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venerdì 2 maggio 2014

RUSSIA , RINASCE LA POTENZA CON L'UNIONE ECONOMICA EURASIATICA

I presidenti di Russia, Bielorussia e Kazakistan Vladimir Putin, Aleksandr Lukashenko e Nursultan Nazarbaev hanno in programma di firmare la creazione dell’Unione economica eurasiatica (UEE) alla fine di maggio.

Dopo la ratifica da parte dei parlamenti nazionali il 1 gennaio 2015, il trattato istitutivo sarà effettivo. Armenia e poi Kirghizistan potranno presto seguire questi tre leader. Nel frattempo, un forum anti-eurasiatico ha recentemente avuto luogo a Almaty, i cui partecipanti hanno espresso il parere che l’UEE per la Russia non sia un progetto economico ma geopolitico che ne rafforza il ruolo di superpotenza.
Questo è il motivo per cui Mosca accelera la firma del trattato.
In tal modo la Russia ovviamente reagisce alla firma accelerata dall’UE per un accordo di associazione con l’Ucraina e la Moldavia. La firma del trattato istitutivo dell’UEE, originariamente in programma per l’autunno di questo anno, è stata anticipata a giugno ed è ora discussa per maggio. Gli eventi in Ucraina hanno certamente giocato un ruolo nel cambio. “La Russia cerca di mobilitare i sostenitori dell’integrazione eurasiatica e di utilizzare i vantaggi esistenti e previsti nella propaganda anche nelle sue relazioni con i Paesi occidentali“, ha dichiarato in un’intervista con l’autrice Natalija Garitonova, assegnista ricercatrice presso la Lomonosov Moscow State University. Ha sottolineato che l’obiettivo ufficiale dell’UEE è l’integrazione economica. In questo senso, “Unione” è la prossima fase dell’integrazione dopo la creazione dell’EurAsEC (Euroasian Comunità Economica) e dell’Unione Doganale. “Parliamo della creazione di un territorio economico comune. E’ abbastanza chiaro ciò che succede. Ma tutti sanno che la base economica sotto forma di spazio economico unitario, anche nel corso della sua costituzione, dovrà assumere un carattere decisamente politico e ideologico-umanitario. È inevitabile“, riferisce Garitonova. Gli oppositori avanzano proprio questo fatto quale loro principale argomento contro l’integrazione eurasiatica. Sono rigorosamente in disaccordo sulla condivisione della sovranità, specialmente politica, degli Stati membri dell’Unione.
Qualsiasi integrazione richiede la creazione di strutture sovranazionali, a nome della quale gli Stati aderenti cederanno una porzione di questa sovranità. Ciò spiega gli scarsi risultati dei precedenti tentativi d’integrazione, a partire dalla Comunità degli Stati Indipendenti. Alcune persone in Kazakistan, in particolare, vedono l’integrazione con la Russia come una minaccia contro la sovranità del governo trasformando il Kazakistan in una colonia del neo-impero della Russia.
Ad esempio, l’attivista kazako Serikzhan Mambetalin osserva che l’integrazione nel quadro dell’Unione Dogana e dell’Unione Eurasiatica significherebbe la fine della politica multivettoriale di Astana e un cambio geopolitico verso Mosca: “Non possiamo integrarci con la Russia fino al punto di rinunciare all’opportunità di sviluppare in maniera indipendente, senza guardare la Russia, le nostre relazioni con Cina, Unione europea, Stati Uniti e altre potenze regionali”. Il vicedirettore generale del Centro per la ricerca e l’analisi di informazioni dello spazio post-sovietico della MSU, Julija Jakusheva, non è d’accordo con tale posizione. Ha in particolare osservato che “preoccupazioni come queste sono conseguenza di dichiarazioni scarsamente ponderate di certi politici ed esperti russi, che sostengono l’estensione della futura unione alla componente politica.” “In Russia quasi nessuno si accorge di tali dichiarazioni, ma in Kazakistan sono prese in un modo assai insano. Nel complesso, persone in Kazakistan in larga misura hanno sentimenti antieuroasiatici assai soggettivi ed emotivi. Da questo punto di vista, i risultati del forum anti-eurasiatico Almaty sono estremamente eloquenti: il movimento contro la partecipazione del Kazakistan nell’UEE è piccolo, disorganizzato e non consolidato“, dice Jakusheva. Secondo l’opinione degli esperti, la prima cosa che cattura l’attenzione è la mancanza di argomentazioni chiare.

