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denunciati i titolari di sei allevamenti
Scoperta nel Salernitano discarica grande quanto 53 campi di calcio
Nell'invaso smaltiti e abbandonati illecitamente rifiuti. Ispezionate 8 aziende agricole.
Un'area pari a 53 campi di calcio dove venivano illecitamente abbandonati o smaltiti i rifiuti, è stata scoperta nel Salernitano dalla Capitaneria di Porto. Ispezionate, nel corso di un'operazione, otto aziende agricole e zootecniche nelle vicinanze dei fiumi Sele e Calore, nei territori compresi fra i Comuni di Eboli, Capaccio ed Albanella (Salerno). Sono stati denunciati i titolari di sei allevamenti, quattro intere aziende sono state sequestrate, così come l'area utilizzata per lo smaltimento dei rifiuti di 400.000 mq (400 Km quadrati) compresa tra i tre comuni. Una azienda aveva persino posizionato il proprio allevamento in vari paddock su più terrazzamenti di un rilievo collinare; tutti i reflui zootecnici tracimavano dai vari terrazzamenti fino a defluire a valle, dove venivano raccolti in grandi buche ricavate direttamente nel terreno e senza alcuna protezione. Dalle fosse, poi, i reflui tracimavano e confluivano direttamente nel torrente «Cosa», affluente del fiume Calore. Un'altra azienda, invece, oltre a smaltire illecitamente i propri reflui in canali affluenti del fiume Sele, aveva una sala mungitura invasa da sporcizia e con presenza di topi. I titolari delle aziende che sono stati denunciati dovranno rispondere di reati che vanno dallo smaltimento abusivo di rifiuti speciali, all'effettuazione di scarichi abusivi di acque reflue, alla modifica dello stato dei luoghi sottoposti a vincolo paesaggistico, nonché ad altri reati specifici, rischiando - nei casi più gravi - la reclusione fino a sei anni e la multa fino a centomila euro.
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Brutto clima sulla Cop 21: Parigi autorizza antidoti contro con gas nervino
E dal G20 appena conclusosi in Turchia solo impegni fumosi contro il riscaldamento globale 17 novembre 2015 Gli attentati terroristici che hanno scosso Parigi e il mondo intero il 13 novembre stanno allungando oscure ombre anche sulla Cop 21, la Conferenza Onu sul clima che la capitale francese ospiterà dal 30 novembre all'11 dicembre. La Cop 21, ha confermato ieri il premier Manuel Valls, «è un appuntamento fondamentale per il futuro del pianeta» e non sarà rinviata. Alcuni "eventi collaterali" alla fase strettamente negoziale sono però già in bilico, e si ipotizza di cancellare anche la grande marcia per il clima in programma per la vigilia della Cop 21, tagliando così una fondamentale partecipazione della società civile alla Conferenza.
Ma c'è di più: di fronte al rischio di attacchi terroristici, Parigi – con un decreto già pubblicato in Gazzetta ufficiale – autorizza l'uso dell'antropina sottoforma di soluzione iniettabile. Si tratta di un antidoto che limita l'avvelenamento dovuto all'esposizione ai gas nervini, armi chimiche dal terribile retaggio bellico. La produzione e utilizzo di tali armi è bandita da una convenzione internazionale, ma le cellule terroristiche non hanno di questi scrupoli. Non è facile recuperare gas nervini, ma il governo francese dimostra di non sottovalutare neanche la più terribile delle ipotesi.
Il rischio sempre più concreto è quello di aprire le porte a una Conferenza dominata dalla paura. Non solo fuori dalle stanze dei bottoni, tra le strade e le piazze di Parigi esposte alla follia del terrore, ma anche all'interno degli stessi negoziati. Il G20 di Antalya, in Turchia, si è appena concluso. Rappresenta l'ultimo meeting dei potenti della terra prima della Cop parigina, eppure nel documento finale concordato dai leder i cambiamenti climatici compaiono ai punti 23-24 sui 27 approvati, e si fa ben poco oltre a riconoscere (per l'ennesima volta) che il «cambiamento climatico è una delle più grandi sfide del nostro tempo». La presa di coscienza c'è, quel che non ancora non si vede sono le azioni conseguenti.
