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BORGO A MOZZANO - Piano di Gioviano, SP2 Lodovica.

LETTORI SINGOLI

venerdì 11 dicembre 2015

LA STORIA DELLE TERRE DI CANOSSA NELL'APPENNINO REGGIANO. Andreotti Roberto.

Storia Cenni Storici
Dalla preistoria al medioevo:

La presenza umana nel territorio è documentata sin dalla preistoria: manufatti in pietra scheggiata risalenti al paleolitico e al neolitico sono particolarmente diffusi nel fondovalle, sulla sommità del terrazzo alluvionale dell'Enza, e costituiscono la più arcaica testimonianza della presenza umana nell'intera montagna reggiana. Il corso del fiume, importante asse viario che collegava i centri della pianura padana meridionale con Lucca e con Luni (antico porto ligure) ospitò un importante insediamento: Luceria (o Nuceria), una delle quattro colonie romane più importanti della Gallia Togata, testimoniata da una serie d'interessantissimi reperti, tra i quali una quantità stupefacenti di monete, tale da far ritenere che la fine della città sia stata causata da un'improvvisa catastrofe più che da un improbabile saccheggio. Tracce di reperti d'origine etrusca sono inoltre state rinvenute sui rilievi montuosi, meno accoglienti e disdegnati dalle genti romane a favore del più ricco fondovalle. Solo con l'oppressione delle scorrerie ungariche e col graduale affermarsi della società feudale, si assistette al popolamento del settore montano del territorio, luogo difensivamente strategico e più sicuro delle vicine campagne. Sfruttando le forme accidentate del suolo sorse quindi la cintura di fortificazioni medioevali: le rocche e i castelli tra cui ricorre il nome di Canossa, nucleo fortificato eretto intorno al IX secolo sulla "bianca, brulla, erma rupe" di carducciana memoria. Dopo il 1000, una fitta sequenza di borghi sparsi andò ad occupare le sommità dei colli, testimoniando il progressivo disgregarsi della precedente proprietà feudataria e il diffondersi di piccole e medie aziende agrarie. Elemento emergente dai più antichi borghi rurali, che conservano tutt'oggi un ricco patrimonio culturale, rimangono le case a torre: elemento costruttivo più caratteristico del paesaggio architettonico del territorio, in cui il piano terreno era prevalentemente adibito a magazzino ed il portale d'ingresso era sopraelevato, in modo da permettere l'accesso ai locali domestici disposti al primo piano attraverso una scala non fissa. Al visitatore gli elementi costruttivi degli antichi borghi, come i resti di molti castelli, testimoniano oggi con immutato fascino l'antica civiltà che abitò questo territorio ricco di tradizione e storia.

Intorno all'anno Mille:
Fu proprio a Canossa che la grande politica europea stabilì il suo teatro in quest'epoca. L'origine della dinastia feudale che consolidò il suo potere nell'arco di un secolo e mezzo si ebbe dal mitico Sigifredo, di cui è conosciuta solo la terra di provenienza: Lucca. La storia della potenza dei Canossa ebbe invece inizio con Adalberto-Atto, l'avo di Matilde che guidò i propri sudditi al recupero di terre incolte, alla difesa del diritto di sopravvivenza e offrì loro un sicuro rifugio con la fortificazione di case a torre, protette da un efficiente reticolo di difesa militare. Il signore canossano seppe assicurarsi la protezione dell'imperatore Ottone I, di cui divenne fedele rappresentante, ricevendo in cambio prestigio politico e oneri feudali. Secondo la tradizione, negli anni 940-950 furono costruiti da Adalberto-Atto edifici fortificati e torri a Canossa, Rossena e Rossenella. Il Monastero di S. Apollonio che si trovava nella rocca canusina, compare per la prima volta in documenti del 975-976. Adalberto-Atto morì nel 988, poco dopo essere stato nominato marchese. Ne proseguì l'opera politica uno dei quattro figli: Teobaldo, che aggiunse alle contee possedute anche quelle di Brescia e Ferrara. Successivamente Bonifacio, unico erede di Teobaldo, acquisì la giurisdizione sui territori a Nord dell'Appennino, raggiungendo un grado di potenza tale da poter essere considerato il più grande dei feudatari italiani. Il marchese si allontanò gradualmente dal partito dell'imperatore ed instaurò molteplici rapporti con la Chiesa (come lo scambio del castello di Toano con pievi e cappelle).