L’Unione Doganale (UD) e l’Unione dello Spazio Economico (USE) sono divenuti letteralmente i capri espiatori dei problemi economici del Paese. In una certa misura il problema ancora irrisolto di una gestione competente dell’aspetto informativo del programma d’integrazione, spiega tali tendenze, cioè la realizzazione di un lavoro informativo diffuso tra i tanti gruppi sociali, imprese e circoli politici dei Paesi eurasiatici. Tuttavia, i recenti sondaggi in Kazakistan mostrano che circa l’85% delle persone è per l’adesione all’UEE. “Penso che questo dato rifletta l’elevato livello di fiducia nella direzione che la leadership del Kazakistan prende, così come la fiducia nell’efficacia della partnership russo-kazaka. Date le circostanze, la Russia ha fatto una scelta fondamentale, s’è rifiutata d’introdurre la componente politica nel progetto“, ha detto Jakusheva in un’intervista con l’autrice. Secondo lei, la storia del mondo offre molti esempi di erosione degli obiettivi di un’organizzazione rallentandone seriamente crescita e sviluppo. “A questo punto non ha senso forzare la creazione dell’aspetto politico dell’Unione. In primo luogo dobbiamo costruire un’organizzazione economica efficace. Si noti che una delle parole nel titolo dell’unione è “economica”. Inoltre, nell’UEE tutte le parti avranno pari rappresentanza e diritti di voto, escludendo la possibilità che Mosca domini gli altri membri dell’alleanza“, ha sottolineato Jakusheva. Erevan non dovrebbe concordare. L’Armenia è un potenziale membro dell’UEE. Tuttavia, a maggio l’Armenia non ha firmato il trattato istitutivo dell’UEE, dato che la data fissata per l’adesione dell’Armenia all’UD è stato posticipato dal 5 marzo 2014 e non è ancora chiaro quando avverrà. “L’Armenia è stata rifiutata, e questo non solo perché l’Armenia non è riuscita a completare tutte le misure previste nella “road map”, ma perché la Russia non era assicurata dai danni che poteva subire dall’economia armena in conseguenza dell’aumento dei pedaggi alla dogana. Ecco perché il 5 marzo scorso annunciarono che comunque, in quel momento, non sarebbe divenuta membro dell’UD, ma poi si vedrà la possibilità di aderire all’Unione Eurasiatica“, ha spiegato ai giornalisti Stepan Safarjan. Tuttavia il viceministro degli Esteri russo Vasilij Nebenzi, in un’intervista ad Interfax, ha osservato che “una road map per l’adesione nell’Unione Doganale e nell’Unione dello Spazio Economico è pronta per l’Armenia, che segue con grande successo“. Il completamento del percorso sarà la base per un accordo per l’adesione dell’Armenia all’Unione Doganale e all’UES, e successivamente all’adesione all’Unione Economica Eurasiatica. La road map per il Kirghizistan è in fase di sviluppo e ammetto la possibilità che passi alla riunione del Surpreme Eurasian Economic Counsil del 29 aprile”, ha detto. Il ricercatore dell’Istituto di Economia Aleksandr Karavaev, in un’intervista con l’autrice, ha espresso dubbi sul fatto che ogni aderente alla zona di libero scambio o all’Unione doganale potrà partecipare all’UEE. “Tutto dipende di quale Paese parliamo. E’ possibile che non sarà compito del Cremlino fin quando l’UEE esisterà effettivamente. Tuttavia, nell’ambito dello sviluppo dell’UD, la comparsa di nuovi aderenti non sorprenderebbe. L’Armenia sta già entrando nell’UD. Kirghizistan, Vietnam, Egitto e Israele sono in vari fasi e livelli di negoziazione sulla zona di libero scambio con l’UD. Svizzera e Nuova Zelanda hanno sospesi i negoziati dopo le sanzioni anti-Crimea. Negoziati sono in corso per la creazione di un gruppo di lavoro tra UD e India. L’UEE sviluppa una serie di contatti di lavoro in Sud America, che potrebbero eventualmente portare a dei negoziati“, ha detto Karavaev.

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