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Si terrà a Roma il 25 novembre, presso la Sala Capranichetta a piazza Montecitorio, il convegno "Meno rifiuti, più idee - Strategie aziendali e politiche ambientali per un waste management in cambiamento", organizzato da Althesys e Waste Strategy.
In occasione del convegno verrà presentato il WAS Annual Report dal titolo "La trasformazione dell'industria italiana del waste management. Strategie industriali e politiche nazionali per la gestione dei rifiuti urbani e speciali".
Biometano, una svolta green ad alto potenziale (Piero Gattoni, Presidente CIB)
1. Stato dell'arte della tecnologia (Lorenzo Maggioni, Resp. Ricerca CIB)
2. Il quadro normativo per lo sviluppo del biometano e dei biocarburanti avanzati (Roberto Murano, MIPAAF)
3. Biometano: si parte con gli investimenti (Marco Pezzaglia, Area istituzionale CIB)
4. Biometano, il "metano italiano". Opportunità energetica e ambientale per il nostro paese (Paolo Vettori, Assogasmetano)
5. Le potenzialità del biometano per il comparto industriale in vista degli obblighi 2020 (Maria Rosa Baroni – Merigo, NGV Italy)
6. Lo sviluppo del biometano nell'Italia meridionale: potenzialità e ricadute (Alessandro Marangoni, Althesys) Rifiuti: cresce la raccolta differenziata nelle città europee
A Roma ogni anno si producono 1.738.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani, vale a dire 603 kg pro capite (la media nazionale è di 487 kg di media nazionale). Qualche progresso per la raccolta differenziata, salita nel 2015 al 43% rispetto al 38% dell'anno precedente, dato che mette la capitale d'Italia tra le città più impegnate in Europa nel recupero di materia da rifiuti.
Ma cosa succede nelle altre città europee? Un recente meeting tra le principali capitali europee sul tema della gestione tecnico-economica dei rifiuti urbani, organizzato da ATIAISWA ha messo a confronto quello che succede a Parigi, Berlino, Vienna e Varsavia.
A Parigi il recupero energetico si conferma essere l'opzione prevalente nel trattamento dei rifiuti: riguarda il 70% dei rifiuti. Finiscono invece sotterrati in discarica il 12% dei rifiuti mentre la raccolta differenziata copre il rimanente 18%. In termini di produzione, ogni anno la capitale francese ha a che fare complessivamente con 2.891.017 tonnellate di rifiuti: 430 kg di rifiuti per abitante, in linea con la media europea.
Opzione Zero discarica: neanche una tonnellata dei rifiuti urbani prodotti a Berlino finisce sotterrato in discarica. Che fine fanno allora i rifiuti? il 39% subisce un trattamento di termovalorizzazione, mentre la raccolta differenziata è intorno al 40%, La produzione annua di rifiuti ammonta a 1.348.000 tonnellate con un'incidenza pro-capite di 388 kg. Ma soprattutto Berlino è una delle poche capitali europee che può vantare una capacità di trattamento del 100% in impianti presenti nel proprio bacino di riferimento, soddisfacendo in pieno il principio di prossimità.
Significativa inversione di tendenza a Vienna che nel 2015 vede aumentare la percentuale di rifiuti destinati al recupero di materia (+15% rispetto al 2014) a discapito del recupero energetico, che scende dal 75% del 2014 al 60% del 2015. La raccolta differenziata si attesta al 32% mentre solo il 18% dei rifiuti, per lo più scorie da incenerimento e inerti, finiscono in discarica. Ogni anno si producono circa 1.078.934 tonnellate di rifiuti, ovvero 601 kg pro-capite.
Purtroppo a Varsavia il ricorso alla discarica come sistema di smaltimento dei rifiuti solidi urbani è ancora massiccio: così viene trattato il 63% dei rifiuti prodotti. La città produce ogni anno 517.690 tonnellate di rifiuti, un dato decisamente contenuto rispetto alla media europea. La raccolta differenziata si attesta attorno al 20%, i restanti rifiuti vengono prevalentemente trattati in impianti di selezione meccanica o di recupero biogas. L'aspetto energetico è infatti di cruciale importanza, il Comune Varsavia sta infatti promuovendo e sostenendo l'ampliamento dell'impianto di incenerimento cittadino per il recupero dell'energia elettrica e del calore, l'impianto passerà da 90.000 tonnellate a 350.000 tonnellate trattate.
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CAPITAN FUTURO AMBIENTE
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