Negli ultimi 10 anni le tariffe dei principali servizi pubblici in Italia hanno subito degli aumenti record: l'acqua dell'85,2%, i rifiuti dell' 81,8%, i pedaggi autostradali del 50,1% e i trasporti urbani del 49,6%. Tra le 10 voci prese in esame, solo i servizi telefonici hanno subito un calo: -15,9%. Sempre nel periodo considerato, l'inflazione, invece, è aumentata del 23,1%. E' quanto rileva uno studio della Cgia che ha anche ha preso in esame l'aumento delle tariffe registrato da alcune voci nel periodo intercorso dall'anno di liberalizzazione fino al 2013. Le assicurazioni sui mezzi di trasporto sono salite del 197,1% (4 volte in più dell' inflazione), i pedaggi autostradali del 62,7%(1,7 volte in più), i trasporti ferroviari del 57,4%(1,7 volte in più), il gas del 53,5% (2,3 volte in più), mentre i servizi postali hanno subito un incremento del 37,8% pressoché uguale a quello registrato dall'inflazione.
Solo i servizi telefonici hanno subito un calo dei prezzi: -18,8%, contro un aumento dell'inflazione del 38,5%. "Noi - osserva il presidente dell'associazione degli artigiani di Mestre, Bortolussi - non siamo a favore di un'economia controllata dal pubblico. Segnaliamo che le liberalizzazioni hanno portato pochi vantaggi ai consumatori. Anche perché in molti settori si è passati da un monopolio pubblico ad un regime oligarchico che ha tradito i principi legati ai processi di liberalizzazione. Pertanto, invitiamo il Governo Renzi a monitorare con molta attenzione quei settori che prossimamente saranno interessati da processi di deregolamentazione. Non vorremmo che tra qualche anno molti prezzi e tariffe, che prima dei processi di liberalizzazione/privatizzazione erano controllati o comunque tenuti artificiosamente sotto controllo, - conclude - registrassero aumenti esponenziali con forti ricadute negative per le famiglie e le imprese".
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