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BORGO A MOZZANO - Piano di Gioviano, SP2 Lodovica.

LETTORI SINGOLI

mercoledì 9 giugno 2021

FRANCESCO SPERONI: ''Il calcio ai tempi di Tardelli'', intervista a Roberto Pennino e Ruud Doevendans.

( A SINISTRA - Roberto Pennino, avvocato e giornalista olandese, scrive per le riviste di calcio Panenka e Staantribune oltre sul quotidiano Friesch Dagblad, caporedattore di Tardelli e autore dei libri Onsterfelijk Torino (tradotto in italiano con il titolo Gli Immortali del Grande Torino e i Ragazzi del 1949) e Forza Olandesi. A DESTRA - Ruud Doevendans: ideatore, editore e redattore capo di Tardelli, redattore capo della rivista di formazione professionale De Voetbaltrainer e scrittore di Klem!, autore della biografia di Jan van Beveren. Inoltre ha scritto Tussen Twee Finales sulla storia della nazionale olandese tra il 1978 e il 1988 e Ruwe bolstâh, la biografia di un'icona del calcio olandese: il difensore Aad Mansveld ).
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Quando dici Tardelli, in Italia la memoria corre quasi d'istinto al suo urlo liberatorio dopo aver segnato il gol del 2 a 0 contro la Germania nella memorabile finale dei mondiali di Spagna '82.

In Olanda invece sono andati più avanti e più oltre: Tardelli è diventato il nome di una rivista di calcio ideata nel 2018 dal giornalista Ruud Doevendans, che ne è editore e direttore, mentre il giornalista Roberto Pennino ne è caporedattore. Si tratta di una pubblicazione bimestrale che si occupa, ça va sans dire, di calcio, ma solo di un certo periodo storico, cioè quello che va dal 1965 al 1990.

Per Capitan Futuro,  Francesco Speroni ha intervistato sia l'editore Ruud che il caporedattore Roberto.

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Iniziamo proprio da quest'ultimo.

Roberto Pennino, dici di essere olandese ed io ti credo sulla parola; tuttavia il tuo nome non suona molto Dutch...

Roberto: Certo che sono olandese, più precisamente italo-olandese. Mio padre è siciliano mentre mia madre era olandese. Sono nato e cresciuto in Olanda dove vivo e lavoro. Come tifoso, ho una maglia metà azzurra e metà arancio. Spero che un giorno ci sia una finale europea o mondiale tra Olanda e Italia, così vincerò in ogni caso! Agli Europei del 1988 stava per accadere ma l'Unione Sovietica, sconfiggendo l'Italia, ha dissolto il mio sogno di assistere ad una finale italo-olandese.

( Il giornalista olandese Roberto Pennino divide il suo cuore di tifoso tra Italia e Olanda, come si vede dalla maglietta )

Mi spieghi cos'è "Tardelli"? 

Roberto: Tardelli è una rivista olandese per gli appassionati di calcio degli anni '60, '70 e '80. 

Dov'è la redazione, dove viene stampata e distribuita? 

Roberto: La redazione si trova a Duiven, nei Paesi Bassi. La rivista viene invece stampata presso una tipografia di Den Bosch, sempre in Olanda. La vendita avviene esclusivamente tramite internet. 

( Il campione brasiliano Falcão mostra il numero di "Tardelli" dedicato a lui ).

Quando è uscito il primo numero?

Roberto: Nel gennaio 2018 abbiamo pubblicato il numero zero per valutare che interesse potesse avere una rivista di questo tipo. Dopo aver ricevuto una grande risposta positiva da parte dei lettori, abbiamo stampato la prima edizione ufficiale nel maggio 2018. Da allora non ci siamo mai fermati.

Perché questo titolo? Marco Tardelli lo sa che c'è una rivista olandese che porta il suo nome? 

Roberto: Marco Tardelli è uno dei calciatori preferiti dalla redazione. Ci ha sempre affascinato la sua ineguagliabile passione, la dedizione per il gioco: Tardelli personifica tutto quello che più ci piace del calcio. Naturalmente lui è a conoscenza della rivista, gliela spediamo ogni volta che esce un nuovo numero. Nel settembre 2018 ho avuto modo di incontrarlo personalmente a Roma. In quell'occasione Marco Tardelli mi ha detto: "Sono contento, è una bella cosa per me perché una rivista come questa rimane nel tempo e nella storia".

