TRAGICHE ALLUVIONI IN SERBIA E BOSNIA: ALMENO 40 VITTIME, MIGLIAIA GLI SFOLLATI.
Tragica la situazione in Croazia , Serbia e Bosnia in seguito alle alluvioni che hanno allagato vaste aree dei Paesi. Almeno 40 le vittime, migliaia gli sfollati. Dall'Italia 300mila euro per la Croce Rossa locale. Lanciato anche allarme per mine inesplose della guerra 92-95 che stanno riaffiorando con allagamenti e frane.
( Poplave u Srbiji BOSNI I TRAGIČNA: Najmanje 40 žrtava tisuća raseljenih.
Tragična situacija u Hrvatskoj, Srbiji i Bosni slijedeći poplavama koje su potopljena ogromna područja zemlje. Najmanje 40 žrtava, tisuće raseljenih osoba. Od 300.000 € za lokalnu Crvenog križa. Pokrenut čak alarm za neeksplodiranih mina ratni 92-95 koji su izranjali s poplavama i klizištima.
Ponedjeljak 19. svibnja 2014 - VANJSKA I 'vrlo ozbiljna situacija u Srbiji i Bosni i Hercegovini, gdje je nekoliko poplave ogromnih razmjera su poplavljene kilometre teritorija. Smrti su iskazane u dvije balkanske zemlje su dosad četrdeset, ali proračun će se sigurno čini se povećati jer su srpske vlasti pokazuju da oni ne žele komunicirati nove ažurirane podatke kako bi se izbjeglo stvaranje panike i udara u populaciji već bolno sudio bijesa vrijeme. Strah još uvijek naći mnoge leševe s povlačenjem vode izrazio je i predsjednik Vlade Srbije Aleksandar Vučić. Najveći broj žrtava, trideset, registrirana u Bosni i Hercegovini i Srbiji u gluho doba koje znamo da su najmanje sedam.)
Lunedi 19 Maggio 2014 - ESTERI E' gravissima la situazione in Serbia e Bosnia-Erzegovina, dove diverse alluvioni di proporzioni enormi hanno allagato km e km di territorio. I morti accertati nei due Paesi balcanici sono finora una quarantina, ma il bilancio sembra destinato sicuramente ad aumentare dal momento che le autorità serbe hanno fatto sapere di non voler comunicare nuovi dati aggiornati per non creare panico e choc nella popolazione già molto provata dalla furia delle intemperie. Il timore di trovare ancora molti cadaveri col ritirarsi delle acque è stato espresso dal premier serbo Aleksandar Vucic. Il maggior numero di vittime, una trentina, si registra in Bosnia-Erzegovina, mentre in Serbia i morti di cui si ha notizia sono almeno sette.
Centinaia di persone si sono dovute rifugiare sui tetti e tante città o villaggi sono isolati. Frane e smottamenti hanno inghiottito decine di case e ci sono problemi anche nelle zone montuose, dove si sono accumulati fino a due metri di neve. Oltre 90mila case sono rimaste senza elettricità e la situazione non accenna a migliorare.
Solo in Serbia - dove le regioni più colpite sono quelle centrali e centro-occidentali - gli sfollati erano fino a ieri oltre 22 mila, mentre in Bosnia se ne contavano a ieri oltre 15 mila.
Preoccupano soprattutto le città di Sabac e Obrenovac, a sud-ovest di Belgrado, completamente sommerse in seguito allo straripamento del fiume Kolubara. A Obrenovak, 4.000 degli 80.000 abitanti sono già stati evacuati.
"E' la peggior alluvione degli ultimi 120 anni" lo hanno detto i meteorologi locali. E intanto a Belgrado centinaia di volontari sono al lavoro per rinforzare gli argini del fiume Sava, un affluente del Danubio, in attesa dell'ondata di piena, mentre oltre 10mila soccorritori, tra volontari e Forze armate, sono all'opera per soccorrere la popolazione in difficoltà. Gli sfollati vengono sistemati in alberghi, centri sportivi e negli spazi della Fiera di Belgrado. Si moltiplicano gli appelli per gli aiuti e c'è urgenza di cibo, vestiti per bambini, articoli di igiene personale, materassi, coperte. Centri di raccolta sono stati organizzati a Belgrado e in altre città del Paese. Le autorità balcaniche hanno annunciato per mercoledì una stima iniziale dei danni, che i media locali valutano in miliardi di euro.
Dalla Russia sono giunti tre aerei con squadre di soccorritori e generi alimentari e medicinali. Altri Paesi hanno risposto finora agli appelli del governo di Belgrado tra cui Croazia, Macedonia, Slovenia, Montenegro, Israele. Dall'Italia invece sono stati inviati aiuti in denaro per un totale di 300mila euro (200mila alla Serbia e 100mila alla Bosnia). I fondi della cooperazione italiana saranno trasferiti con un finanziamento messo a disposizione delle organizzazioni delle Croce Rossa dei due Paesi. Per la Serbia, la Farnesina ha messo a disposizione dei soccorritori anche quattro barche per le operazioni di recupero. Verranno spedite dal Centro Logistico dell'Onu di Brindisi e fanno parte di una più ampia spedizione umanitaria internazionale con generatori elettrici e altre attrezzature.
Altra preoccupazione è la minaccia di mine inesplose della guerra del 1992-95 che, con le forti piogge, gli allagamenti e le frane, stanno tornando in superficie. Inoltre le inondazioni stanno smuovendo il terreno togliendo i cartelli di pericolo. Lo si legge su La Presse/AP che, citando il Mine Action Center, rende noto che da oggi gli esperti saranno sul campo perché la presenza di ordigni è già stata segnalata in luoghi imprevisti. Le autorità per vent'anni hanno tentato di rimuovere il milione di mine nascoste nel terreno e prima delle attuali inondazioni stimavano ne fossero presenti ancora circa 120mila, in 9.416 campi segnalati. Il problema non è solo della Bosnia -spiega La Presse/AP -, perché gli ordigni potrebbero essere trascinati lontano dai fiumi: diversi affluenti convergono nel fiume Sava, che scorre lungo il confine croato e in Serbia incontra il Danubio, che poi scorre in Bulgaria e Romania verso il mar Nero. Secondo gli esperti, le mine potrebbero essere trasportate per mezza Europa o introdursi nelle turbine degli impianti idroelettrici.
Drugi problem je opasnost od neeksplodiranih mina u ratu 1992-1995 koji, uz obilne kiše, poplave i klizišta, vraćaju se na površinu. Osim toga, poplave su spletkare tla uklanjanjem znakove opasnosti. Možete čitati o La Presse / AP, pozivajući se na centar za razminiranje, najavio je danas da su stručnjaci će biti na terenu, jer prisutnost ubojnih sredstava je već prijavio na neočekivanim mjestima. Vlasti su pokušali desetljećima za uklanjanje milijuna mina skrivenih u prizemlju i na prvom trenutne poplave cijenjeni je još uvijek prisutno oko 120 tisuća u 9416 obilježena polja. Problem nije samo u Bosni i objašnjava La Presse / AP - jer su bombe moglo odvući iz rijeka spojiti nekoliko pritoke rijeke Save, koja teče uz granicu Hrvatske i Srbije, sastali su se u Dunavu, koji se potom slijeva u Bugarskoj i Rumunjska do Crnog mora, prema mišljenju stručnjaka, rudnici mogli biti prevezeni preko pola Europe ili upasti u turbine hidroelektrane.
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