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venerdì 12 settembre 2014

VARATA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE TOSCANA , UN NUOVO INCIUCIO.

RITORNO ALLE PREFERENZE E SOGLIE DI SBARRAMENTO MOLTO ALTE
REGIONE TOSCANA: ECCO LA NUOVA LEGGE ELETTORALE. INTESA PD-FORZA ITALIA: ADDIO PICCOLI PARTITI .

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Il consiglio regionale toscano che, alle 5,40 del mattino dell' 11 settembre, ha approvato la nuova legge elettorale.

FIRENZE – Hanno votato la nuova legge elettorale poco prima dell’alba: le 5,40 di stamani, 11 settembre. Nell’Aula del Consiglio regionale, semidistrutta da una discussione durata ininterrottamente una ventina di ore, hanno detto sì in 33: in sostanza la maggioranza dei consiglieri del Pd, quelli di Forza Italia più una parte dell’ex Idv, oltre Lazzeri e Gambetta Vianna ex Lega e ora nel Nuovo centrodestra. Sì anche dal socialista Pieraldo Ciucchi e da Marco Carraresi dell’Udc.

Hanno votato contro in 12: Fratelli d’Italia, una parte del Nuovo centrodestra (quello guidato da Alberto Magnolfi), Giuseppe del Carlo dell’Udc (che si è così diviso da Carraresi), Monica Sgherri, Mauro Romanelli e tutta la sinistra radicale. Non hanno partecipato al voto i dissenzienti del Pd: Daniela Lastri, Fabrizio Mattei, Vanessa Boretti, Paolo Tognocchi. Lucia Matergi, Aldo Morelli, Gianfranco Venturi. Non ha votato nemmeno Maria Luisa Chincarini, capogruppo del Centro democratico.

In sostanza si è ripetuto, a Firenze, anche se con sfumature diverse, quello che è successo a Roma per la riforma del Senato: Pd e Forza Italia si sono uniti per cambiare, naturalmente nel senso che è per loro più conveniente. Ossia per santificare il bipolarismo e spartirsi i seggi che, a primavera del 2015, quando si voterà per rinnovare l’assemblea regionale, saranno soltanto 40 (non più 55 come ora o 65 come nel 2004). Come hanno fatto a eliminare i piccoli partiti? Semplice: mettendo alte soglie di sbarramento capaci di bloccare, appunto dalla legislatura 2015-2020, l’ingresso in Consiglio regionale a chi non raggiunge il 5% se si presenta da solo o il 3% se partecipa alla corsa elettorale in coalizione. Le coalizioni non passano se non arrivano almeno al 10%. Come si vede, sono soglie non facilissime da raggiungere ormai anche per forze politiche storiche (non a caso Rifondazione comunista ha votato contro e l’Udc si è spaccata).

La Toscana, del resto, ha sempre visto l’intesa fra Pd (che prima si chiamava Ds) e Forza Italia. Fu un laboratorio anche per il Porcellum nazionale. Nel 2004 i Ds e Forza Italia aumentarono i seggi e abolirono le preferenze. Lo chiamammo inciucione. Stavolta è in ogni caso un accordone politico fatto nel segno della stretta di mano del Nazareno fra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Non a caso, uscendo con gli occhi gonfi per il sonno, c’è chi ha inneggiato, ironicamente, all’epoca del «Renzusconismo».

Che cosa prevede la nuova legge ? Il ritorno delle preferenze, e questo è forse l’aspetto più positivo. Anche se saranno preferenze cosiddette agevolate: i nomi dei candidati compariranno sulla scheda. Segno del potere decisionale dei partiti. Tempi duri per i dissenzienti e i non allineati. Ma ci sarà tempo per commentare e analizzare. Intanto, mentre si spengono le luci di Palazzo Panciatichi e i consiglieri escono, distrutti dalla lunga veglia, vediamo nel dettaglio i punti principali di un testo che ci accompagnerà, come cittadini elettori della Regione Toscana, per diversi anni.

SBARRAMENTI: 10% per le coalizioni di partiti; 3% per le liste presenti in una coalizione che raggiunge, appunto, il 10%; 5% per una lista che si presenta da sola, cioè fuori da coalizione o lista in coalizione che non abbia raggiunto il 10%. Per i tanti gruppi che non arrivano al 2% è la fine. Non mi spingo a dire se sia meglio o peggio per la democrazia o per il funzionamento della Regione, specifico solo che, d’ora in avanti, sarà così.

LISTINO REGIONALE: è composto da 3 persone che passano di sicuro se fanno parte delle coalizioni più grandi: con l’alternanza uomo-donna-uomo, oppure donna-uomo-donna. Questi hanno anche la possibilità di candidati nel listino regionale che siano anche candidati in liste circoscrizionali (una per provincia, salvo la provincia di Firenze che è divisa in quattro circoscrizioni). In caso di candidato che passi sia nel listino regionale che in una circoscrizione provinciale scatta come candidato di circoscrizione provinciale.

PREFERENZE – Se ne possono esprimere una o due (se due devono essere un uomo e una donna). Si è detto preferenze agevolate: nel senso che sulla scheda ci saranno scritti i nomi dei candidati di ogni lista e quindi l’elettore non dove scrivere il nome (o i due nomi), ma fare la croce sul (sui) nome (nomi) già presenti sulla schedai.

BALLOTTAGGIO – Se nessun candidato alla carica di presidente della Regione raggiunge il 40% più un voto si va al ballottaggio.

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