In riferimento ai vari articoli apparsi sui quotidiani , inerenti all'errore clinico di asportazione da un paziente di un rene sano anzichè di uno malato,gli associati di " per non morire", che sono in gran parte dipendenti usl, vogliono esprimere le proprie riflessioni che, ovviamente, sono derivate dal quotidiano lavorativo.
Naturalmente inviamo il nostro dolore e vicinanza al paziente che, suo malgrado, ha subito un peggioramento delle proprie condizioni di salute, invece che un miglioramento di vita che, il suo programmato intervento, doveva dargli.
Vogliamo innanzitutto ricordare che, il lavoro del quotidiano al San Luca di medici, infermieri, tecnici e amministrativi è indirizzato, sua natura, a rendere il più possibile "agevole" l'iter di ogni cittadino che abbisogna di cure sanitarie.
Da questa semplice premessa si deduce che l'organizzazione del lavoro, la programmazione delle misure di protezione e sicurezza, sono cardini fondamentali per rendere il lavoro "adattabile" alle esigenze degli stessi operatori ed a quelle dei pazienti.
Orbene, è nostra opinione che la percezione di tale attività sia in qualche modo negativa, da parte dei dipendenti e da parte dei cittadini-utenti.
Le condizioni ambientali del San Luca sono, secondo noi ma anche secondo molti dei mass media locali e non, poco sufficienti ad un vivere la malattia ed a curarla.
Quindi è per noi, abbastanza evidente che, le condizioni sfavorevoli superano di gran lunga le capacità e le risorse proprie del sistema, l'individuo che sia paziente o operatore entra in uno stato psico fisico di stress negativo che, porta a manifestazioni psico somatiche di poco adattamento provocando una vera e propria implosione di solidarietà tra chi soffre e chi , in condizioni di stress, lo dovrebbe aiutare.
Ricordiamo che lo stress lavorativo comprende problematiche connesse con l'ambiente di lavoro secondo i canoni tradizionali (regolamentati per legge) intesi come rischi infortunistici, fisici, chimici, biologici, ergonomici ma anche problematiche legate alla pianificazione dei compiti, ai carichi e ritmi di lavoro ed all'orario di lavoro.
Dopo tale, forse banale premessa, vogliamo affermare con estrema chiarezza che, l'errore di cui stiamo, nostro malgrando, tracciando un profilio, deriva da una "approssimazione lavorativa" che, sempre secondo la nostra opinione, è la risultanza di molti fattori connessi l'un l'altro, ma, uno su tutti predomina....lavoro stressante, assenza di veri investimenti, limitazione del personale, lacune organizzative dettate dal nuovo modello sanitario, insomma da una serie di fattori di voluta e attuata legge sanitaria a scapito del pubblico ed a vantaggio del privato.
Certo, i ben pensanti, coloro che non vivono il "quotidiano San Luca" arricceranno il naso e "offesi" saranno indignati da un errore macroscopico e non ammissibile.
Siamo in parte concordi ma, vi era una pubblicità che anni orsono affermava ......"provare per credere".
In un recente passato, ai tempi in cui vi era il DG Polimeni, come Associazione avemmo uno "scontro" sui quotidiani locali sul sistema sicurezza e, allora ci fu risposto in modo perentorio e "rassicurante", come da interviste sui quotidiani che, tutto era sotto controllo, e che, la Commissione Regionale sulla base del Patient Safery walkaround, uno schema di verifica delle buone pratiche aziendali e delle azioni di miglioramento, metteva in evidenza il buon andamento del San Luca su quattro specifici settori, pronto soccorso, medicina di urgenza, blocco operatorio e terapia intensiva, dandone un giudizio molto positivo. Pertanto ad oggi, gioca solo la casualità, l'imponderabile e il non prospettato su questa vicenda che, hainoi, probabilmente stimolerà, auspichiamo, a parametri diversi di sicurezza operativa e pratica delle buone maniere.
Lungi da noi essere "sciacalli" denigratori a basso costo, distruttori o quanto altro possiamo pensare dei professionisti di qualsiasi genere che operano nel nostro nosocomio ma, ribadiamo con forza, che non si può negare l'evidenza, nascondere, limitare o celare carenze di "fattibilità operativa e lavorativa" che, spesso sono parzialmente presenti nel lavoro quotidiano dei sanitari del San Luca.
Infine, ma non per ultimo, siamo totalmente basiti, nel leggere le interviste, sul caso de quo, dell'Assessore Regionale alla Salute Saccardi che, con evidente indignazione, con alta morale ed etica, ha chiesto l'immediata sospensione del chirurgo e del medico radiologo che, loro malgrado, hanno commesso errori di procedura provocando il "danno" al paziente.
Detto ...fatto, immediata sospensione.
Da pubblici dipendenti, siamo consci che, non è certo il politico a chiedere provvedimenti a carico dei dipendenti presumibilmente rei di sbagli ed errori, ma, anche in questo caso procedure interne, organi aziendali, verifiche e assunzioni di responsabilità, in qualche modo, dovrebbero tutelare la verità dei fatti.
Crediamo che sia troppo facile, da una parte razionalizzare politicamente un settore, ridimensionarlo, limitarlo fino al limite della sua esistenza e, dall'altra ergersi a paladini del diritto alla salute dei cittadini bisognosi.
Un vero e proprio pardosso, un dire tutto ed il contrario dello stesso.
Confidiamo, ancora una volta, che Ordine dei Medici, Istituzioni, Sindacati, Partiti politici ecc ecc, non archivino questo drammatico episodio senza concorrere, ognuno con le proprie forze, ad un miglioramento del SSL.
Associazione per non morire
associazione.pernonmorire@gmail.com
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