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domenica 24 gennaio 2016

MONTALE-MONTEMURLO-AGLIANA-QUARRATA quadrilatero al veleno

MONTALE
Ormai a Montale è allarme senza tregua, ogni giorno si assiste a manifestazioni dettate da preoccupanti sospetti se non certezze che l'avvelenamento dell'aria, dell'acqua e dell'ambiente ha, sorpassato gli indici di massima all'erta.
Le continue scuse ed invenzioni dell'Arpat che, nega qualsiasi valore scientifico a analisi improvvisate senza punti di riferimento spiega con fantasie degne di romanzi gialli che le diossine si accumulano non nell'acqua, e dunque nell'insalata, ma nei grassi e cioè in carni e formaggi, perciò non essendoci nei dintorni dell' impianto allevamenti di animali il rischio sarebbe scongiurato. Dunque, i sindaci di Montale, Agliana e Quarrata, proprietari dell'impianto, emetteranno ordinanze che vietino la vendita dei prodotti alimentari dell'area. Né la ASL si precipiterà a fare un' analisi epidemiologica: i dati già in possesso, ha assicurato la ASL, non segnalano rischi per la popolazione, né un' analisi di questo tipo può essere fatta con celere risultato.
È ampiamente noto agli amministratori degli enti locali rischiano come il D.lgs 18 agosto 2000 n. 267 - Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali - abbia armonizzato la copiosa produzione legislativa successiva alla L. 142/90, norma oramai abrogata, ma che costituisce la pietra miliare nella divisione dei poteri tra organi politici e funzionari amministrativi, permettendo una effettiva razionalizzazione del sistema normativo.
Il Decreto regola la competenza dei comuni, delle unioni di comuni e caratterizza il ruolo del sindaco: legale rappresentante, responsabile dell'amministrazione del comune, le sue attribuzioni, i suoi poteri.
Emerge come il sindaco abbia delle competenze quale responsabile dell'amministrazione comunale, quale primus inter pares, espressione della collettività che amministra e quale "ufficiale di governo".
Responsabilità che, secondo un'interpretazione dell'articolo 28 della Carta Costituzionale, si estende anche alla materia civile, a quella penale e a quella amministrativa.

Invero l'articolo 28 della Costituzione recita: "I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti sono direttamente responsabili secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo stato e agli enti pubblici".

Tuttavia, sovente il sindaco, quale figura di vertice dell'Ente territoriale, specie nei Comuni di grandi e medie dimensioni, sarà chiamato a titolo di colpa, per non avere egli adeguatamente vigilato sulle attività dei preposti o e monitorato tutte le diverse situazioni e problematiche che si prospettano quotidianamente nella vita dell'ente (c.d. culpa in vigilando) o per essersi circondato di persone non idonee o incompetenti (c.d. culpa in eligendo) per l'espletamento di funzioni anche di rilevanza penale: l'affermazione della sua responsabilità si baserà, quindi, sulla accusa di avere agito con leggerezza, imprudenza o negligenza, più in generale per l'inosservanza di cautele doverose, e ciò anche quando, di fatto, il sindaco - organo avente funzioni di indirizzo politico/amministrativo - non poteva essere a conoscenza delle singole questioni di carattere pratico o gestionale, come avviene nella generalità dei casi.
Il sindaco è il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio. Il consiglio comunale condivide questa responsabilità.
Allo stato attuale, per una modifica della legge 833/78 non sono più i sindaci a gestire il servizio sanitario anche se a essi sono affidati dal DLg 299/99 (decreto Bindi) poteri di programmazione, di controllo e di giudizio sull’operato del direttore generale delle ASL. I compiti del sindaco sono quindi comunque ampi, soprattutto il sindaco deve conoscere lo stato di salute della popolazione, deve prendere provvedimenti se le condizioni ambientali sono invivibili, se esistono pericoli incombenti per la situazione dell'inceneritore, deve informare la popolazione dei rischi rilevanti cui è sottoposta.
Occorre per primo identificare le cause che generano disagi, malattia e morte e cercare di formulare un piano di prevenzione per combatterle, arrivare alla loro riduzione ed eliminazione. In proposito occorre promuovere, in collaborazione con l’ASL un’indagine sullo stato di salute della popolazione che inizi a raccogliere e ordinare i dati sparsi che già ci sono. Ovviamente nulla di questo è stato fatto finora, anzi si è cercato di minimizzare i risultati ottenuti. Forse in questi anni i comuni di Montale Quarrata, Agliana e Montemurlo non si sono resi conto della gravità dei fatti eppure, dovrebbe esistere un Assessorato alla Salute.
I suoi compiti sarebbero quelli di tutelare la salute dei cittadini interagendo con le altre istituzioni effettivamente preposte all’organizzazione dei servizi sanitari: Regione e ASL. Un ruolo attivo nella prevenzione soprattutto igienico ambientale, ma non solo, e di indirizzo e di controllo riguardo alle politiche sanitarie regionali.
Già la Regione, con la nuova sanità regionale possiamo supporre che di incompetenza a riguardo ve ne sia d'avanzo. I cittadini della pianura pistoiese e pratese gridano con forza spengete  quell'inceneritore. 

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