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BORGO A MOZZANO - Piano di Gioviano, SP2 Lodovica.

LETTORI SINGOLI

sabato 18 giugno 2016

ASTRONEWS 18/6: L'imprescindibile newsletter di Media INAF... buona lettura!



Ecco gli ultimi articoli pubblicati su MEDIA INAF

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LO STUDIO SU MNRAS
Uno studio presentato di recente sulla rivista Monthly Notices
of the Royal Astronomical Society dimostra che i buchi neri
supermassicci, la cui mole è in genere stimata in base alla massa
totale della galassia ospite e dal moto delle stelle nei dintorni,
potrebbero essere meno massicci di quanto pensavamo. Il risultato
avrebbe implicazioni sui segnali di onde gravitazionali provenienti
da questi mastodontici oggetti
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A 30 ANNI DALLA TRAGEDIA DEL CHALLENGER
L'eredità dello Shuttle Challenger, distrutto una fredda mattina di
30 anni fa poco dopo il decollo, è anche quella di ispirare la ricerca
di soluzioni per migliorare la sicurezza del volo spaziale. Il centro di
ricerche Ames della NASA ha indagato un aspetto poco conosciuto
nella combustione idrogeno-ossigeno che spinge i lanciatori attuali:
l'effetto di goccioline d'idrogeno
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LEAVE OR REMAIN? ANCHE LA SCIENZA S'INTERROGA
Manca una settimana al referendum che deciderà se il Regno Unito
resterà o meno nell'Unione europea. Quali conseguenze potrebbe
avere, per la scienza, la sua eventuale uscita? Se l'è domandato ieri
Nature, e lo chiede oggi Media INAF a Roberto Maiolino, professore
d'astrofisica a Cambridge
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DIALOGHI FRA ASTRONOMI E STORICI DELL'ARTE
Quest'estate, dal 16 giugno al 28 luglio, l'Osservatorio Astronomico
di Capodimonte dell'INAF e il Polo museale della Campania hanno
promosso IncASTRI, un ciclo di sei incontri nei principali musei della
città per conversare di arte e di astronomia
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LO STUDIO SU ASTRONOMY & ASTROPHYSICS
Un team internazionale di astronomi – fra i quali tre astrofisici dell'INAF
– ha trovato un eccesso sorprendente di gioviani caldi nell'ammasso stellare
Messier 67. Il risultato è stato ottenuto anche grazie al nostro
Telescopio Nazionale Galileo alle Canarie
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LO SPETTROGRAFO ITALIANO SU JUNO
Alberto Adriani dell'INAF-IAPS di Roma è il responsabile scientifico di
uno tanti strumenti montati a bordo della sonda della NASA che il 4 luglio
raggiungerà l'orbita del quinto pianeta del Sistema solare. Proprio questa
speciale macchina fotografica all'infrarosso ci regalerà dettagli sorprendenti
sulle aurore e sull'atmosfera superficiale del pianeta gigante.
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LA SONDA NASA IN VISTA DELLA META
La sonda NASA Juno, lanciata nell'agosto del 2011 nel quadro del
programma New Frontiers, è arrivata in vista della sua meta: Giove, il
pianeta più grande del Sistema solare, di cui ci aiuterà a capire origine
ed evoluzione. Grazie alla sequenza programmata di accensione dei razzi,
Juno andrà a inserirsi il prossimo 4 luglio in un'orbita polare, con un
periodo di 11 giorni, rispetto al pianeta gigante.
E anche attorno a Giove l'Italia c'è
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MISURATO GRAZIE AD ALMA
Pubblicato su Science uno studio sulla rilevazione con il radiotelescopio
ALMA del segnale dell'ossigeno ionizzato in una remotissima galassie
primordiale, formatasi all'epoca della cosiddetta reionizzazione.
Secondo gli autori dello studio, è un passo in avanti per capire
che tipo di oggetti abbiano causato la reionizzazione cosmica,
ma anche per comprendere meglio la natura delle prime stelle e
come si siano formate le galassie
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SCOPERTO GRAZIE ALLE OSSERVAZIONI DI PAN-STARRS 1
Si chiama 2016 HO3 e mentre orbita attorno al Sole ruota anche attorno al
nostro pianeta. Ecco dunque che è stato classificato come quasi-satellite
della Terra. A differenza di altri oggetti simili, è un compagno di viaggio
molto più stabile, e ci scorterà ancora per molti secoli
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ECCO COME SI SONO ATTIVATI GLI ASTROFISICI
Cosa c'è di diverso, e cosa di uguale, rispetto all'evento del settembre
scorso? E quali le implicazioni di questa seconda osservazione per l'astrofisica?
Media INAF lo ha chiesto al responsabile del progetto GRAWITA,
Enzo Brocato, dell'Osservatorio astronomico di Roma
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CAPTATE DA LIGO LA NOTTE FRA IL 25 E IL 26 DICEMBRE
LIGO e VIRGO annunciano l'osservazione del secondo evento. A produrlo,
la fusione di due buchi neri, avvenuta 1,4 miliardi di anni fa,
di 14 e 8 masse solari. Fulvio Ricci (INFN): «Più leggeri di quelli del
precedente segnale, siamo stati in grado di seguirne l'evoluzione per più
tempo»
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FRENATA LA FORMAZIONE PLANETARIA
Stelle più piccole e molto meno luminose del Sole consentono di
fotografare direttamente un eventuale pianeta presente nella loro
zona abitabile. Ma uno studio a partecipazione italiana ha scoperto che
purtroppo, da giovanissime, queste stelle gracili tendono a
spazzare via l'anello di formazione planetaria attorno a loro
con un'intensa emissione in raggi X. Fra le autrici della ricerca,
Beate Stelzer dell'INAF Palermo
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VISTO DA ALMA NELLA STELLA TW HYDRAE
L'alcol metilico, un derivato del metano, è una fra le molecole organiche
complesse più grandi che siano finora state identificate in questi dischi.
Questa è la prima rilevazione in una fase gassosa fredda significa che la
chimica del ghiaccio può essere esplorata nel dischi
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ESITO POSITIVO PER L'ESPERIMENTO SAFFIRE-I
Si sono svolte nella giornata di ieri le fasi di accensione dell'incendio
controllato più grande che sia mai stato innescato nello spazio.
Saffire-I è solo il primo di tre esperimenti condotti a bordo di veicoli
spaziali Cygnus, grazie ai quali acquisiremo informazioni fondamentali
per la pianificazione di missioni umane di lunga durata


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disco protoplanetario

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