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sabato 15 agosto 2015

PRESIDENTE DELLA LUNA,SPAZZOLONI E POSTE Appennino Pistoiese di Marco Poli


Mi domandavo scrivendolo qualche tempo fa su facebook,com'è che nelle ultime vicende della montagna deve dire sempre la suaMassimo Baldi?non è che ha creduto per davvero a quella fregnaccia che gli ha raccontato il suo partito di essere il"capo della montagna"?no perchè ora che l'ospedale Pacini è distrutto(come da piano di Enrico Rossi)per quanto gliene frega al PD della montagna è come se lo avessero fatto"presidente della Luna".....no io fò per lui....non vorrei che poi ci rimanesse male nel caso se ne accorgesse...
Il messaggio non è stato ben recepito,in quanto continua a mettere bocca e specialmente sul popolare social network,dove ahimè per lui la gente gli risponde e a parte i suoi colleghi e promotori che sono come la Gramigna che cresce dappertutto,puntualmente prende mazzate virtuali,in quanto i suoi detrattori sono di più,col dente avvelenato e in generale molto più preparati di lui.

E per questo ha scritto un articolo(http://massimobaldi.com/elogio-dello-spazzolone-ovvero-una-riflessione-su-politica-e-social-network/ )a mio parere delirante,dove paragona i politici a Socrate(e sottinteso lui)che”discende nel sapere disinformato” rivolgendosi ai social;forse credeva di fare una interpretazione”dotta” da”luminare”,ma non ha capito che si potrebbe anche capire come”io sono informato e scendo tra di voi che siete disinformati”e in questa chi è che decide chi è informato e chi no?comunque non voglio commentare oltre perché Baldi nei panni di Socrate,a esser buono non ce lo vedo,a essere cattivo,o meglio sincero,mi piego in due dalle risate.


Baldi dicevo ha parlato di poste su facebook con l'intervento che riporto integralmente:
CHIUSURA UFFICI POSTALI - LA RESISTENZA È UN ERRORE, NON SOLO STRATEGICO
Il piano industriale di Poste Italiane è in linea con il mandato dato dal Governo: portare entro il 2015 l'azienda in borsa, trasformandola in una azienda digitale. Di questo piano, inevitabilmente, fa parte una profonda riorganizzazione dell'azienda, la cui necessità è dettata non tanto da esigenze di spending review, quanto dall'imperativo di spostare la lancetta della bilancia del personale dal lato dei servizi postali a quello dei servizi bancari e assicurativi, spingendo sull'acceleratore dei servizi digitalizzati su cui reinvestire le risorse risparmiate dal taglio di alcuni settori, in particolare gli uffici postali con scarso ritmo di attività, i centri di smistamento e meccanizzazione postale e i CUAS.
Come spesso accade, una svolta positiva è preceduta da un fase di trasformazione che comporta una serie di momentanei disservizi e non di rado la percezione collettiva di un disservizio. A questo stato di cose transitorio si tende, comprensibilmente, a reagire in modo automatico e oppositivo. Con mobilitazioni, minacce di class action... in breve, con il mettersi di traverso. Compaiono poi soluzioni apparentemente innovative, come la proposta degli empori multifunzionali, che provengono quasi sempre da chi in politica vuole fare 'il verso' all'innovazione, ma soffre ancora della più antica malattia della politica tradizionale, quella cioè di non vedere un servizio dove non vede un edificio.
In realtà la stessa azienda sta mettendo a regime la vera risposta funzionale a questo disservizio, ovvero il portalettere digitalizzato. In sistesi, si tratta della diffusione sui territori che patiscono la chiusura degli UP di portalettere muniti di device digitali e multifunzionali, grazie ai quali, su prenotazione, possono svolgere presso il domicilio dell’utente perlomeno tutte le funzioni sinora svolte presso lo sportello degli UP. Dico "perlomeno", perché in realtà, stipulando convenzioni mirate, i portalettere potrebbero erogare anche altri servizi, come - per fare un esempio - la consegna di farmaci.
Sempre più, di fronte a queste trasformazioni, dovremo iniziare a ragionare ponendo al centro della riflessione e dell'azione politica non i presìdi, ma i servizi - nella consapevolezza, davvero riformista, che al cambiare degli strumenti i servizi non solo non vengono necessariamente limitati, ma addirittura possono divenire migliori, più vicini al cittadino.”
Diciamo che si conferma la mia teoria che i renziani sono da Twitter,in 140 caratteri non si possono dire tante castronerie,quante se ne dicono in 2579 (tanto è lungo questo sproloquio).
Come prima cosa il presidente della lun....no scusate il capo della montagna,non è d'accordo con la resistenza alla chiusura degli uffici postali e fin qui non ci sorprende,vorrei anche vedere si ubbidisce alla volontà del partito;per far carriera bisogna seguire quello che indica quest'ultimo,sennò si fa una brutta fine.
Poi dicendo che l'imperativo è di spostare la lancetta dai servizi postali a quelli bancari e assicurativi,e io gli vorrei far presente che a livello di banche e assicurazioni abbiamo tantissima scelta,mentre come servizi postali ne abbiamo solo uno.Vero è che stanno nascendo dei servizi postali privati,ma sono ancora in gestazione e costosi.
Poi parla di portalettere digitalizzati,che prima di tutto dovrebbero essere messi in funzione prima dello smantellamento degli uffici postali e non eventualmente dopo,così da favorire il passaggio.Sarei curioso di vedere poi come funzionerebbero quassù in montagna tali postini 2.0,in posti dove non prende il cellulare,non arriva il segnale tv senza parlare del reno dove ha difficoltà pure la radio,forse sarebbe il caso di lasciare uffici postali,digitalizzare la montagna e poi riparlarne?
Un ulteriore domanda sarebbe poi sul fatto che usando ancora parecchi contanti, avremmo una moltitudine di macchine della posta,con parecchio denaro sopra facile preda di rapine.
Poi la domanda che muove tutto:ma se vengono levati gli uffici postali per risparmiare,attrezzare tanti postini 2.0 per coprire l'intero territorio costerebbe meno?non credo senza contare che a quel punto il postino dovendo perdere più tempo in delle case,ci vorrebbe ancora più personale e mezzi,quindi a quel punto sarebbe più economico il singolo ufficio postale.
Sono convinto anch'io che tra vent'anni le poste come sono ora,non avranno più ragion d'essere,ma anche in considerazione della elevata età media dell'Italia e della montagna,la chiusura dei presidi postali dovrebbe avvenire a quel tempo.
Infine caro”presidente della luna” che della luna(la montagna)non sa nulla,le domando:ma se a sua nonna,quella di cui parla nell'articolo citato sopra,le avesse tolto l'ufficio postale vicino con le argomentazioni che espone,lo spazzolone non glielo avrebbe rotto sulla testa?
Infine lasci stare Socrate e Platone,sono paragoni troppo”alti”per lei o anche per me,cerchi fare ragionamenti più realistici e usi tre parole invece che mille,purchè siano messe in un discorso articolato e sensato.

Distinti Saluti

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