Mi
domandavo scrivendolo qualche tempo fa su facebook,com'è
che nelle ultime vicende della montagna deve dire sempre la
suaMassimo
Baldi?non
è che ha creduto per davvero a quella fregnaccia che gli ha
raccontato il suo partito di essere il"capo della montagna"?no
perchè ora che l'ospedale Pacini è distrutto(come da piano di
Enrico
Rossi)per
quanto gliene frega al PD della montagna è come se lo avessero
fatto"presidente della Luna".....no io fò per lui....non
vorrei che poi ci rimanesse male nel caso se ne accorgesse...
Il
messaggio non è stato ben recepito,in quanto continua a mettere
bocca e specialmente sul popolare social network,dove ahimè per lui
la gente gli risponde e a parte i suoi colleghi e promotori che sono
come la
Gramigna che cresce dappertutto,puntualmente
prende mazzate virtuali,in quanto i suoi detrattori sono di più,col
dente avvelenato e in generale molto più preparati di lui.
E
per questo ha scritto un
articolo(http://massimobaldi.com/elogio-dello-spazzolone-ovvero-una-riflessione-su-politica-e-social-network/
)a
mio parere delirante,dove paragona i politici a Socrate(e sottinteso
lui)che”discende nel sapere disinformato” rivolgendosi ai
social;forse credeva di fare una interpretazione”dotta”
da”luminare”,ma non ha capito che si potrebbe anche capire
come”io sono informato e scendo tra di voi che siete disinformati”e
in questa chi è che decide chi è informato e chi no?comunque non
voglio commentare oltre perché Baldi nei panni di Socrate,a esser
buono non ce lo vedo,a essere cattivo,o meglio sincero,mi piego in
due dalle risate.
Baldi
dicevo ha parlato di poste su facebook con l'intervento che riporto
integralmente:
“CHIUSURA
UFFICI POSTALI - LA RESISTENZA È UN ERRORE, NON SOLO STRATEGICO
Il
piano industriale di Poste Italiane è in linea con il mandato dato
dal Governo: portare entro il 2015 l'azienda in borsa, trasformandola
in una azienda digitale. Di questo piano, inevitabilmente, fa parte
una profonda riorganizzazione dell'azienda, la cui necessità è
dettata non tanto da esigenze di spending review, quanto
dall'imperativo di spostare la lancetta della bilancia del personale
dal lato dei servizi postali a quello dei servizi bancari e
assicurativi, spingendo sull'acceleratore dei servizi digitalizzati
su cui reinvestire le risorse risparmiate dal taglio di alcuni
settori, in particolare gli uffici postali con scarso ritmo di
attività, i centri di smistamento e meccanizzazione postale e i
CUAS.
Come spesso accade, una svolta positiva è preceduta da un fase di trasformazione che comporta una serie di momentanei disservizi e non di rado la percezione collettiva di un disservizio. A questo stato di cose transitorio si tende, comprensibilmente, a reagire in modo automatico e oppositivo. Con mobilitazioni, minacce di class action... in breve, con il mettersi di traverso. Compaiono poi soluzioni apparentemente innovative, come la proposta degli empori multifunzionali, che provengono quasi sempre da chi in politica vuole fare 'il verso' all'innovazione, ma soffre ancora della più antica malattia della politica tradizionale, quella cioè di non vedere un servizio dove non vede un edificio.
In realtà la stessa azienda sta mettendo a regime la vera risposta funzionale a questo disservizio, ovvero il portalettere digitalizzato. In sistesi, si tratta della diffusione sui territori che patiscono la chiusura degli UP di portalettere muniti di device digitali e multifunzionali, grazie ai quali, su prenotazione, possono svolgere presso il domicilio dell’utente perlomeno tutte le funzioni sinora svolte presso lo sportello degli UP. Dico "perlomeno", perché in realtà, stipulando convenzioni mirate, i portalettere potrebbero erogare anche altri servizi, come - per fare un esempio - la consegna di farmaci.
