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LETTORI SINGOLI

sabato 4 aprile 2020

MOLISE, COVID-19 : IL CISADeP MINACCIA AZIONE LEGALE CONTRO LA REGIONE.

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AGLI ORGANI COMPETENTI:

Campobasso, 2 aprile 2020 

OGGETTO : PREAVVISO DI POSSIBILE AZIONE DI NATURA LEGALE PER OMISSIONI GRAVI GESTIONE PANDEMIA COVID 19 NELLA REGIONE MOLISE DA PARTE DEGLI ORGANI DECISORI PREPOSTI. 

Stimatissimi, 
noi sottoscritti cittadini singoli e Comitati per la tutela della Sanità Pubblica del Molise congiuntamente inviamo alle SS. LL., ritenuti corresponsabili delle problematiche rappresentate, il seguente preavviso di possibile apertura di azione di natura legale per le seguenti omissioni gravi degli organi decisori preposti atti a fronteggiare la pandemia Covid 19 nella Regione Molise, sia per la lentezza di assunzione e messa in atto di decisioni vitali per la gestione dell’emergenza, sia per la non corrispondenza e adozione imprecisa di provvedimenti relativi ai Decreti Legge, DPCM e Ordinanze Ministeriali varie regolanti la materia, sia per la mancata corretta informazione ai cittadini, cosa che rischia di far esplodere colpevolmente il fenomeno del Covid 19 nella nostra Regione, di creare allarme sociale, destabilizzare l’ordine pubblico e minare l’efficacia e l’efficienza del Servizio Sanitario Pubblico Regionale di far fronte in modo efficace all’emergenza, determinando possibili morti colpose evitabili, e nel contempo invitiamo rapidamente tutti gli organi preposti ad intervenire per correggere, in tempi ragionevolmente brevi, le svariate situazioni di potenziale pericolo. 

Segnaliamo: 

1) che devono essere date informazioni tempestive e chiare all'opinione pubblica sul numero dei tamponi positivi e negativi, ed informazioni sia sulle località e strutture di provenienza ove sono registrati i risultati positivi e negativi, in quanto la tempistica della pubblicazione dei dati ufficiali, dei tamponi e dei contagi dettagliati per comune di residenza risultano confusi ed imprecisi o addirittura assenti, il che determina una mancata vitale informazione che impedisce ai cittadini di mettere in atto le misure di contenimento personali più idonee, genera insicurezza e paura ove siano stati fatti tamponi, fa aumentare la tensione sociale e genera sospetto, creando a volte ansie ingiustificate e nervosismo negli operatori sanitari e socio sanitari, nonché nelle categorie di pazienti a rischio, quali dializzati, con immunodeficienza, oncologici. 

2) La mancata separazione ed indicazione chiara nelle strutture pubbliche tra strutture Covid 19 e non Covid, rendendo tutte quelle esistenti del Cardarelli, del Veneziale e del San Timoteo strutture miste, anche se il Consiglio Regionale il Governatore Toma ha affermato che queste ultime due non sarebbero state utilizzate per il Covid 19, contraddicendosi puntualmente nel messaggio stampa diffuso dal TG di Telemolise trasmesso alle ore 19.30 del 1 aprile 2020, con difficoltà a separare degenze ordinarie, percorsi e a garantire la sicurezza della gestione infettiva che mette a rischio tutti i pazienti, gli operatori sanitari, gli utenti e chiunque frequenti queste strutture. Una soluzione che non si caldeggia, ma se dovesse essere attuata in toto richiede comunque di adottare, visto che le strutture ci sono, Agnone, Venafro e Larino, di operare la separazione tra strutture pubbliche Covid e non Covid. 

3) In aggiunta al punto 2), seppure ipotizzato dall’unità di crisi, la mancata redazione di un progetto d’emergenza teso a trasferire le attività ordinarie di medicina interna e discipline collegate degli ospedali di Isernia e Termoli, qualora attivati come Centri Covid 19, presso le strutture pubbliche di Agnone, Venafro e Larino, nonché le attività di Oculistica, Chirurgia Generale, Ortopedia, Otorinolaringoiatria, Blocco Operatorio e servizi di Radiologia con conseguente trasferimento dei macchinari e presidi necessari, onde creare spazi e percorsi sicuri in tali strutture. 

