In questi giorni difficili per le famiglie di chi si è suicidato dal ponte sospeso, apprendiamo che invece di tacere e trovare soluzione concrete al problema del disagio economico, sociale o psicologico (probabilmente derivato dalla crisi economica), c’è chi propone la chiusura del ponte.
Una soluzione che porterebbe solo danno alla montagna e alle attività turistiche che ci gravitano attorno, e che non risolverebbe niente, probabilmente cercherebbero altri ponti e a quel punto? Chiudiamo anche quelli? E se decidessero di andare a buttarsi sotto un treno? Chiuderemmo tutte le stazioni?
Quello da fare è chiedersi qual è il malessere di queste persone, che li porta a questi gesti estremi che non sappiamo spiegare. Su quello dobbiamo lavorare e cercare di dare aiuto a chi ha problemi economici, psicologici,ecc….
Inoltre dobbiamo tristemente ricordare che negli anni passati, il ponte ha avuto in dei momenti una media di suicidi anche più alta, e altri in cui non si è mai buttato nessuno (senza passare dalla chiusura). A chi sembra una cosa eccezionale, denota solo una scarsa conoscenza del territorio e della sua storia.
Sperando che questa metta fine a discorsi’che non stanno né in cielo né in terra e chiediamo che si faccia un doveroso silenzio nel rispetto dei familiari delle vittime.
Antonio Gambetta Vianna
Marco Poli
Cambiamo con Toti montagna p.se
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