Frana sul Monte Costa
SERAVEZZA - martedì 5 novembre, alle ore 10:45, si è udito un forte boato provenire dal monte Costa. Al rumore ha fatto seguito una fitta coltre di polvere che è stata vista dagli abitanti di Montorno, la collina dirimpetto alla Costa.
Dalle prime verifiche si è potuto appurare che un grande frana ha interessato le cave più alte della Costa. Una massa di circa 5mila metri cubi si è staccata da un costone precipitando all'interno della cava fortunatamente senza conseguenze.
Stamattina mi sono recato sul posto. Le considerazioni che credo vadano fatte sono diverse; intanto dobbiamo essere contenti che la frana è avvenuta in cava e non è precipitata a valle, poiché una massa di pietre così enorme avrebbe fatto seri danni che probabilmente avrebbero potuto interessare anche Palazzo Mediceo. L'altra importante considerazione riguarda proprio le cave: quando una cava lavora ed è attiva, sono osservate tutte le misure di sicurezza tese anche a prevenire fenomeni come questo. La frana di oggi infatti si è staccata da una cava chiusa da circa sei anni. Questo spero faccia riflettere quegli ambientalisti che si sbracciano per la chiusura incondizionata di tutte le nostre cave. Infine questa frana riporta in evidenza la sicurezza: il Monte Costa ha bisogno di essere messo in sicurezza, a partire dagli antichi ravaneti. Ci sono imprese che si occupano di questo specifico compito. Spero che l'amministrazione comunale faccia il possibile, soprattutto snellendo la burocrazia, per agevolare queste iniziative imprenditoriali che uniscono il giusto profitto alla tutela ambientale, quella vera.
Questo episodio mi ha persuaso a creare un comitato che si occupi e parli della cave al di là della retorica o della disinformazione legata a mode pseudo-ambientaliste.
Francesco Speroni
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