4) In merito al Cardarelli di Campobasso, indicato come Centro Covid Regionale, l’assurda previsione di destinare parecchi posti della struttura Gemelli Molise spa alla gestione del Covid 19, centro di eccellenza per la Cardiochirurgia, la Chirurgia Oncologica e l’Oncologia, creando una situazione potenziale di pericolo per i pazienti a rischio ricoverati in tale struttura, invece di predisporre un piano d’emergenza per trasferire temporaneamente in questa struttura tutte le attività ospedaliere non Covid del Cardarelli per garantirne la piena funzionalità, liberare spazi presso il Centro Hub Regionale e così garantire spazi, sicurezza della gestione infettiva, percorsi sicuri per un’efficace gestione dell’emergenza Covid. Con la presente affermazione non si intende assolutamente sostenere l’integrazione tra Cardarelli e Cattolica, bensì affermare una razionale e temporanea gestione dell’emergenza Covid 19, evitando strutture miste. 

5) Come conseguenza, il mancato potenziamento di tutte le strutture pubbliche regionali necessarie a garantire l’attività ordinaria e di gestione Covid 19 in merito a dotazioni tecnologiche specifiche sia Covid che non Covid, strumentali, presidi di protezione, rimessa in opera e manutenzione di macchinari già presenti nelle strutture pubbliche utili e non o scarsamente utilizzati, quali respiratori, macchine CPAP, ventilatori polmonari, strumenti di monitoraggio, ecc., dei Pronto Soccorso, della Rete 118 come operatori e presidi. 

6) Il mancato ed insufficiente approvvigionamento di presidi di protezione individuali, tamponi, ed apparecchiature utili per cura in pazienti contagiati, oltre all'inesistenza di un piano operativo di tutela del personale sanitario in forza presso le strutture pubbliche, risultando non più tollerabile l’assenza di messa a disposizione, in favore dei medici, degli infermieri e degli addetti tutti ai servizi sanitari, della dotazione di ogni presidio di protezione (tute idonee, occhiali, cuffie o caschi, DPI, mascherine chirurgiche, FFP2, FFP3); in riferimento a questo, inoltre, si segnala la mancata adozione da parte dell’Unità di Crisi Covid 19, per meglio calibrare la gestione del rischio professionale per gli operatori sanitari, di direttive, che meglio tutelano sia il medico che il paziente, agli uffici di Medicina del Lavoro e dell’Igiene pubblica; 

7) che non è più derogabile un uso massivo dei tamponi faringei, di test rapidi come in altre regioni, o di altra forma di rilevazione della positività, specie in favore dei sanitari tutti, degli operatori delle RSA e Case di Riposo, dei cittadini che telefonano descrivendo casi sospetti e a cui viene risposto o che non ci sono kit per tamponi oppure semplicemente di stare a casa, impedendo l’individuazione precoce, la cura tempestiva, il monitoraggio, la possibilità di casi secondari nei nuclei familiari, e in molti casi non impedendo che il paziente arrivi terminale alle strutture ospedaliere, avendo avuto modo di dimostrare che il numero ridotto dei tamponi, comporta quale conseguenza il sottostimare il numero di contagiati, contribuendo alla diffusione dell’infezione; 

8) In connessione al punto 7, che l’esperienza anche regionale ci ha insegnato che è ineludibile, al fine di evitare l’amplificazione del virus, effettuare tamponi a domicilio o comunque in spazi diversi dal pronto soccorso; che l’indisponibilità a effettuare tamponi tempestivamente, impedisce di formulare una diagnosi precoce e di sfruttare quella finestra terapeutica utile a gestire l’infezione senza complicanze; che il ritardato accesso alle cure mediche (che nei casi meno gravi potrebbero essere prestate anche a domicilio) e alle strutture sanitarie ha come conseguenza la gestione di casi con polmonite conclamata e già complicata, che allunga i tempi di degenza e le spese sanitarie, aumentando la mortalità, che rendono colpevolmente responsabili di omissione colposa i dirigenti e le strutture preposte di direzione dell’emergenza Covid 19 e delle morti risultanti in quanto frutto di decisioni assunte collegialmente o individualmente dalle SS.LL. 

9) In connessione al punto 7, che non è più rinviabile istituire in aggiunta dei punto-tamponi “drive through” ovvero stazioni di test con finestre carrabili (un po’ come il McDrive, per intenderci, ma a scopo sanitario). Questo metodo minimizza il contatto, perché i pazienti sospetti possano infettarsi a vicenda nelle sale d’arrivo, e finanche nei triage allestiti fuori dagli ospedali e massimizza l’efficienza perché con le postazioni ‘drive through tutto ciò che i pazienti devono fare per sottoporsi al test è abbassare il finestrino della loro auto e sporgere la lingua per ricevere il tampone. 

