Non ci sono parole per descrivere, come del resto nessuna condanna renderebbe pienamente giustizia, le azioni terroristiche che hanno avuto luogo in Francia.
Navigando in rete oltre a messaggi di cordoglio si leggono commenti di ogni genere, del tipo che le colonie francesi potrebbero aver scatenato questo odio francofobico e di come i servizi di sicurezza siano stati presi in contropiede.
In ogni modo i fatti d'oltralpe devono farci riflettere, non dobbiamo sentirci immuni o particolarmente al sicuro, in Italia abbiamo molti siti a rischio attentati, non soltanto nella capitale, e nonostante questa guerra al terrore sia scoppiata da molti anni, noi italiani, apriamo le porte a tutti e non solo, andiamo pure a prendere, impegnando mezzi e risorse, chi sicuramente cerca di approdare con ideali non proprio pacifici e di integrazione, ovviamente intrufolato e ben nascosto tra i veri disperati in fuga ed alla ricerca di una terra promessa e se così fosse non meravigliamoci, del resto anche gli USA non hanno addestrato e finanziato, nel periodo della guerra fredda, coloro che poi sono diventati i loro peggior nemici? Purtroppo la storia insegna che la convivenza tra razze, religioni e culture diverse non sia così facile come qualcuno vorrebbe farci credere. Si dice che questo flusso incontrollato verso l'Italia possa essere utile per un rilancio del lavoro, perdendo ormai buona parte dei nostri diritti, noi operai italiani, potremmo essere facilmente sostituiti con manovalanza a basso costo e lavoro nero, d'altronde il traffico degli schiavi a qualcuno ha sempre giovato, anche qui la storia insegna, sin dalla notte dei tempi. Un maggior controllo credo non guasterebbe, in molte nazioni chi non riesce ad integrarsi o trovare un lavoro, quest'ultimo cosa al momento difficile anche per i residenti da sempre in patria, viene invitato ad andarsene. Che tutti i governanti di queste nazioni siano razzisti o intolleranti agli stranieri? Personalmente credo di no, forse prima pensano ai loro cittadini, un po' come in una famiglia prima si pensa ai propri figli. I governanti nostrani, invece, pensano solo ai loro interessi, non riescono a cavare un ragno da un buco, non riescono a riportare un loro figlio in patria, l'altro è rientrato per motivi di salute ma la vicenda è sempre in alto mare, ne tanto meno a far ripartire l'economia di un paese ormai in declino, aumentano tasse a chi, ormai logoro di pagare, purtroppo non può farne a meno invece di cercare un modo concreto di abbattere l'evasione fiscale, ma ovviamente non potrebbero darsi la zappa sui piedi da soli, essendo loro maestri in questo campo.
Sono rimaste poche le cose in cui credo, le istituzioni che dovrebbero essere il caposaldo di una nazione ormai sono state trasformate in carrozzoni dove amici e amici di amici trovano rifugio e foraggio alle spalle dei contribuenti, alle nostre forze armate hanno legato le mani, le usano solo per schierarle a loro difesa, in una sorta di guerra tra poveri, durante manifestazioni di protesta. Oggi la semplice vita di tutti i giorni sta diventando una guerra e se in guerra vale il motto "morte tua, vita mia", non venitemi poi a dire che sono un razzista per questa mia visione della realtà.
Francesco Saisi
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