DA
TEMPO ABBIAMO INCAPACI A GOVERNARCI
governo Renzi: la gestione dei servizi idrici non deve essere pubblica, ma di mercato.
Giugno
2011 ore 1,30
Ha votato il 57,01% degli aventi diritto
61.599 sezioni su 61.599
Si -95.51%
No - 4,49%
Quesito 2 – Profitti sull’acqua
Ha votato il 57.02 degli aventi diritto
61.599 sezioni su 61.599
Si 95.97%
No 4.03%
Dopo il referendum
sull’acqua del giugno 2011, in cui
sono state abrogate le leggi che parlavano di una sua
privatizzazione, sarebbe dovuta passare dalle società private al
settore pubblico.
Come sempre gli amici di "pseudo sinistra" si sono attaccati ad un osso che ormai di polpa ne
contiene assai poco. Un passaggio che però è divenuto un lento
stillicidio, fatto di ricorsi in Cassazione, decreti legge, vuoti
normativi e ricorsi al TAR.
Storica la vittoria del
2011, che ha portato ben 27 milioni di aventi diritto a votare per il
referendum sulla privatizzazione dell’acqua, grazie al quale
l’acqua, adesso, può esser considerata un bene pubblico. Ma
nel breve periodo questa modifica non ha portato molti risultati.
La manovra dei governi
verso la privatizzazione dell'acqua è stata da subito chiara, come
costringere i cittadini a soccombere alle volontà dei privati che
con i loro finanziamenti sostengono questo o quel candidato di turno,
fregando i cittadini.
I comuni che hanno
ottenuto che l’acqua divenisse un bene pubblico hanno visto sparire
gli investimenti privati nel settore idrico italiano, mentre coloro
che volevano la privatizzazione, temendo, il ricorso al Tar, hanno
bloccato gli investimenti. Ciò, è chiaramente avvenuto. Questo
caos in realtà ci ha solo fatto perdere del tempo (ed aggiungo
volutamente).
Si stima enormi perdite di risorse idriche, il
50% nel sud, e in cui il 15% della
popolazione vive in zone prive di rete fognaria, nel centro e nel nord la situazione non è delle migliori. E, soprattutto, dalle premesse del presidente dell’Autorità per l’energia
elettrica e del gas, che parla di una necessità di 65 miliardi di
euro nei prossimi trent’anni per avere un servizio idrico quasi efficiente. Dati per fare impressione; "chi ben inizia è a metà dell'opera" . Nessuno si è preoccupato di iniziare, si attende l'emergenza, solo con l'emergenza si possono gonfiare le spese. Abbiamo personale fermo nelle
Province “DISMESSE” e con contratti in essere. A quando, il
buonsenso di sfruttare questo personale per fare opere pubbliche
trasferendo ai comuni,personale e risorse economiche e che i soldi spesi dai cittadini tornino ai
cittadini con servizi essenziali? Si sa, volontà,
buonsenso e intelligenza sono unica strada, unico acquedotto.
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