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domenica 19 aprile 2020

OPA MASSA : Dr. BERTI, INFARTI RIDOTTI, MA NON ABBASSATE LA GUARDIA.


 “Infarti ridotti”  lo dice il dottor Sergio Berti  ma non bisogna abbassare la guardia  che bisogna prendersi cura del proprio cuore:  in prima linea l’Ospedale del Cuore di Massa anche con le televisite.

Infarti ridotti “miracolo”, si fa per dire,  del coronavirus! . lo dice il dottor Sergio Berti  ma non bisogna abbassare la guardia  che bisogna rendersi cura del proprio cuore:  in prima linea l’Ospedale del Cuore di Massa anche con le televisite.
Nelle ultime settimane la nostra attenzione è stata catturata dalla pandemia da Covid-19 distraendoci dalle altre malattie che, purtroppo, continuano ad affliggere la popolazione: in particolare le malattie dell’apparato cardiovascolare, tra le prime cause di morte nel mondo occidentale. In tutti i Paesi colpiti della pandemia sono osservati due fenomeni.
La significativa riduzione degli accessi al Pronto Soccorso e la riduzione a circa la metà dei pazienti che si presentano in ospedale o che contattano il 118 perché colpiti da infarto: un dato, questo, confermato dalle principali società scientifiche. In prima linea, come al solito, l’Ospedale del Cuore il meglio noto O.P.A. dove le equipe operano in modo massiccio 24h.
Per venire sempre di pù in aiuti alla collettività all’Opa si attua ano anche le televisite. 
Andiamo con ordine- C’è realmente una riduzione degli infarti? “
Nelle ultime settimane abbiamo osservato una riduzione di pazienti  - dice il  Dr. Sergio Berti, Direttore della Unità Operativa Complessa di  Cardiologia Diagnostica ed Interventistica dell’Ospedale del Cuore della Fondazione Monasterio.che accedono in ospedale per infarto, mentre sono numerosi pazienti con infarto giunti tardivamente.

Verosimilmente la preoccupazione di un possibile contagio in ospedale ha spinto molti a non rivolgersi alle strutture sanitarie o, comunque, a farlo in ritardo, aumentando così i rischi per la propria salute. Sappiamo bene, infatti, come in questa malattia arrivare presto significa ridurre la mortalità e le dimensioni dell’infarto.”
Il dottor Berti avverte che bisogna non sottovalutare i sintomi: “Assolutamente! L’organizzazione della rete ospedaliera adottata dalla Regione Toscana per fronteggiare la pandemia in corso ha efficacemente separato i percorsi garantendo, anche in questo momento, l’accesso alle cure in particolare per le cosiddette malattie “tempo-dipendenti”, come appunto l’infarto.
In tale organizzazione le strutture della Fondazione sono identificate come “no-covid” e garantiscono l’erogazione delle prestazioni in urgenza, ambulatoriali e di ricovero, nella più totale sicurezza grazie anche ai rigidissimi protocolli adottati. In presenza, quindi, dei sintomi caratteristici dell’infarto (tipicamente dolore oppressivo del torace) si deve chiamare immediatamente il 118: la rete per la gestione dell’infarto nella nostra area è, infatti, particolarmente efficiente e riesce a garantire il raggiungimento delle sale di emodinamica in tempi quanto mai rapidi.”
Discorso a parte per le visite ambulatoriali: dove  l’accesso alle strutture sanitarie è possibile solo per visite e prestazioni urgenti.
“Questa situazione e la nostra volontà di restare a fianco dei nostri pazienti, ci ha portato ad adottare soluzioni alternative alla consueta visita cardiologica, che prevede la presenza del medico e del paziente nel medesimo ambiente: soluzioni che siano di reale supporto per i pazienti cardiopatici e consentano di monitorarne meglio le condizioni anche in presenza di queste limitazioni che di fatto impediscono lo svolgimento dei controlli di routine con le modalità tradizionali.
La strategia adottata all’Ospedale del Cuore si basa su metodiche proprie della telemedicina, cioè di attività medica a distanza, in linea con le indicazioni fornite dalla  Regione Toscana con la Delibera n. 464 di pochi giorni fa.
In particolare proponiamo al paziente la possibilità di essere “visitato” a distanza da un cardiologo che lo aiuti nella valutazione del proprio stato di salute ed effettui una rivalutazione della terapia anche prescrivendo eventuali indagini urgenti o fissando un accesso in ospedale per una visita laddove le condizioni lo richiedano.” In caso di visita o esame urgente, come avviene l’accesso all’Ospedale del Cuore? “
Alla data fissata per la visita o esame urgente, il paziente accede agli ambulatori dell’Ospedale del Cuore dopo essere transitato attraverso l’area filtro all’ingresso: qui è accolto da un operatore sanitario che lo invita ad igienizzare le mani con gel, fornisce una mascherina qualora il paziente ne sia sprovvisto, esegue una breve anamnesi per valutare il rischio di infezione da coronavirus, misura la temperatura e, quindi, verifica la prenotazione e consente l’accesso agli ambulatori. 
La visita si svolge come di consueto, tranne che per il fatto che medico e paziente indossano i dispositivi di protezione individuali per garantire la massima sicurezza per entrambi.”Importante è  anche la “televisita”: sostituisce la usuale visita ambulatoriale?“
Non esattamente è più preciso definire che la affianca.

