Renzi è il vero Black Bloc
NOTA: Chi scrive non tratterà gli episodi violenti poiché non ha mai lanciato una molotov né sfasciato una vetrina non avendo, quindi, nulla da cui dissociarsi. Segue articolo di libera opinione.
Sostituire i Lavoratori "fissi" coi precari il Primo Maggio senza che i Sindacati dicano mezza parola. Un sogno che Renzi coltiva dai tempi in cui faceva il Sindaco di Firenze.
Provocazioni su provocazioni, già allora. Ai dipendenti dei Musei, a quelli del Comune, alle commesse dei negozi. Il "Renzi-pensiero", in occasione della Festa Internazionale dei Lavoratori, esprime tutta la violenza più radicale.
Ed è così che il "non-lavoratore" del Primo Maggio, invece di essere rispettato almeno un giorno l'anno, diventa a tutti gli effetti un nemico, un Fantozzi (così chiamò i dipendenti di Palazzo Vecchio) o nel migliore dei casi un gufo ed un vagabondo.
Poi vai a fare il Presidente del Consiglio e globalizzi il disprezzo. Quale migliore occasione dell'Esposizione Universale?
Nel "tiro al precario" parte Manpower, una delle più note agenzie interinali, dichiarando che i giovani sono svogliati, che rifiutano lavoro e stipendio. Addirittura 1300 euro al mese (magari !!!). Le provocazioni continuano fino all'intervento-comizio del Matteo Internazionale contro i professionisti del "non ce la farete mai". Leggasi, ancora, i precari e chi dissente.
Chi non ha provato imbarazzo di fronte ai "finti lavoratori" di tutti i paesi del mondo che indossavano il caschetto e la tuta nuova, figuranti travestiti nel Renzi-Show, ripresi puntualmente dalle telecamere? Uno schiaffo mediatico in piega regola a chi aveva lottato per globalizzare, in quel giorno, il diritto al riposo.
Il cacciucco alla livornese dell'ipocrisia è servito. La "fame nel mondo" l'argomento strappalacrime perfetto per operare, a braccetto con le più feroci multinazionali, un attacco a reti unificate e su scala globale al Primo Maggio.
Così, senza vergogna, giornali e televisioni titolano "Festa rovinata" per raccontare la devastazione della città durante la manifestazione fuori dai cancelli di Expo. La domanda "a chi fa veramente comodo tutto ciò?" risolve sempre un sacco di dubbi.
Di quale "Festa Internazionale" parlano? Perché l'unica festa, ieri, sarebbe stata proprio la Festa dei Lavoratori (di cui si parla zero). Forse sarebbe stato saggio e doveroso rispettarla. Ma "nulla è più anarchico del potere"[*] diceva Pasolini.
Cosa sarebbe cambiato, senza questo atto di bullismo politico, aprendo Expo il 30 Aprile od il 2 Maggio?
Tutto. Perché il vero "sovversivo rovinatore di feste" non avrebbe realizzato l'antico sogno, ieri comunale ed oggi internazionale, di trasformare la Festa Internazionale dei Lavoratori nella Fiera Campionaria Internazionale dell'ipocrisia e dello sfruttamento.
Renzi è il vero Black Bloc del Primo Maggio milanese.
[*] Nulla è più anarchico del potere, il potere fa praticamente ciò che vuole. E ciò che il potere vuole è completamente arbitrario o dettato da sua necessità di carattere economico, che sfugge alle logiche razionali. Io detesto soprattutto il potere di oggi. Ognuno odia il potere che subisce, quindi odio con particolare veemenza il potere di questi giorni. È un potere che manipola i corpi in un modo orribile, che non ha niente da invidiare alla manipolazione fatta da Himmler o da Hitler. Li manipola trasformandone la coscienza, cioè nel modo peggiore, istituendo dei nuovi valori che sono dei valori alienanti e falsi, i valori del consumo, che compiono quello che Marx chiama un genocidio delle culture viventi, reali, precedenti. Sono caduti dei valori, e sono stati sostituiti con altri valori. Sono caduti dei modelli di comportamento e sono stati sostituiti da altri modelli di comportamento. Questa sostituzione non è stata voluta dalla gente, dal basso, ma sono stati imposti dal nuovo potere consumistico, cioè la nostra industria italiana pluri-nazionale e anche quella nazionale degli industrialotti, voleva che gli italiani consumassero in un certo modo, un certo tipo di merce, e per consumarlo dovevano realizzare un nuovo modello umano. (Pier Paolo Pasolini)
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