Matilde:
Nacque da Bonifacio, assassinato nel Mantovano durante una battuta di caccia, e dalla sua seconda moglie, Beatrice di Lorena. Cugina di Enrico di Franconia, l'imperatore Enrico IV, fu la figura femminile più importante della storia medioevale italiana e germanica, un caso unico nell'Europa del tempo. Matilde trascorse in Germania la fanciullezza e gran parte dell'adolescenza. Alla morte del padre ereditò il vastissimo patrimonio feudale, esteso dall'attuale provincia di Lucca a Ferrara, dalla Garfagnana a Brescia. La contessa visse nella striscia d'Appennino compresa tra il fiume Secchia e l'Enza dal 1071 (data del suo rientro in Italia dalla Germania) al 1115, quando si ritirò a vita monastica nell'abbazia di Polirone, poco prima di morire. Canossa, centro della contea nella quale fu allestito il formidabile sistema di torri di avvistamento, non fu la residenza prediletta di Matilde, che la abitò per periodi relativamente brevi, ma deve gran fama al più emblematico e significativo episodio dello scontro tra papato e impero: l'atto di sottomissione compiuto dall'imperatore Enrico IV nei confronti del Papa Gregorio VII che lo aveva scomunicato durante la lotta delle investiture. Nel gennaio del 1077, per tre giorni l'imperatore, scalzo e in veste di pellegrino, implorò sotto le mura del castello il perdono di Gregorio VII e l'annullamento della scomunica. Alla fine, ricevuto dal Papa per intercessione di Matilde, stipulò una pace poi resa vana dalla feroce vendetta per l'umiliazione subita. La guerra che ne seguì, feroce e cruenta, durò decenni e mise a dura prova l'imponente sistema difensivo dei castelli, che comunque permisero alla contessa di resistere fino al colloquio rappacificatore nel vicino castello di Bianello con Enrico V, figlio di Enrico IV, nel 1111. In quell'incontro furono poste le basi del successivo trattato di Worms che mise fine, dieci anni più tardi, alla lunga lotta delle investiture.

Dal 1200 ai giorni nostri:
Alla morte della contessa l'imperatore s'impadronì dei suoi domini, sui quali rivendicava l'eredità. Ai Canossa rimase la signoria sul paese e sulla rocca, assediata nel successivo 1255 dalle milizie del comune di Reggio. Numerose devastazioni segnarono il destino di Canossa nelle innumerevoli battaglie frutto di congiure e alleanze tra i Visconti, i Farnese, gli Estensi. Con l'avvento di Bonaparte il Comune di Canossa vide rettificato il proprio confine e divenne frazione di San Polo del territorio di Parma. A cavallo tra le province di Reggio e Parma, il territorio non ebbe mai una fisionomia ben definita, poiché lo stesso percorso del fiume Enza, allora tortuoso e contorto, rappresentava il confine. Venne così ad accadere che per un certo periodo Canossa appartenne territorialmente alla Municipalità di Bibbiano. Solo nel 1943 si convenne all'attuale configurazione, non priva di scorpori ed aggiustamenti successivi che si conclusero nel 1950. Data la propria situazione di cerniera tra la pianura e l'Appennino, durante la seconda guerra mondiale il territorio di Canossa fu teatro di numerose azioni belliche e campo d'azione per gruppi di partigiani parmensi e reggiani, che contribuirono, alla fine della guerra, al riassetto territoriale ed economico del comune, ora forte di una propria e precisa identità.

APPROFONDIMENTO SU MATILDE DI CANOSSA:
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Matilde_di_Canossa

A cura di Andreotti Roberto.

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