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giovedì 23 giugno 2016

FRANCESCO COLUCCI, a Torino "panino" libero - dal giornale "La Stampa"



Un articolo di Paola Italiano pubblicato sul giornale "La Stampa" versione on line chiarisce i diritti dei Genitori sulle merende dei figli
 
A Milano è la «schiscetta» a Torino il «baracchino» in gergo militare la «gavetta». Il pasto pronto che ci si porta da casa oranelle scuole è un diritto riconosciuto dalla Corte di Appello di Torino. I giudici hanno stabilito che i genitori devono poter scegliere tra la mensa scolastica e il pranzo al sacco per i figli. 

Definita la «battaglia del panino» la questione nasce nel 2013 dal ricorso di centinaia di mamme e papà di una scuola primaria torine se dopo l'aumento delle tariffe della refezione calcolate per fasce in base ai parametri Isee. Si erano prima rivolti al Tarche aveva respinto il ricorso affermando che il Comune aveva diritto di modulare le tariffe ma aveva passato la palla al tribunale per l'altra domanda: è o meno un diritto portarsi il pasto da casa? La Città negava questa possibilità: chi non vuole la mensa deve andare a prendere i figli a scuola e riportarli dopo pranzo. In primo grado il tribunale aveva opposto un no che è stato ora ribaltato dalla Corte d'Appellosecondo la quale il tempo trascorso in mensa fa pienamente parte dell'offerta didattica. 
Non una pausa ma un momento educativo. Ed è quindi un diritto restare a scuola anche se non si mangia in mensa. «Non si può essere costretti a usufruire di un servizio che per legge è facoltativo - spiega l'avvocato Giorgio Vecchione che assiste le famiglie in causa - questo dicono i giudici. Sottolineano come restare a scuola durante la mensa rientri a tutti gli effetti nell'esercizio del diritto all'istruzione». I giudici si basano su una circolare del 2004 del ministero che prende atto di come la scuola sia cambiata e di come quello che viene definito «tempo scuola» non comprenda solo attività strettamente didattiche ma anche un momento di socializzazione come il pranzo. Questo apre i problemi maggiori: se è un momento didattico allora con i bambini ci devono essere gli insegnanti e non solo dei sorveglianti come spesso avviene. La conseguenza è l'aumento del monte ore dei docenti che potrebbe rendere necessario per il Miur assumere nuovo personale sempre che non ci sia un ricorso in Cassazione del Ministero o del Comune di Torino. Per i dirigenti scolastici il problema sarà organizzare il servizio in base a spazi e a norme igienico-sanitarie.
Sul tema dei diritti la discussione è più ampia: è giusto o no che i bimbi consumino pasti differenti? Che qualcuno mangi un panino accanto a un compagno che riceve un pasto completo? Chi è contro l'iniziativa legale dice che le fasce deboli sono già tutelate. I genitori obiettano che le differenze già esistono nei menu (allergie intolleranzemotivi religiosi). E ribadendo il diritto di scegliere.

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