PARLIAMO ANCORA DI FUSIONI
Sabato
27/02/2016
Si
è tenuta a San Marcello Pistoiese, l'ennesima assemblea popolare
affinché i cittadini della Montagna fossero messi in condizione di
poter decidere autonomamente sul referendum consultivo de l'8/9
Maggio per la fusione dei comuni di San Marcello Pistoiese ed il
comune di Piteglio.
A
dire il vero le assemblee sono state due;
la
prima nella sala consiliare del comune di San Marcello, dalle ore
15,30 alle 17,00 tenuta dalle maestranze del PD, sostenendo a spada
tratta il sì alla fusione dei due comuni.
La
seconda tenuta dalle 17,30 alle21,00 circa nella sala Baccarini di
San Marcello Pistoiese, conferenza organizzata dal gruppo “Montagna
a 5 Stelle”, con la partecipazione dei consiglieri regionali,
Gabriele
Bianchi, Enrico Cantone, Sergio Barni,
e di Emiliano Bracali, presidente del comitato Zeno Colò, alcuni
partecipanti di Abetone ed il consigliere comunale di Cutigliano
Marco Ferrari.
E
l'intervento del cittadino Gianluca Gian Bartoloni, membro del
comitato per la fusione dei comuni Granaglione e Porretta Terme,
Comuni con fusione già avvenuta e ci ha portato la sua esperienza.
Inutile
sottolineare che, vista l'importanza della discussione, mi aspettavo
una serata con partecipazione più sostenuta. Certo di Sabato sera, E
con una tempesta, in corso, ha fatto si che qualche volenteroso delle
località periferiche se pur armato di buone intenzioni abbia
desistito.
Dopo
l'apertura di Marco Poli, del gruppo Montagna a 5 Stelle, ha preso la
parola Sergio Barni portando la sua esperienza sulla prima fusione
dei comuni in Toscana di Figline Valdarno ed Incisa Valdarno, alle
quali lui stesso ha partecipato e seguito l' iter da vicino.
Poi
è stata la volta di Gabriele Bianchi che, ha menzionato la
fattibilità del progetto e problemi che si presenteranno ed i primi
disagi che i cittadini dovranno affrontare considerando che
l'estensione del territorio, le risposte dei pro e dei contro che
ogni cittadino pone e discute piuttosto al bar o dal barbiere molto
spesso senza avere risposte esaurienti e, la serata era stata ideata
per affrontare e dare risposte esaurienti ai cittadini.
Enrico
Cantone ha invece simulato le ovvie domande che qualcuno avrebbe
voluto fare ed ha dato le risposte del caso con esauriente cipiglio
specialmente sulla parte finanziaria in cui alla fusione seguirà una
quantità di denaro di circa sette milioni in quindici anni..... E
poi? Finiti i soldi? (forse) lo dico io, che con l'attuale governo
visto i precedenti fidarsi è da Kamikaze, che invece di vento
divino sembra a quel che abbiamo
toccato fin da oggi, un suicidio volontario ma, è opinione
personale. A fine serata ha prevalso il sì dei presenti alla fusione
ma la parola al referendum. E se pur arrivassero soldi per rilanciare
la Montagna dovremmo affrontare prima la fusione di tutti i comuni
montani per poterne trarre benefici, il comune a due sembra e
sicuramente è, una “cura palliativa”.
La
fusione sperata da tutti era la fusione dei quattro comuni montani
che, sicuramente in un futuro prossimo ci sarà l'esigenza per la
salvezza della Montagna di effettuarla al più presto, per non
sperperare inutili risorse dovremmo annullare la Fusione di Abetone
Cutigliano e, chiamare i cittadini a formulare una nuova espressione
di un unico comune montano cioè, fare le cosa con serietà e
coerenza.
A
meno che non serva al PD due comuni per monitorare la cittadinanza ed
a forzare ancora di più tagliare quel minimo di democrazia che ci
resta.
Forse
è anche questo il motivo di tanta assenza alla partecipazione e la
fusione di Abetone Cutigliano ci ha insegnato, che nelle mani di
questo governo non conta la volontà del popolo ma del padrone di
turno.
Lo
vediamo tutti i giorni a livello nazionale e, lo abbiamo sperimentato
con i nostri disagi anche sulla nuova sanità Toscana.
Insomma
è emerso sopratutto che a decidere siano i cittadini per rispettare
le volontà popolari e dare sostegno alla sempre più sottile
democrazia.
Questo
è il motivo di insistere sulla partecipazione di più numerosi
cittadini, l'unione da forza,dobbiamo intervenire finché la volontà
e la democrazia abbiano ancora un significato e lottare per la
salvezza della Montagna e, del futuro dei suoi abitanti.
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