Vivere in montagna è difficile, lavorativamente parlando. Le politiche degli ultimi decenni , improntate all’accentramento nelle grandi città, (con un notevole svuotamento di servizi), hanno contribuito allo spopolamento delle zone montane e conseguentemente delle sue opportunità lavorative.
Una delle poche ricchezze della montagna pistoiese sono sicuramente le piste da sci, che hanno un indotto che va dai bar, ai ristoranti, agli alberghi, agli esercizi commerciali, allenatori, maestri di sci, noleggi ecc…e che il guadagno si sviluppa molto nel periodo delle feste natalizie.
La conferenza stato-regioni ha approvato un piano con le linee guida per il via in condizioni sicurezza,con protocolli per l'utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici, da parte degli sciatori amatoriali .
Come sottolineato dal vicepresidente alla conferenza Giovanni Toti (presidente della Liguria e leader di Cambiamo!) :"E' un documento che inviamo al Governo come contributo propositivo per non compromettere la stagione sciistica e per non creare un danno irreversibile all'economia della montagna dei nostri territori" .
Ma dal governo arriva un secco no alla riapertura degli impianti. Come Cambiamo! Provincia di Pistoia, capiamo che la questione è controversa e divisiva, e specialmente sull’Abetone si ha alla mente le immagini di marzo con una calca senza regole. Ma tenere chiusi gli impianti sciistici vuol dire assestare un duro colpo all’economia della montagna, uccidendo definitivamente questo territorio.Senza contare che poi migliaia di addetti agli impianti sono stagionali e quindi esclusi da ammortizzatori sociali.
Tutto questo non sarebbe sopportabile da altre realtà impiantistiche messe meglio, quindi diventa impensabile per un territorio come il nostro.
Bisogna avere il coraggio di dire che sciare, anche a livello amatoriale, in sicurezza si può! Senza per forza demonizzare questo sport. Basta che siano seguite rigorosamente le norme venute fuori dalla conferenza stato regioni, e questo vale anche per ristoranti e shopping natalizio.
Con questo non vogliamo un”liberi tutti”, ma vogliamo che sia data una boccata di ossigeno a chi, in questi giorni più di altri, sta facendo dei sacrifici, tenendo alta l’attenzione e con la consapevolezza che il virus non è sconfitto.
Se viceversa il governo rimarrà sulla posizione della chiusura, serviranno interventi economici massicci, che vanno da contributi a fondo perduto, fino alla totale detassazione delle attività. Sennò si andrà verso il disastro economico con conseguente spopolamento della montagna. E questo vuol dire un ulteriore congestionamento delle città, che proprio queste emergenza ha rivelato quanto sia pericoloso.
Come Cambiamo! Non contrapporremo mai la salute all’economia, ma vogliamo salvaguardare entrambe , perché l'unica guerra è quella al virus.
Antonio Gambetta Vianna
Marco Poli
Cambiamo! con Toti montagna
Il Comitato Cambiamo! Con Toti Provincia di Pistoia
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