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sabato 16 luglio 2016

ASTRONEWS 16/7: La newsletter di Media INAF



Ecco gli ultimi articoli pubblicati su MEDIA INAF

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LAMPI GAMMA BREVI MOLTO DIREZIONALI
Un gruppo di ricerca a guida italiana e a cui hanno partecipato astronomi
dell'INAF ha calcolato che possiamo vedere solo il 4 per mille dei lampi
gamma "brevi", prodotti nella fusione tra stelle di neutroni, perché i loro
getti sono molto "stretti". Più possibilità di vedere le relative onde
gravitazionali, ma meno probabilità di vederle contemporaneamente
alla controparte elettromagnetica. I commenti di Troja (NASA) e Ricci (INAF)
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IMMAGINI LIVE DALLA ISS SOTTO ACCUSA
Ci risiamo, la NASA è accusata di aver interrotto il segnale delle camere
predisposte alla trasmissione in diretta poco dopo che un UFO era apparso
nel loro campo di vista. «Chi crede che la NASA veda UFO in continuazione
non sa come funzionano le tecnologie», spiega a Media INAF Paolo
Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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NON SI TRATTA DI GIGANTI SOLITARI
Eravamo abituati a considerarli come giganteschi esopianeti bollenti,
condannati alla solitudine nell'orbita rovente di una stella ospite. Invece
i cosiddetti "gioviani caldi" potrebbero convivere con pianeti di dimensioni
paragonabili alla Terra o a Nettuno. Kepler ne ha individuati 11
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CON UN CARME DI GIOVANBATTISTA CUTELLI 
Doppio anniversario per Giuseppe Piazzi, l'astronomo che scoprì Cerere,
nato in Valtellina il 16 luglio 1746 e morto a Napoli il 22 luglio 1826.
Ripercorriamo qui la sua biografia e alcuni dei tanti tributi – ritratti,
epigrafi, liriche – con i quali scienziati e letterati di tutt'Europa vollero
celebrarlo
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ROBOT PER ASSEMBLARE TELESCOPI NELLO SPAZIO
Costruire grandi telescopi nello spazio servendosi di un sistema modulare
e completamente robotizzato di montaggio. Senza dover fare i conti con
limiti di volume e massa nella fase di lancio. È l'idea innovativa di un
gruppo di scienziati del Caltech e del NASA JPL. Fra loro anche l'italiano
Sergio Pellegrino
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L'UNIVERSO OSCURO MAI COSÌ NITIDO
Un volume d'universo pari a 650 miliardi di anni luce cubi. Circa 1,2 milioni
di "puntini", ovvero galassie accuratamente mappate in 3D. E 13 articoli
scientifici in un colpo solo. Sono i numeri da record dell'ultima impresa di
BOSS. Con il commento di Pierluigi Monaco (Università di Trieste e INAF)
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UNA MATRIOSKA TRA LE STELLE DI M33
Il gas espulso dall'esplosione di una supernova dovrebbe spazzare tutto il
circondario, ma non sempre questa pulizia cosmica è fatta a fondo. Lo
testimonia un sorprendente caso trovato dal telescopio William Herschel
alle Canarie: tre resti di supernova uno dentro l'altro
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DATI OTTENUTI DALLA SONDA SDO DELLA NASA
Le concentrazioni di flusso magnetico, responsabili delle macchie solari,
viaggiano sotto la superficie del Sole a velocità molto inferiori rispetto a
quanto previsto dalla teoria. Questo il risultato di uno studio condotto
sui dati raccolti dalla sonda Solar Dynamics Observatory della NASA
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VISTA DA ALMA IN UN DISCO PROTOPLANETARIO
Grazie ad ALMA è stata osservata per la prima volta, all'interno di un
disco protoplanetario, la "linea di neve" dell'acqua: quel confine
termodinamico oltre il quale la temperatura del disco di gas e polveri
che circonda una giovane stella scende abbastanza perché si formi ghiaccio
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IL VORTICE GRAVITAZIONALE VISTO DA XMM E NUSTAR
Osservato per la prima volta, grazie ai satelliti XMM-Newton dell'ESA e
NuSTAR della NASA, l'effetto Lense-Thirring in un campo gravitazionale
intenso. Andrea Comastri (INAF): «Una misura con implicazioni importanti,
sia per lo studio dell'accrescimento di materia da parte dei buchi neri, sia
come test di relatività generale»
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STUDIATO BUCO NERO SUPERMASSIVO E SUPERSONICO
Prima pubblicazione scientifica per il Sardinia Radio Telescope: è in uscita su
MNRAS un approfondito studio su un buco nero supermassivo, che sta
precipitando verso un ammasso di galassie alla straordinaria velocità di
alcuni milioni di chilometri l'ora. I risultati confermano l'eccezionale qualità
di SRT e della sua strumentazione d'avanguardia
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IL PIATTO PROTOSTELLARE È SERVITO
Uno studio guidato dall'istituto tedesco Max Planck ha scoperto che
dietro le quinte della formazione dei dischi protostellari c'è la scomparsa
dei granelli di polvere più piccoli, aggregati in particelle di taglia maggiore.
Grazie a questo, i dischi non subiscono l'effetto frenante del campo
magnetico


Gli ultimi video e audio di MEDIA INAF

15.07.2016
14.07.2016
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