10) In ragione del punto 7, onde gestire l’aumentato numero di screening, aumentare le dotazioni strumentali e tecniche per i laboratori analisi di Agnone, Isernia e Termoli, oltre al personale dedicato da poter assumere nelle modalità previste dai Decreti Legge, DPCM, DM oppure scorrendo le graduatorie di mobilità relative onde poter attivare anche in questi centri lo screening dei tamponi per l'accertamento del Covid 19, rendendo possibile con 4 centri il processamento di un numero considerevole di campioni in tempi ragionevoli.

11) In connessione anche con il punto 10, anche a fronte degli strumenti eccezionali messi a disposizione dal Governo, l'ingiustificabile lentezza di reclutamento di personale sanitario, infermieri, OSS e specialisti in quiescenza , anche a fronte di disponibilità manifestate pubblicamente e rispondendo agli avvisi, che in questa fase di emergenza sta aggravando la già precaria, sia per le carenze strutturali già in essere che per il numero di operatori in quarantena, malati Covid, e in attesa di accertamento l’attività ordinaria delle Strutture Pubbliche della Regione, di cui ci rende colpevolmente responsabili. 

12) In merito agli atti emanati, si ritiene che prioritariamente debbano essere messi in condizione di accogliere i malati di coronavirus e i malati ordinari, nel modo migliore e nel rispetto di tutte le prescrizioni date dal Governo e dal Ministero della Salute, che consigliano la separazione dei percorsi e solo in caso di estrema necessità il condominio degli stessi, gli ospedali pubblici, e soltanto in un secondo momento ed in caso di necessità ricorrere ai posti letto messi a disposizione dalle strutture private, sottolineando che questa è linea interpretativa fornita dal Commissario ad Acta e dai provvedimenti del Ministero della Salute, mentre la linea dell’Unità di Crisi, registrata purtroppo da un Decreto del Commissario ad Acta non in linea con le indicazioni, che individua la disponibilità, offerta dai privati accreditati, di n. 7 posti letto in terapia intensiva per malati Covid 19 ( 3 Gemelli Molise e 4 Neuromed) oltre n. 10 posti letto per degenza ordinaria Covid 19 ( Gemelli Molise), oltre n. 71 posti letto per ricovero ordinari No Covid 19 ( 41 Villa Esther e 30 Villa Maria), oltre n. 35 posti di riabilitazione No Covid 19 (Gea Medica Isernia), oltre a rendere mista anche Gemelli Molise, secondo quanto esposto al punto 4, privilegia esclusivamente il settore privato a causa delle assurde e pericolose decisioni assunte sul Cardarelli, il Veneziale e il San Timoteo, che smantellano quasi l’offerta sanitaria pubblica. 

13) che, in ogni caso, a fianco ad interventi di gestione dell’eventuale fase di ricorso massiccio ai ricoveri, e quindi all’utilizzo significativo delle strutture sanitarie presenti sul nostro territorio, è assolutamente necessario implementare la rete degli interventi di prevenzione che non possono residuare solo ed esclusivamente nelle misure già in atto di distanziamento sociale: cosa in cui non vi è alcuna traccia nelle decisioni assunte dagli organi preposti; 

14) che appare, conseguentemente necessario, provvedere all’immediato isolamento dei casi positivi così da ridurre sensibilmente le occasioni di diffusione del virus, attivare e/o implementare le misure di assistenza domiciliare e quindi la medicina di territorio, stabilire protocolli più efficienti così da servire ad altri pazienti in isolamento domiciliare fiduciario, nonché ad operatori sanitari in condizione di malattia, gestire i pazienti post fase acuta della malattia e prima che si negativizzino in apposite strutture di accoglienza: di tutte queste azioni, urgenti e necessarie, gli organi preposti non hanno assunto decisioni concrete in materia, che potrebbero determinare situazioni colpose. 

Per tutte queste ragioni, i sottoscritti 
Invitano e diffidano 

Le Autorità Amministrative in epigrafe indicate, ciascuna per le rispettive prerogative e funzioni, a prendere atto di quanto sopra esposto e, previa verifica e condivisione del suo contenuto, a porre in essere, senza ulteriore ritardo, tutte le azioni organizzative e sanitarie idonee ad assicurare alla popolazione molisana la garanzia di tutela del diritto alla salute, costituzionalmente riconosciuto e tutelato dall’art. 32 della Costituzione, se del caso anche mediante tempestiva modifica dei provvedimenti in contrasto con i sopra esposti indirizzi. 
Si chiede di essere tempestivamente informati delle iniziative che le SSLL intenderanno assumere. 

Porgendo distinti saluti, 
Per il CISADEP – Il segretario nazionale Don Francesco Martino
Ed altri comitati locali.....

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