Come spesso accade, una svolta positiva è preceduta da un fase di trasformazione che comporta una serie di momentanei disservizi e non di rado la percezione collettiva di un disservizio. A questo stato di cose transitorio si tende, comprensibilmente, a reagire in modo automatico e oppositivo. Con mobilitazioni, minacce di class action... in breve, con il mettersi di traverso. Compaiono poi soluzioni apparentemente innovative, come la proposta degli empori multifunzionali, che provengono quasi sempre da chi in politica vuole fare 'il verso' all'innovazione, ma soffre ancora della più antica malattia della politica tradizionale, quella cioè di non vedere un servizio dove non vede un edificio.
In realtà la stessa azienda sta mettendo a regime la vera risposta funzionale a questo disservizio, ovvero il portalettere digitalizzato. In sistesi, si tratta della diffusione sui territori che patiscono la chiusura degli UP di portalettere muniti di device digitali e multifunzionali, grazie ai quali, su prenotazione, possono svolgere presso il domicilio dell’utente perlomeno tutte le funzioni sinora svolte presso lo sportello degli UP. Dico "perlomeno", perché in realtà, stipulando convenzioni mirate, i portalettere potrebbero erogare anche altri servizi, come - per fare un esempio - la consegna di farmaci.
Sempre
più, di fronte a queste trasformazioni, dovremo iniziare a ragionare
ponendo al centro della riflessione e dell'azione politica non i
presìdi, ma i servizi - nella consapevolezza, davvero riformista,
che al cambiare degli strumenti i servizi non solo non vengono
necessariamente limitati, ma addirittura possono divenire migliori,
più vicini al cittadino.”
Diciamo
che si conferma la mia teoria che i renziani sono da Twitter,in 140
caratteri non si possono dire tante castronerie,quante se ne dicono
in 2579 (tanto è lungo questo sproloquio).
Come
prima cosa il presidente della lun....no scusate il capo della
montagna,non è d'accordo con la resistenza alla chiusura degli
uffici postali e fin qui non ci sorprende,vorrei anche vedere si
ubbidisce alla volontà del partito;per far carriera bisogna seguire
quello che indica quest'ultimo,sennò si fa una brutta fine.
Poi
dicendo che l'imperativo è di spostare la lancetta dai servizi
postali a quelli bancari e assicurativi,e io gli vorrei far presente
che a livello di banche e assicurazioni abbiamo tantissima
scelta,mentre come servizi postali ne abbiamo solo uno.Vero è che
stanno nascendo dei servizi postali privati,ma sono ancora in
gestazione e costosi.
Poi
parla di portalettere digitalizzati,che prima di tutto dovrebbero
essere messi in funzione prima
dello smantellamento degli uffici postali e non eventualmente
dopo,così da
favorire il passaggio.Sarei curioso di vedere poi come
funzionerebbero quassù in montagna tali postini 2.0,in posti dove
non prende il cellulare,non arriva il segnale tv senza parlare del
reno dove ha difficoltà pure la radio,forse sarebbe il caso di
lasciare uffici postali,digitalizzare la montagna e poi riparlarne?
Un
ulteriore domanda sarebbe poi sul fatto che usando ancora parecchi
contanti, avremmo una moltitudine di macchine della posta,con
parecchio denaro sopra facile preda di rapine.
Poi
la domanda che muove tutto:ma se vengono levati gli uffici postali
per risparmiare,attrezzare tanti postini 2.0 per coprire l'intero
territorio costerebbe meno?non credo senza contare che a quel punto
il postino dovendo perdere più tempo in delle case,ci vorrebbe
ancora più personale e mezzi,quindi a quel punto sarebbe più
economico il singolo ufficio postale.
Sono
convinto anch'io che tra vent'anni le poste come sono ora,non avranno
più ragion d'essere,ma anche in considerazione della elevata età
media dell'Italia e della montagna,la chiusura dei presidi postali
dovrebbe avvenire a quel tempo.
Infine
caro”presidente della luna” che della luna(la montagna)non sa
nulla,le domando:ma se a sua nonna,quella di cui parla nell'articolo
citato sopra,le avesse tolto l'ufficio postale vicino con le
argomentazioni che espone,lo spazzolone non glielo avrebbe rotto
sulla testa?
Infine
lasci stare Socrate
e Platone,sono paragoni troppo”alti”per lei o anche per me,cerchi
fare ragionamenti più realistici e usi tre parole invece che
mille,purchè siano messe in un discorso articolato e sensato.
Distinti
Saluti
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