Il medico, infatti, in base a quanto emerso dalla “televisita” ha un quadro dello stato di salute del paziente dal quale scaturisce la successiva azione diagnostica/terapeutica che può portare anche ad un’eventuale visita urgente, ad indagini strumentali urgenti o, in casi di particolare gravità, al ricovero ospedaliero: in ognuno di questi casi, comunque, è il nostro cardiologo che provvede a fissare e coordinare gli accertamenti urgenti o l’eventuale ricovero.” Televisita ok ma occorre l’ impegnativa del proprio medico per usufruire della “televisita”?“
No, è il nostro cardiologo che provvede a fare l’impegnativa elettronica per questa prestazione che, peraltro, non prevede il pagamento del ticket; ed è il cardiologo che provvede alla prescrizione elettronica di eventuali ulteriori accertamenti.  Non è, quindi, necessario, che il paziente si rechi dal proprio medico di medicina generale” Quanti Cardiologi sono dedicati a questa attività e quali sono i primi riscontri?“Al momento quattro cardiologi sono dedicati a questo tipo di attività e riscontriamo un alto livello di apprezzamento da parte dei pazienti “visitati”. Si tratta sicuramente di un’attività impegnativa, ma che crediamo possa costituire un banco di prova di nuove modalità di approccio, soprattutto nella gestione della cronicità e stiamo valutando come sviluppare ulteriormente queste tecniche per il futuro sulla base dell’esperienza di questi giorni. La “televisita” all’Ospedale del Cuore.

I pazienti ai quali era stato fissato un appuntamento per visita di controllo nel periodo successivo al  blocco delle attività ambulatoriali (9 marzo) sono contattati telefonicamente dagli operatori dell’ufficio prenotazioni dell’Ospedale del Cuore che spiegano in cosa consiste la “televisita” e chiedono se sono interessati.

Se il paziente accetta, viene fissato l’appuntamento concordando le modalità di collegamento (videochiamata, se il paziente ha un computer con videocamera o di uno smartphone, o contatto telefonico): il paziente ha anche la possibilità di inviare via mail prima dell’appuntamento i referti di esami eseguiti recentemente. Al momento del contatto il cardiologo sottopone al paziente una serie di domande per capire le sue condizioni di salute ed i sintomi che avverte e mette in relazione le informazioni ricevute con le informazioni cliniche presenti nella cartella clinica informatizzata dell’ospedale, seguendo le linee guida per il triage telefonico predisposte dal Ministero della Salute: la valutazione può essere integrata con quanto il paziente ha inviato in precedenza per posta elettronica. La televisita si conclude con un referto stilato dal medico dove sono riassunte le decisioni prese (ad esempio modifica della terapia, prescrizione di ulteriori indagini o altro): il referto è inviato al paziente secondo la modalità preferita.”


Nella foto: il dottor Sergio Berti
Fondazione “Monasterio” Massa-Pisa

Alberto Ruffini.

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