" Qui nacque il 5 marzo 1910 Mario Pannunzio maestro di giornalismo e libertà" recita l'insegna in via Cenami 12.
Il testo della lapide fu dettato da Pier Franco Quaglieni, direttore del centro studi di Torino. Nel 2010 Lucca ha celebrato il centenario della scomparsa del giornalista, e a ricordarlo una tavola rotonda con illustri ospiti a villa Bottini.
L' anno precedente, ovvero il 2009, la biblioteca civica Agorà ha celebrato la memoria di Pannunzio con la presentazione del libro " I profeti disarmati". Oltre all' autrice Mirella Serra, anche Maurizio Belpietro, Gaetano Quagliariello, Deborah Bergamini e Pier Franco Quaglieni.
Nel febbraio 2015 alla biblioteca statale di Lucca sono state donate le due annate mancanti de " Il Mondo", il settimanale fondato e diretto da Pannunzio.
Come riporta la cronaca locale, sono state lasciate le copie del 1952 e del 1957.
Alan Friedman, economista e nono presidente del centro studi di Torino, è stato tra i presenti in quell' occasione. Così come il 14 dicembre 2018. A intervenire anche Carla Sodini, docente universitario dell' ateneo fiorentino e autrice di " Amici per sempre" edito da Maria Pacini Fazzi.
In chiave discorsiva e semplice la Sodini si è soffermata sulle figure femminili che hanno lavorato a " Il Mondo" .
Tra esse molte scrittrici e giornaliste di fama internazionale. Virginia Woolf ne e'un chiaro esempio. In tutto erano 133 e si firmavano con pseudonimi. Adele Cambria, tanto per citarne una, diventava Leone Paganini e Pannunzio sviolinava ironicamente il cognome.
Le autrici erano sedici e scrivevano venti articoli. I " contributi occasionali" si contavano essere in tutto quarantanove. Per non parlare di Giulia Massari. Definita snob, curava la rubrica " Mano Nera" anticipando i temi dell'eutanasia. Riuscì a pubblicare ben 413 titoli di cui 110 nella rubrica summenzionata. Il fotografo ufficiale era Paolo Di Paolo.
Se Carla Sodini analizza le figure femminili, vediamo adesso che cosa si intendeva con il termine liberale. Innanzitutto il richiamo va a una delle famiglie più antiche, quelle della costruzione unitaria e al tempo stesso responsabili del regime fascista e della crisi bellica. Ma secondo Pannunzio il senso della parola liberale assume altre connotazioni. È stata una scelta di totale spontaneità- e soprattutto di coraggio- quella di definirsi liberale.
In seguito alla caduta di Mussolini i giornali non godono ancora della piena libertà. Nonostante ciò, " Risorgimento Liberale" è considerato uno dei migliori giornali del dopoguerra. Escono quattro numeri in clandestinità ( 1943- 1944) e qualche manifesto politico. Mario Pannunzio fonda il Partito Radicale, allora Liberale, poi Movimento Liberale Italiano. Il quotidiano- che abbiamo citato- presentava tutte le caratteristiche di uno legato al partito.
Il 5 giugno 1944, anno della Liberazione di Roma, Mario vuole creare un giornale indipendente dalla politica. Nasce cosi la Società Editrice Autonoma di cui egli fa parte. In cosa consiste dunque l'autonomia? Semplice: riportare fatti di cronaca politica, occuparsi di letteratura e di cultura. Insomma, un quotidiano aperto a tutti, a un pubblico amplio con notizie di varia natura ( costume, cinema, sport).
Nel 1946, ad esempio, Franco Libonati scrive a Pannunzio in occasione del derby Roma- Lazio. Di li a poco " Risorgimento Liberale" chiuderà anche se il lucchese già nel 1947 aveva espresso i dissensi sulla linea di partito.
" La libertà di stampa è fondamentale e a Lucca Pannunzio è stata una figura significativa" dichiara Alan Friedman al convegno del 14 dicembre. E ancora :" E' rinfrescante che un comune come questo si sia interessato a promuovere la difesa dei valori" prosegue.
La parola passa a Pier Franco Quaglieni, direttore del centro. Spiega le attività della fondazione. Fondata dopo la morte del giornalista, ovvero nel 1968, svolge attività culturali aperte a tutti, non ad un élite.
" È un buon motivo per migliorarsi culturalmente. I concetti sono due e diversi tra loro: NO CENTRO CULTURA LIBERALE e CENTRO DI CULTURA LIBERALE. Nel primo caso si tratta di ideologizzazione, nel secondo di disponibilità al dialogo" spiega Quaglieni.
Risorgimento Liberale affermava i seguenti valori: quello cavouriano e il rifiuto dell'antisemitismo. Non solo: Pannunzio è stato amico e sostenitore dello stato di Israele. Nel 1967 Mario e Arrigo Benedetti si ritroveranno a lavorare insieme dopo che il fondatore de l' Espresso si dimette.
Quaglieni frequentera la vedova di Pannunzio, colei che ha ideato il centro di Torino. " Aveva un' immagine di Giovanni XXIII perché amava il papa.L'unica volta che ho conosciuto Mario e' stata a cena insieme ad Arrigo Olivetti e a Carandini" conclude il direttore.
E dal 1982 il Premio Pannunzio. Consiste in un' incisione su argento consegnata alle personalità italiane che si sono distinte in ambito giornalistico, artistico e culturale grazie al loro spirito libero.
Vale la pena ricordare Indro Montanelli, Marcello Pera o Giampaolo Pansa. Dal 2009, invece, il premio si è esteso anche ad Alassio dove Mario Giordano, allora direttore del Tgcom24, ha ricevuto tale onorificenza.
" È stato un momento emozionante sulla terrazza dell' hotel Savoia. In quell'occasione firmai anche la mattonella che sta sul mitico Muretto di Alassio..." spiega il conduttore di Fuori dal Coro.
Chiara Grassini
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