta, soprattutto in un momento come quello che stiamo attraversando nel nostro Paese. Se nemmeno la riforma del lavoro, con il famoso articolo 18 in bilico, riesce a far fronte comune in una battaglia, così com'è successo per la riforma Fornero, penso sia arrivato il momento in cui la gente tragga le proprie conclusioni. Personalmente non ho mai compreso il motivo per cui non si possa tutelare l'interesse dei lavoratori tutti sotto un' unica bandiera, molto probabilmente anche nei sindacati come nella politica c'è bisogno di poltrone e guarda caso sulle stesse poltrone passano anche i fondoschiena di coloro, sindacalisti, che prima si dichiaravano lontani dalla politica, ennesimo esempio, come se ormai ce ne fosse ancora bisogno, che le due cose viaggiano di pari passo e non solo, si tengono pure a braccetto.

Dopo questo mio sfogo aspetto che qualcuno controbatta, cercando di dimostrarmi il contrario, ma se oggi, in maniera vergognosa, noi lavoratori stiamo perdendo diritti che i nostri genitori hanno guadagnato negli anni, credo che possiamo ringraziare solo ed esclusivamente coloro che reputo la rovina dell'Italia, la politica ed i sindacati.