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"PRATO, STORIA E PUTTANE" di Francesco Fedi
"Nel 1848 viene proposta da Filippo Morghen la costruzione di un grosso terrapieno, fra il piccolo bastione di S. Margherita e i resti del bastione Magheri, collocato ad un'altezza tale da non essere minacciato dalle piene dei fiume. Dalle memorie di Don Giuseppe Nesti si apprende che "il terrapieno fu costruito nei primi tempi della rivoluzione del 1848 [. ..] quando per occupare la bassa plebe, si fece trasportare terra e sassi in quel lungo piazzale, antico greto del Bisenzio. Le mura castellane erano sul parapetto interno del piazzale medesimo. Furono demolite sulla fine del 1866, e ricostruite poi sul fiume quando si fabbricava il loggiato che copre adesso Ia vasca dei lavatoi. Fu ingegnere per la esecuzione di tutto il lavoro Ottaviano Berti, ma chi ne fece il progetto fu l'ingegnere Giuliani".
Il progetto ha effettivamente inizio nel 1848 e l'anno successivo vengono portati avanti, secondo il progetto dell'Ingegnere comunale Giuliani, i lavori di formazione del nuovo terrapieno "riempiendo di ghiaia la insenatura dell'alveo del Bisenzio che esisteva tra i detti due corpi sporgenti e le mura urbane". Nello stesso anno viene cominciato anche il muraglione sul fiume, con il compito di contenere il terrapieno e di difenderlo dalle acque, Ia cui realizzazione termina però solo nel 1857. Il piazzale era dunque inizialmente contenuto fra le vecchie mura cittadine e questo nuovo muro, "rivestito da filari di bozzette di sasso di alberese accapezzate con il martello iI meglio possibile", e vi si accedeva da una porta aperta nelle Mura su via S. Antonio; era destinato ad ospitare il mercato dei bestiami, i funai ed i lavatoi.
Circa dieci anni più tardi però, come sopra accennato, Ie antiche mura cittadine vengono demolite per la loro quasi totale lunghezza (circa 180 metri ) e per un'altezza di m. 4,66; lungo via S. Antonio rimarranno le fondamenta e il basamento della cortina muraria trecentesche lungo il fiume, rialzandosi di circa 4 metri e mezzo sul piano del terrapieno, verranno costruite quelle che il Berti nella perizia del 1845 definisce le "Nuove Mura"; ancora oggi si può notare, osservando il tratto di mura che affaccia sul Bisenzio compreso fra il bastione di S. Margherita e il ponte ferroviario, la differenza nell'appezzamento del pietrame tra la parte più bassa, che racchiude il terrapieno, e quella più alta, di successiva costruzione che l'Ingegnere descrive come un muro "appiombato per la parte interna e scarpato per la parte esterna ,dalla quale verrà formato a sassi spuntati e ristuccato, e per Ia parte interna a Muro di Fabbrica rabboccato a filo di sasso". Per il completamento della parte superiore delle mura sbassate lungo via S. Antonio, che fungono da parapetto per il piazzale, viene elaborata dall'ingegnere Berti una nuova relazione, datata 12 marzo 1867, dove si propone all'Amministrazione cittadina tre possibili modalità di intervento con le relative perizie. Non si registrano lavori di particolare entità a questo tratto di mura urbane, a parte qualche isolato intervento di restauro, fino al secondo decennio del'900 quando, si rende indispensabile ripristinare il muraglione lungo il Bisenzio, scalzato dalle acque."
Il testo qui riportato è tratto dal bellissimo libro del Prof. Giuseppe Alberto Centauro dal titolo "Le Antiche Mura di Prato: un futuro per la città.", edito nel 2003. Un testo affascinante, denso di passione per la storia della nostra città. Una storia che però ci lancia verso il futuro, parlandoci sì di "storia", ma in una chiave di prospettiva per un futuro di valorizzazione della Città di Prato e del suo Centro Storico.
Un testo che tratta dell'intera cerchia muraria e dei bastioni, tra i quali anche il Bastioncino di Santa Margherita, del quale oggi rimangono tracce in quel palazzotto di più piani fuori terra con il quale confinano a sud-est i Giardini della Passerella. Si tratta di quell'edificio che incontriamo a metà della Via Sant'Antonio, dove questa interseca la Via Santa Margherita, in corrispondenza del vertice nord della Piazza Mercatale...
Siamo nel cuore di Prato della sua grande piazza e da sempre ha attiratola mia attenzione quest'edificio di singolare fattezza, con il suo accesso soprelevato rispetto al piano stradale ed a questo collegato mediante una gradinata in pietra.
Questa mattina, passando di lì ho assistito ad una scena che ci dà la misura di quanto la nostra città sia caduta in basso e sia lasciata abbandonata a sé stessa… Quell'incrocio di strade che ho appena detto è infatti luogo dove le prostitute di nazionalità cinese stazionano quasi H24, per i loro adescamenti in strada.
Diversamente da quanto pensassi, ovvero che gli appartamenti abiti ad alcove del sesso a pagamento, fossero solo quelli di via Sant'Antonio con retro su Piazza Mercatale, ho scoperto invece che anche il bastioncino di Santa Margherita è adibito alle stesse funzioni. Tutto questo con buona pace del Prof. Centauro, della storia di Prato e della valorizzazione del Centro Storico e delle Mura.
Ho infatti visto la solita signora che, intercettato il cliente in strada, si è avviata verso la porta d'ingresso, precedendo di alcuni metri il proprio cliente. Ha quindi aperto la porta ed è entrata con lui che la seguiva….
Ora diciamo che giuridicamente il fatto non costituisce reato e che forse i due erano solo amici e siccome in strada faceva anche parecchio caldo, i due hanno pensato di prendersi il solito caffè a casa di lei e fare due chiacchiere in liberà all'interno delle fresche mura del bastioncino…
…Già,..a proposito: ma di chi sono le "fresche mura del bastioncino"?... …Della Sig.ra cinese? Di un italiano? Di qualcuno che affitta alla Sig.ra cinese? O a più Sig.ri cinesi? O a un prestanome cinese che poi concede quelle stanze a più signore cinesi ed alle quali chiede un aggio sulle loro prestazioni sessuali?...
Oppure è solo un appartamento, dove la Sig.ra cinese vive ed essendo molto amichevole e cordiale con tutti, usa scendere strada ed invitare di lontano i passanti a prendersi un caffè. Tutto gratuitamente…
Magari si scoprirà che anche l'appartamento è a lei ceduto gratuitamente mediante un contratto di coodato d'uso, debitamente registrato, nei modi e nelle forme di legge, presso la competente Agenzia delle Entrate di Prato.
…la devo smettere: sto diventando ossessivo.. ..c'è quella frase che mi martella in testa: "Bisogna seguire i piccioli".. …e poi ci sono quelle domande: "Chi paga a chi?.. ..Da dove vengono quei soldi? Dove vanno?...".
Anche il Prof. Centauro le deve smettere: BASTA LIBRI! BASTA PARLARE DI STORIA E DI FUTURO!...
…BASTA PRATO!... …BASTA PRATO, STORIA E PUTTANE!...
da:
Le Antiche Mura di Prato: un futuro per la città. A cura di Giuseppe Alberto Centauro. Lalli Editore. 2003
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