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lunedì 31 agosto 2015

LUCCA, ELEZIONI PROVINCIALI: la montagna ed il topolino. Di Vittorio Fantozzi.


LA MONTAGNA ED IL TOPOLINO

Dalle elezioni farsa per il rinnovo della provincia emergono tre dati principali, alcuni scontati altri sorprendenti.

La prima sorpresa l'hanno avuta i cittadini lucchesi che scoprono di non poter votare per il rinnovo di un ente che sapevano soppresso dalle slide luminose di Renzi, ma che ancora per anni deciderà sulle loro teste e peserà sulle loro tasche. Un altro simbolo tangibile della riduzione di Lucca a lontana periferia di Firenze, frutto di scelte politiche perseguite dal centro sinistra toscano e prontamente condivise - leggasi imposte ed accettate - anche dai dirigenti e tesserati Pd di casa nostra.

L'esito di questo voto, rimesso a sindaci e consiglieri comunali eletti dai cittadini in contesti e con criteri, anche di partecipazione, diversi rispetto a quelli provinciali, assicura un esito scontato a favore della sinistra lucchese, che da montagna qual'è riesce a partorire ben tre topolini. Dalla lista incompleta del Pd dove le assenze pesano molto più delle presenze, certificando pubblicamente - sempre ce ne fosse stato il bisogno - l'alto tasso di litigiosità e divisione interna che solo il 'terrore' renziano riesce a mascherare sotto l'unanimità dei documenti ufficiali approvati in riunioni a porte chiuse, passando per l'immancabile lista di reduci della falce e martello, fino alla lista mista Ceccarelli Del Ghingaro, che pareva esser bastone tra le ruote ma è sempre stata stampella del Pd e del suo candidato.

La vera sorpresa, l'unico fatto politico, è il centrodestra lucchese che si ricompatta dal basso, per la volontà dei suoi amministratori, dai partiti alle liste civiche, oltre le tessere e senza distinguo, mettendo fine ad una lunga amara stagione di inerzia, incapacità ed imperanti egoismi personali.
Un'impresa compiuta in dieci giorni, figlia di un appello corale intonato da quella che in politica amiamo e conosciamo come "la base" - l'unica base rimasta e legittimata dal voto - in grado di autoconvocarsi senza aspettare inviti da nessuno, capace di confrontarsi pubblicamente, farsi linea politica maggioritaria - scongiurando anche un inciucio politico ormai sancito - sulle cui possibilità di manifestarsi e riuscire nessun politologo lucchese o toscano, sempre esistano, avrebbe scommesso un euro.

Il topolino partorisce la montagna, il centro destra lucchese è tutto in una lista che ha il suo nome ed il suo simbolo, un candidato presidente - il sindaco Michele Giannini - sulla cui correttezza e capacità parlano i tre mandati consecutivi ricevuti dai cittadini, dodici candidati consiglieri di provata competenza, seduti tra i banchi di maggioranza e di minoranza, espressione non soltanto di tutto il territorio lucchese, quanto delle diverse appartenenze partitiche, delle esperienze civiche e delle sensibilità politiche presenti nel polverizzato centro destra italiano.

Ai cittadini della provincia, beffati dal governo degli spot e privati con il voto del più ampio diritto di decidere da chi e come essere amministrati, rivolgiamo il più rispettoso saluto dedicando loro queste risultato, con il duplice impegno a svolgere una concreta azione amministrativa, critica e costruttiva ad un tempo, che li informi di come sarà e cosa farà per loro e per il territorio questo ente azzoppato nelle competenze e nelle risorse, avviando al contempo quell'intenso e difficile lavoro politico di aggregazione che donerà loro quella rinnovata area politica, unica alternativa alla sinistra, nella quale tornare a riconoscersi

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