( Il campione del mondo Marco Tardelli con due numeri della rivista olandese a lui dedicata ).

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( L'ex portiere belga, oggi allenatore, Jean-Marie Pfaff assieme al direttore di "Tardelli" Ruud Doevendans ).

Ruud Doevendans, tu sei l'inventore e il direttore di Tardelli: come ti è venuto in mente di creare una rivista del genere?

Ruud: Con Roberto Pennino e con gli altri giornalisti della redazione, come Jurriaan van Wessem e David Endt, abbiamo in comune la passione di scrivere sul calcio degli anni '60, '70 e '80. Una rivista come Tardelli mi è sembrato il modo ideale per esprimere al meglio questa passione. E se poi ci sono abbastanza lettori che lo apprezzano, il cerchio è completo. 

( L'ex campione brasiliano Júnior col magazine "Tardelli" ).

La tua rivista si occupa principalmente del periodo storico del calcio che va dal 1965 al 1990. Come mai questa scelta? Cos'ha questo periodo di così interessante rispetto a ciò che c'è stato nel calcio prima e dopo queste date? 

Ruud: È una scelta dettata dal fatto che noi della redazione di Tardelli, prima da giovani ragazzi e poi da adulti, abbiamo vissuto quel periodo molto intensamente e ci rivolgiamo a dei lettori che, come noi, sono particolarmente legati a quegli anni tanto da identificarsi perfettamente con lo spirito della nostra rivista. Questo vale per l'aspetto soggettivo, ma c'è anche un aspetto oggettivo: in quel periodo storico i calciatori erano molto più autentici. Giocavano con totale dedizione, non facevano cose infantili o stupide dopo aver segnato un gol ma esultavano semplicemente alzando le braccia al cielo. Niente affettazione, niente fiction. Erano giocatori veri, non testimonial commerciali come oggi. Ed è anche per questo che noi di Tardelli troviamo il calcio odierno meno entusiasmante: sembra essere diventato il sottoprodotto d'una gigantesca e costosissima operazione di marketing attorno a club e giocatori. 

( Il portiere campione del mondo Dino Zoff ).

Con che periodicità esce e come è stato accolto dai lettori olandesi? 

Ruud: Tardelli esce sei volte all'anno, cioè un nuovo numero ogni due mesi. È stato accolto con molto entusiasmo da un pubblico che si è rivelato fedele sin da subito ed è in costante espansione. Alcuni lettori ci forniscono nuovi spunti e ci danno idee, mentre altri ci ringraziano per aver rispolverato vecchie glorie del pallone o avergli ricordato eventi calcistici che avevano dimenticato. 

Tardelli è una rivista che sostanzialmente cavalca l'onda della nostalgia, ma c'è dell'altro?

Ruud: Tardelli certamente galleggia sulla nostalgia, ma c'è di più: è una rivista forgiata dalla più  autentica passione per il calcio, una passione che noi redattori condividiamo coi nostri lettori con i quali abbiamo un idem sentire profondo. Tardelli è una rivista positiva che esalta la bellezza del calcio del passato; non abbiamo bisogno di fare gossip, né di inseguire pettegolezzi, e soprattutto non abbiamo davvero la necessità di soddisfare i peggiori istinti, incoraggiando una narrazione morbosa, che si compiace solo nell'insinuare storie negative contro i calciatori o le società. 

Quali calciatori "vintage" avete intervistato fino ad oggi? Se non tutti, puoi dirmi almeno i più celebri?  

Ruud: È una lunga lista. Penso a Roberto Rivelino, Jean-Marie Pfaff, Falcão, Gianni Rivera, Willem van Hanegem, Ralf Edström, Joachim Streich, Dino Zoff, Teofilo Cubillas, Daniel Passarella, Paolo Rossi, Jùnior, José Iribar, Jesper Olsen o Ruud Krol. Abbiamo molte interviste sullo scaffale che non sono ancora state pubblicate, i cui nomi al momento non ti posso rivelare. È tutto materiale per i prossimi numeri di Tardelli. 

( L'ex difensore argentino, due volte campione del mondo, Daniel Passarella mostra orgoglioso il numero speciale di "Tardelli" a lui dedicato ).

Roberto, dovete insistere molto per ottenere queste interviste, oppure i giocatori si concedono facilmente?

