Chi scrive è una persona che vive in montagna per scelta. Attualmente risiedo a San Marcello Pistoiese, nella splendida cornice della montagna pistoiese.
Già vent’anni fa abitavo nel comune di Marliana e quando ero ancora più piccolo nella Val di Bisenzio. Nel corso della mia vita per varie vicissitudini familiari, e non solo, mi sono trasferito spesso, anche in città a Pistoia, ma non sono mai riuscito a digerire la vita caotica di città, col suo traffico, vita frenetica e quant’altro, non che dica che la vita metropolitana sia necessariamente
negativa, semplicemente non fa per me.
Mi piace la vita in montagna, anche se si è fatta più dura, ma non è stata la natura a rendermela più dura, ma la cosiddetta “società civile”. Negli ultimi anni sembra che questa si diverta a spogliare di tutto il territorio montano.
Già che la crisi che attanaglia l’intera Italia, facendo perdere sempre più posti di lavoro, colpisce ancora di più nella montagna, complici anche le istituzioni che non solo non aiutano, ma addirittura complicano la vita ad aziende e attività locali.
Stiamo perdendo la sanità, cioè questo avviene dappertutto, dove ci avviamo sempre di più verso una sanità privata, ma a San Marcello Pistoiese, piano piano stanno smantellando un ospedale (il Pacini), che era una struttura che funzionava benissimo, questo con una faccia tosta incredibile, visto che Usl e amministrazioni comunali, lo spacciano come “potenziamento”, come se a furia di ripeterlo diventasse vero.
Nel tempo ci stanno chiudendo anche servizi pubblici essenziali, come uffici postali e autobus; ricordo che un cittadino della montagna paga le tasse esattamente come un cittadino di città, non gode di alcun beneficio fiscale, ma è sempre il primo a vedersi togliere servizi.
A questo si aggiunga lo spoglio di attività private, ma essenziali al giorno d’oggi come banche, tabacchi e giornali; se aggiungiamo che non sono stati fatti interventi importanti in termini di viabilità (strade, ferrovie), sia a livello di manutenzione che di ampliamento, nella comunicazione (nessuna fibra ottica e non fatemi parlare di televisione e ripetitori per cellulari), si capisce come al giorno d’oggi la vita “civile” sia difficile.
Molta colpa le hanno le amministrazioni nazionali, regionali e locali, anche le stesse di questo splendido territorio montano, incapace di valorizzarlo e difenderlo, anzi rendendosi complici della sua sempre più crescente desertificazione.
Ora mi domando alla vigilia (mancano pochi mesi) di quella bestialità (secondo me) a livello burocratico edemocratico della città metropolitana, mi domando, ma chi è al potere (sempre meno democraticamente) cosa vuole? Che ci riversiamo tutti in città? E non solo per mancanza di lavoro, ma perché solo qui troveremo quei servizi essenziali e potremo contare sull’avere vicino un ospedale funzionale?
Nello scorso secolo siamo passati dai paesi alle città, poi ora stiamo passando alle metropoli, che a livello territoriale Firenze-Prato-Pistoia, sono già in quanto si sono praticamente “conglobate” tra di loro, formando un’unica grande metropoli; il prossimo passo quale sarà? L’espansione di questa in una megalopoli, come si sono viste in alcuni film di fantascienza, come Blade Runner o altri, con strati di edifici costruiti sopra altri, formando livelli e sottolivelli?
Se qualcuno lo vuole che lo faccia pure, non glielo impedisco, ma chi vuol continuare a vivere in montagna,rispettatelo e lasciategli le cose essenziali. In fondo il mio lavoro e i soldi che ne conseguono sono buoni come i vostri…
Marco Poli
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