Oggi
voglio di parlare di una di quelle che è sempre stata presentata
dall' attuale governo,come una grande spinta al lavoro per i
giovani,ovvero”garanzia giovani”dove l'unica cosa garantita è
appunto la fregatura!Conoscendo l'attuale governo sarei stato in
pensiero se fosse stato il contrario.
Matteo
Renzi ha venduto promesse illusorie, sostenute da campagne mediatiche
farcite di dati fuorvianti e la possibilità di scaricare la
responsabilità dei fallimenti sull'inadeguatezza del soggetto che,
di volta in volta, sarebbe stato incapace di cogliere l'occasione
giusta: anche a costo di lavorare gratis, di rinunciare ai proprio
diritti, di vedersi declassato ed impoverito.
Questo
è il caso della Garanzia giovani, dove, in realtà, di garanzia (per
i giovani) non c'è nemmeno l'ombra. I numeri parlano chiaro.
Questo programma è stato un completo fallimento per le prospettive
di lavoro dei giovani, ma ha ingrassato le tasche delle agenzie
interinali e di formazione (tra cui un'agenzia interinale, già nota per le
vicende legate ad Expo2015) che hanno partecipato al progetto.
Infatti queste agenzie, insieme alle aziende che hanno assunto dei
giovani anche per pochi mesi, si sono spartite il grosso dei 1,5
miliardi di euro stanziati dall'Unione Europea per il progetto Youth
Guarantee.
La
Youth Guarantee avrebbe dovuto essere la risposta europea alla
disoccupazione giovanile, il programma cofinanziato dall’Unione
Europea con 1.5 miliardi di euro in tre anni, rivolto ai cosiddetti
“Neet”. L’utilizzo del concetto di “inattività” e del
termine “Neet” contrapposto ad “attivazione”, “produttività”
e “competitività” serve al governo, italiano ed europeo, per
produrre un nuovo cambio di paradigma, quello delle sfruttamento
intensivo, del lavoro servile e del freejob , il
cui esempio emblematico sono gli oltre 18.500 mila volontari per
l’Expo di Milano.
Dietro la retorica delle politiche di welfare to work, asse portante
della Strategia Europa 2020, non si nasconde nessuna attivazione ma
tecniche di controllo individuale e gestione dei conflitti. Inoltre
l’avvio della Garanzia Giovani si inserisce in un contesto in cui è
stato recentemente convertito in legge il Decreto Poletti sancisce di
fatto la precarizzazione infinita e a vita di milioni di soggetti
attraverso la liberalizzazione totale del contratto a tempo
determinato e dell’apprendistato.
In
Italia il programma è partito 1 maggio del 2014, allargando il
target di possibili beneficiari ai giovani compresi tra 15 e 29 anni
che “non studiano, non lavorano e non sono impegnati in nessun
percorso formativo”, ma dietro le statistiche ufficiali sappiamo
bene che esiste un universo di precari che lavora nel sommerso, vive
con lavori intermittenti e mal pagati ed è tutto fuorché inattivo.
A
sette settimane dall’avvio sono oltre 90 mila i giovani che si sono
registrati, attratti dalla possibilità di trovare un “lavoro” o
intraprendere una work experience con il sostegno al reddito. Una
moltitudine di soggetti su cui si dovrebbe sperimentare il programma
che rappresenta un vero “business della
disoccupazione”:
tra servizio civile e fondi distribuiti alle imprese che
approfitteranno di tirocini ed apprendistati recependo bonus
occupazionali, utilizzando manodopera precaria, a basso costo ed
estremamente ricattabile. Il piano di attuazione italiano del
programma ci illumina sui reali beneficiari della
Garanzia
Giovani: le agenzie interinali, gli enti privati di formazione e di
orientamento accreditati con le regioni, le agenzie tecniche della
pubblica amministrazione. Inoltre le risorse investite non bastano
minimamente a coprire neanche le azioni per la platea dei possibili
beneficiari che a livello nazionale sono circa 2.3 milioni di
persone. Nonostante i dati drammatici sulla disoccupazione giovanile
in Italia ﴾46%﴿
e
gli annunci roboanti del Ministro del Lavoro Poletti sulla centralità
del tema nell’agenda di governo, il programma nel nostro paese ha
accumulato estremi ritardi nella fase di realizzazione. Ad oggi
possiamo solo prendere atto delle inadempienze da parte del Ministero
del Lavoro e delle regioni nell’attuazione dell’intervento oltre
le enormi difficoltà dei centri per l’impiego nella gestione di un
flusso enorme di giovani iscritti. Per questo la Garanzia Giovani per
il momento è nulla di più che uno spot televisivo, una vera e
propria scatola vuota,come d'altronde lo sono tutte le proposte del
PD,o almeno quelle del governo Renzi
L'europa
l'anno scorso ha bacchettato l’Italia esprimendo gravi
preoccupazioni sulla sostenibilità della Garanzia Giovani in una
prospettiva di attuazione di lungo termine, mettendo in risalto anche
le criticità derivanti dalla disomogeneità territoriale dei servizi
di collocamento pubblico.
Dall''inizio
del progetto già più della metà delle risorse sono state
consumate. Ma solo la metà dei giovani iscritti è stata contattata
per il primo colloquio, quello per la presa in carico da parte dei
centri per l'impiego (mica per un lavoro!). Di questi solo 69.811 (il
13,9%) è stato effettivamente contattato stage, tirocini o
contratti.
Oltre
al fallimento certificato dalle statistiche e dai soldi già
intascati dai signori del business dell'avviamento al lavoro, c'è un
altro aspetto della Garanzia Giovani che indica quale futuro è
riservato ad i giovani in Italia (e non solo). Le uniche proposte di
lavoro concrete riguardano il settore del terziario arretrato
(uscieri, camerieri, disossatori di prociutti...). Non è un caso, ma
un processo che da anni sta ridefinendo la richiesta di forza lavoro
verso occupazioni ripetitive, poco qualificate e precarie. Come se
non bastasse tutte queste offerte
avvengono
tramite la forma dello stage o del tirocinio, questo espediente è
figlio della retorica della formazione permanente, ma nella realtà è
utile solo per pagare i giovani ancora meno (con dei semplici
rimborsi...). Infatti nella maggior parte dei casi i
tirocinanti/stagisti vengono poi impiegati per coprire le mansioni
come dei lavoratori assunti a tutti gli effetti.
Secondo
un dirigente dell'agenzia interinale, l'azienda dovrebbe aver diritto ai
soldi anche se non trovano il lavoro per i giovani: per questi
avvoltoi i soldi pubblici sono una carogna su cui gettarsi senza
guardare in faccia nessuno, i giovani disoccupati non sono che
comparse da utilizzare in qualche colloquio per giustificare i
rimborsi. Quello che diventa ogni giorno più chiaro è che la
meritocrazia, il raggiungimento dei risultati, il sacrificio è merce
buona solo per mettere diversi pezzi di società l'uno contro
l'altro, farci digerire un modello basato sul mangiare merda e far
fuori i nostri simili perché nostri concorrenti per la
sopravvivenza.
Tirando
le fila e concludendo”Garanzia Giovani”è solo l'ennesimo sistema
per mangiare fondi europei e creare nuovi schiavi,con data di
scadenza(29 anni), atta a favorire poteri forti e a ridurre
all'impotenza i lavoratori.Complimenti sindaco d'Italia,una vera
riforma di sinistra.
Distinti Saluti
Marco Poli
marcopoli76@gmail.com 3349069101
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