Roberto: Devo ammettere che quasi tutti i giocatori sono molto disponibili. Riconoscono la passione che mettiamo nello scrivere i nostri articoli e sono entusiasti di raccontarci la loro storia. E a noi naturalmente piace ascoltarli. 

Ruud, vi occupate solo di calciatori oppure anche di altri protagonisti del mondo del calcio, come arbitri, allenatori etc?

( L'ex centrocampista olandese, oggi allenatore, Guus Hiddink ).

Ruud: Parliamo principalmente di calciatori ma diamo spazio anche ad allenatori e arbitri. Penso a Guus Hiddink, Leo Beenhakker o Bert van Marwijk per esempio, oltre ad alcune interviste con importanti allenatori italiani. Sul numero 17 di Tardelli abbiamo pubblicato una lunga intervista al famoso arbitro israeliano Abraham Klein [l'arbitro dei mondiali di Spagna 1982, intervistato anche da Capitan Futuro, ndr].

Klein, oggi 86enne, ha una storia umana e sportiva davvero straordinaria; inoltre ha particolarmente apprezzato l'essere intervistato da una rivista olandese perché, alla fine della seconda guerra mondiale, Klein ha vissuto un anno in Olanda per curarsi e questo ha creato un legame profondo tra lui e mio paese.

( L'arbitro israeliano Abraham Klein ha rilasciato a "Tardelli" una bella intervista sulla sua lunga carriera ).

Roberto, tra i giocatori olandesi che avete intervistato c'è stato qualcuno che ha "protestato" perché avete chiamato il magazine Tardelli invece di usare il nome di un giocatore olandese? Di certo all'Olanda non mancano grandissimi campioni dell'epoca d'oro a cominciare, per esempio, dall'immenso Marco van Basten.

Roberto: Gli olandesi, non solo i calciatori, conoscono e ammirano Marco Tardelli: tutti sanno benissimo cosa lui rappresenti per il calcio mondiale. Quindi la risposta è no, nessuna protesta.

Il grandissimo ex difensore olandese Rudy Krol assieme al caporedattore di "Tardelli" Roberto Pennino ).

Intervistando queste vecchie glorie del calcio, qual è stata la più divertente e la più sorprendente fra tutte? Chi vi ha raccontato cose inedite sino ad oggi sconosciute?

Roberto: Vedi, il nostro lavoro nella redazione di Tardelli è come una passeggiata attraverso l'album Panini della nostra gioventù. All'epoca eravamo ragazzi e quei calciatori leggendari, che erano i nostri eroi, sembravano anni luce lontani da noi; oggi invece li possiamo incontrare e intervistare, chiacchieriamo tranquillamente con loro, le distanze non esistono più tanto che talvolta ci troviamo addirittura a "filosofare" con loro sul calcio di quel tempo. Noi naturalmente cerchiamo di riportarli indietro ai giorni nei quali giocavano e quasi in ogni intervista ci capita di sentire fatti nuovi ed inediti che vale la pena pubblicare. Un esempio importante è quello di Rudy Krol che ci ha raccontato tanti aneddoti della sua vita al Napoli. Senza dimenticare il compianto Paolo Rossi, che ha iniziato l'intervista non con una risposta ma con delle domande: "Ma cos'è la rivista Tardelli? E perché l’avete chiamata Tardelli?", era curiosissimo! Pensa che io stavo cercando di organizzare l'intervista con Rossi già da molto tempo, ma lui era sempre impegnato per via dei mondiali del 2018 in Russia. Nel frattempo a Roma incontrai proprio Marco Tardelli e quindi inviai a Paolo Rossi una foto di Tardelli assieme a me. In meno di 24 ore ottenni l'appuntamento con Rossi. Mi raccontò che qualche giorno prima lui e Tardelli si erano incontrati alla RAI e ne avevano parlato. Ti rendi conto Francesco? Rossi e Tardelli avevano parlato della nostra rivista! Beh, per tutti noi della redazione fu davvero il massimo della soddisfazione!

(Il compianto calciatore Paolo Rossi mostra il numero della rivista "Tardelli" a lui dedicata nel 2019).

Ruud, oggi Tardelli è pubblicato in lingua olandese. Per il futuro pensi di proporre una o più versioni internazionali traducendolo in altre lingue?

Ruud: Magari! È un sogno che spero si avveri.



Francesco Speroni


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