LE PROVINCE.........
Basta chiacchiere. BLA....BLA....BLA....BLA....BLA....BLA....BLA....
Le scuse del governo e di UPI sui dipendenti delle province da ricollocare. Certo un'incombenza simile risulta molto gravosa.
Sembra che ci siano persone inadatte a posti inadatti, le scuse ormai non reggono più. L’obiettivo primario era quello di tagliare il costo del personale, qualcuno si è chiesto, dove è stato il taglio? La risposta certa e senza ombra di dubbio è: -I servizi-. Il dimezzamento delle risorse da parte dello Stato ha provocato conseguenze a catena sull’efficacia dei servizi e l’impasse sulla distribuzione delle funzioni. L’argomento semplice è stato reso un po’ tecnico, sono state create scappatoie per non fare niente: i nuovi Enti sopravvissuti alle vecchie Province mantengono alcune funzioni dette fondamentali; hanno in carico 5.100 edifici scolastici per due milioni e mezzo di studenti, si occupano della manutenzione di circa 130mila km di strade («pari a tre volte il giro della terra passando per l’Equatore», calcola Riva Vercellotti), gestiscono la tutela ambientale e, ultimo regalo del governo, adesso devono anche garantire assistenza ai comuni, si ma facciamola.
Nell'attesa avanza il dissesto idrogeologico ma, guai a voler fare gestione.
Girando per alcune località, dopo una giornata di pioggerella ecco come si presentano le strade gestite dalla provincia.
Nessuno ha ancora detto che spazzano con le granate di saggina i giardini pubblici, cioè sembra che senza l'esistenza delle province il mondo del lavoro e dei servizi è destinato a collassare. Mi verrebbe da dire "Disagi creati ad arte". Altre funzioni – dalla ormai famosa caccia e pesca all’agricoltura – sulla carta dovevano essere ridistribuite tra gli altri enti: ma, spesso, sono state tenute per un po’ a bagnomaria ( possono sempre far comodo come scappatoia ), per poi tornare da dove erano venute. Cioè le Province?, Scusate, gli Enti di area vasta.
Le funzioni portano con sé chi di quello si è sempre occupato: chi, per esempio, ha visto assegnare la propria competenza alla Regione lì si è dovuto trasferire: in questo caso sono un po’ meno di seimila. Oltre cinquemila hanno continuato a svolgere il proprio lavoro nei discussi Centri per l’impiego, mentre quasi tremila hanno maturato i requisiti per la pensione. Dal ministero della Pubblica amministrazione assicurano che l’iter di ricollocamento procede come previsto: entro l’anno sapranno qual è la nuova destinazione anche i quasi duemila ancora in esubero (la Funzione pubblica ha creato un sito per incrociare domanda e offerta). Vista da Upi, la riforma Delrio va nella direzione giusta? Nei fatti sconta troppi ritardi e tagli massicci erano previsti a partire dalla Legge di stabilità 2015. Regioni che hanno adottato all’ultimo minuto le leggi necessarie per stabilire chi deve fare cosa. «Il problema è che noi dobbiamo comunque provvedere a garantire dei servizi: ma dobbiamo farlo con meno uomini e risorse e, paradossalmente, con più funzioni».””””MA MI FACCIA IL PIACERE””” Con quel «paradossalmente», Riva Vercellotti intende sottolineare quel che più spesso sta avvenendo: le Province aspettano ancora i rimborsi regionali degli investimenti fatti per far fronte a funzioni a loro riassegnate dalle Regioni, con soldi giocoforza sottratti ad altri usi. E così, le scuole restano al freddo e le strade rischiano di rimanere coperte di neve, intanto per la mancata pulizia delle cunette, le strade oggi sono coperte da acqua.
MA LE PROVINCE NON DOVEVANO SPARIRE DALLA FACCIA DELLA TERRA?
Ovvero, esistono se devono partecipare a riscossioni............ non esistono se devono contribuire ai servizi. Eppure sembrerebbe facile come l'uovo di colombo; si sa a volte le cose facili è più facile renderle difficili.
Le strade (uno dei servizi) di arteria principale potrebbero passare alle regioni con alcuni dipendenti, le strade minori o di intersecazione potrebbero passare ai comuni con altri dipendenti ecco il gioco fatto. Ma sarebbe fin troppo semplice e la semplicità non può essere adottata in un paese di estrosi come l'Italia.
Sia le regioni sia i comuni, sono carenti di personale per poter mantenere e non sempre i servizi essenziali, i comuni e regioni potrebbero ottenere una boccata di ossigeno con trasferimento di personale da enti inesistenti, garantendo un'efficienza da manuale. E' vero alcuni “manager” occupanti di poltrone di prestigio non saprebbero dove sedersi, in questo caso vengono riconvertiti in occupazioni minori. Ma pensano alla fusione di piccoli comuni, le province non si toccano.
Che l'Italia è in recessione è stato loro detto? Ai tanti operai di aziende private che sono state delocalizzate, e sono restati senza stipendio, non hanno avuto la stessa opportunità, in caso di rifiuto possono licenziarsi ce ne faremo una ragione.
Un nodo ancora da risolvere è quello
dei 550 Centri per l’impiego, oggetto del contendere tra enti
diversi. Il personale resta al momento in Provincia, con stipendio
pagato da un fondo creato appositamente da Regioni e Ministero del
lavoro, fino a quando non arriverà l’ok definitivo alla riforma
costituzionale, che prevede il passaggio delle politiche
occupazionali dalle Regioni allo Stato. Nel frattempo, solo la
Toscana ha già creato una sua Agenzia per il lavoro. E' stato calcolato che ogni dipendente dei Centri
per l’impiego ha 500 persone da gestire in cerca di lavoro, (come
no?), cosa c'è da gestire?.Quale lavoro?. Sempre e comunque invece di togliere i CARROZZONI ci risulta che se
ne creano di nuovi.
Basta chiacchiere BLA....BLA....BLA....BLA....
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