Ecco gli ultimi articoli pubblicati su MEDIA INAF | |
L'APPUNTAMENTO IN TUTTO IL MONDO IL 30 GIUGNO
Partita come l'iniziativa di una manciata di persone accomunate da una
passione per l'esplorazione dello spazio e lo studio dei corpi minori l'Asteroid Day è diventato un movimento globale che coinvolge migliaia di persone in tutto il mondo per diffondere conoscenza e consapevolezza sul tema degli asteroidi. L'appuntamento di quest'anno a giovedì 30 giugno, con moltissimi eventi in giro per il modo, e, ovviamente, anche qui su Media INAF | |
UN PO' GAS, UN PO' CONDUTTORE
Non riflette né trasmette la luce visibile, ma conduce calore. Per osservare e
studiare queste proprietà tutt'altro che usuali dell'idrogeno, un gruppo di ricercatori ha compresso e riscaldato alcuni campioni di questo elemento chimico a valori estremi, simulando le condizioni che si verificano nelle zone interne dei pianeti gassosi giganti | |
UN CAMPIONE RICCO DI TRIDIMITE
L'analisi di un carotaggio operato dal rover NASA Curiosity in località
Buckskin, nel cratere Gale, rivela la presenza di un derivato del silicio, prodotto da fenomeni di vulcanismo prima d'ora non contemplati nel recente passato di Marte. Una scoperta che può cambiare le ipotesi attuali sull'origine del Pianeta | |
EFFETTO SERRA GRAZIE AGLI ASTEROIDI VAGANTI
Si chiama "paradosso del Sole giovane debole": in pratica 4 miliardi di
anni fa la nostra stella era il 30% meno calda rispetto ad oggi e ciò avrebbe potuto osteggiare la formazione della vita sulla Terra. La situazione si è ribaltata quando sul nostro pianeta sono cominciati i bombardamenti degli asteroidi dallo spazio, che hanno innescato una sorta di effetto serra primordiale, contribuendo così al riscaldamento della superficie | |
TORNIAMO AD AMMIRARE IL CIELO NOTTURNO
L'inquinamento luminoso è sempre di più fonte di problemi di salute,
non solo per gli esseri umani ma anche per gli animali che popolano le nostre città. In piena fase di sviluppo dell'illuminazione pubblica basata sui LED, sale ora sul banco degli imputati anche la luce blu prodotta da questi dispositivi elettronici | |
NATI DA ANTICHE STELLE GIGANTI
Le coppie di buchi neri massicci, come quelli dalla cui fusione sono state
rivelate per la prima volta le onde gravitazionali pochi mesi fa, sono tutt'altro che rare nell'universo. Lo sostiene uno studio su Nature che individua le loro progenitrici in coppie di antichissime stelle giganti | |
GRAZIE A OSSERVAZIONI NEI RAGGI X
Il buco nero Swift J1644+57, colto cinque anni fa nell'atto di fagocitare una
stella avvicinatasi troppo, torna a far parlare di sé. Un nuovo articolo pubblicato sulla rivista Nature fornisce nuove informazioni sulla struttura del suo disco di accrescimento | |
AL LAVORO CON I QUATTRO TELESCOPI DEL VLT
Un'equipe di astronomi europei ha usato il nuovo strumento GRAVITY installato
al VLT (Very Large Telescope) dell'ESO per ottenere osservazioni eccezionali del centro della Via Lattea combinando per la prima volta la luce di tutti e quattro i telescopi UT da 8,2 metri | |
E FORSE ANCHE SU ALTRI CORPI DELLA FASCIA DI KUIPER
I dati di New Horizon aprono le porte a una possibilità che rasenta l'incredibile:
non solo Plutone potrebbe aver ospitato un oceano sotterraneo, ma questo potrebbe essere ancora lì, con acqua almeno parzialmente allo stato liquido. Intanto, un altro studio mostra che l'oceano sotterraneo di Encelado è meno in profondità del previsto: appena 5 km sotto la superficie della luna di Saturno | |
SCOPERTA GRAZIE AI TELESCOPI XMM-NEWTON E SWIFT
Un team internazionale di ricercatori, sfruttando i telescopi spaziali XMM-Newton
e Swift che operano nel campo della luce ad alta energia, ha scoperto una magnetar circondata da una nebulosa. Se nel caso delle pulsar classiche questo è abbastanza comune, per le magneter è la prima volta che succede, e questa scoperta potrebbe aiutarci a comprendere come funzionino queste stelle con i campi magnetici più intensi in assoluto | |
INTERVISTA A MARIA GIOVANNA DAINOTTI
Una correlazione "3D", fra tre dei parametri che caratterizzano i lampi di
raggi gamma, ha consentito a un team di astrofisici d'individuare un campione di sorgenti candidate a svolgere il ruolo di "candele standard". Media INAF ha raggiunto la prima autrice dello studio |
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